venerdì 28 ottobre 2005

AI MIEI UOMINI


Non sto facendo nulla di utile questa sera, ma sono abbastanza malata per permettermi di farlo. Me no sto qui a cincischiare con il computer e sto rileggendo, contro ogni buon consiglio, le mail dei mesi e degli anni precedenti. Guardo le date di un anno fa… due…. Tre. Mi piace scoprire che chi mi ha scritto fa ancora parte della mia vita. Sono sensazioni strane fatte di amore, malinconia, dolcezza e ironia. Alcune di queste persone fanno parte della realtà, come il mio cow-boy, mio padre o i miei ex. Altri fanno parte di questo onirico mondo di parole volanti quale è il blog o la chat, parlo di Lapo o di Akira.



Penso di essere stata davvero fortunata con gli uomini. Mi trovo bene con loro e non solo perché sono ninfomane ;)! Sono un mondo strano, al quale non rinuncerei mai, nemmeno quando fa male. Mi sono accorta scrivendo questo pezzo che tutti gli uomini che per me sono importanti, hanno qualcosa in comune: la capacità di travalicare la mia maschera di forza ed esuberanza, hanno tutti saputo guardarmi in faccia e colpire diretti.



I miei uomini…. Dolcissimi e forti. Sensibili e silenziosi. Goffi e divertenti. Intuitivi ed intelligenti, comunicativi ma non banali.



perché sei un bel progetto di donna. perché sai quel che vuoi. perché sai dove vorresti trovarlo. perché hai un universo dentro, e non vedi l'ora di tirarlo fuori e regalarlo. perché sei concreta e sognatrice. perché sai che la vita è un gioco serio, che a giocarlo bene ti da tanto e a giocarlo male ti toglie tutto. perché hai qualcuno che ti ama e vuoi che lo faccia come sai. perché il mondo è tuo, e da domani lo sarà di più.” Ho letto queste parole così tante volte che forse un giorno ci crederò davvero, per ora mi fanno compagnia.



E non pensare di essertela cavata amore mio. Ho ancora la tua mail. Quella che ti ha reso speciale, allora e sempre. 01 aprile 2003, in pieno caos! Quando avresti voluto difendermi da tutto, ma mi hai lasciato fare le mie battaglie, da sola no, mai da quando ci sei. La vita è questa, puoi decidere di essere diversa (sarebbe un pekkato perchè sei stupenda), puoi decidere di modificare alcune cose per non commettere gli stessi errori (senza eagerare perchè rischi di perderti cose belle) ma non decidere di non essere, piangi, inkazzati, rompi qualcosa, sfogati e poi torna a sorridere perchè è quello che devi fare.”



E poi mi hanno fatto male i miei uomini, trovo le mail delle guerre, delle accuse e delle spiegazioni inutili. Ma lo rifarei. Rifarei ogni lotta, ogni fuga, ogni crisi, ogni sogno. Riprenderei tutte le botte, tutte le strade, tutti i treni. Perché quello che mi rimane oggi è ancora bello, è ancora gioia di ritrovarsi, è ancora “pulizia” ed essere speciali. Ho ancora tutte quelle emozioni che a spiegarle ti passano per matta, ma che dentro so che sono giuste e vere e va bene così.



Qualcuno di loro sarà nel mio futuro, al mio fianco, altri saranno lontani per scelta o per buffi casi della vita, Qualcuno di loro arriverà da me con un aereo, altri con una moto, con un messaggio, con una penna, ma tutti saranno i pilastri di questa nuova casa. E quando gli uragani della vita, mineranno la mia stabilità, sentirò la loro forza spingermi contro il vento e resteremo in piedi, uniti e insieme per i ricordi o per la vita, ma comunque e sempre speciali.



Grazie ragazzi!



