giovedì 28 ottobre 2004

ecco l'esito di un test che ho fatto "di che musica sei?"





















john lennon "Imagine"
Grandi ideali, amore, utopia, immaginazione.

Credi nei grandi ideali, primo fra tutti l'amore, e nella comunione tra le persone diverse. Appartieni alla categoria dei sognatori e vorresti che il mondo fosse un posto migliore per tutti, nel segno della fratellanza e della pace. Come Don Chisciotte, anche tu talvolta ti batti contro i mulini a vento in battaglie che sai di non poter vincere, e forse le sostieni proprio per questo. Cerchi di improntare la tua vita nel segno dell'amore e dell'immaginazione, nella convinzione che qualcosa possa cambiare davvero. Ami i colori caldi e non nascondi una certa timidezza.





mercoledì 27 ottobre 2004

SE MI LASCI TI CANCELLO


Ecco che sperimento la mia nuova barra spaziatrice. Volevo scriverlo domenica sera questo post ma la tecnologia si è resa nemica della parola. La fonte di ispirazione per i mie loop mentali questa volta deriva dal film che ho visto per l’appunto domenica, ovvero “Se mi lasci ti cancello”. Al di là del titolo che limita molto la fantasia dello spettatore in un’immediata similitudine con “Se scappi ti sposo”, il film stupisce e rapisce per lo spunto, di per se banale, della fine di una relazione intrecciato con il racconto surreale della “procedura cancella persone".


Ecco ragionavo mentre vedevo le immagini, su questa convinzione spesso diffusa di “cancellare” persone, fatti, avvenimenti della nostra vita che non ci sono piaciuti o che ci hanno ferito, quasi a rinnegare parte della storia personale di noi stessi. Spesso sono stata redarguita per questa mia mania di non dimenticare il passato e spesso mi sono convinta di sbagliare davvero nel non volere dimenticare, pur andando avanti con la mia vita, si intende. Ogni volta che uno spirito del passato, mi dava nuova fonte di dolore o di riflessione, arrivavano risposte sfornate a modi bancomat, del genere “ma ancora ci pensi? Dimentica e vai avanti”. Ecco, io credo che questa sia una favola.


Non si può dimenticare qualcuno che ha fatto parte in modo viscerale della nostra esistenza, non si possono dimenticare esperienze, vissuti, racconti che appartengono soprattutto alla NOSTRA vita e che sono stati condivisi per alcuni periodi con altre persone. Io non ci riesco, sarò malata! Trovo ridicolo “rinnegare” la MIA storia, trovo ridicolo fingere di non conoscere qualcuno che fino a qualche tempo fa consideravo “il mio futuro”, trovo ridicolo dimenticare o permettere che la sbagliata permanenza di una persona al mio fianco, renda automaticamente brutto un ricordo che di per sè non lo è.


Razionalizzare, quello si, farsene una ragione, salvare il salvabile, fare tesoro di quello che ha rappresentato quell’esperienza per noi e soprattutto fare spazio al presente, questo reputo il modo intelligente per andare avanti con la propria vita, ma nascondere la sporcizia sotto il tappeto non serve a rendere una casa pulita.


C’ho provato eh, ma poi è come una bomba ad orologeria. Uno si costruisce la sua palafitta di illusioni (ah ma se lo vedo faccio finta di nulla, ah per me non esiste…) ma poi ti capita di vederlo magari al supermercato, al luna park o in discoteca, di sentire una canzone, o di indossare un vestito e così, all’improvviso, sbaaaang crolla tutto e ti trovi li a farti una serie di pippe mentali.


Per cui ecco, ho tratto questa deduzione, forse un buon proposito, di non voler dimenticare perché non ci riuscirei, archiviare sicuramente si, e fare spazio alla mia nuova vita che merita di avermi tutta per se, però basta con le favole, non me ne racconterò più, troppa fatica fingere, non è da me.

martedì 26 ottobre 2004

martedì 19 ottobre 2004

sono prigioniera del mio vortice



peccaminoso di pensieri irrisolti

OGGI MIO ONOMASTICO!!!!


e questa è una laura che mi piace un sacco


(Laura Morante)




lunedì 18 ottobre 2004

......e non aggiungo altro....


