mercoledì 31 marzo 2004

  E ...





E MI PENSO....parte II






E continuo a pensarmi....e penso al mio punto di non ritorno. Penso al mio atteggiamento rispetto alle persone che amo o che "odio". Che poi non odio nessuno, anche se dovrei per vivere meglio. Le persone che non amo, passano per me alla fase di indifferenza totale, sfiducia completa. E' un passaggio lungo, lo ammetto. Cerco sempre di creare degli alibi agli errori miei e altrui. Penso che anche chi mi fa male, meriti 3 processi. Permetto alle persone di esasperarmi, di arrivare lì, dove la carne è viva e fa male solo a sfiorarla. Poi basta. Laura si ritrova e inizia a fare da ariete, sola contro tutti e urlo, piango, mi arrabbio e punto i piedi. Così, a testa bassa, fino in fondo, nuoto contro corrente finchè la bocca non emerge dalle onde. Forse sbaglio, non c'è equilibrio in queste reazioni. Subisco troppo e mi arrabbio troppo, ma mi sento vera. Ma è importante? E' importante essere istinto? Fino a ieri pensavo di si. Non più sopita, non più nascosta, non più equilibrata, non più la brava bimba. Laura, capelli sciolti e una penna in mano, il resto era relativo. E mi piacevo. Mi sentivo viva, presente attenta, motivata. Ma perchè allora oggi mi sembra sbagliato. Per un dubbio instillato da chi di me non sa nulla? O forse solo voglia di pensarmi. Vorrei essere a casa, con le dita affondate nell'erba fresca dell'argine del fiume. Con il mio dialetto a cullarmi, a ricordarmi da dove vengo. Con i profumi della mi cucina ad animare le vie di quel paesino e con il silenzio accecante della pista. I vecchi (perchè mi piace pensare a figure poetiche nella mia piazza, come personaggi di quadri). Sono davvero sbagliata? Perchè non riesco a sorvolare sulle sciocchezze quotiane?..... E' bastato un nulla per fare riemergere in me stupide insicurezze, come se la mia aura fosse solo un castello di carte.... continuerò a pensarmi.....


BRERA... certo c...


BRERA


... certo che solo a Milano, le cartomanti hanno il maglioncino di cachemire e vanno a fare il viaggio spirituale ai caraibi.


Forse 15 euro a lettura di carte (mera fantasia e un minimo di intuito) aiutano nel "percorso spirituale" per ricchi....


Notte pancetta felice


  E MI...



E MI PENSO... parte prima


... e poi ci penso...così dopo una giornata che mi ha lasciato l'amaro in bocca, uno sbadiglio interrotto.... Rileggendomi e ripensandomi mi sono accorta del mio bisogno di esternare, di dire tutto. Quello che penso, quello che mi capita. Quasi a voler enfatizzare una vita che, forse, scoprirei banale. Non so, non riesco a prendere una posizione su questo argomento. Sarà giusto essere sempre così "veritiera"? Potrebbe non importare la mia opinione, il mio vissuto, e invece sento questo bisogno di portare tutto alla luce del sole. Le cose non dette, mi sembrano "sporche" come se commettessi un peccato che non esiste. E non mi piace più essere dalla "parte sbagliata". Ho bisogno di credere che le mie scelte sono inconfutabilmente giuste. Forse è un'altra cicatrice della mia storia da romanzo, passata attraverso sotterfugi, nascondigli, vane illusioni e bugie, raccontate soprattutto a me stessa.


Forse il mio dire tutta la verità, nient'altro che la verità, lo giuro, null'altro è che pararmi le spalle. Mettermi nella condizione di essere inattaccabile, di essere "LA GIUSTA". Ma allora dire la verità, è un paravento per non scendere mai in campo?... questa cosa mi lascia perplessa... ci devo pensare su......

martedì 30 marzo 2004

.........AMARCORD......

.........AMARCORD.......


Eccomi guarita, mentre la primavera bussa alle porte... come scriverebbero nei libri di fiabe.


Pervasa dall'entusiasmo, ho ripreso le mie passeggiate in rollerblade. Vorrei chiamarle più propriamente "rollate", ma ho paura che verrebbe interpretata con la peggiore eccezione tossica del termine. Mentre giravo allegramente sulle mie 8 rotelle, pensando e ripensando a chi ero e di che maschera mi ero vestita, mi sono trovata piacevolmente sorridente. Il venticello tiepido, giocava con i miei capelli sciolti (anche qui ho copiato subdolamente dal libro delle fiabe), il sole era basso sull'orizzonte infuocato e polveroso. C'erano i campi con l'erbetta nuova (non quella!!!) colorata da un verde intenso e brillante. Le macchine passavano nella strada vicina e vedevo i finestrini abbassati, gli autisti in camicia e sentivo passare la musica delle loro autoradio.


Mi sono rivista bimba con la bicicletta e i riccioli zompettanti allegramente nella campagna..quando era ancora campagna....


immagine metaforica



VOGLIO VIVERE COSI' .... COL SOLE IN FRONTEEEEE...



Io,


piccola goccia di rugiada


nata sullo bocciolo di un girasole


evaporerò


lasciando il palco


al sole di questa finalmente lunga giornata.


Tornerò,


timida nella nuova notte fresca e


amerò questo petalo


intiepidito dal nuovo sole primaverile.


Aspetterò


ansiosa l'estate,


quando io, piccola goccia,


sarò preziosa


per le labbra arse


baciate dalla calura



E vivrò così:


"col sole in fronte"


ma ora felice canto,


canto per te amore




...... ben tornata primavera, ben tornate giornate lunghe e notti calde.....




lunedì 29 marzo 2004

SIAMO NOI STESSI?&...

SIAMO NOI STESSI?



Prendo spunto dal blog di Lapo, che come sempre mi ha fatto riflettere. Oggi si parla di "essere se stessi".


