giovedì 28 dicembre 2006

Eccomi qui.... il Natale ha portato con sè una brutta notizia .... il nonno ha deciso di addormentarsi. I medici dicono che il suo cuore era stanco. A volte succede così. Dopo che hai vissuto lavorando tanto, dopo che nasci orfano, dopo che a sei anni fai il facchino e poi lavori lavori lavori, cresci 5 figli e una schiera di nipoti.. succede che una notte d'inverno il tuo cuore decide che è stanco e.... si addormenta. Silenzioso, dignitoso, dormi.


Riporto qui un racconto che avevo scritto qualche anno fa con lui e per lui... buonanotte nonno, salutami la nonna. Un dolcissimo abbraccio la tua "butea".



LA MIA PATENTE ERA LA PIU' VECCHIA



giovedì 21 dicembre 2006

COSE BELLE DEL MONDO


Tornare a casa la notte


che fuori c'è freddo.


Svestirmi e infilarmi nel letto.


Trovarti addormentato e caldo,


il volto disteso


e avere mille cose da dirti.


Raccontarti la mia giornata con i pensieri


e sentire le risposte nei tuoi sogni.


Appoggiare la testa sul tuo cuscino e sentirti respirare al mio fianco.


Alzarmi al mattino


e abbracciarti con gli occhi ancora addormentati e i capelli arruffati.


Sentire il tuo bacio dolce prima di uscire


"buona giornata piccola"


e sapere che lo sarà.


Ecco le cose belle del mondo.

martedì 19 dicembre 2006

lo so... imparerò... mi ci vuole solo un po' di tempo. Sono una patetica ottimista, mi aspetto sempre che le persone capiscano... e invece no... non sempre capita. Alle volte qualcuno lo perdi per strada. Magari proprio quello che non avresti voluto. Alle volte ti chiedi perchè e lo chiedi a lui. E allora ti spieghi, lo ascolti, pensi "ok ora è tutto passato", ti convinci che ha capito, che non ti deluderà più. Ecco è proprio qui che sbagli Laura. Il tuo limite, non è il limite altrui.


Sarebbe bello, come dice il Gibson, essere il duro della Roadhouse, la pupa e l'amico figo, ma alla fine del film, l'amico viene ucciso e al duro gli sfasciano la macchina e gli sparano.. insomma poteva andarci peggio


venerdì 15 dicembre 2006



.... Ho l'indirizzo della moglie di Antonio... le scriverò la lettera più di difficile che abbia scritto sin'ora.....

sono di corsa ma.....


wow le mie prime



20.000 volte!



Grazie!!!

giovedì 14 dicembre 2006

mercoledì 13 dicembre 2006

Questa mattina ho preso la macchina della mamma e subito dopo l'accensione son partite le canzoni di natale. Allora mi è venuto in mente quando ero alle elementari, quando c'era il maestro di musica.


Un tipo alto e robusto, la pelle olivastra e tanti capelli brizzolati sulla testa. Aveva la faccia severa e ci faceva alzare tutti dal banco. Le femmine da una parte, i maschi dall'altra. Ci dirigeva con la bacchetta e la faccia seria.


Di questo periodo c'era da preparare la recita di natale e lui ci insegnava i vocalizzi, e poi ore di solfeggi e la mimica facciale. Ci diceva che per saper cantare bisognava usare la bocca come una cassa armonica usanto le OOOO e le AAAA e la lingua che doveva battere a sottolineare i passaggi, come una bacchetta sul tamburo.


Alcuni noi aveva degli "strumenti" tipo i piccoli piatti o lo xilofono, io un utilissimo tringolo diiinnn. A me toccava il pezzo "A Te che sei del mondo il Creatore, mancan panni e fuoco, o mio Signore"... e cantavo con il mio grembiulino azzurro con il collo bianco, i capelli raccolti e le mani dietro la schiena.


Erano anni che non mi veniva in mente questa immagine.


Tu scendi dalle stelle,
o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo, al gelo.
Oh Bambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar
o Dio beato;
ah quanto ti costò l’ avermi amato!

A Te che sei del mondo
il Creatore, mancan panni e fuoco,
o mio Signore

Caro eletto pargoletto
quanto questa povertà
più m'innamora,
giacché ti fece amor
povero ancora!

martedì 12 dicembre 2006




E poi la mia brumilla s'è ammalata. Ha la febbre alta. L'ho portata subito dal dottore, sembrava un banale raffreddore e invece va in ebollizione l'acqua del radiatore. Potrebbe essere la testata. Occorre un ricovero.


