mercoledì 29 dicembre 2004


Il mondo in questi giorni sembra una slot machine impazzita con i numeri che continuano a girare... la prima notizia l'ho sentita che eravamo a 3.000 vittime e già mi sembrava l'apocalisse ...oggi siamo a 70.000 e ancora i numeri girano.... questa volta il mare che amo ha portato la morte.... e soprattutto la paura di morire. Aggrappati ad una palma, naufragati su qualche spiaggia o davanti alla tv, ci siamo sentiti piccoli come forse siamo, così nudi davanti alla morte. Non so fare altro, non so capire. Cavallette, terremoto e maremoto, sta accadendo tutto e io lecco le mie ferite e penso che è tutto così difficile da sopportare. Sono piccola anche di fronte alla vita.



Scrivo una canzone che può sembrare non dica niente ... ma mi fa pensare a tutti i sogni e a tutte le speranze che sono rimaste come conchiglie abbandonate sulla riva.


...alle vite spezzate


AGNESE


Se la mia chitarra piange dolcemente


stasera non è sera di vedere gente


e i giochi nella strada che ho chiusi


dentro al petto, mi voglio ricordare.


lo penso ad un barcone rovesciato


al sole in un giorno in pieno agosto


le biciclette in riva al mare.


Agnese mi parlava nella sabbia infuocata


ed io non so perché non l’ho dimenticata.


Lei mi raccontava di quello che la gente


diceva del suo corpo con malizia ed allegria


ed io che sto provando le cose che provavo ieri


non ho capito ancora se è gelosia


o se sono prigioniero di questo cielo nero


e di un ricordo che fa male


e se continuo a bere i miei liquori inquinati


è vero che quei giorni non li ho dimenticati.


è uscito un po’ di sole da questo cielo nero


l’inverno cittadino sembra quasi uno straniero


Agnese, dolce Agnese color di cioccolata


adesso che ci penso non ti ho mai baciata.

martedì 28 dicembre 2004

"PER TANTO TEMPO HO AVUTO LA SENSAZIONE CHE LA MIA VITA SAREBBE PRESTO COMINCIATA, LA VERA VITA! MA C'ERANO SEMPRE OSTACOLI DA SUPERARE STRADA FACENDO, QUALCOSA D'IRRISOLTO, UN AFFARE CHE RICHIEDEVA ANCORA TEMPO, DEI DEBITI CHE NON ERANO ANCORA STATI REGOLATI.


IN SEGUITO LA VITA SAREBBE COMINCIATA. FINALMENTE HO CAPITO CHE QUESTI OSTACOLI ERANO LA VITA"


(Alfred Suoza)


...grazie a Monica

mercoledì 22 dicembre 2004

Sono ufficialmente una lacrimevole zia paturniosa.... però il mio piccolo ieri era il più bello del mondo su quel palco!!!

lunedì 20 dicembre 2004



LA MIA CARRIE SCEGLIE AIDAN


Bhè alla fine ce lo aspettavamo tutti, Carrie e Big felici per sempre anche se mi aspettavo qualche frizzo e lazzo in più e non vedevo l'ora di vedere il vestito da sposa kitsch-elegant in stile Bradshaw, ma se non altro abbiamo scoperto il nome di Big: "John"..banale ai massimi. Ma va bene così era la nostra favola moderna e ha avuto l'happy end che tutti aspettavamo...


Ma cosa sarebbe accaduto se i due protagonisti fossero appartenuti al regno della realtà? Nessuno ha avuto il coraggio di raccontare quello che sarebbe accaduto ancora e ancora a due persone fantastiche, nate appositamente per rovinarsi la vita. L'ipotesi più realistica è che Big avrebbe giocato ancora al ruolo dell'amante penitente disposto a fare la traversata atlantica su di un cavallo bianco per qualche mese, siamo buoni, anno, poi sarebbe finito con una ventenne mora avvolta in un abito di taffeta rosso fuoco, mentre Carrie avrebbe continuato a scrivere i suoi articoli triti e ritriti sul notebook, aspettando che il ciclo dei delicati fosse pronto per essere stirato.


Oppure, per i più ottimisti, si sarebbero sposati. Lei sarebbe diventata una signora estremamente elegante divisa tra cocktail benefici e serate culturali e lui sarebbe diventato un devoto marito fedele (con i capelli tinti.... perchè Big si pennella sappiatelo)e sarebbe stato il solito brillante uomo d'affari (quali affari poi non si è mai scoperto). Ma sarebbero stati ancora "Big and Carrie?" o si sarebbero persi nella normalità della vita alla quale non erano avvezzi? Big, sarebbe stato ancora interessante una volta parcheggiato il cavallo bianco e tolta quella sottile paura di vederlo sparire?


No, Aidan.... decisamente Aidan! Perchè Carrie ha bisogno di un uomo che sa ascoltare, un uomo che sa capire da come lei sbatte la porta alle sue spalle, come è andata la giornata. Un uomo che trova sempre magico e misterioso l'impegno elargito per abbinare scarpe, abito e foulard. Un uomo che si ferma a spiarla dolcemente mentre lei guarda fuori dalla finestra la pioggia che cade su New York, e magari si chiede mille volte se sta pensando a Big, ma non teme il confronto e l'abbraccia e sorride perchè sa che quello è il suo posto e terrà abbracciata la sua Carrie costi quel che costi. Non un buffone dalle gazzarre plateali, ma un uomo che ti fa tremare le gambe se ti guarda e ti dice "ti amo" perchè sai che è vero. Un uomo che sa cos'è la dolcezza e la mette in ogni singola carezza, che OGNI GIORNO ti fa sentire amata e ti da un motivo nuovo per innamorarti di lui. "OGNI GIORNO", è questa la differenza. Perchè è pur vero che nella vita ognuno di noi vorrebbe un giorno da ricordare, ma è altresì vero che arriva un momento in cui daresti tutto per dimenticare. Non scambierei male qualche tachicardia con la maturità di un rapporto reale.


Big è un sogno e deve restare tale, è stato inventato apposta, ma è la realtà di Aidan che vorrei trovare OGNI GIORNO al mio fianco.



..al mio Aidan....


martedì 14 dicembre 2004

Per te che e` ancora notte e gia` prepari il
tuo caffe`, che ti vesti senza piu`
guardar lo specchio dietro a te, che
poi entri in chiesa e preghi piano, e intanto
pensi al mondo ormai per te cosi` lontano.
Per te che di mattina torni a casa tua perche`
per strada piu` nessuno ha freddo e
cerca piu` di te, per te che metti i
soldi accanto a lui che dorme, e aggiungi
ancora un po' d'amore a chi non sa che farne.
Anche per te vorrei morire ed io morire non
so, anche per te darei qualcosa che non ho e
cosi`, e cosi`, e cosi` io resto qui a darle i
miei pensieri, a drle quel che ieri avrei
affidato al vento cercando di raggiungere chi
al vento avrebbe detto si`.
Per te che di mattina svegli il tuo bambino e poi lo vesti e
l'accompagni a scuola e al tuo lavoro vai, per te che mai un errore ti e` costato tanto, che tremi nel guardare un uomo e vivi di rimpianto.
Anche per te vorrei morire ed io morire non so, anche per te darei qualcosa che non ho, e cosi`, e cosi`, e cosi` io resto qui a darle i miei pensieri, a darle quel che ieri avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi al vento avrebbe detto si`.

lunedì 13 dicembre 2004

Ancora non hai perso quel vizio di pensare agli altri, immaginarti i loro dolori. Te lo ha detto anche lui "sei troppo buona", ma non posso fare altrimenti. Lo so, lo so, non mi è successo niente, non faccio parte di quel dolore che però esiste e non mi basta sapere che non è il mio dolore. Non riesco ad unire i puntini, non si forma alcun disegno, ho solo tanti "perchè?". Perchè personali e perchè da comune lettrice. Eppure ricordo la tavola apparecchiata con cura, i "scusa per questo, scusa per quello", la lavastoviglie che aveva rovinato i bicchieri nuovi del corredo da sposa. Ieri, mentre preparavo la mia prima vera tavola per gli ospiti, ripensavo a quella domenica di sole. Gli uomini in veranda a parlare di motori, noi sorrisi e sguardi timidi da nuova entrata nella famiglia. Lei aveva.... ha ... gli stessi suoi immensi occhi azzurri, indifesa e minuta nella sua gonna di jeans. Io e lui che credavamo in quelle scelte verso la normalità, quando riuscivamo ancora a credere in noi e nella possibilità di poter contraccambiare quell'invito in futuro, in una casa tutta nostra. Ora non riesco a vedere altro che vittime, vittime di un destino che ha sbagliato i destinatari della sua vendetta, loro, lui. Una punizione troppo grossa per tutti.