Io credo sia quasi un'utopia pensare di essere in qualunque momento "noi stessi" allo stato puro, senza condizionamenti e comincio a dubitare che davvero mi importi della purezza dell'essere "me stessa" o di dire direttamente "chi sono". Davvero mi importa il modo in cui una persona decide di raccontarsi? Davvero voglio essere sempre diretta e precisa? Mi spiego. Immaginiamo la situazione: siamo tutti in un bar, c'è un sacco di gente. Io scelgo di vestirmi, pettinarmi, atteggiarmi e parlare in un determinato modo e voi fate lo stesso, come facciamo d'altro canto nella realtà. L'ambiente "artefatto" è comune a tutti, non è quindi una variabile che può condizionare solo alcune persone. Tutti abbiamo atteggiamenti diversi. Se vogliamo usare una figura retorica, tutti indossiamo una maschera. Io credo che la scelta stessa della maschera che DECIDIAMO di indossare in quel frangente, dimostri CHI SIAMO, perchè operiamo una scelta che nasce dalla nostra personalità stessa. E uno fa lo spaccone perchè in fondo è timido e se fosse in un'altra situazione non lo farebbe? E che importa? Facendo lo spaccone ha deciso di raccontare, attraverso una metafora, se stesso, la sua timidezza e il suo modo di affrontare la vita di petto. Altri affrontano la situazione in modo diretto, parlando di se stessi senza preamboli, va bene lo stesso. Decidere come interretarci penso dica molto di una persona. Traggo quindi questa conclusione teorica: che si è sempre se stessi, anche quando entriamo in scena, solo che mascherandoci, utilizziamo metodi indiretti per raccontarci.

giovedì 25 marzo 2004

Bhè ma allora parlia...

Bhè ma allora parliamone di questa scuola, di questa maturità passata. Siamo abbastanza grandi per parlarne al passato e abbastanza giovani per riderne ancora. Per me la maturità è stata un trionfo. Non sono mai stata secchiona, anzi sono stata bocciata non una, ma ben due volte siori e siori: un prima e in terza. Ho avuto così tanti compagni di scuola che quando li rivedo non ricordo a quale sezione collegarli. Sono statati due anni difficili per me. Amavo studiare, ma non riuscivo a parlare e a mettere in fila i pensieri. Passavo pomeriggi sui libri, ma poi mille pensieri, mille incubi che non morivano con la notte, paura, rabbia, solitudine e frustrazione prendevano il posto di Garibaldi, ammortamenti e diritto. Scrivevo, quello sempre, scrivevo e lì riuiscivo a dire chi ero. Per il resto consegnavo i compiti in bianco, le interrogazioni erano imbarazzanti aggrovigli di parole sconnesse tirate fuori con la forza. Le mie frasi non avevano senso. Mi alzavo ogni mattina, prendevo il pullman ogni mattina, come era mio dovere, come sempre. Ma la vita non era come sempre, mi avevano tolto una persona che amavo tanto, la persona che mi ricordava da dove venivo, le mie radici, la mia infanzia. Mi avevano detto che non era grave, che sarebbe tornata il giorno dopo a casa, che saremmo partiti per le vacanze e che lei ci avrebbe accolto al ritorno. E invece, una telefonata alle 10.15 del mattino successivo: "la nonna è morta" poi solo un grido della mamma, e incredulità. Io lo sapevo, avevo avvertito dieci minuti prima un tonfo, una vertigine, come quando si sogna di cadere e ci si sveglia di soprassalto. Forse ho voluto credere a quel legame spezzato, come se lei avesse voluto farmelo sapere che se ne andava, so solo che questo ricordo mi ha dato forza per tanto tempo. Accadde a luglio, a settembre iniziavo le superiori. Comunque questa è un altra storia che magari un giorno avrò la forza di ricordare, di riascoltare e magari anche di scrivere. Era una premessa necessaria per spiegare come io non sia partita da zero, ma da sottozero! Non avevo solo libri da imparare, dovevo soprattuto imparare a pensare senza che questo mi facesse male. Ero un disastro davvero. Ricordo la mia vetusta prof. di francese, da noi ribattezzata "sciùsciù", che mi perseguitava. Ogni volta che mi vedeva mi diceva: "ma perchè non vai al serale?" e io puntualmente rispondevo: "perchè non va in pensione?" Morale della favola, un giorno, quando ormai nessuno credeva più nelle mie capacità, mi sono guardata e mi sono fatta rabbia da sola. Mi sono detta "adesso basta!". E così ho iniziato ad organizzarmi il cervello e le cose sono andate molto meglio. Ho trovato nel triennio una Prof. Fantastica, ovviamente di italiano. Una persona speciale che ha capito i miei ritmi. Ancora oggi ci sentiamo, legge quello che scrivo, mi ascolta. Mi ha dato la carica per ritornare a credere in me, per riavvicinarmi ai miei genitori, che erano sempre stati lì pronti ad aspettarmi, ma che io tenevo lontano, forse per paura di deluderli ancora di più. E fù così che quel glorioso 17 luglio 1997, mentre il bidello tirava giù le taparelle poichè trattavasi di ultimo giorno di esami, terz'ultima di tutto l'istituto aggiungerei, la qui presente Lala Bionda, con mirabolanti acrobazie e giochi di perstigio, sostenne il suo storico esame di maturità! Durò circa un'ora e dieci. Appena entrata mi chiesero il Manzoni, e lì già mi girarono le scatole. Non che non lo sapessi, è che Manzoni, proprio a pelle, mi stava antipatico. Già perchè nel frattempo Manzo (Manzoni), Leo (Leopardi), Danny (D'annunzio) erano diventati una questione personale. Io gli parlavo! Chissà, magari dovevo compensare anni di mutismo. Sta di fatto che non li vedevo come "autori morti da studiare" ma come "personaggi" che avevano scritto per me. Mentre li studiavo, trovavo qua e là delle frasi che sembrava parlassero di me, CON me. Lo so, non vi sembro normale. Bhè comunque dopo Manzo, passammo a Leo. E lì, show time!!!!! Avevo preparato la mia tesina di ben 16 pagine sul Leo, confutando anche la famosa teoria del pessimismo Leopardiano. La mia Super Prof, era commissaria interna e penso fosse più sudata di me. Stranamente quel giorno mi colpì come un fulmine, una calma piatta, io ero tranquilla e lei si agitava. Parlai, parlai, parlai, e i commissari (già armati ti ombrellone e paperella) erano sfiniti. Passamo a tecnica bancaria (seconda materia) e quando mi chiesero l'argomento a piacere e io risposi: "tutto il programma", videro infrangersi i sogni vacanzieri, come un temporale che spunta dal mare. Ripresi e ... parlai, parlai, parlai...... Poi si arresero, era finita e mi lasciarono andare, riaprendo nel frattempo l'ombrellone e caricando gli ultimi bagagli sulle loro auto. Quando uscii mi trovai scaraventata nella scena finale di "Ufficiale Gentiluomo"! La mia prof. uscì dall'aula e mi baciò, nel frattempo arrivò anche mia sorella (che per correre a vedere il mio esame tamponò una tizia nel parcheggio) e anche con lei volarono baci e abbracci. Dalla finestra sul cortile vidi arrivare il mio ex fidanzato corredato di mazzo di fiori (pari a metà della superficie del Canada). Fu così che,con la special guest di caldo, polvere, sole e festeggiamenti, finalmente mi diplomai. Voto finale? 54/60 e giusto per tirarmela un po' di più, quell'anno in tutta la scuola, non ci fu un 60. Da allora non ho più sognato di trovarmi sotto esame. Il mio sogno, ma quello ad occhi aperti, è di insegnare e scrivere, ma per innumerevoli motivi scelsi di non andare all'università e così mi trovo qui a tediare voi e scommetto che ne siete felici, vero!?!?!!?!? Chissà, magari a 40 anni potrei diventare una matricola... chissà....