Non so più a chi credere


Biagio Antonacci

No no non so
non so più a chi credere, no...
No no non so
non so più a chi dare del tu
se vuoi vivere una vita così
basta dire sì
io dico no, no non so
non so più se crederti o no
no no io no
io non credo all'uomo che sei
Tutti dicono le stesse bugie
tutti parlano non sanno ascoltare
Non puoi vivere una vita così
non so a chi credere
non so se credere
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
non so vivere una vita così
basta dire sì
io dico no
Non puoi vivere una vita così
Mentre loro sparano al sole
mentre loro sporcano il cielo
io continuo a gridare
vivere di pelle e di cuore
chiamare fino a farsi del male
resta l'unica cosa
l'unica cosa da fare
i bambini giocano al sole
nei loro disegni c'e' il cielo
e devono continuare io
io non so cosa fare
io non so cosa fare
io non so cosa fare
io non so cosa fare
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
per me per te per noi
non so a chi credere
non so se credere
confuso e schiavo di
di chi non sa decidere
per me per te per noi
per me per te per noi
per me per te per noi...

domenica 17 ottobre 2004

"volevo imparare a suonare la fisarmonica, avrei girato il mondo come il mio amico Piero. Ero portato, mi piaceva tanto poi mi hanno schiacciato il dito (a 8 anni facendo il facchino alla stazione ndr) e non sono più riuscito a suonare il DO+"


.... certe cose non le scordi nemmeno a 80 anni, certe cose illuminano sempre gli occhi e regalano il sorriso. Certe cose ti fanno andare avanti a sognare anche quando intorno a te non c'è nulla, nemmeno un'infanzia da perdere o un futuro da mettere in gioco. Certi sogni fanno vivere anche quando sai che resteranno solo una nuvola di vapore e speranze. Bacio al mio nonnetto.

venerdì 15 ottobre 2004

.... TI SFOGLIAI, TI PARLAI...


Finalmente scrivo questo post che avevo tenuto in stand by da un po’. Mi mette un po’ soggezione scrivere questo commento perché riguarda uno scrittore, ma non uno qualsiasi, uno che sta anche ai tavoli dei bar oltre che nel salotto di Costanzo, di quelli che scrive i pensieri della gente, un secondo prima che la gente li pensi.


L’ho conosciuto leggendo il suo blog (http://giadim.blog.supereva.it/) e me lo ero “disegnato” come un uomo ombroso, un po’ complicato, intellettuale di sinistra (ma sarà vero?!?!) dall’aria metropolitana e un po’ arruffata, con un background culturale capace di fargli scovare la pubblicità più curiosa, il libro più accattivante o il film meno scontato.


L’ho incontrato poi, ad un aperitivo milanese di tarda estate, e mi sono sorpresa a sorseggiare ananas e Batida con un “ragazzo” solare, sorridente, dall’aria bonaria un po’ alla Brignano (ora mi uccide).


Due immagini assolutamente in antitesi che non riuscivo a coniugare, poi mi è arrivato il suo libro.


“Piccione ti voglio parlare” di Gianni di Muoio. L’ho sfogliato così come faccio sempre. Faccio girare le pagine e ad un punto mi blocco, leggo la prima riga che mi salta agli occhi e lì sentenzio se il libro mi piacerà o no. E' un metodo che funziona al 90%, ve lo consiglio. Il suo libro mi ha colpito perché è fatto di racconti, spezzoni, frasi poetiche nascoste tra l’ironia di una cronaca quotidiana e una canzone che non puoi non conoscere. E l’ “immagine immaginata” e la “persona incontrata” hanno iniziato a sovrapporsi andando di pagina in pagina.