Pensavo di tornare a casa con lei, piano piano senza affaticarla, niente prestazioni da gara per poi prendere a nolo la macchina di mamma. E invece sento il cow boy e mi dice "ferma tutto passo io, ti lascio la mia macchina e penso al resto".


Ma parlava con me? Da quando in quà c'è qualcuno che mi viene a prendere se resto in panne con l'auto? Mio padre mi ha sempre detto "prendi l'autobus sono al lavoro non posso mollare". C'è davvero qualcuno su cui posso contare? Davvero non sono più sola?


Mamma mia che strana sensazione!!! Bella... ecco sì direi bella... in modo sconcertante, ma bella... posso chiedere aiuto ... wow .....





Per la seconda volta nel giro di due anni mi trovo a licenziare delle persone. Due anni fa faceva male, perchè si chiudeva la ns. ditta, praticamente la terza sorella. E' stato più duro emotivamente, però la coscienza non mordeva più di tanto. Papà ha chiuso per stanchezza, perchè è un lavoro che ti spacca la schiena e farlo per 46 anni direi che è già un bel record. Poi siamo riusciti a ricollocare tutti i ns. uomini nel giro di una settimana. Adesso lavorano ancora tutti insieme presso un'altra ditta e sono parecchio quotati. Papà era un rompiballe spaventoso sul lavoro, però non era geloso, voleva che i ragazzi imparassero. Alcuni di loro sono entrati nella nostra azienda con i brufoli e la faccia da mocciosi e adesso hanno 40 anni, moglie e figli a carico. Erano al mio matrimonio, a quello di mia sorella 11 anni fa e alla festa per la pensione di papà con le loro Signore. Piangevano tutti è stato un momento davvero dolce per noi. Mia madre si sente ancora con le mogli. E c'è il Gabriele, che abita sui monti bergamaschi e ogni volta che andiamo a trovarlo non ci lascia più tornare.


Qui e adesso è diverso. Non è la mia azienda ma toccherà a me snocciolare i nodi dei licenziamenti. Per ora sono due che restano a casa, poi chissà. L'atmosfera è tesa, la situazione precaria. Girano i musi depressi delle grandi decisioni dolorose. Non sopporto la vecchia e consorte, ma capisco cosa stanno provando e, una parte di me, è sinceramente dispiaciuta. Certo, hanno fatto troppi errori che non si possono perdonare ad un imprenditore poi c'è il momento economico sfavorevole, l'allineamento astrale e chissà che altro. Mille i motivi, più o meno evitabili. E' che c'è stanchezza, tanta. C'è questa sensazione che ogni cosa che si fa sarà l'ennesimo buco nell'acqua.


I miei colleghi non paiono troppo preoccupati. Annunciano battaglia ma hanno già trovato alcuni agganci per nuovi lavori. O almeno è quello che dicono. Penso al loro mutuo da pagare, la macchina a rate, una vita a rate. Spero che l'anno nuovo porti di nuovo un'economia vivace in italia, e lavoro e nuova voglia di rischiare, di provarci, di tenere duro.



lunedì 11 dicembre 2006

Altro sogno assurdo sta notte... spiegarlo tutto sarebbe complicato... però mi è rimasto impresso l'ultimo pezzo: c'era da spartire l'eredità della nonna e la mamma spiegava al nonno che lo zio Giorgio aveva voluto che la mamma prendesse gli occhiali della nonna perchè, così diceva, "dava un'ucià a le fiole" (dava un'occhiata alle regazze).


giovedì 7 dicembre 2006

Sto per scrivere un post altamente impopolare, ma scusatemi, me ne frego! E' che mi son rotta le palle! Mi sono rotta le palle che mi si dica automaticamente LADRA solo perchè vengo da una famiglia di imprenditori. Perchè le tasse le paghiamo, e tante!!, e se qualcuno non lo fa, sono loro i ladri e non la gente che lavora facendosi un sonoro culo da mattina a sera.


Mi sono rotta le palle che se noi "ricchi" ci ammaliamo di anoressia, non meritiamo nessuna pietà. Anzi, che cosa abbiamo noi da lamentarci??? Ci sono persone che stanno peggio di noi, questo sì, ma il fatto che siamo ricchi ed imprenditori non fa di noi necessariamente dei bastardi che pensano solo alle proprie saccocce. Il fatto che non mettiamo stendardi alle finestre, o scendiamo in piazza a marciare, non significa che non facciamo nulla per chi ha bisogno di aiuto! Probabilmente significa solo che ce te lo teniamo per noi. E se stiamo male, siamo sempre e comunque PERSONE che hanno problemi.