martedì 23 marzo 2004

E lo so, è martedì, ...

E lo so, è martedì, piove, sembra tutto grigio e vedere pubblicato su un blog D'Annunzio (Danny per me che siamo in confidenza) magari non aiuta... Eppure "La pioggia nel pineto" ha una musica, una dolcezza che rende unica anche la pioggia... Va letta con le pause giuste, a voce sussurrata, come fosse una scoperta vista con gli occhi di un bambino nascosto tra le fronde, è quasi musica..... Suonala ancora Danny



LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.



lunedì 22 marzo 2004

In un momento Sono ...

In un momento


Sono sfiorite le rose


I petali caduti


Perché io non potevo dimenticare le rose


Le cercavamo insieme


Abbiamo trovato delle rose


Erano le sue rose erano le mie rose


Questo viaggio chiamavamo amore


Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose


Che brillavano un momento al sole del mattino


Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi


Le rose che non erano le nostre rose


Le mie rose le sue rose.


Dino Campana a Sibilla Aleramo, 1917

domenica 21 marzo 2004

monica

21 MARZO : “LA RAGAZZA GRAFFIATA”



La vidi la prima volta su di un palco. Credo fosse un lunedì sera, una jam session in quel locale da immaginare.



Non sapevo che sarebbe diventata “lei”. Coperta dalla pelle dei suoi vestiti e dal metallo della cintura, la sentivo cantare. Un piede davanti all’altro, stringeva il suo microfono e gridava con quanta rabbia avesse in gola. Non mi piacque quell’esibizione. Era troppo aggressiva, troppo fuori dalle sue corde, archiviai quella ragazza come “la ragazza graffiata”. Non so perché, ma la vedevo arrabbiata, sulla difensiva.



Passarono un paio di settimane, non pensai più a lei. Ritornammo in quel locale da immaginare, fatto solo di atmosfera. C’erano ancora i nuovi amici, volti all’epoca poco più che conosciuti. Il mio compagno mi aveva avvisato che quella sera ci sarebbe stata anche una nuova ragazza. Entrammo. La vidi là nell’angolo, seduta a parlare con il nostro amico, sembrava più piccola vista giù dal palco, quasi intimidita. Stavano impostando la scaletta per la serata e non mi sentii di interferire. D’altra parte anche io ero appena approdata a quel nuovo mondo, a quei nuovi amici e non mi sentivo ancora a mio agio. Ci salutammo da lontano e colsi in lei un’espressione diversa, più rilassata.



Furono così le prime due volte che vidi Monica. E ancora oggi, ritrovo in lei le sue due immagini. Ha un aspetto deciso, ma ora riesco a cogliere in lei uno sguardo nuovo: dolce e intenso.



Mi aveva decisamente incuriosito quella strana ragazza tutta da scoprire, mi accorsi con il tempo che ci stavamo avvicinando. Penso che all’inizio fossimo entrambe confinate nel ruolo “la ragazza di….”. In realtà erano i nostri due compagni ad essere amici e noi ci trovammo vicine di conseguenza, quasi per caso.



Una sera avvenne una svolta. Ci invitò a casa sua per una cena. Sarà per deformazione professionale, ma mi piacque subito l’idea di andare a casa sua. C’è un universo dietro la porta di ogni casa, di cose inespresse. Miriade di piccoli oggetti insignificanti, che però, messi lì, in quel contesto, prendono ad avere un significato unico e indiscutibile. Era da poco andata a vivere da sola ed ero curiosa di chiederle ottomila cose, visto che a breve anche io avrei fatto il grande passo. Quando mi disse che le prime sere furono difficili anche per lei, mi sentii subito meglio. Pensavo di aver paura solo io! Mi sentii vicino a lei come fosse una sorella maggiore, nonostante fossimo coetanee.


Nella casa trovai la conferma della dolcezza che avevo intuito nei suoi occhi e la profondità di una ragazza che non lascia i sentimenti al caso. Videocassette e libri non banali, facevano da cappello alla collezione dei puffi. Un profumino di cibo, era il preludio di un’ottima cena. Parlammo tutta sera senza imbarazzo, trovammo molti punti in comune e mi piaceva vedere che anche i nostri compagni erano rilassati e sorridenti. Capii soprattutto che anche lei, come me, sentiva di aver vissuto la vita più intensamente dei ragazzi della nostra età. Sarà perché la vita la decidiamo noi, errori compresi, e comunque la viviamo sempre in prima persona, sarà perché entrambe abbiamo avuto compagni più grandi, sarà che le risposte le vogliamo trovare dentro di noi, vivendole e pensandole senza ipocrisie e falsi moralismi.