Lui, il suo modo di scrivere e lo stesso stile. Lui, ragazzo normale capace di cogliere i dettagli della quotidianità di una città che sembra sempre uguale nei secoli dei secoli amen, e invece diversa nei volti delle persone che si incontrano per le scale, nelle urla delle donne che si lasciano per strada, nel clima e nella pioggia che scende quando meno te lo aspetti.


Il suo libro, racconti che sembrano leggeri, ironici, incasinati salvo poi trovarti lì, tra il chiaro e lo scuro, una frasona di quelle che rimani in silenzio per un po’, perché appartiene a tutti il suo modo di scrivere e il suo modo di sentire.


E dopo le sue 127 pagine riesco ad immaginare il ragazzo sorridente che si ferma a chiacchierare con un piccione, che dietro agli occhi ha una vastità di pensieri che corrono più veloci della sua penna, un cuore e un’anima non arresi alla banalità delle normali convenzioni.


E adesso “… via, tra il nulla della propria esistenza, a collezionare qualche altro errore da esporre con fierezza sulla superficie liscia della propria anima. O di quello che ne resta"

giovedì 14 ottobre 2004

la mia perplessità da spazio alla voce di jhon omnipresente nei miei voli pindarici... la traduzione e la nota a fondo testo l'ho presa da questo sito http://www.johnlennon.it/testi.htm#Give%20Peace%20a%20Chance


GIVE PEACE A CHANCE


GIVE PEACE A CHANCE (Offri una Possibilità alla Pace)Top of page


Due, uno due tre quattro
tutti parlano di
Bagism, shagism, dragism, madism, ragism, tagism*
questismo, quell'ismo, ismo, ismo, ismo.

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Dai!
Tutti parlano di ministri, sinistri, balaustre e scatolette
Vescovi, pescovi, rabbini e Braccidiferro
E tanti saluti…

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Senti!
Tutti parlano di
Rivoluzione, evoluzione, masturbazione,
Flagellazione, norme, integrazioni,
Meditazioni, Nazioni Unite,
Congratulazioni

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "

Tutti parlano di
John e Yoko,Timmy Leary, Rosemary,
Tommy Smothers, Bobby Dylan, Tommy Cooper,
Derek Taylor, Norman Mailer,
Alan Ginsberg, Hare Krishna,
Hare, Hare Krishna

Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "
Tutto ciò che noi diciamo è " offri una possibilità alla pace "



*John scherza come al solito. E' interessato più al gioco di parole, al suono, alle assonanze che al significato.
Il concetto che vuole esprimere è che, qualunque cosa succeda nella vita, poi c'è qualcuno che ci specula sopra e ne fa una tendenza o un partito, un "-ismo".
Per avere un'idea dei termini che usa Bag allude a quando concessero interviste chiusi in un sacco; shag ai capelli arruffati; drag agli omosessuali; mad ai folli; rag a coloro che si vestono male; tag (etichetta,) alla tendenza ad etichettare.

venerdì 8 ottobre 2004

LA TORTA DELLA NONNA


La torta della nonna con i fiori di zucca, pucciati nella pastella di birra e poi pigiati nella padella che una volta cotti sembrano quasi un sole colorato. E ci puoi mettere lo zucchero e farla dolce oppure lasciarla così e accostarla al salato. E poi dicono che non esiste l'immortalità. "Lei" oggi era in cucina con noi, con i suoi profumi, i suoi decori, il suo far casa...e lo sa mamma che ha cucinato, lo so io che ho mangiato lo sapranno i miei figli ai quali racconterò tutto questo, e quel sorriso e il suo vociare non finiranno mai di rimbalzare dalle nostre finestre. L'eternità esiste....

martedì 5 ottobre 2004

STATE BRADI


http://digilander.libero.it/statobrado/Statohome.htm


Sabato il Vox e quella assurda magia di starci vicini e più lontani che mai. Tutte le vite sedute al posto prenotato, felici e gaudenti e se così non fosse non importa, l’importante è far credere che tutto sia fantastico like usually.