Mi sono rotta le palle di essere sempre sottoposta a giudizi gratuiti quando, personalmente, penso di non essermi mai data delle arie o etichette. Ho sempre accettato le persone per quello che sono, anche viva dio, per le loro diversità, perchè mi piacciono e mi arricchiscono. Gradirei tanto ricevere in cambio lo stesso trattamento.


Se mi mettessi a ragionar per luoghi comuni scenderei veramente a dei livelli infimi di intelligenza. Scusate lo sfogo!!!


"Non ha occhi un ebreo? non ha un ebreo mani, organi, membra, sensi, emozioni, passioni? non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, non è soggetto alle stesse malattie, non è scaldato e gelato dalla stessa estete e dallo stesso inverno come un cristiano? se ci pungete, non facciamo sangue? se ci avvelenate, non moriamo?"

martedì 5 dicembre 2006

Lo so .. sto scrivendo solo cazzate ultimamente. Cose stupide, superficiali. E' che non voglio pensare. Avrei mille cose da risolvere, mille pensieri che mi girano per la testa e mille decisioni da prendere. Però non lo faccio, non lo vogio fare. Ho paura di mettere in discussione le cose. Sono stanca. Stanca di essere sempre al timone della mia vita.


Alle volte vorrei che la vita mi piovesse addosso, così, in modo naturale. Bagnarmi, sentire i vestiti completamente fradici appiccicati al mio corpo. Sentire i capelli colarmi sul viso. Così, semplicemente. Non pensare al trucco che cola, alla piega che si spiega, è la pioggia e non ci puoi far nulla.


Vorrei essere pioggia, temporale e tempesta irrefrenabile e vorrei rinascere fiume. Appartenere a quell'acqua che scorre lungo il suo percorso vecchio di secoli. Scavare la roccia, un piccolo canyon, lentamente ed immortalmente.


Vorrei creare un deserto con il logorio del mio passaggio, un deserto di terra infuocato ed immenso con un destino scelto per me.


E invece devio, costruisco sbarramenti, dighe enormi di acqua artificiale. Ed errori, almeno quelli reali. Errori che mi faranno perdere il controllo, che forzeranno le paratie, che inonderanno, trascinando via ogni cosa, ogni orto coltivato, ogni corpo desiderato...



lunedì 4 dicembre 2006

Ciao ragazzi eccomi qui, ho quasi evaso tutti i miei compiti... sono le 14.51 e sto già schiattando dal sonno ... per iniziare bene la giornata, mi crigiolerò nelle recensioni dei miei racconti su penna d'oca e poesie e racconti :)













Non conosco il racconto di Joyce "Eveline" ma il tuo brano è bellissimo ed anche se triste e malinconico riesce a dare al lettore mille emozioni contrastanti. La scioltezza di penna e l'ottima proprietà di linguaggio fanno il resto. Ciò che ne scaturisce è un piccolo capolavoro. Bravissima. (Nefti)


Ottimo racconto! Dalle prime parole già si entra nella storia che, pur se triste non lascia assolutamente angoscia anzi alla fine della lettura ci si ritrova sereni e colmi di speranza perchè Miranda finalmente prenderà la decisione giusta per la sua vita. Lo stile del racconto è molto scorrevole, le descrizioni sono ottime e talmente reali da far vivere, al lettore, la discussione e l'incidente insieme ai protagonisti. Complimenti! (Nefti)


difficilmente porto a termine la lettura di un racconto..qui..un pò per il tempo..un pò perchè nn posso portarmi il pc in treno..e leggerlo come fosse un libro..questo racconto però mi ha fatto venir voglia di aspettare la fine..molto ben scritto..complimenti..

sabato 2 dicembre 2006

Programmi del week end.....