Per quanto mi riguarda, quella sera cambiò tutto. Decisi che quella “ragazza graffiata” della prima sera, aveva lasciato il posto ad una donna interessante, che volevo assolutamente imparare a capire. E lo ammisi anche! Ne ridemmo quando gli confessai che la prima volta, mi aveva dato davvero un’impressione negativa. Adoro sbagliarmi in questi caso, chiedo ancora umilmente scusa.


Da allora è un crescendo. Anche la sua voce è cambiata. Non è più un grido: è più calibrata, più dolce e calda. Di serata in serata, mi accorgo delle prove che fa. E me la immagino, la domenica pomeriggio, rifugiata nella sua casetta con il suo compagno e una chitarra. Vedo, mentre suonano insieme, i gesti di intesa e le sua iniziale insicurezza lascia il posto piano piano ad un sorriso e al divertimento. Girà per il palco, sistema i suoni, gira le pagine del leggio, non sta ferma un secondo. Quando fa un passaggio impegnativo, si gira verso di lui, lo guarda, e trovano l’intesa. Difficilmente guarda il pubblico, ma il pubblico guarda lei e la segue canticchiando insieme, perdendosi nei ricordi e nelle emozioni di quei classici.



Quello che davvero mi piace è il modo che ha di accogliere le persone. Non è mai banale, se ti sorride è perché le và. Il mese scorso, per esempio, siamo arrivati a sorpresa in un locale dove cantava. Ci ha sorriso dicendo “Che bella sorpresa”! Ci ha accolto con calore e penso che stia scoprendo solo ora, leggendo, che è stato un gesto forse istintivo per lei, ma del quale, in quel momento, avevo assoluto bisogno.



Oggi è il primo giorno di primavera, è il suo compleanno, per questo scrivo queste righe. Non so nemmeno se le farò leggere a lei. Nel caso sentiste qualcuno gridare: “Scemaaaaaaaa seiii fuuuuuuuuoriii!!!” non ponetevi altri quesiti: è semplicemente Monica che ha letto questo scritto. Lei è così ed è grande per questo.




sabato 20 marzo 2004

VELI Veli e pizzi ...

VELI


Veli e pizzi


a coprire zigomi gonfi,


labbra tumefatte.


Veli e pizzi


su sguardi abbassati.


Timorosi singhiozzi


serrati nelle gole,


incapaci di urlare.


Speranze,


dietro occhi velati,


vestite da pizzi,


come spose al dì di festa.


Morte,


straziate come giovani vedove,


derise,


addittate come ree


di un delitto non confesso.


Vittime umiliate,


carnefici inconsapevoli.


Sole nel cuore,


sperano...


(by Laura)


"..... Sono una malata cronica, che non riesce a togliersi i malviventi dal cuore...." (Sibilla Aleramo)


giovedì 18 marzo 2004

....dire che sono st...

....dire che sono stanca oggi è un eufemismo.... mi ritiro in silenzio stampa perchè rischierei solo di dire più idiozie del solito.... buon riposo a tutti e mille baci

mercoledì 17 marzo 2004

" I SENTIMENTI AL TE...

" I SENTIMENTI AL TEMPO DEGLI SMS. OGGI NON SI SCRIVONO PIU' LETTERE, ATTRAVERSO I MESSAGGINI SI PRETENDE DI DECIDERE UN INCONTRO, UNA STORIA, UN DESTINO E IL RISCHIO CHE LE COSA VADANO PER ARIA E' ALTO. MA CREDO CHE PRESTO RECUPEREREMO LE EMOZIONI PERDUTE" .... parola di Maurizio Costanzo


Questo è quanto riportato nel settimanale "Chi", nella rubbrica tenuta da Maurizio Costanzo. E immagino già cosa state obbiettando: "Ma leggi Chi??? E pretendi di trovarci cose intelligenti?" e ci sarà una persona che dirà "Bhè, bel passaggio da Vera Magazine a Chi....", il fatto è che, giuroprometto, non li compro io, bensì la mia mamy e mi capita di leggere ogni tanto pagine di questi giornali. Ciò premesso, mi son messa a riflettere, non davanti allo specchio, sull'affermazione di Mr. Costanzo. Secondo me è una balla da retrologista agguerrito. Esplico!


Ok scriviamo sms, ci mandiamo mail, siamo talmente aridi da scrivere nelle chat e, udite udite, tanto deviati da crearci dei blog! E allora? A me sembra onestamente una gran cosa e un'evoluzione rispetto ai nostri primati paninari! Lì si che c'era da mettersi le mani nei capelli, rigorosamente gellati e cotonati. Ma qualcuno ricorda come parlavano i paninari? "Bella squinzia, ti va un panozzo al burghy. Dai ti scorazzo con il mio Elefant (ndr Cagiva Elephant) e ti porto nella compa". Quello si che era un "non comunicare". Ma onestamente approfittare dell'evoluzione e dei nuovi mezzi di comunicazione non mi sembra un gran reato. Perchè non trovate romantici i messaggini del buon giorno e della buona notte? Un bacino mandato durante la pausa pranzo? Ok una volta si mandava l'amico a portare missive romantiche, o si tiravano sassi alle finestre per sospirare all'amata, ma non credo che questo renda più intensi i sentimenti che riusciamo a provare anche noi chatter. L'altro giorno mi è capitato di chattare con un ragazzo che diceva che la chat è per antonomasia il "non comunicare". Sarà, ma a me non sembra. Anzi onestamente trovo che la chat, correttamente usata, sia espressione della capacità di comunicazione poichè non si è influenzati dall'aspetto fisico, dal contesto, dagli amici che fiatano sul collo per farti rimorchiare qualcuno/a. Con la chat, se vuoi farti capire, devi parlare e gli occhioni sgranati o il portachiavi della porsche non fanno colpo: occorre dire davvero qualcosa di sensato o spiritoso. A me sembra una bella sfida. Non considero una casualità aver stretto amicizie intime e importanti con ragazzi e ragazze conosciuti in chat che hanno saputo ascoltarmi e aprirsi a loro volta. Ok, poi lo sappiamo tutti, le chat sono stracolme di pervertiti, schiavetti, guardoni e takkini, ma quelli sono ovunque, porelli anche loro sfruttano la tecnologia!.