Quegli schemi li conosco da una vita, potrei scrivere a memoria ogni commento, potrei cantare le strofe che sono per il coro.



Ci sono i Bradi sta sera, non avrei rinunciato a questa serata, nonostante la sconvenienza di trovarmi in questo posto, nonostante l’indecisione fino ad un attimo prima, nonostante la voglia di urlare e scappare via.


Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti”
e che se segui il loro cammino, rischi solo di perderti in una nebbia di rancore. E c’ero ad un passo, da questo circolo vizioso ma non voglio cedere all’odio per chi ha deciso di prendere il libro nero e di segnarci dei nomi fidandosi solo dei suoi occhi chiusi. Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei.
Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi e non vedi più niente e più niente ti vede e più niente ti tocca. E sarà che da quel “non essere” ci sono passata, “e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte” e non voglio tornarci.


Sarà che ci ho messo anni a considerarmi “non così tanto sbagliata” e che lui mi ha raccolto più volte a brandelli e sta sera è ancora qui, l’ultimo posto dove probabilmente vorrebbe essere. Ma è con me e sento che non mi lascerà più sola, perché la solitudine lui la conosce e forse ha imparato a non averne paura, ma io non sono ancora brava come lui e ne ho di cose da imparare. Ma ti cerco con lo sguardo e ti sussurro con gli occhi di amarmi “per la vita che ho avuto e la vita che ho dato” per essere scontata nelle mie contraddizioni.



Finalmente ecco la solita magia delle luci che si spengono e della serata che comincia. I Bradi sul palco, uomini, artisti, interpreti così vicino a noi così inconsapevoli delle emozioni che li guardano, noi così ignari della vita che hanno. E siamo tutti chiusi nella stessa piccola sala, illuminati dal faro blu che nasconde i nostri occhi ed illumina le emozioni. Finalmente possiamo nasconderci e perderci tra la musica e la voce calda del grande. Rubo i loro sguardi che si incrociano, trovano l’intesa e partono. Si vedono i loro sorrisi mentre cantano che alle volte calano in un’atmosfera intensa, in una canzone che sentono dentro e tu ti perdi nei tuoi pensieri. Mi guardo intorno e vedo vite, mi chiedo quante stiano vivendo un momento particolare, una serata da ricordare. Mi chiedo se loro dal palco vedono i nostri umori o se gli arriva solo lo scroscio dei nostri applausi. Mi chiedo se gli trasmettiamo le emozioni che loro trasmettono a noi. Mi viene da sorridere a pensare che per noi sono “Il Fulvio, Il Giorgio, Il Mario e Il Leif”, come se di loro sapessimo tutto, e poi scesi dal palco ci perdiamo in discorsi qualunque un po’ imbarazzati tra sconosciuti. Ma forse non è sempre lo stesso errore? Si crede di sapere, di conoscere qualcuno, quando sappiamo bene di non conoscere nemmeno noi stessi. Mi ero preparata a questa serata, avevo cercato “dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte, dentro la mia collezione di amori con le gambe corte ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso” , avevo sperato per una volta tanto di non sentire “la donna cannone”, non avrei resistito all’impatto. E ho stretto i denti per restare in piedi, per non guardarti nemmeno, per non farmi vedere. E ho riso, ho chiacchierato, ho cantato, ho cercato gli sguardi di Mario che mi danno sempre il buon umore. E ho aspettato la chiusura con la canzone che volevo, con il ballo al quale non avrei rinunciato. E ti ho guardato, ti ho stretto, mi hai stretto, ho pianto, mi hai baciato, ti ho giurato che per nulla al mondo permetterò a qualcuno di rubarci un solo secondo, non più. E tu con la tua mano sulla mia nuca a dirmi “domani va meglio che vedrai cambierà come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma ma hai voglia se va”. Ti guardo e sorrido “sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare" il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto personale al completo e va bene così”.