Non è buonismo, lo so che siete tutti dietro ai cellulari e agli sguardi bassi a dirmi di non farmi incantare più, che mi proteggete oggi come allora. Due soli uomini mi hanno capito in questo momento, il mio e "l'inquilino" del piano di sopra, ma questo già mi basta per darmi forza. Andrò a trovare la piccola che solo per un soffio non è stata anche "la mia piccola", un po' per dovere, un po' per scusarmi per non essere stata tanto brava da non riuscire a dare un po' di pace ai suoi parenti. Avrei voluto tante cose, come forse le avrebbe desiderate lei, ma qualcuno mi ha insegnato che non siamo noi a scegliere nè da piccoli, nè da grandi.


Sentirti ieri, e riconoscerti nella tua voce bassa dei momenti tristi, di quando ti senti colpevole e inadeguato. Sentirti chiedere scusa, come avrei voluto sentirti anni fa, ma pagare un prezzo troppo alto per sentire pronunciare parole ormai superflue. Non c'è odio, non c'è rancore in me, purtroppo. Sarebbe stato forse più facile odiarti, o forse semplicemente inutile. Ti ho letto nelle frasi che hai lasciato a metà, che hai avuto paura di pronunciare, Ligabue direbbe che "la vita non ti viene come vuoi" e non credo sia solo per quello che è successo in questi giorni. Non smetterò mai di ripeterlo "tu non sei LUI e non sei LEI". Sei quello che hai creato, sei la tua speranza di tre mesi, sei l'occasione per fare progetti per il tuo futuro. La storia non sempre si ripete, soprattutto quando la storia non è fatta di avvenimenti concatenati, ma da attimi isolati di solitudine.


Pregherò per voi come mi hai chiesto con quello che resta della mia fede, sarà poco ma ci proverò. Tu però, per una volta tanto credi in quello che hai e in te, anche se può sembrare più difficile che credere in un Dio che ti assolve sempre senza farti sentire la Sua voce.


Io sono serena... non scherzavo quando te l'ho detto, ma tu vivi, come quando mi dici che sei arrivato secondo e sento la tua voce alzarsi un po'. La persona che è là in alto è la stessa con cui parlo ora, una sfida è una sfida, non puoi sceglierti i nemici, puoi solo lottare sempre a testa bassa come fai quando stai lassù.


Buona vita da vivere.

venerdì 10 dicembre 2004

Si pensa sempre a quanto sia difficile o facile vivere, ma questa sera non riesco a smettere di pensare quanto sia difficile o facile morire. Penso alla volontà, non esaudita, del volo di un angelo di vivere una vita senza colpa e alla volontà, non esaudita, della disperazione di morire che, come unica prova d'acquisto, lascia una schiena e troppe vite spezzate. Penso a quanto sia difficile ignorarsi quando si vorrebbe urlare "sono qui se hai bisogno di me" e a come sia facile passarci invisibili accanto, con le nostre vite che ci scorrono vicine senza lasciare una scia. Penso quanto sia ridicolo leggersi in cronaca, rubando notizie agli sciacalli della stampa, penso a quanto sia ingiusto essere solo uomini incapaci di fermare, anche per un solo secondo di follia, la disperazione di chi amiamo o conosciamo.


Mi vedo con gli occhi sgranati che guardano le luci fuori dal ristorante dell'ikea mentre appoggio la mia mano, sopra l'impronta minuscola di un bambino sognante che, come me, è rimasto a guardare fuori dalla finestra. Sorrido della stessa semplice magia di questo presepe metropolitano. Mi vedo piccola nei miei pianti e nella mia rabbia, piccola nella mia casa a bomboniera, piccola tra le mani del mio uomo ma... estremamente serena. Una serenità che ho rincorso, che ho voluto e mi sento miracolata per non essere in quella corsia di ospedale oggi, per non essere stata al telefono lunedì, per non essere coinvolta in qualcosa di devastante, piccola forse nella mia meschinità nel pensare queste cose. Piccola nel non essere stata io l'angelo volante quando tutto mi sembrava inutile.


Però guardo ancora la mia mano su quel vetro mentre fuori c'è il mio presepe metropolitano, e penso che la mia mano è grande, il mio uomo è grande e l'essere stata tanto testona nel trovare qualcosa in cui credere in questa vita, che è una certezza, è stato da grandi.


E mentre scorrono davanti ai miei occhi attimi rubati dagli ultimi anni della mia vita, passo da quella maledetta strada e vedo i fiori dove sabato notte ho visto sventrata un'auto contro un muro.


E allora continuo a pensare che, forse, godere delle piccole gioie può evitrare di dover rincorre a velocità assurde le emozioni della vita, o può far guardare il cielo mentre ci si affaccia alla finestra, senza sentire quella disperata attrazione per l'asfalto. E penso che Qualcuno mentre imprecavo e mi chiedevo dove fosse finito, mi ha tenuto una mano sulla testa ... proprio sulla mia testa di ricci pazzi, e mi ha portato ad un soffio dal perdere tutto per farmi capire, poi, quanto sia importante la mia vita e la vita di chi ha imparato ad amarmi per quella che sono.


Buona notte a tutti, agli angeli volati in cielo e alle anime perse rimaste sull'asfalto.

giovedì 9 dicembre 2004

ho sempre saputo che avrei avuto tue notizie leggendoti in cronaca.....



BUONANOTTE PICCOLO ANGELO

giovedì 2 dicembre 2004

Ecco perchè alla fine amo questo lavoro. Fai le otto, duemila strade avanti e indietro, ti perdi nei meandri di leggi in continua evoluzione, però poi ritiri le tavole del nuovo progetto e tra quelle quattro righe ci vedi già un mondo. Le vedi arredate, inquadri il cliente tipo, pensi ai problemi che ne verranno fuori, ricordi le critiche fatte al precedente cantiere e i commenti. E riparti. Pensi tra te e te che "sta volta non ti fregano" hai imparato le risposte, prevedi le mosse e ti accorgi quanto hai imparato di nuovo in soli due anni. Non te ne eri accorta prima, ora che riparti da zero ti senti però più sicura. Siamo ancora all'embrione ma "l'ecografia" che hai visto oggi ti piace e pensi che potrà funzionare. C'è da lavorarci, metterci del tuo, ma non è questo che ti spaventa, hai già un sacco di idee che ti frullano per la testa e sei qui che scalpiti. Questa volta sarà più tuo, sei nel team, SEI IL TEAM. Nuova sfida, nuova corsa, questa volta voglio prendere il codino e farmi il giro gratis... ma lo sai da te che niente è gratis, e allora morderai.







RISULTATO TEST



You are Jean Grey! Intellectual, disciplined, and loving, you are the heart of your friends, family, and workplace. Most everyone enjoys your company, and trust in you some of their deepest secrets. Your complimenting character is the just Storm, and you will find tolerance and patience for Jubilee, but avoid the less-genuine Psylocke.