Concludendo questa arringa, sostengo che non importa il mezzo che si usa: piccione viaggiatore, pergamena o mail, l'importante è l'emozione che si prova scrivendo, i contenuti che si hanno e mi piacerebbe tanto che la gente cominciasse a guardare con ottimismo anche il presente, senza aspettare che diventi passato, per esaltarlo e rimpiangerlo.


BACI


martedì 16 marzo 2004

NON CI GUARDEREMO IN...

NON CI GUARDEREMO INDIETRO MAI

 

Ho sbagliato per sbagliare non perché lo dite voi

E non mi pento proprio, sono in riserva ormai

Io ci credo in quel che voglio e forse voglio farmi male

Ma non mi riconosco in quello che conviene

 

Mi piace scivolarvi fuori da ogni calcolo

Per riportarmi in riga servirà un miracolo

Complici e simili da credere alle favole

Coi nostri sogni in gola questa notte sembra fatta per noiâ?¦

 

CHE NON CI GUARDEREMO INDIETRO MAI

NON CI GUARDEREMO INDIETRO MAI

 

Traghettato da un destino a volte sordo e malinconico

In un viaggio clandestino tra allucinazioni e panico

Forse perché so di avere un diamante tra le mani

Un morbido rifugio per tempi meno buoni

 

Mi spinge sul divano lo so che ha già deciso

E resto senza fiato tra lâ??inferno e il paradiso

Scioglie i capelli in boccoli di nuvole

Il suo sapore è miele e questa notte è fatta apposta per noi�

 

CHE NON CI GUARDEREMO INDIETRO MAI

NON CI GUARDEREMO INDIETRO MAIâ?¦..

 .... ora basta lasciare spazio alla malinconia, cambia la marea, dalla spiaggia 

immensa e sola del mare invernale, una canzone gridata contro il vento,

 una canzone che mi ha sempre dato energia: 
FRAGORE ALLE ONDE!!!!!

Lo so, lo so non è...


Lo so, lo so non è ancora tecnicamente primavera. Oggi però, sono entrata in auto e ho sentito quell'inconfondibile "profumo" di plastica calda, un tieporino e una luce polverosa entravano dal parabrezza. Ho tolto il giubbotto, infilato gli occhiali da sole, alzato Aretha che urlava dalla radio e ho abbassato un po' il finestrino. Dio quanto mi era mancato tutto questo! Siamo sicuri che è passato solo un'inverno? Mi è sembrato eterno e me ne rendo conto solo ora mentre guido canticchiando, crogiolandomi in questo calduccio discreto. Oggi Marco ci saluta ufficialmente, ma da questo sole e da questo cielo, capisco che lui "lassù" è già arrivato. La giornata ha i suoi colori ed è solare come lui. Non verrò a vedere il tuo corpo chiuso in una scatola di legno, non verrò a vedere tutti i parenti e gli amici che ti piangono. Resterò un po' alla finestra e ti regalerò un sorriso. Un Bacio.


lunedì 15 marzo 2004

Perdonatemi, non vog...

Perdonatemi, non voglio scatenar polemica.... io credo in qualcosa di ultra, super o celeste o altro, metteteci quello che volete... eppure c'è tanta confusione. Di persone vicine ne sono cadute... e non so perchè... e ogni volta mi rimbombano in testa le parole di un mio amico...


"se questa è la vita e Dio è colui che l'ha donata, credo che definirlo un boia non sia bestemmia, bensì un dato di fatto"


con queste parole non voglio offendere il credo o la fede o l'animo di nessuno... ma mi hanno fatto pensare spesso.


Un bacio Lala... e un abbraccio al tuo dolore. Il dolore un po' di tutti.

3 MINUTIOggi ero i...

3 MINUTI


Oggi ero in macchina, in centro al mio paese. Passando ho visto un'epigrafe: Marco ... 28 anni! Lo conoscevo Marco, è un viso che appartiene alla mia adolescenza. Occhi azzurri, capelli biondi, sorriso sereno e animo gentile. Il ricordo che ho di lui, è di un'estate lontana quando ancora eravamo "i ragazzi del muretto". Ero piccola allora e non potevo andare in auto lontano come facevano gli altri della compagnia. Ricordo quel sabato sera in cui tutti erano andati in discoteca e io stavo per tornare a casa. E inceve no, Marco e Gegè sono rimasti con me. Abbiamo parcheggiato i nostri "Ciao" e ci siamo sdraiati a pancia all'aria sopra il muretto. C'era caldo e il cielo era sereno. Ci siamo messi a parlare, hanno cancellato la mia malinconia. Guardavo in sù, vedevo le stelle e mi sentivo meno sola.


Marco era gentile e non lo dico solo oggi mentre scrivo questo coccodrillo. Un bravo ragazzo davvero: serio, dolce, che è stato capace di girare le spalle e andare via quando la compagnia iniziava ad essere sbagliata. Marco si era sposato da sei mesi, sabato è morto tra le braccia di sua moglie. Un'embolo e un secondo l'hanno portato via. Lei pensava che scherzasse, rideva e gli diceva di alzarsi, di smetterla di fare lo stupido.


Ero in macchina, ho visto un'epigrafe ed è suonato il mezzogiorno. Radio Capital ha annunciato 3 minuti di silenzio per le vittime della strage di Madrid e passa una vibrante Ave Maria da pelle d'oca.


Non posso, non riesco a non pensare che non è giusto tutto questo. E' una domanda banale, estremamente retorica, ma perchè nessuno riesce a darmi una risposta? Dov'era il mio Dio mentre faceva morire un ragazzo d'oro e faceva campare quegli stronzi che hanno messo le bombe sui treni? Io ci credo nei Suoi progetti. E' da quando sono bambina che mi dicono che non posso capire le scelte di Dio, ma che Lui è buono e sa quello che fa. Però Dio, scusa se te lo dico, ora bambina non lo sono più e un "si fa così perchè lo dico Io" non mi basta come risposta. Bastava che spostavi la mira del tuo fulmine, pensa quante vite avresti risparmiato! ... Non lo so, io aspetto, tanto sai dove trovarmi, quando hai 5 minuti prova a darmi un lampo di genio che mi illumini, nel frattempo sto in silenzio per 3 minuti e mando un bacio a Marco ripensando alle stelle di quell'estate.