Ritrovo alcune parole per me importanti. Queste sono di Lapo, un vecchio orso introverso (smack smack). Un uomo però che magari non risponde ai commenti, ma quando parla mira dritto all’obbiettivo con proiettili di emozioni e positività. Secco e forte come un buon whiskey di qualità.

giovedì 27 ottobre 2005

mi sono innamorata..... di mio marito..... del mio futuro marito. Così, non so se vi è mai capitato. Una persona che ti sta accanto, vorrei poter dire ogni giorno, che hai lì a portata di mano. Poi un giorno ti giri e la vedi davvero, e pensi "bhè non è davvero male". Così domenica mattina, mentre ci siamo svegliati e cercati con gli occhi ancora socchiusi, e poi abbiamo riso e tremato insieme. Siamo stati stretti e combattivi, sognatori e positivi, sempre in due. Troppo spesso parlo ancora dicendo "lui" e "me", ma lui mi insegna a parlare di "noi", quando dire "noi" significa essere insieme, nella buona e nella cattiva sorte, complici, compagni, complementi. Ci siamo baciati, di un bacio che sapeva di futuro.... di un bel futuro che per ora aspetteremo ancora un po'. Di un futuro che sa di orgoglio, dolcezza, novità, riscatto, crescita.


Spero che questo futuro ci aspetti davvero, che sia come lo stiamo disegnando, ma ho una piccola grande certezza in più: quella dei tuoi occhi, delle tue braccia forti intorno a me domenica, del tuo sorriso dolce e maturo.


Ti amo....

venerdì 21 ottobre 2005


"ARTE, ARTISTI, A REGOLA D'ARTE, ARTISTICO"



.... mi girano per la testa queste parole sta sera, non so bene se hanno forma, se vorrò dire qualcosa in merito, se le parole si infileranno una dietro l'altra come al solito. C'è un'artista sta sera in tv, lì da Celentano, quello che di cui parlavo non più di 3 post fa: Giorgio Secco. Lo vedo che ondeggia sui pedali, sembra piccolo in un contesto grande, ma lo riconosco e mi sento stupidamente emozionata per lui. Pensare che 20 giorni fa lo vedevo sudare davanti a me e mi sembrava grande, ora è un puntino lucido in uno studio enorme. Eppure lui è sempre lo stesso, è lo stesso impegno che ci mette, la stessa chitarra che suona, cambia solo contesto. Così mi chiedo, quando un'artista sente di essere bravo? Tieni ipnotizzato un locale una sera e presumo tu ti senta orgoglioso, io lo sarei...e invece no! Gli artisti sanno che possono fare di più, che una sera ben riuscita è divertente, ma quella canzone poteva essere migliore, quella poesia letta meglio, quella battuta recitata meglio. Ecco, questa sensibilità, questa continua ricerca di un miglioramento, di un nuovo impegno penso che sia la forza più grande di un artista. Un "non arrivare mai" che ti porta a toccare tutte quelle note della vita che puoi suonare solo se arrivi a godere di ogni emozione, di ogni ispirazione.



Mi manca non avere un mezzo artistico che mi rappresenti davvero, mi sento mediocre in tutto. Ho comprato la chitarra e il giorno dopo mi sono spezzata un tendine e non ho più avuto le palle di riprenderla in mano e imparare davvero. Volevo suonare "Circle" (edie brickell) in spiaggia, con il mare agitato e invece scrivo ad un pc nel mio studio giallo con la chitarra al mio fianco. Avevo iniziato a cantare, ma non ho avuto abbastanza costanza per imparare bene (e per sopportare il mio ex in sala prove ehheehhe). Non so disegnare, ho davvero un pessimo tratto e scarso senso delle proporzioni, e non credo che velare le pareti di casa si possa considerare un affresco epocale. Scrivo..si ... come farebbe una 16 enne in un tema. Non conosco la metrica delle poesie (a dire il vero la odio!!), non conosco le regole dello scrivere bene. Acquarello ogni tanto con le mie parole sensazioni che non voglio perdere, nulla di più. Mi piacerebbe recitare al Libero.... ma mi sono riempita così tanto la vita di cose razionali da fare che non ho tempo, un po' è la realtà, un po' è un alibi. Dico sempre che "un giorno farò", e quel giorno viene puntualmente rimandato per fare la spesa, compilare un bonifico, pagare una bolletta, pulire un tavolo. Però ecco, dentro io mi sento artista. Se non altro mi sento vicina alla loro sensibilità, al loro modo di vivere la vita “a regola d’arte”. Sento sempre dentro di me quel rantolio, quella voglia di guardare oltre la famigerata siepe, dietro gli occhi della gente, oltre le finestre delle case, immaginando e interpretando, romanzando quello che la vita, la strada, le persone mi ispirano in quel momento. E’ sicuramente un’arte che non lascia il segno, ma che voglio credere che esista in me. Forse non siamo nati tutti per essere John Lennon, ma possiamo sempre cantare le sue canzoni e sentirle un po’ nostre.