...ps. ti ho fregato il link di sex & the city ..era troppo spettacolo

CHE BARBA


CHE NOIA



CHE NOIA



CHE BARBA

lunedì 29 novembre 2004

in una uggiosa serata di lunedì posto questo link per farvi venire il buon umore baciiiiii


http://digilander.libero.it/silviodr/pollon.htm

IL MIO MODO-MONDO DI CIVILITA'

IL MIO MODO-MONDO DI CIVILTA'


Io domando, lui non risponde dispersivo. Lui domanda e io non rispondo dispersiva. Lui gira per la casa, io resto sul divano. Io vado in camera, poi lo trovo sul divano. Cinque minuti di silenzio riflessivo. Poi io: "sei arrabbiato?" e lui: "ci sono rimasto male" "anch'io, ho usato il tuo stesso atteggiamento per farti capire come ci si sente" no, si, no, si ...si. Risata, bacio, le risposte inevase prima e un modo per imparare a capirsi. "Non fare all'altro ciò che non vuoi sia fatto a te", ecco il mio modo-mondo di civiltà. Troppo lontano da "farò in modo che non la passi liscia", troppo sussurrato per essere gridato. Non più dubbi, ma certezze e una dolce buonanotte che sa di "mi sei mancato in quei cinque minuti di silenzio". Notte amore mio.

sabato 27 novembre 2004

Le case si costruiscono anche confidando i propri progetti a qualcuno e sentendosi sostenuti, per questo oggi voglio scrivere i miei auguri ad una persona che ha saputo rimettere un po' di coraggio e di ordine nei miei pensieri pazzi. Grazie e.....


AUGURI



VECCHIETTO!!!!

mercoledì 24 novembre 2004


Terre di mondi e di mondine, tutte con i cappelli chini sul riso dai piedi rugosi bagnati dall'acqua. Le vite scalcagnate di qualche paio di occhi che hanno saputo intrecciare mani, sentimenti e steli di riso.


Nonna ormai la ricordo ad icone, immagini a volte slegate tra loro, troppo spesso ricordi di dolore, come l'immagine di lei che ci salutava con la mano dalla finestra del secondo piano dell'ospedale. Ma questa sera rivedo in tv le immagini di queste mondine e vedo il suo volto balenare sotto il cappellaccio di paglia. Nonna era due occhi neri sopra due zigomi pronunciati. Era un cestino di lucidissimi boccoli corvini che pettinavo per ore prima di addormentarmi, e penso ora di intuire il suo dolore nel vedere sul cuscino i suoi capelli che cadevano a ciocche.


La vedo giovane, rumorosa come solo lei sapeva essere, mentre, nel sole del vercellese, cantava "Colomba bianca", intercalado con il suo veneto stretto, scherzando con la sua compagna di avventure e di vita Argia. Donne simili ad una pagnotta di pane dalla dura crosta dorata e saporita, e dal cuore di mollica bianca e soffice. Donne da assaporare con i valori e i profumi della campagna, da racchiudere in un quadro di girasoli, argini di Fiume, con Terranegra sotto i piedi e due sorrisi che resteranno immortalati in questa nuova icona che ho creato per loro e che legherà Bianca e Argia per sempre in un quadro sorridente.

martedì 23 novembre 2004

lunedì 22 novembre 2004















Ma non dovrebbero essere già tutti morti i ragni? Eh che diamine, siamo in un freddo inverno milanese e non ai tropici, fuori siamo a - 2 gradi! Che diavolo ci fa ancora un dannato ragno nella mia anticamera? Eh già ma non ci son più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio, e parlando di luoghi comuni, potrei aggiungere che non sono più una bambina. Ieri notte si è infranta l'onda aspettata superando la barriera del frangiflutto: ho dormito a casa MIA. Sola nel letto sono crollata dopo dieci minuti, sarà stato il Nero d'Avola che ha funzionato da Panacea??? Insomma le cose piano piano si stanno sbloccando, anche se ammetto che il mio piccolino mi ha fregato in pieno con le sue interviste "dove vivi? che lavoro fai????????" bhooooo. Ho saputo rispondere con fermezza solo quando mi ha chiesto il nome... diciamo che è sempre un inizio..... ma come si fa a non essere ottimisti????????


venerdì 19 novembre 2004

Scrivo le parole dell'ultima canzone di Celentano che mi sono arrivate nel buio mentre guidavo, e che mi hanno dato la prima parola per riempire la pagina vuota dei miei pensieri...


....a papà... forse l'unico più testone di me....


C'E' SEMPRE UN MOTIVO


se rido se piango


c'è sempre un motivo


se penso se canto


mi sento più vivo


se vinco se perdo


rientra nel gioco


ma in fondo mi basta


che mi pensi un poco


se guardo se sento


è perchè ci credo


se parlo e ascolto


è perchè ci vedo


ADESSO SE PENSI


CHE SONO APPAGATO


HAI FATTO UN ERRORE


NON HO ANCORA FINITO


SE GRIDO PIU' FORTE


E' PER FARMI SENTIRE


E POI MI CONOSCI


NON AMO MENTIRE


se cerco ancora la strada più breve


lavoro di notte


NE HO DATE DI PROVE


cammino e camino


quando il sole è vicino


E STRINGO I DENTI SAI


QUANDO TU NON MI SENTI


E CERCO DI STARE UN PO' PIU' TRANQUILLO


SE INTORNO LA VITA


MI VUOLE CHE OSCILLO


e cammino cammino


VADO INCONTRO AL DOMANI


E MI SENTO PIU' FORTE


SE TI TENGO LE MANI


LE CERCO E NON MI PERDO


STRAVOLGO LA VITA


PERCHE' TU NON DICA "E' FINITA"


SE PENSO SE DICO


C'E' SEMPRE UN MOTIVO


SE A VOLTE MI ESTRANEO


E' PERCHE' NON APPROVO


E CERCO PAROLE


CHE DIANO PIU' SENSO


ASPETTO IL MOMENTO


ADESSO CI PENSO


ECCO CI SONO


C'E' SEMPRE UN MOTIVO


A VOLTE NASCOSTO


A VOLTE INTUITIVO


dipende dal caso


oppure è già scritto


e ora ad esempio


non so se ti aspetto


e cammino cammino


quando il sole è vicino


e stringo i denti


quando tu non mi senti


e cerco di stare


un po' più tranquillo


se in fondo la vita mi vuole che oscillo


e cammino cammino


vado in contro al domani


e mi sento più forte


se ti tengo le mani


E CERCO INVENTO


STRAVOLGO LA VITA


perchè tu non dica


sta votla è finita


SE PENSO E MI SENTO


UN PO' PIU' NERVOSO


E' SOLO UN MOMENTO


CHE SA DI NOIOSO


POI PASSA...POI TORNA


NON SO COME DIRE


C'E' SEMPRE UN MOTIVO


PER TORNARE A CAPIRE.

mercoledì 17 novembre 2004

hahahaah e poi dicono che la cultura non paga!


--- Received from IKEA6.FA03 199.11.46.46 04-11-17 15.00
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Gent Sig.ra ............,

Innanzitutto voglia accettare i nostri piu' sentiti ringraziamenti per
l'interesse dimostrato nei confronti della nostra
azienda, unitamente ai complimenti per la dialettica e la capacita'
d'espressione che si evincono dalla mail che ci ha
inviato.
Saremmo lieti di poterle offrire 2 buoni per un pranzo o cena presso il nostro
ristorante interno che potra' ritirare
presentandosi direttamente presso l' assistenza clienti del negozio IKEA a Lei
piu' vicino con la copia di questa mail.
La pregheremmo di riscriverci specificando in quale dei magazzini IKEA milanesi
preferirebbe recarsi, onde poterle preparare
i buoni di cui sopra.

Rinnoviamo i nostri ringraziamenti e cogliamo l'occasione per porgerle

Cordiali Saluti
IKEA Italia Retail Srl
Gabriele
Servizio Clienti

lunedì 15 novembre 2004



Oh belle famiglie è domenica qui nella brumosa pianura padana. I giovani dormono ancora in questa pallida mattinata di sole, qualcuno più audace corre a pieni polmoni per i viali inquinati della nostra bella città. Ma ecco in lontananza si ode un fruscio, un lieve scorrere di pagine ricche di immagini. Nella sua piccola casetta la giovine biondastra, sfoglia e scruta il suo CATALOGO preferito e subito balena tra i suoi riccioli dorati, la fantastica idea … “amore andiamo all’ikea?”.