Mimì sarà
(F. De Gregori)

Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non
so
Sarà che un giorno si presenta l'inverno
e ti piega i ginocchi
e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi
occhi
e non vedi più niente e più niente ti vede
e più niente ti tocca
Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte
e nella vita ne ho viste e ne ho prese
e ne ho date di botte
che nemmeno mi fanno più male
e nemmeno mi bruciano più
dentro al mio cuore di muro e metallo
dentro la mia cassaforte
dentro la mia collezione di amori con le gambe corte
ed ognuno ha una croce ma va bene lo stesso, va bene così
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e la vita che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua di fiume
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va
Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare
come le lacrime tornano agli occhi e ti fanno più
male
e nessuno ti vede e nessuno ti vuole per quello che sei
Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato
passare"
il tuo amore è un segreto il tuo cuore è un divieto
personale al completo e va bene così
Chiamatemi Mimì
Chiamatemi Mimì
per i miei occhi neri e i capelli
e i miei neri pensieri
c'è Mimì che cammina sul ponte per mano la figlia
e che guardano giù
per la vita che ho avuto e l'amore che ho dato
per i miei occhiali neri
per spiegare alla figlia che domani va meglio
che vedrai cambierà
come passa quest'acqua
che sembra che è ferma ma hai voglia se va
come Mimì che cammina per mano alla figlia
chissà dove va

venerdì 1 ottobre 2004

E torno a parlare e a ragionar di me.... Sono tesa e nervosa si. C'è questa serata che mi preoccupa, non mi sento la donna forte che vorrei essere. Vorrei imparate da te cow-boy, essere forte e imperturbabile, ma mi arrabbio, sento che è ingiusto. Sento che mi hanno fatto del male e che non se ne sono mai curati, non hanno mai chiesto scusa, e dietro i discorsoni non c'è niente di quello che pensavo di aver costruito. E vorrei gridarlo, salire su quel palco domani, fare nomi e cognomi e sognare di vederli vergognarsi. E lo so che è sbagliato, che non è "umanista", cattolico, morale etc etc ma è dannatamente UMANO. Perchè, perchè devo sempre comportarmi meglio, perchè devo superare? La porto la sua roba domani sera, ma vorrei arrivare dall'alto delle mie scarpe sado (bellissime!!!), vorrei sbattergli tutto sui piedi e dire "tieni e strozzati". E invece no cazzo, farà male, e non perchè è finita. Perchè la gente che io ho amato non mi ha amato. E' questo che fa male, mi fa sentire tremendamente idiota. Mi vedo paciosa e sorridente a commuovermi per le loro parole che erano vuote. E "lui" lo metto sullo stesso piano, mica ce l'ho con lui per la storia, ce l'ho con lui per l'egoismo e la stupidità. E ce l'ho con me perchè ti coinvolgo sempre in queste situazioni, perchè ti metto sempre nella condizione di raccogliere i pezzi. Sappiamo noi due il nostro cammino, e ora che ci vedono felici c'è chi finge ancora una educazione che non ha, una "sincera felicità" per me per... per te.


FANCULO!!! Si può dire? Si, diciamolo. E ti prego non mi fare discorsoni, domani sarò impeccabile, niente polemiche, non ho bisogno di sentirmi dire ancora quello che devo fare (cazzo lo so è che non voglio farlo!!), stringimi e basta, dimmi che non tornerò mai sugli stessi sbagli, che non farà più così male. Ieri mentre ero in palestra ho sentito questa canzone di Vasco..



E...
Vuoi da bere
Vieni qui
Tu per me

Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
con nessuna
resta qui un secondo

E...
se hai bisogno
e non mi trovi
cercami in un sogno


amo te
quella che non chiede mai
non se la prende
se poi non l'ascolto

E... uo... e....
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
forse lo so

E...
quando sento
il tuo piacere che si muove lento
ho un brivido
tutte le volte che il tuo cuore
batte con il mio
poi nasce il sole...

E... uo... e....
ho un pensiero che parla di te
tutto muore ma tu
sei la cosa più cara che ho
e se mordo una fragola
mordo anche te

uo... E...
sei un piccolo fiore per me
se l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
e ora lo so