....CIAO MARCO...


Gli arcobaleni d'alt...

Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori che non ho.


Sopra le tombe d'altri mondi
nascono fiori che non so

Ma tra i capelli d'altri amori
muoiono fiori che non ho.


La polvere il sangue le mosche e l'odore
per strada fra i campi la gente che muore
e tu, tu la chiami guerra e non sai che cos'è
e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi il perché.

L'autunno negli occhi l'estate nel cuore
la voglia di dare l'istinto di avere
e tu, tu lo chiami amore e non sai che cos'è
e tu, tu lo chiami amore e non ti spieghi il perché.


(primo, secondo e terzo intermezzo di Fabrizio De Andrè)

sabato 13 marzo 2004

Caravan Of Love Are...

Caravan Of Love


Are you ready?
Are you ready?
Are you ready?
Are you ready?
Are you ready for the time of life?
It's time to stand up and fight
So alright
So alright
Hand in hand we take a caravan to the marble land
One by one we gonna stand up with pride
One that can't be denied
Stand up!
Stand up!
From the highest mountain of valley old
We all shall together with heart of gold
Now the children of the world can see
This a better place for us to be
The place is which we were born
So neglected and torn apart

Every woman every man
Join the caravan of love!
(Stand up!) stand up!
Stand up!
Every body take a stand
Join the caravan of love!
(Stand up!) stand up!
Stand up!

I'm your brother
I'm your brother don't you know?
She's my sister
She's my sister don't you know?

We'll be living in the world of peace
And the day when everyone is free
Bring the young and the old
Want you let chilled flow from your heart

Every woman every man
Join the caravan of love!
(Stand up!) stand up!
Stand up!
Every body take a stand
Join the caravan of love!
(Stand up!) stand up!
Stand up!

I'm your brother
I'm your brother don't you know
She's my sister
She's my sister don't you know

So are you ready? ( he's coming )
Are you ready? ( he's coming )
Are you ready? ( he's coming )
Are you ready? ( he's coming on the caravan )
You better get ready ( go for it )
You better get ready ( go for it )
You better get ready ( go for it )
You better get ready

.... perchè la cosa bella è che gli amici, quelli veri, ti restano dentro e fanno parte della tua anima. Anche quando seguono una nota diversa dalla tua, quando ti sembra che siano stonati, ti accogi canticchiando una canzone, che stai sorridendo. E' la magia di quei momenti, la semplicità e l'affetto che restano dentro a dispetto dei rancori, a dispetto delle strade diverse e delle scelte sbagliate. Questa canzone è sempre nostra, questa canzone siamo sempre noi, come eravamo, come abbiamo saputo essere e come dovremmo avere la forza di tornare.


Questa canzone è un sorriso per Drago, Klaus e me, tre voci che hanno saputo essere un coro....

venerdì 12 marzo 2004

parafrasando il sagg...

parafrasando il saggio....


NON ESISTONO UOMINI PROFONDI, ESISTONO UOMINI CHE CI PROVANO....

mercoledì 10 marzo 2004

"FASO TUTO MI"


Ok lo ammetto, ho un po' la sindrome del "faso tuto mi" (faccio tutto io), saranno sempre i famosi geni veneti che ogni tanto si rianimano. Il detto "non datemi consigli, so sbagliare da sola", lo hanno coniato per me. Soffro di sindrome di Wonder Woman, quella che fa i salti assurdi, corre a razzo ed è superdonna solo lei.


Faccio un esempio. Sto facendo casa, facendo quasi nel senso letterale della parola: progetto, scelta dei materiali, diramazione impianti, arredamento, tinteggiatura pareti etc etc. Pensavo di affrontare questo progetto da sola: testa bassa, passo da bersagliera, orgoglio da krukka (che avesse ragione la mia amica??) e forse, tutto sommato, ce la farei anche.


Però lo ammetto.....


Avere qualcuno a fianco che ti supporta e sopporta, qualcuno che si entusiasma per aver trovato i miscelatori (non rubinetti) a "cigno", che passa il sabato in improponibili code ed ammassamenti nei centri commerciali; che passa la domenica pomeriggio diviso tra Ikea e Chateaux d'Ax per provare TUTTI i divani posti nei 3 PIANI dell'esposizione, bhè, da a tutto un sapore diverso.


Faccio un'altro esempio. Oggi ho comprato il divano. Bello, bellissimo (almeno credo) e la cosa mi entusiasma molto. Ma se fossi sola, questo entusiasmo si estinguerebbe per l'ora di cena. A chi raccontarlo? I miei amici (giustamente) già pensano che io viva sulla luna da quando ho preso a parlare di afrormosia. E invece sono qui, ad aspettare che lui torni per potergli dire "è fatta, l'ho comprato" e so già che lui mi chiederà tutto e riderà con me. Avremo un entusiasmo rinnovato ad unirci. Forse sono anche queste le piccole gioie di cui parlava Hesse. Quelle quotidiane, che capitano comunque anche a chi è solo, ma che perdurano più a lungo se condivise con un compagno. Onestamente non credevo più alla possibilità di poter condividere le ottocento inutili cose di una giornata con qualcuno, e anche sta volta mi sbagliavo...


In effetti anche i miei amici sono felici che io abbia un compagno con il quale sfogare le mie "voglie progettuali". Davvero, non mi reggevano più! Quando sono arrivata a dire "ho comprato i sanitari" con un enfasi tale, che sembrava stessi per annunciare un parto gemellare, hanno seriamente subitato della mia sanità mentale. Bhè comunque ragazzi state tranquilli, non sono più pazza del normale (che è già un bel livello), un giorno capirete anche voi quanto sia stralunante e appagante fare casa. Quel giorno sappiate che io sarò lì: saggia, esperta, sistemata e vi dirò TE LO AVEVO DETTO! Lasciatemi almeno questa soddisfazione! Nel frattempo ringrazio il mio "uomo solitario" per la pazienza e la follia dimostrata nello stare con me.

martedì 9 marzo 2004

Ah ah ah, socia, gra...