E così, dopo aver percorso la tangenziale stranamente non intasata ma ricolma di improvvisati autisti della domenica, si arriva finalmente nell’oasi giallo blu a due passi dalla periferia. Qui, insediato ad ogni ora del giorno e della notte (dato che in settimana chiude alle 22.00), vive e si moltiplica il POPOLO IKEA.


Ikea è la rappresentazione reale e conclamata della società cosmopolita ed integrata. C’è di tutto: coppie etero e coppie gay che camminano indistintamente coperti da mensole da montare, borse di cartone, cuscini e lampade creative.


C’è la coppia di cinesi che fino a due minuti fa erano “quelli del ristorante in metropolitana” e che qui diventano “asiatici in cerca di tocchi feng shui”.


Ci sono studenti squattrinati e bocconiani alla loro prima casa. Ci sono neoassunti, neonati, neon.


Ci sono single convinti che faranno della brugola in dotazione l’icona della loro indipendenza e capacità costruttiva.


Ci sono giovani che si guardano innamorati, con un occhio al proprio amato e uno al cartellino del prezzo, che si aggirano sognando il loro nido d’amore.


Ci sono giovani biondastre che misurano tutto, cercano l’ispirazione e poi arrivano in cassa con un set di pennelli e tre portacenere da € 1.50 totali!


Ci sono mamme col pancione e papà con i bimbi nel marsupio, che si aggirano estasiati nel paradiso del bambino. Qualche genitore audace si fida a lasciarli nel parco giochi all’ingresso, salvo poi arrivare al reparto cucine e sentirsi chiamare dall’altoparlante.


C’è la Sig.ra della Milano bene che vive in controtendenza al “benpensantismo” e decide di mischiare nella sua casa arredata in vero antiquariato, delle chicche di design postmoderno.


Il popolo di Ikea è tutto questo e molto di più. Una miscellanea di colori, stili di vita, situazioni personali, riuniti in un capannone di idee nuove, con un sacco di rotelle che si muovono mentre immaginano come ci starebbe bene la “tullsta” in quell’angolino in camera o il tavolo “Granas” con il divano panna. C’è l’abbattimento degli status simbol, delle classi sociali, perché qui tutti vengono per trovare qualcosa di carino che costi poco e chi se ne strafrega se poi ci sei arrivato con la panda o con il porsche. Qui tutti possono aggirarsi dentro le minuscole case allestite, senza chiedere permesso, aprendo tutti i cassetti, i bambini possono buttarsi sui giochi gommosi, chiudersi dentro la poltrona a foglia, o tirare pugni al sacco da box e mischiare così bambini grandi e grandi bambini e mai e poi mai qualcuno gli dirà “stai attento non toccare” perché IKEA E’ FATTA PER ESSERE TOCCATA.


E poi il Natale in casa Ikea!!! E già perché è già Natale! E già ci sono cestoni di cianfrusaglie natalizie, dal cappello di babbo natale (finalmente ho capito dove li vendono) alle renne pelose o ai biscotti di natale e poi loro… rappresentazione di quanto la demenza collettiva possa aggirarsi al nostro fianco i BLIMP FIGUR, che trasformano i più duri cow boy in simpatici umoristi J http://www.ikea.it/PIAimages/34999_PE125383_S3.jpg


Insomma… la pace nel mondo è qui in periferia, basta andare all’ikea!!!!!

lunedì 8 novembre 2004


CRONACHE dal CORRIERE DELLA SERA







Una riedizione a Roma dell'«esproprio proletario» degli anni '70



Libreria e supermarket presi di mira da autonomi



Eccetto questi casi il corteo dei precari si è svolto in modo pacifico. Margherita: «Infiltrati professionisti della violenza»



ROMA - Alcuni libri «spariti» dopo un'irruzione alla libreria Feltrinelli di largo Argentina, riedizione dell'«esproprio proletario» in un supermercato di Pietralata dopo il corteo dei precari a Roma. Risutato: 87 persone identificate dalla polizia. Un gruppo dei centri sociali è entrato in un supermercato della periferia romana e ha












Gli autonomi nella libreria Feltrinelli a Roma (AP)



attuato una sorta di autoriduzione dei prezzi sui prodotti. In precedenza altri partecipanti al corteo erano penetrati alla libreria Feltrinelli portando via alcuni volumi esposti sugli scaffali. Eccetto questi casi, il corteo si è svolto pacificamente.
Al supermercato i manifestanti, alcuni dei quali con il volto coperto da sciarpe e bandane, hanno fatto irruzione occupando le casse e prelevato dagli scaffali generi alimentari e bevande. Hanno poi invitato i clienti in fila alla cassa a uscire con quello che avevano preso senza pagare e hanno distribuito generi alimentari ai passanti. Sul posto è intervenuta la polizia che si è limitata a controllare a distanza la situazione. La Digos ha acquisito i video dell'impianto a circuito chiuso del supermercato, dove una vetrata è andata in frantumi.

«PROFESSIONISTI DELLA VIOLENZA» - «Il diritto a manifestare è sacrosanto, e alcune forme originali di protesta possono essere accettabili se servono per amplificare la notizia. Oggi però si sono infiltrati professionisti della violenza che nulla avevano a che vedere con le richieste e il senso stesso della manifestazione», ha affermato il deputato della Margherita Roberto Giachetti.
«Sono gesti di intolleranza che vanno contrastati con il buon senso da un lato e la fermezza dall’altro», ha detto Renato Schifani, presidente dei senatori di Forza Italia.



Ci sarà bisogno di aggiungere qualcosa? Forse un solo unico ululato


BASTA


Basta con chi si nasconde dietro ALTI IDEALI per nascondere le proprie ERESIE, basta con chi non legge LIBRI DI STORIA, basta con chi SPUTA NEL PIATTO DOVE MANGIA, basta con chi NON HA VOGLIA DI LAVORARE, basta con chi PREDICA. Parlano di centri sociali... sticazzi! Sono ben stata al Leonca, e ho ben visto i grandi rivoluzionari del 2004! Ragazzini con le felpe firmate, con le scarpe trendy, gli zainetti di marca indaffaratati a fare colletta per il panino alla salamella e per la festa del raccolto della maria. Figli di papà che non hanno mai visto uno stipendio in vita loro e che vedremo tra qualche anno imborghesiti e "mediocri" (stando ai loro parametri). C'era una frase della libreria del Leonca (che sicuramente giaceva non letta da anni) e diceva


"segui l'istinto quando è maturo"


e come diceva il buon Forrest "e su questa faccenda non ho altro da dire"

VENERDI' HO FATTO IL MIO PRIMO RAGU'.......



SPETTACOLO!!!!


giovedì 4 novembre 2004





La vita è una melodia composta dall'alternarsi di parole e silenzi, suddivisa da battute.


Io, strana che sono, non ho paura delle parole, ma temo i silenzi. Forse perchè ne conosco la ferocia, io che per mesi mi sono chiusa dietro un silenzioso muro di ghiaccio e talvolta continuo a barricarmi quando si parla seriamente di me.


Ho paura dei desideri non confessi, dei dubbi inesplicati, della noia e dei non pensieri, dell'apatia. E' pur vero che dietro i silenzi si celano grandi emozioni, che rischiano però di essere travisate o disperse dietro i muri scalati da dubbie interpretazioni. Perchè cadere nella banalità delle solite frasi fatte quando c'è un mare di emozioni che hanno voglia di infrangersi rumorosamente sugli scogli della vita?


Cosa invidio all'adolescenza? La capacità di dire e credere che sia "per tutta la vita", quando ancora non sai cos'è la vita, l'incoscienza di chi gioca il jolly, compra una vocale , gira la ruota e se ne frega se rischia tutto. E' forse questo il giro di boa dei 30 anni? Accorgerti di botto che tutta la libertà che hai avuto, ti ha portato a costruirti un recinto di convenzioni e non avere le palle, o la freschezza, di dire che quella è la tua vita, te la sei sognata e te la sei costruita.