Ecco questa cosa che ho scritto, l’ho scritta sostanzialmente per me, ma anche per un’artista che sta sera è a casa, magari a prepararsi per domani, o almeno spero. Per un’artista che sente che “quella serata” poteva andare meglio e che pensa che può scendere da questo carrozzone e sedersi in tribuna. E’ una cosa che mi turba davvero, perché sono radicalmente convinta che non si possa smettere di essere “artista”. Sapere come emozionarsi ed emozionare è un qualcosa che non bisognerebbe sottovalutare e buttare via così. Per cui spero di vedere una DONNA domani sera, una donna fatta di emozioni, di grinta, di impegno e di cuore, per tutto il resto c’è il microfono e una spia che può funzionare o anche no, ma che sono solo strumenti nelle mani di un’artista.



…. Vorrei sapertela cantare ma so che tu capirai …. Notte piccola




p.s. scusate la “pesantezza di questo post”



 


Grandi strade piene
vecchi alberghi trasformati
tu scrivi anche di notte
perche' di notte non dormi mai,
buio anche tra i fari
tra ragazzi come te
tu canti smetti e canti
sai che non ti fermerai

caffe' alla mattina
puoi fumarti il pomeriggio
si parlera' del tempo
se c'e' pioggia non suonerai
quante interurbane
per dire "come stai?"
raccontare dei successi
e dei fischi non parlarne mai
e se ti fermi
convinto che ti si puo' ricordare
hai davanti un altro viaggio
e una citta' per cantare
alle ragazze non chieder niente
perche' niente di posson dare
se il tuo nome non e' sui giornali
o si fa dimenticare
lungo la strada
tante facce diventano una
che finisci per dimenticare
o la confondi con la luna
ma quando ti fermi
convinto che ti si puo' ricordare
hai davanti un altro viaggio
e una citta' per cantare
grandi strade piene
vecchi alberghi dimenticati
io non so se ti conviene
i tuoi amori dove sono andati
buia e' la sala
devi ancora cominciare
tu provi smetti e provi
la canzone che dovrai cantare
e non ti fermi
convinto che ti si puo' ricordare
hai davanti una canzone nuova
e una citta' per cantare

mercoledì 19 ottobre 2005

SULLA STRADA...... PROVINCIALE e non


taddaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.... ciao ragazzi son tornata. Lo so scrivo meno assiduamente ma in sto periodo sono incasinatissima: lavoro,corso,casa, moroso, famiglia, amici, me, ma per ora reggo:) Diciamo inoltre che sono fortemente delusa da voi avventori di questo blog che non avete commentato a dovere la bellissima foto della barbie hippye ma non vi fa impazzire?!???!!?!?!?! vorrei tornare bambina solo per fare i capricci e farmela regalare heheheheheh


Bene dunque che vi racconto? Ecco vi parlo della strada, come avrete capito dal titolo, più che altro perchè ormai son sempre al volante. Sempre noi, Brumilla (la mia auto) ed io. Abbiamo anche compiuto i ns. primi 80.000 km insieme. Ci pensavo l'altra mattina... per quanto io possa pensare di mattina. Ne abbiamo fatti un po' di danni in giro noi due. Le fughe a Cremona, le prove in autostrada, gli incidenti (mai per colpa nostra) e i baci dati in quella macchina, e i pianti fatti aggrappata al volante. La musica ascoltata, le amiche nella notte, mio nipote di giorno e il trasloco, mobili caricati, vestiti, ricordi, tutto lì dentro.