Ah ah ah, socia, gran bella serata davvero! Io ho ormai abolito la classica serata fra donne dell'8 marzo... quand'ero al liceo io e le mie pseudo-amiche ci ritrovavamo per uno zitella-party (anche se molte di noi zitelle non lo erano^^), e ci abbuffavamo di dolci, pettegolezzi, tè al cocco e quant'altro... riguardo con molto affetto quei momenti, anche se non ero in compagnia di amiche vere, ma ... mi divertivo troppo.


Ma che cosa c'è in fondo a quest' oggi
di mezza festa e di quasi male,
di coppie che passano sfilacciate
come garze stese contro il secco cielo autunnale,
di gente che si frantuma in un fiato
senza soffrire, senza capire
e i tuoi pensieri sono solo uno iato
tra addormentarsi e morire...


F. Guccini "Signora Bovary"


un bacio socia, mi sei mancata.

SIMMO NAPULE PAISA...


SIMMO NAPULE PAISA'


Che Dio ce ne scampi, mai più, mai più, maaaaii piiiiùùù!!!! Serata allucinante!


Premetto che non sono leghista, razzista, classista o altro, ma ieri sera ho sentito ribollire i miei geni lombardo veneti!


Mi hanno rapita! Con l'inganno mi hanno proposto una pizza tra amiche, mi hanno detto che si andava nel VARESOTTO, ergo regione lombardia. Il nome del locale era in effetti un po' allarmante, ma non mi sono formalizzata: "DA MIMMO". Mi son detta: Mimmo sta alla pizza, come la Sciura Giulia alla busecca, quindi farà una pizza fantastica. E mentre eravamo in strada le mie amiche mi parlavano della fantastigliosa pizza di Mimmo. Avevo già l'acquolina. Per la precisione mi ero messa carina, con tanto di pizzi e merletti.


E invece....


Ggnnneeeekkk apro la porta e mi trovo scaraventata nella Napoli di inizio secolo, ma quella dei quartieri spagnoli! Non capisco, frastuono, puzza, pesci e gente che mi spinge: " oh ma che BBelle signorine"... e mi guarda le gambe! Mi sento come Troisi e Benigni in quel film, come si chiama? Quello dove loro finiscono nel medioevo (penso sia Non ci resta che piangere) e chiedono" Ma davvero siamo nel 1400???" e l'altro: "Quasi 1500!!" Strusciando su un pavimento di legno unto, finisco in una sala chiassosa, ricolma di donne (donne???) con la luce al neon (che odio) e ci sbattono in una tavolata vicino al muro ricoperto di perline.


Inutile dire che già a quel punto mi ero chiesta: "Ma cosa ci faccio qui????" almeno 70 volte. Ci sediamo e inizio a far conoscenza con le altre ragazze al tavolo con noi, amiche di amiche di amiche..... Da dove vieni? Messina, Napoli, Catanzaro, Nuoro...Era chiaro, avevo sbagliato strada! Pensavo di essere nel varesotto ma ho evidentemente sbagliato strada. Mentre cerco di ricomporre il quadro, si spengono le luci. Già tremo e non certo per la paura del buio. Ed ecco l'inimmaginabile. Mi vedo comparire Pulcinella con tanto di caccavella, seguito da un bambino paffuto vestito da straccione e da un attempato signore in abiti folkloristici con il tamburello a sonagli. E' uno scherzo vero???? Dai, avete scherzato, bontempone! No? Non è uno scherzo? Sono davvero finita nella puntata "il peggio della Corrida di Corrado?". Oh mio Dio!!!! Vi prego portatemi la pizza e il conto che voglio fuggire!!! Però la mia amica era tanto felice, mi abbracciava, sentivo che era sincera, che mi voleva lì. Evabbhè, sopportiamo Pulcinella e la Corrida tanto adesso finisce. E invece, sbucano fuori a tradimento dei microfoni. Si, e degli amplificatori, e sì.... si canta! Tutta sera, solo canzoni napoletane o quasi. E via di "Malafemmana" e "Tu si na cosa grande". Non ho smesso un secondo di domandarmi che pertinenza avesse quella sceneggiata alla festa della donna, mica siamo a carnevale! Per vendetta trasversale non ho mangiato la sua pizza.


Basta mi arrendo, canto " O sole mio" e bevo vino. La mia amica ride, mi dice che son krukka e vabbhè, però le ho stappato la promessa di mangiare crauti e birra per una sera. La disfatta è quasi fatta, passa il bimbo paffuto per i tavoli per far toccare il cornetto, sì quello rosso di plastica che dovrebbe portar fortuna. La musica è incalzante, volume assordante. L'uomo attempato ci regala uno streep: ce lo troviamo nella sala con "la carne vecchia" (come puntualizza la saggia del gruppo) in bella mostra, per fortuna ha tenuto i pantaloni! ... Mi hanno drogato secondo me. Ci promettono che la musica finirà per mezzanotte, e Dio solo sa con quale pathos abbia fatto il conto alla rovescia. Me l'inevitabile accade. Rintocca la mezzanotte e le signore attempate del corso di liscio chiedono una baciata, è fatta! La disfatta è completa! Improbabili ballerine si accalcano per dimostrare i progressi fatti nei pomeriggi danzanti per pensionate. Ma sì, alla fine mi fanno quasi ridere, e ridiamo !


Eppure, per qualche arcano, misterioso, recondito, assurdo, bislacco motivo è stata una bella serata. Forse perchè eravamo semplicemente noi stesse, forse perchè c'era il piacere di stare insieme, forse perchè ho visto la mia amica sorridere.... che importa capire il motivo?


lunedì 8 marzo 2004

Al mio uomo solitari...

Al mio uomo solitario....



TALOR IL CORPO MIO DA TE SI PARTE


Talor il corpo mio da te si parte,


seguendo suo crudel disaventura,


contro a cui non mi vale o "ngegno o arte",


si la sorte mia spietata e dura.


Ma ti resta di me la miglior parte:


dunche com'hai del mio partir paura?


Se alle volte da te il corpo si muove,


l'anima sai che non può stare altrove.