Abbiamo passato i 20 anni a tirarci a lucido, trascinandoci in locali "in" e "wow" come fossimo in vetrina, in cerca del Grande Amore e poi, una volta che facciamo casa, magari figli, ci chiudiamo nei silenzi, salvo correre ed urlare.....soprattutto urlare se ci portano via il nostro giochino.


Ok vietatemi di vedere "L'ultimo bacio" per l'ennesima volta.....


e no.... non sono delusa

martedì 2 novembre 2004

... per la gioia di giadim....



Sta sera mentre ero a yoga, durante la fase dell'abbandono, ho visualizzato una scena che mi ha trasmesso curiosità e tenerezza. Ho visto una casa antica, estremamente sfarzosa, sembrava un'ala di Versailles. Era un giorno di pioggia, ma di quelli con le nuvole in movimento, non di quelli uggiosi e tristi. Diciamo una pioggia primaverile. Pioveva tanto e l'aria intorno sembrava pulita. All'ingresso principale della casa c'era un piccolo portico sorretto da due colonne e pochi gradini a fare da invito. Sul gradino più alto c'era una bambina con un vestito di crinoline di altri tempi con il mento tra le mani che guardava il giardino. Il giardino era sconfinato e lì vicino c'era un laghetto con dei fiori bellissimi tipo calle ma di color lilla sfumato. E la bambina era sola ma non era triste guardava la pioggia cadere sui fiori.


Poi prima di "riprendere il contatto con il corpo" ho salutato la bambina e l'ho vista alzarsi ed entrare nella casa, poi si è diviso e il quadro è scomparso.

giovedì 28 ottobre 2004

ecco l'esito di un test che ho fatto "di che musica sei?"





















john lennon "Imagine"
Grandi ideali, amore, utopia, immaginazione.

Credi nei grandi ideali, primo fra tutti l'amore, e nella comunione tra le persone diverse. Appartieni alla categoria dei sognatori e vorresti che il mondo fosse un posto migliore per tutti, nel segno della fratellanza e della pace. Come Don Chisciotte, anche tu talvolta ti batti contro i mulini a vento in battaglie che sai di non poter vincere, e forse le sostieni proprio per questo. Cerchi di improntare la tua vita nel segno dell'amore e dell'immaginazione, nella convinzione che qualcosa possa cambiare davvero. Ami i colori caldi e non nascondi una certa timidezza.





mercoledì 27 ottobre 2004

SE MI LASCI TI CANCELLO


Ecco che sperimento la mia nuova barra spaziatrice. Volevo scriverlo domenica sera questo post ma la tecnologia si è resa nemica della parola. La fonte di ispirazione per i mie loop mentali questa volta deriva dal film che ho visto per l’appunto domenica, ovvero “Se mi lasci ti cancello”. Al di là del titolo che limita molto la fantasia dello spettatore in un’immediata similitudine con “Se scappi ti sposo”, il film stupisce e rapisce per lo spunto, di per se banale, della fine di una relazione intrecciato con il racconto surreale della “procedura cancella persone".


Ecco ragionavo mentre vedevo le immagini, su questa convinzione spesso diffusa di “cancellare” persone, fatti, avvenimenti della nostra vita che non ci sono piaciuti o che ci hanno ferito, quasi a rinnegare parte della storia personale di noi stessi. Spesso sono stata redarguita per questa mia mania di non dimenticare il passato e spesso mi sono convinta di sbagliare davvero nel non volere dimenticare, pur andando avanti con la mia vita, si intende. Ogni volta che uno spirito del passato, mi dava nuova fonte di dolore o di riflessione, arrivavano risposte sfornate a modi bancomat, del genere “ma ancora ci pensi? Dimentica e vai avanti”. Ecco, io credo che questa sia una favola.


Non si può dimenticare qualcuno che ha fatto parte in modo viscerale della nostra esistenza, non si possono dimenticare esperienze, vissuti, racconti che appartengono soprattutto alla NOSTRA vita e che sono stati condivisi per alcuni periodi con altre persone. Io non ci riesco, sarò malata! Trovo ridicolo “rinnegare” la MIA storia, trovo ridicolo fingere di non conoscere qualcuno che fino a qualche tempo fa consideravo “il mio futuro”, trovo ridicolo dimenticare o permettere che la sbagliata permanenza di una persona al mio fianco, renda automaticamente brutto un ricordo che di per sè non lo è.


Razionalizzare, quello si, farsene una ragione, salvare il salvabile, fare tesoro di quello che ha rappresentato quell’esperienza per noi e soprattutto fare spazio al presente, questo reputo il modo intelligente per andare avanti con la propria vita, ma nascondere la sporcizia sotto il tappeto non serve a rendere una casa pulita.


C’ho provato eh, ma poi è come una bomba ad orologeria. Uno si costruisce la sua palafitta di illusioni (ah ma se lo vedo faccio finta di nulla, ah per me non esiste…) ma poi ti capita di vederlo magari al supermercato, al luna park o in discoteca, di sentire una canzone, o di indossare un vestito e così, all’improvviso, sbaaaang crolla tutto e ti trovi li a farti una serie di pippe mentali.


Per cui ecco, ho tratto questa deduzione, forse un buon proposito, di non voler dimenticare perché non ci riuscirei, archiviare sicuramente si, e fare spazio alla mia nuova vita che merita di avermi tutta per se, però basta con le favole, non me ne racconterò più, troppa fatica fingere, non è da me.

martedì 26 ottobre 2004

martedì 19 ottobre 2004

sono prigioniera del mio vortice



peccaminoso di pensieri irrisolti

OGGI MIO ONOMASTICO!!!!


e questa è una laura che mi piace un sacco


(Laura Morante)




lunedì 18 ottobre 2004

......e non aggiungo altro....


Non so più a chi credere


Biagio Antonacci

No no non so
non so più a chi credere, no...
No no non so
non so più a chi dare del tu
se vuoi vivere una vita così
basta dire sì
io dico no, no non so
non so più se crederti o no
no no io no
io non credo all'uomo che sei
Tutti dicono le stesse bugie
tutti parlano non sanno ascoltare
Non puoi vivere una vita così
non so a chi credere
non so se credere
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
non so vivere una vita così
basta dire sì
io dico no
Non puoi vivere una vita così
Mentre loro sparano al sole
mentre loro sporcano il cielo
io continuo a gridare
vivere di pelle e di cuore
chiamare fino a farsi del male
resta l'unica cosa
l'unica cosa da fare
i bambini giocano al sole
nei loro disegni c'e' il cielo
e devono continuare io
io non so cosa fare
io non so cosa fare
io non so cosa fare
io non so cosa fare
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
per me per te per noi
non so a chi credere
non so se credere
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
per me per te per noi
per me per te per noi
per me per te per noi...

domenica 17 ottobre 2004

"volevo imparare a suonare la fisarmonica, avrei girato il mondo come il mio amico Piero. Ero portato, mi piaceva tanto poi mi hanno schiacciato il dito (a 8 anni facendo il facchino alla stazione ndr) e non sono più riuscito a suonare il DO+"


.... certe cose non le scordi nemmeno a 80 anni, certe cose illuminano sempre gli occhi e regalano il sorriso. Certe cose ti fanno andare avanti a sognare anche quando intorno a te non c'è nulla, nemmeno un'infanzia da perdere o un futuro da mettere in gioco. Certi sogni fanno vivere anche quando sai che resteranno solo una nuvola di vapore e speranze. Bacio al mio nonnetto.

venerdì 15 ottobre 2004

.... TI SFOGLIAI, TI PARLAI...


Finalmente scrivo questo post che avevo tenuto in stand by da un po’. Mi mette un po’ soggezione scrivere questo commento perché riguarda uno scrittore, ma non uno qualsiasi, uno che sta anche ai tavoli dei bar oltre che nel salotto di Costanzo, di quelli che scrive i pensieri della gente, un secondo prima che la gente li pensi.