E poi serate come oggi, mentre tornavo da Milano. Ci siamo chieste io e Brumy, passi che uno si affianchi a sinistra, due corsie in viale Certosa sono normali, passi che lo scooter si affianchi a destra, passi pure che sul marciapiede ci sia il trans di turno (ma di martedì?!?!?!?! vabbhè), ma che un vecchietto con la faccia di Francesco Amadori e la verve di una salma mi si metta tra me lo scooter e il trans con la sua multipla vestita da taxi mi pare troppo!!! E poi ecco c'è questa cosa che le frecce non si mettono più. A che servono in fondo? Se sei in rampa e puoi andare a Varese o a Venezia o a Torino (o affa......) basta metterti in contatto telepatico con gli altri autisti e dire cosa hai intenzione di fare. Se poi sei un tir non ne parliamo!!!


Poi sabato invece mentre andavo al lavoro mi chiedevo (mentre convincevo le mie palpebre a non chiudersi) come cacchio si fa ad andare a battere alle 9 del sabato mattina! C'è la brina! Fa freddo e sta qua bella scosciata.... per me prostituirsi fa male, sai che raffreddore ti pigli...poi con l'influenza dei polli bisogna stare attenti agli uccelli selvatici! Ma mi chiedo ancor di più come fa uno sempre il sabato alle nove a fermarsi e rimorchiare la suddetta tipa! Cioè al limite per farlo di mattina ho bisogno di quell'oretta di coccole sotto il piumone, mai e poi mai, riuscirei a svegliarmi alle sette, mettermi la canotta celeste che sua moglie dice fa pendant con la camicia celeste e va al lavoro, teoricamente. No invece uno piglia e si ferma con il suo pic up a pagare una per farlo. Sarebbe troppo per le mie limitate capacità psicomotorie mattutine. Che poi pochi metri in là c'è il gruppo dei cospiratori. Quelli che si vestono da militari in pensione e vanno a sparare agli uccelli selvatici, secondo me dovrebbero abbassare il tiro che farebbero meno danni! Anche lì ti alzi, infili giacca, stivali e fucile e vai a giocare alla guerra con quattro cani e due amici, come se di gente che spara sparsa per il mondo non ce ne fosse abbastanza.


Insomma, sarà che non sono una scrittrice on the road, sarà che questo non è un romanzo, ma mi sento molto confusa su questa giungla che è la strada.


lunedì 10 ottobre 2005

Eccomi qui mentre Milano si vende a caratteri cubitali tra le scritte che, lampeggiando un po', si accendono dei loro neon scintillanti e si preparano ad una stanca domenica sera di famiglie chiassose e pizzerie affollate. Sempre qui, mentre Sartre riecheggia nella testa e gli autubus mi sfilano accanto mentre torniamo a casa. Si parla di LIBERTA' oggi. Cos'è la libertà? Chi è davvero libero? Cosa ci rende liberi? E proprio mentre il silenzio si riempe di ragioni e i pensieri aprono lentamente le persiane del mio passato, "Sally" inizia a volare nell'auto direzione cuore.