(Poliziano)

AUGURI A TUTTE LE ...


AUGURI A TUTTE LE DONNE


AUGURI A TUTTI GLI UOMINI CHE SANNO AMARE E RISPETTARE LE DONNE


AUGURI AGLI UOMINI CHE VORREBBERO ESSER DONNA


ALLE DONNE CHE VORREBBERO ESSERE UOMINI


AUGURI A CHI CI CREDE, E A CHI NON CREDE PIU'


AUGURI ALLE ANIME DELLE 129 DONNE MORTE DURANTE LO SCIOPERO DEL 1908


AUGURI A CHI QUEL GIORNO LI' INSEGUIVA LA SUA KIMERA

sabato 6 marzo 2004

BACI TOCCATI ...

BACI TOCCATI



Ti scopro al buio di


quest'ombra senza baci.


Percorro i tuoi profumi,


assaporando il tuo calore.


Come fossi cieca,


persa nei silenzi della notte,


dove tutto è rumore,


cerco le tue labbra.


Uomo che cammini da solo,


amami con il languore


di un bacio "toccato",


sveglia in me sensi sopiti,


entra nella mia notte e amami.


venerdì 5 marzo 2004

I BAMBINI SI COMPRAN...

I BAMBINI SI COMPRANO ALL'AUCHAN


I bambini si comprano all'Auchan. L'Auchan è aperto in autunno, per cui i bimbi si comprano solo in autunno. In primavera e in inverno i lavoratori Auchan ci sono ma tengono chiuso il negozio. In estate non si sa, non è pervenuta. C'è un reparto dove ci sono i bambini buoni e quelli cattivi. Per avere quelli buoni bisogna prenotarli per telefono, perchè altrimenti ti danno quelli cattivi (chi ordinerebbe mai un bambino cattivo del resto). C'è uno scaffale, su al secondo piano, che ha una riga rossa dove tra i pannolini e i Buzzlighyear ci sono i bambini e bisogna stare attenti a non confondersi. Se sbagli a comprare un bambino sono guai perchè non hanno la garanzia. I bambini sono di 4 colori: rosa, gialli, marroni e rossi, i bambini verdi non esistono, hai mai visto una faccia verde? I bambini non si pagano, ma per portarli a casa devi passare dalla cassà perchè devono prenderti i punti dalla fidelity card (se non hai punti a sufficienza puoi ritirare altri regali come per esempio uno stereo).


... Dimenticavo Dio è alla cassa!


Questo è quanto mi ha spiegato mio nipote a pranzo sui "fatti della vita".... come farei senza di lui? :) bacio al mio piccolo preferito.



giovedì 4 marzo 2004

.... lo so, lo so qu...

.... lo so, lo so questa settimana vi ho trascurato... domani cambia la marea e mi fermerò a pensare ....

mercoledì 3 marzo 2004

Ieri ho visto un cos...

Ieri ho visto un cosino lungo 7,5 millimetri...
aveva anche il cuoricino che batteva forte forte...
è stato fantastico...
un'emozione indescrivibile...
anche a me batteva il cuore forte forte...

E PENSO A TE Lucio ...

E PENSO A TE


Lucio Battisti

Io lavoro e penso a te
torno a casa e penso a te
le telefono e intanto penso a te
come stai e penso a te
dove andiamo e penso a te
le sorrido abbasso gli occhi e penso a te
non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo a cosa stai pensando
è troppo grande la città per due che come noi
non sperano però si stan cercando
cercando
scusa è tardi e penso a te
ti accompagno e penso a te
non sono stato divertente e penso a te
sono al buio e penso a te
chiudo gli occhi e penso a te
io non dormo e penso a te
la, la, la, la, ......

quante lacrime sul cuscino al suono di questa canzone...quanti fazzoletti buttati, inzuppati, schiacciati, impastati... qualcuno si nasconde ancora in giro. Ma oggi è finalmente uscito il sole. E il vento è tornato per sollevarmi ancora.


Un bacio bagnato dal tempo che scorre.

L'UOMO DALLA PANCETT...

L'UOMO DALLA PANCETTA FELICE


Eccomi a casa. Sono stata fuori a cena stasera e mi sento ancora cucita addosso una dolce calma, osiamo chiamandola SERENITA'? Ma sì, osiamo! E' arrivato Jo stasera, non ci vedavamo da un po'. Come sempre è stato bello rivederlo, trovarsi come fossimo vecchi amici a chiaccherare un po'. Ero lì e lo ascoltavo. Mi parlava dei suo progetti e mi sono trovata a sorridere mentre lo guardavo. Vedevo i suoi occhi colorarsi di entusiasmo e mi pareva di vedere scorrere alle sue spalle le immagini del nostro primo incontro. Aeroporto di Malpensa, mezzogiorno circa, stanca di aspettarlo e il nostro amico che mi parlava di lui: "è un po' strano ma è simpatico", mi ripeteva fino alla nausea. Finalmente tra porte scorrevoli e bagagli lo vedemmo spuntare: abito scuro più grande di lui, borsone posato stancamente sulla spalla e due occhiali neri da jena. Poche parole, un po' scorbutiche. Tra strade sbagliate e giri a vuoto, finalmente riuscimmo ad arrivare al ristorante e lì mi accorsi che, dietro agli occhiali scuri, aveva già studiato me e la situazione in cui ci trovavamo. "Logorroico e un po' immaturo": questo era quello che pensavo di lui, e mi trovo a sorridere di gusto nel pensare a come mi sia sbagliata su di lui. Per l'ennesima volta, ripasso la lezione sul "non giudicare invano". Lo ascolto e cerco di capire, di stargli dietro. E' in gara ormai e so che arriverà lontano.


E' stata una serata "qualsiasi". Eravamo lì: Milano, Jo ed io a goderci la serata pre primaverile. C'era l'alzaia, le finestre sbirciate e una calma dolce, chiamiamola serenità. Non so perchè ma questa serata la ricorderò. Sarà forse perchè mi sembra un nuovo inizio per una riscoperta amicizia, o sarà perchè è la partenza di un nuovo cammino.... o forse sarà perchè credo che un giorno potrai avere la tua "pancetta felice". Good luck Jo