L’ho conosciuto leggendo il suo blog (http://giadim.blog.supereva.it/) e me lo ero “disegnato” come un uomo ombroso, un po’ complicato, intellettuale di sinistra (ma sarà vero?!?!) dall’aria metropolitana e un po’ arruffata, con un background culturale capace di fargli scovare la pubblicità più curiosa, il libro più accattivante o il film meno scontato.


L’ho incontrato poi, ad un aperitivo milanese di tarda estate, e mi sono sorpresa a sorseggiare ananas e Batida con un “ragazzo” solare, sorridente, dall’aria bonaria un po’ alla Brignano (ora mi uccide).


Due immagini assolutamente in antitesi che non riuscivo a coniugare, poi mi è arrivato il suo libro.


“Piccione ti voglio parlare” di Gianni di Muoio. L’ho sfogliato così come faccio sempre. Faccio girare le pagine e ad un punto mi blocco, leggo la prima riga che mi salta agli occhi e lì sentenzio se il libro mi piacerà o no. E' un metodo che funziona al 90%, ve lo consiglio. Il suo libro mi ha colpito perché è fatto di racconti, spezzoni, frasi poetiche nascoste tra l’ironia di una cronaca quotidiana e una canzone che non puoi non conoscere. E l’ “immagine immaginata” e la “persona incontrata” hanno iniziato a sovrapporsi andando di pagina in pagina.


Lui, il suo modo di scrivere e lo stesso stile. Lui, ragazzo normale capace di cogliere i dettagli della quotidianità di una città che sembra sempre uguale nei secoli dei secoli amen, e invece diversa nei volti delle persone che si incontrano per le scale, nelle urla delle donne che si lasciano per strada, nel clima e nella pioggia che scende quando meno te lo aspetti.


Il suo libro, racconti che sembrano leggeri, ironici, incasinati salvo poi trovarti lì, tra il chiaro e lo scuro, una frasona di quelle che rimani in silenzio per un po’, perché appartiene a tutti il suo modo di scrivere e il suo modo di sentire.


E dopo le sue 127 pagine riesco ad immaginare il ragazzo sorridente che si ferma a chiacchierare con un piccione, che dietro agli occhi ha una vastità di pensieri che corrono più veloci della sua penna, un cuore e un’anima non arresi alla banalità delle normali convenzioni.


E adesso “… via, tra il nulla della propria esistenza, a collezionare qualche altro errore da esporre con fierezza sulla superficie liscia della propria anima. O di quello che ne resta"

giovedì 14 ottobre 2004

la mia perplessità da spazio alla voce di jhon omnipresente nei miei voli pindarici... la traduzione e la nota a fondo testo l'ho presa da questo sito http://www.johnlennon.it/testi.htm#Give%20Peace%20a%20Chance


GIVE PEACE A CHANCE


GIVE PEACE A CHANCE (Offri una Possibilità alla Pace)Top of page


Due, uno due tre quattro
tutti parlano di
Bagism, shagism, dragism, madism, ragism, tagism*
questismo, quell'ismo, ismo, ismo, ismo.

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Dai!
Tutti parlano di ministri, sinistri, balaustre e scatolette
Vescovi, pescovi, rabbini e Braccidiferro
E tanti saluti…

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Senti!
Tutti parlano di
Rivoluzione, evoluzione, masturbazione,
Flagellazione, norme, integrazioni,
Meditazioni, Nazioni Unite,
Congratulazioni

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Tutti parlano di
John e Yoko,Timmy Leary, Rosemary,
Tommy Smothers, Bobby Dylan, Tommy Cooper,
Derek Taylor, Norman Mailer,
Alan Ginsberg, Hare Krishna,
Hare, Hare Krishna

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "



*John scherza come al solito. E' interessato più al gioco di parole, al suono, alle assonanze che al significato.
Il concetto che vuole esprimere è che, qualunque cosa succeda nella vita, poi c'è qualcuno che ci specula sopra e ne fa una tendenza o un partito, un "-ismo".
Per avere un'idea dei termini che usa Bag allude a quando concessero interviste chiusi in un sacco; shag ai capelli arruffati; drag agli omosessuali; mad ai folli; rag a coloro che si vestono male; tag (etichetta,) alla tendenza ad etichettare.

venerdì 8 ottobre 2004

LA TORTA DELLA NONNA


La torta della nonna con i fiori di zucca, pucciati nella pastella di birra e poi pigiati nella padella che una volta cotti sembrano quasi un sole colorato. E ci puoi mettere lo zucchero e farla dolce oppure lasciarla così e accostarla al salato. E poi dicono che non esiste l'immortalità. "Lei" oggi era in cucina con noi, con i suoi profumi, i suoi decori, il suo far casa...e lo sa mamma che ha cucinato, lo so io che ho mangiato lo sapranno i miei figli ai quali racconterò tutto questo, e quel sorriso e il suo vociare non finiranno mai di rimbalzare dalle nostre finestre. L'eternità esiste....

martedì 5 ottobre 2004

STATE BRADI


http://digilander.libero.it/statobrado/Statohome.htm


Sabato il Vox e quella assurda magia di starci vicini e più lontani che mai. Tutte le vite sedute al posto prenotato, felici e gaudenti e se così non fosse non importa, l’importante è far credere che tutto sia fantastico like usually.


Quegli schemi li conosco da una vita, potrei scrivere a memoria ogni commento, potrei cantare le strofe che sono per il coro.



Ci sono i Bradi sta sera, non avrei rinunciato a questa serata, nonostante la sconvenienza di trovarmi in questo posto, nonostante l’indecisione fino ad un attimo prima, nonostante la voglia di urlare e scappare via.


Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti”
e che se segui il loro cammino, rischi solo di perderti in una nebbia di rancore. E c’ero ad un passo, da questo circolo vizioso ma non voglio cedere all’odio per chi ha deciso di prendere il libro nero e di segnarci dei nomi fidandosi solo dei suoi occhi chiusi. Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei.
Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi e non vedi più niente e più niente ti vede e più niente ti tocca. E sarà che da quel “non essere” ci sono passata, “e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte” e non voglio tornarci.


Sarà che ci ho messo anni a considerarmi “non così tanto sbagliata” e che lui mi ha raccolto più volte a brandelli e sta sera è ancora qui, l’ultimo posto dove probabilmente vorrebbe essere. Ma è con me e sento che non mi lascerà più sola, perché la solitudine lui la conosce e forse ha imparato a non averne paura, ma io non sono ancora brava come lui e ne ho di cose da imparare. Ma ti cerco con lo sguardo e ti sussurro con gli occhi di amarmi “per la vita che ho avuto e la vita che ho dato” per essere scontata nelle mie contraddizioni.



Finalmente ecco la solita magia delle luci che si spengono e della serata che comincia. I Bradi sul palco, uomini, artisti, interpreti così vicino a noi così inconsapevoli delle emozioni che li guardano, noi così ignari della vita che hanno. E siamo tutti chiusi nella stessa piccola sala, illuminati dal faro blu che nasconde i nostri occhi ed illumina le emozioni. Finalmente possiamo nasconderci e perderci tra la musica e la voce calda del grande. Rubo i loro sguardi che si incrociano, trovano l’intesa e partono. Si vedono i loro sorrisi mentre cantano che alle volte calano in un’atmosfera intensa, in una canzone che sentono dentro e tu ti perdi nei tuoi pensieri. Mi guardo intorno e vedo vite, mi chiedo quante stiano vivendo un momento particolare, una serata da ricordare. Mi chiedo se loro dal palco vedono i nostri umori o se gli arriva solo lo scroscio dei nostri applausi. Mi chiedo se gli trasmettiamo le emozioni che loro trasmettono a noi. Mi viene da sorridere a pensare che per noi sono “Il Fulvio, Il Giorgio, Il Mario e Il Leif”, come se di loro sapessimo tutto, e poi scesi dal palco ci perdiamo in discorsi qualunque un po’ imbarazzati tra sconosciuti. Ma forse non è sempre lo stesso errore? Si crede di sapere, di conoscere qualcuno, quando sappiamo bene di non conoscere nemmeno noi stessi. Mi ero preparata a questa serata, avevo cercato “dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte, dentro la mia collezione di amori con le gambe corte ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso” , avevo sperato per una volta tanto di non sentire “la donna cannone”, non avrei resistito all’impatto. E ho stretto i denti per restare in piedi, per non guardarti nemmeno, per non farmi vedere. E ho riso, ho chiacchierato, ho cantato, ho cercato gli sguardi di Mario che mi danno sempre il buon umore. E ho aspettato la chiusura con la canzone che volevo, con il ballo al quale non avrei rinunciato. E ti ho guardato, ti ho stretto, mi hai stretto, ho pianto, mi hai baciato, ti ho giurato che per nulla al mondo permetterò a qualcuno di rubarci un solo secondo, non più. E tu con la tua mano sulla mia nuca a dirmi “domani va meglio che vedrai cambierà come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma ma hai voglia se va”. Ti guardo e sorrido “sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare" il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto personale al completo e va bene così”.