Guardo queste finestre di inizio tramonto che piano piano si accendono sulle vite dietro i vetri, e ricordo gli anni tarscorsi, quando passavo ore alla finestra della mia camera a contare le macchine che passavano sulla strada lì sotto. Immaginavo le vite dei ragazzi schiamazzanti, delle berline lussuose e delle utilitarie lente e mi sentivo intrappolata in quella mia prigione dorata. Ero troppo piccola, troppo amata, troppo ubbidiente.. forse troppo sbagliata. Riempivo le pagine dei miei temi condannando questa "società che ci tiene prigionieri" e poi ?... Poi sono cresciuta, ho creato la mia persona e la mia libertà. Oggi, passata la rabbia e l'impotenza dell'adolescenza, mi sento finalmente libera. E' questo quello che pensavo oggi a teatro(*). Pensavo che uno dei pochi nodi che sono riuscita a sbrogliare della mia vita, è proprio quello della libertà. Vivo nel paradosso di avere meno tempo libero, ma più libertà. Nelle mie giornate ho molte, forse troppe, cose da fare e certo sarebbe più comodo tornare a casa e trovare mamma che mi ha rifatto il letto e cucinato la cena. Ma essere padrona di me stesa, non dover cercare scuse per uscire, per non mangiare, o semplicemente per stare in silenzio, è un privilegio al quale non rinuncerei più. E come diceva Biagio (Antonacci) "non è mai stato facile, non è mai stato subito", ma oggi posso confutare la piccola Laura di qualche anno fa e dire che la libertà è una condizione mentale personale. Esiste la società ed esistono le regole, ma esiste altresì la forza per decidere di rispettarle (perchè condivise) o di realizzare la propria esistenza su altro binario. Non è stato facile decidere di non mollare tutto per vivere a Londra, ma è stata una mia libera scelta quella di restare, perchè amavo la mia famiglia, le mie radici e non sarei stata felice senza di loro. Non è stato facile scegliere la solitudine piuttosto che un vuoto matrimonio voluto ormai solo dagli obblighi e dalle pressioni, ma ho potuto scegliere di andarmene e così potrei fare altri mila esempi. Essere nella condizione di poter scegliere è l'essenza stessa della libertà. Ma per essere in tale condizione occorre essere una "persona" non un insieme di regole, utopie e aspettative. Ecco penso che "L'età della ragione" sia l'unica cosa che può rendere liberi di scegliere, di sbagliare o di fare centro, ma comunque LIBERI.



PEACE.....



(*) http://www.comune.milano.it/webcity/eventi.nsf/0/B6B66E750A7E95F6C1257091003DB67C?opendocument

martedì 4 ottobre 2005

E l'inverno musicale è iniziato proprio bene, non c'è che dire. Vox, nuova stagione, le stesse certezze. Ancora lui al mio fianco, ancora il passato alle spalle, ancora i Bradi ad accompagnare la mia vita. Lì seduta, tra la mia Ceres e i miei pensieri sono stata rapita dalla musica di Giorgio Secco(*). Non me ne vogliano gli altri, ma era da parecchio tempo che non lo sentivo suonare ed è stato davvero speciale. Quello che più amo della sua musica e del suo modo di suonare è che usa gli effetti per far "cantare" la sua chitarra, per raggiungere un suono pulito, intenso, appropriato e versatile e non per truccare le corde come vecchie puttane gracchianti. Segue l'anima del "legno" e lo plasma con tocchi agili e carezze decise. Lì sul palco, con gli occhi bassi mentre danza sui suoi pedali e poi torna a sudare e sorridere esplodendo in arpeggi e assoli intensi. E' ipnotico, enigmatico, protagonista ma riservato. Peccato non poterlo sentire fino a gennaio, vorrà dire che mi sorbirò Celentano pur di veder Giorgio nella sua trasmissione ;). Grandi, comunque, grandi tutti, sottoscrivo l'impressione che hanno avuto loro nel pensare che la serata al Vox sia stata speciale. E come sempre non poteva concludersi in modo migliore: la luce blu che si rifletteva sull'asta cromata del microfono, le note di Purple Rain, la voce di Fulvio e le braccia del mio cow boy che ballava con me, noi unici "e tutto il mondo fuori".....


(*) http://members.xoom.virgilio.it/giorgiosecco/




Tesoro, lo so, lo so che i tempi stanno cambiando


E' tempo di raggiungere,


ottenere qualcosa


.....


credo che dovresti chiudere la tua mente


e lasciare che io ti conduca nella pioggia viola ....



...e venerdì in Blous House ritornano anche i Cherry e la poesia continua.....


lunedì 3 ottobre 2005

Noi siamo liberi, ma in un mondo che ci vuole prigionieri. Un mondo che è quello che ci sta intorno e quello che ci portiamo dentro.” J.P.Sartre



se ci sono i biglietti vado a teatro domenica, non sto pensando in questo periodo, troppo presa da cose da fare. Mi manca pensare...vorrei che domenica piovesse. Vorrei sentire lo scroscio dell'acqua che batte sul tetto del teatro, vorrei mettere un maglione grosso e una sciarpa intorno al collo. Vorrei abbracciarmi le gambe e stare lì a guardare e pensare, emozionami e ritrovarmi