Mimì sarà
(F. De Gregori)

Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non
so
Sarà che un giorno si presenta l'inverno
e ti piega i ginocchi
e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi
occhi
e non vedi più niente e più niente ti vede
e più niente ti tocca
Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte
e nella vita ne ho viste e ne ho prese
e ne ho date di botte
che nemmeno mi fanno più male
e nemmeno mi bruciano più
dentro al mio cuore di muro e metallo
dentro la mia cassaforte
dentro la mia collezione di amori con le gambe corte
ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso, va bene così
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e la vita che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua di fiume
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va
Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare
come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più
male
e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei
Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato
passare"
il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto
personale al completo e va bene così
Chiamatemi Mimì
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va

venerdì 1 ottobre 2004

E torno a parlare e a ragionar di me.... Sono tesa e nervosa si. C'è questa serata che mi preoccupa, non mi sento la donna forte che vorrei essere. Vorrei imparate da te cow-boy, essere forte e imperturbabile, ma mi arrabbio, sento che è ingiusto. Sento che mi hanno fatto del male e che non se ne sono mai curati, non hanno mai chiesto scusa, e dietro i discorsoni non c'è niente di quello che pensavo di aver costruito. E vorrei gridarlo, salire su quel palco domani, fare nomi e cognomi e sognare di vederli vergognarsi. E lo so che è sbagliato, che non è "umanista", cattolico, morale etc etc ma è dannatamente UMANO. Perchè, perchè devo sempre comportarmi meglio, perchè devo superare? La porto la sua roba domani sera, ma vorrei arrivare dall'alto delle mie scarpe sado (bellissime!!!), vorrei sbattergli tutto sui piedi e dire "tieni e strozzati". E invece no cazzo, farà male, e non perchè è finita. Perchè la gente che io ho amato non mi ha amato. E' questo che fa male, mi fa sentire tremendamente idiota. Mi vedo paciosa e sorridente a commuovermi per le loro parole che erano vuote. E "lui" lo metto sullo stesso piano, mica ce l'ho con lui per la storia, ce l'ho con lui per l'egoismo e la stupidità. E ce l'ho con me perchè ti coinvolgo sempre in queste situazioni, perchè ti metto sempre nella condizione di raccogliere i pezzi. Sappiamo noi due il nostro cammino, e ora che ci vedono felici c'è chi finge ancora una educazione che non ha, una "sincera felicità" per me per... per te.


FANCULO!!! Si può dire? Si, diciamolo. E ti prego non mi fare discorsoni, domani sarò impeccabile, niente polemiche, non ho bisogno di sentirmi dire ancora quello che devo fare (cazzo lo so è che non voglio farlo!!), stringimi e basta, dimmi che non tornerò mai sugli stessi sbagli, che non farà più così male. Ieri mentre ero in palestra ho sentito questa canzone di Vasco..



E...
Vuoi da bere
Vieni qui
Tu per me

Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
con nessuna
resta qui un secondo

E...
se hai bisogno
e non mi trovi
cercami in un sogno


amo te
quella che non chiede mai
non se la prende
se poi non l'ascolto

E... uo... e....
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
forse lo so

E...
quando sento
il tuo piacere che si muove lento
ho un brivido
tutte le volte che il tuo cuore
batte con il mio
poi nasce il sole...

E... uo... e....
ho un pensiero che parla di te
tutto muore ma tu
sei la cosa più cara che ho
e se mordo una fragola
mordo anche te

uo... E...
sei un piccolo fiore per me
se l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
e ora lo so



mercoledì 29 settembre 2004

non ci speravo ma .... sono


LIBERE


al di là delle polemiche sono sempre due vite salve e io sono felice

lunedì 27 settembre 2004

venerdì 24 settembre 2004



Chiudo il tuo libro,


snodo le mie trecce,


o cuor selvaggio,


musico cuore...


con la tua vita intera


sei nei miei canti


come un addio in me.


Smarrivamo gli occhi negli


stessi cieli,


meravigliati e violenti


con stesso ritmo andavamo,


liberi singhiozzando, senza mai vederci,


nè mai saperci, con notturni occhi.


Or nei tuoi canti


la tua vita intera


è come un addio a me.


Cuor selvaggio,


musico cuore,


chiudo il tuo libro,


le mie trecce snodo.



(Sibilla Aleramo a Dino Campana)

mercoledì 22 settembre 2004

Sta sera uscendo da scuola ho intravisto un vecchio amico, anzi un ex amico. Penso che mi abbia visto anche lui ma, come ormai è usanza da un po' di tempo a questa parte, ci siamo ignorati. Chissà se anche i miei ex amici si chiedono di tanto in tanto se non è assurda e inutile questa situazione. Io ogni tanto ci penso e mi do le mie motivazioni, so perchè li ignoro, ma loro lo sapranno? No, probabilmente gli basterà sapere che al loro amichetto io sono antipatica. Reputo che siano persone che vivono nella luce riflessa di qualcuno e che si dichiarano amici non avendo le palle per essere nemici. Magari sbaglio, anzi lo spero, ma ho al mio attivo qualcosa come diciamo 13 anni di fatti e misfatti che comprovano la mia teoria, loro hanno solo parolone e frasi fatte. Ma non voglio perdermi ancora in questo loop mentale, vorrei solo per una volta avere l'occasione di spiegare il perchè ho chiuso le loro vite al di fuori dei miei cancelli. Ho capito in anni di pianti e infondati sensi di colpa, che la mia felicità è un diritto inviolabile. Certo non costruisco la mia felicità sui dolori altrui, ci mancherebbe altro, ma ho deciso che nella scala delle priorità, c'è nelle migliori posizioni anche il mio inviolabile diritto alla normalità, alla serenità e, se Dio vuole, alla felicità. Mi spiace per chi ha fatto scelte diverse da quelle che avrei fatto io o che avrei condiviso, ma mi hanno sempre raccontato che siamo uomini liberi. Ognuno ha l'insindacabile diritto di decidere della propria vita, ma nessuno ha l'obbligo di condividere tali scelte. Io approvo meno della metà delle cose che ha fatto e continua a fare il mio ex, ma va bene così, la sua vita non è la mia e infatti ho deciso di dividere i percorsi (a casa mia si chiama coerenza). E posso anche al limite capire che lui sia incazzato con me (anche se di bonus ne ha avuti a pacchi) ma mi chiedo che cosa vogliano da me i suoi amichetti (che si professavano anche amici miei eh). Cmq, ho deciso che mi fa meno male pensare che ci sono un po' di estranei in più nel mondo piuttosto che qualche stronzo nella mia vita, ergo continuerò per la mia strada, se vorranno spiegazioni basterà cambiare lato della strada, letteralmente, e sapranno dove trovarmi, altrimenti come dice il mio piccolo PACIENCIA!

venerdì 17 settembre 2004

Sto seguendo un corso in queste sere sulla "Stima del valore commerciale degli immobili e delle aree edificabili", che verte la sua tecnica sull'applicazione di coefficienti incrementativi o decrementativi relativi a determinati parametri applicati alle peculiarità di ciascun immobile. Dopo accurata analisi ho estrapolato alcuni coefficienti. Partendo dal presupposto che un FIDANZATO STANDARD ha coefficiente 1, applichererei un coeff. rivalutativo dello + 0,15 per un FIDANZATO PRESENTE, , mentre affibierei uno -0,10 ad un fidanzato che abbandona caratteristiche standard in nome di una mera fedeltà, poichè la sola fedeltà sarebbe un premio di consolazione a mancanze ben più gravi, ergo FIDANZATO SOLO FEDELE 0.90. Poi passerei al FIDANZATO COW BOY che è presente, fedele (vero!?!?), dolcissimo etc etc, a tale rarità mi sento propensa ad attribuire un coeff. di 1.90. Va notato quanto il fidanzato cow boy sia quasi pari al 200% del valore, prossimo alle due unità. Questo coeff. è motivato dal fatto che è quasi come avere un compagno e un amante impeccabile. Inoltre si evince che la propensione ad un amante al di fuori della coppia, subisce una drastica svalutazione (solo lo 0.10) ergo non conviene prendersi un ulteriore amante che vale 0.10 rischiando di perdere un 1.90. Molti di voi si chiederanno il perchè, nonostante tutte le premesse positive, abbia cmq attribuito un 1.90 e non un 2.00, semplicemente perchè ritengo che sia opportuno non dare tutto per scontato e "di diritto" all'interno di una coppia , un po' di corteggiamento e suspence va sempre mantenuta, non trovate?


Per quanto riguarda gli amici riassumerei con una tabella sotto riportata:


amico premuroso e comprensivo: 1.50 (perchè non sarà mai comunque come un fidanzato cow boy quindi solo 1.50)


amico comprensivo: 1.30


amico premuroso: 1.10


AMICO: 1


amico a giorni alterni 0.60


amico egoista: 0.75


amico solo a parole: 0.40


amico "come se fossimo fratelli" : 0.10


E' importante notare come gli amici al di sotto dello standard siano stati fortemente svalutati, poichè reputo che un amico che non sa fare l'amico, non abbia molto valore, anche se è sempre opportuno valutare le possibilità di crescita dell'individuo. Menzione a parte per gli amici "come se fossimo fratelli". Al di là del fatto che dopo Caino e Abele questa similitudine perde un po' di forza rappresentativa, e muovendo dal presupposto che i parenti più sono stretti più fanno male, riterrei opportuno sottolineare come sia d'obbligo diffidare di coloro che sono chiamati a definirsi in tale modo. Se davvero fossero come fratelli, non ci sarebbe bisogno di dichiarazioni ufficiali, bensì di una fedeltà silenziosa e continuativa.


Questo è tutto


IL PERITO

mercoledì 15 settembre 2004

Bhè si ecco, lo so che non scrivo da un po' di giorni. Motivo?... E' che mi sento un po' combattuta, forse in colpa. Ho scritto indignata per le atrocità di Beslan e ho parlato di valori etc etc.. e sono cose in cui credo. Mi chiedo però se forse non abbiano ragione coloro che pensano che sia "ipocrita" da parte mia, predicare bene e razzolare male. Alla fine, aldilà di lacrime e rabbia, non ho fatto nulla di concreto, non sono nemmeno andata alla marcia sulla pace sabato pomeriggio, accartocciata com'ero sulla mia vita, la mia casa, la parete gialla del mio studio. Ho scatenato un dibattito settimana scorsa in una mail list dove difficilmente viene detto qualcosa di particolarmente intelligente, ma ammetto che sta volta ne sono stata stupita poichè alcuni interventi sono stati davvero critici, costruttivi anche se in antitesi con le mie idee, quanto meno ben motivati (quasi un traguardo!) e mi hanno colpito alcune osservazioni. Ad esempio "decidete da che parte stare, se volete il natale felice con il capretto e i regali, la macchina per andare in giro, un lavoro, un vestitino leggero per l'estate e uno pesante per l'inverno per il vostro bambino, il cellulare e la tv allora pensate che probabilmente queste cose che ci si è guadagnati sono pesate sulle spalle di altri... ok tutto bene... ma pensateci quando siete alla fiaccolata con la candela" ...io ci penso? oppure appago la mia coscienza con le candeline e poi mangio allo steack and games continuando la mia vita come sempre, nella mia borghesia, nella mia casa? Per questo non ho scritto in questi giorni. Mi sembrava banale, fuori luogo, le due Simone ancora in mano ai terroristi, il lutto per i bambini non ancora riassorbito e io qui a gioire della mia scarpiera nuova.


E so anche che ho sempre pensato che se ognuno di noi facesse di se stesso "la propria casa" cercando di migliorarsi, impegnarsi, sarebbe pur sempre un buon inizio, ma ora mi chiedo "basterà"? Saprò rinunciare al mio capretto di natale per aiutare anche una sola persona?.... questa volta cercherò di esserci alla marcia, voglio ascoltare, voglio capire.


E giusto per sentirmi meno in colpa, vorrei solo dire che nonostante la mia vita borghese vada avanti con i progetti in corso e io sia felice, sento che qualcosa è cambiato in me... per ora sono confusa e non so che cosa fare e mi rendo conto che è un nulla ma... non dimenticherò questa guerra.... e riporto una canzone che per me ha sempre significato molto e che vorrei fosse vera........



Artista: John Lennon
Titolo Originale: Imagine
Titolo Tradotto: Immagina

Immagina non ci sia il Paradiso prova, è facile


Nessun inferno sotto i piedi


Sopra di noi solo il Cielo


Immagina che la gente viva al presente...


Immagina non ci siano paesi


non è difficile


Niente per cui uccidere e morire

e nessuna religione

Immagina che tutti

vivano la loro vita in pace..

Puoi dire che sono un sognatore

ma non sono il solo


Spero che ti unirai anche tu un giorno


e che il mondo diventi uno...

Immagina un mondo senza possessi



mi chiedo se ci riesci


senza necessità di avidità o rabbia


La fratellanza tra gli uomini


Immagina tutta le gente


condividere il mondo intero...






mercoledì 8 settembre 2004

In risposta al post/commenti di ieri


Si ovviamente sentimentale come sono io, trovo difficile non emozionarmi o non sentirmi coinvolta in certi argomenti o situazioni (e mi pare impossibile rimanere impassibile davanti ai bambini martoriati in Russia e in ogni parte del mondo). Però in questi giorni ho notato come manifestazioni di solidarietà siano state sottovalutate, schernite talvolta in nome di una "oggettiva ipocrisia" di un oggettivo "anche altri stanno male" etc .. e mi sta bene. Però, giusto per sottile vena polemica, mi pare di osservare "oggettivamente" che spesso chi dice "oggettivamente c'è gente che fa solidarietà solo per fare lo/la splendido/a" non tenga conto della marea di gente che fa solidarietà e partecipa alla commozione e al dolore altrui in perfetta buona fede e in sincera commozione e indignazione. Per questo ho scritto questa frase, perchè reputo importante dare voce anche ai lati positivi delle medaglie, senza guardare sempre i limiti e le negatività dei fatti che accadono. Oggettivamente il mondo non è tutto marcio e mi sento di dirlo anche oggi, anche se due ragazze italiane sono state rapite e Dio solo sa cosa dovranno sopportare in mano a quei beduini (nel senso più dispregiativo del termine!). Penso che non sia marcio perchè se da un lato leggo in cronaca del rapimento, dall'altro guardo un mondo di persone che mollano tutto e rischiano la vita per portare libri ai bambini, farmaci, viveri e speranza. E' difficile sperare ed essere positivi, e in questi anni dove il mondo è impazzito (o forse ho preso ad osservarlo un po' di più) voglio credere nell'amore, nell'amicizia perchè rischierei altrimenti di perdermi nei meandri della "relatività della vita". Rischierei ogni giorno di chiedermi "che mi alzo a fare?". E invece ogni giorno c'è una sfida, un amare qualcuno, un sorridere ad un altro e non voglio che l'orrore oggettivo delle depravazioni dell'uomo mi impediscano di essere positiva e fiduciosa.