SABATO MATTINA: LAVORO DALLE 9.30 ALLE 12.30


SABATO POMERIGGIO: SPESA+PULIZIE CASA+DOCCIA


SABATO SERA: CENA AGRITURISMO, CI TROVIAMO DA MARY ALLE 19.00



DOMENICA: ORE 12.00 CARLO A PRANZO (SVEGLIA ORE 8.30 PER PREPARATIVI)


DOMENICA POMERIGGIO: FIERA DELL'ARTIGIANATO CON GIBSON E CARLO


DOMENICA SERA: RIPASSO PER PREPARAZIONE A COLLOQUIO



LUNEDI: ORE 9.00 TAPEZZIERE PER MISURE TENDE/ZANZARIERE


LUNEDI: ORE 11.30 COLLOQUIO (FIFAFIFAFIFAFIFAFIFA)


LUNEDI: DALLE 14.00 ALLE 19.00 LAVORO


LUNEDI: ORE 20.00 CORSO DI SCRITTURA (1° LEZIONE PRIMO MODULO..SI RICOMINCIA)


LUNEDI: ORE 22.00 CENA CON DANIELE A MILANO



... MARTEDì .... DALLE 9.30 ALLE 19.00 LAVORO


ORE 19.01.... RICOVERO OSPEDALIERO PER CROLLO PSICOFISICO .....




venerdì 1 dicembre 2006

C'è l'ormoneterapia oggi in ufficio. Siamo tutti ormonalmente inquieti. Il mio collega s'è anche messo il profumo ai feromoni (come dice lui), è impossibile parlare senza finire sempre in un'allusione spinta. La Simo del corso vuole fare il racconto erotico, il Raf vuole Aldina con gli stivali sado. Potrei uscire di qui e sbranare un branco di lupi... cow boy preparati !!!


giovedì 30 novembre 2006

...e poi come fare a non crederci?... come dicevo è tutto il giorno che penso ad Anto. Lui ed io ci siamo conosciuti in ambito lavorativo... siamo stati colleghi.


Oggi pensavo a come aiutare sua mogli e sua figlia a sentire un po' meno la solitudine in questo primo natale senza di lui. Ci ho pensato davvero tanto.


Alle due ho sentito la canzone... la certezza che mi stava ascoltando....


... e poi 15 minuti fa mi ha chiamata uno studio di amministrazione condominiale. Ho il colloquio lunedì mattina....in uno studio che già mi conosce perchè qnni fa mio padre ha fatto dei lavori per i loro condominii. Ho mandato il curriculum due giorni fa. Il solo fatto che mi abbiano chiamato mi rende felice e non mi fa sentire incastrata in questo posto. Che sia un caso? Io pensavo di aiutare le persone che lui ama, e lui cerca di aiutare me....


io non credo lo sia...



E' successo ancora... pensavo ad Anto... è spuntata una canzone dolcissima dalla radio, l'intro di chitarra come piace a me e poi parole...


Ballando al buio


Stadio

Pensi all'amore
pensando a me
ti batte il cuore
dimmi perché
le paure che hai
i sogni incerti
non confonderti mai
saran tuoi sempre

Senti l'amore
stringiti a me
ti batte il cuore
dimmi perché
questo tempo per noi
e' poco e prezioso
passerà, prima o poi
e non tornerà
se ti stringo un po' di più
ballando al buio, in silenzio
il tempo, il tempo sorriderà
ballando al buio in silenzio.

Ti bacio piano
piccola mia
bacio il respiro
che porta via
le paure che hai
i sogni incerti
non li scorderò mai
saran per sempre
se ti stringo un po' di più
ballando al buio in silenzio
il tempo il tempo sorriderà
ballando al buio in silenzio
in silenzio...





Questa mattina ero in macchina, il sole caldo e la nebbiolina dei miei vetri sporchi. Sentivo il calduccio, pensavo ad Anto. Il calduccio dei suo abbraccioni e del suo sorriso. Pensavo mentalmente a tutti gli appuntamenti che avrò per il natale... lui non ci sarà. Quest'anno niente pranzo insieme.


Penso alla piccola, il primo natale senza papà....penso a S. spero tanto che riesca ad essere forte. Vorrei riuscire a scriverle qualcosa, farla sentire meno sola... ma come si fa? Niente potrà sostituire l'allegria di Anto, il senso di protezione che riusciva a trasmettere.


Ma che ti è venuto in mente Anto di sparire così? Ma son cose che si fanno?


Mi manchi.....


martedì 28 novembre 2006

E' qui.. l'ho visto, l'ho sentito. E' annidiato in qualche meandro oscuro di questo posto inospitale. L'ho visto planare sopra le nostre teste. Un volo pesante, goffo, rumoroso. Di quei voli che quando si schianta sopra qualcosa fa un rumore "coriaceo".


Abbiamo urlato isteriche l'architetto ed io.... Marco il nostro supereroe di fiducia a demolito mezza expo per trovare la nuova tana della besta insidiosa... tutto inutile.


Adesso lui è li pacifico che telefona, l'Archi ed io fingiamo di lavorare roteando gli occhi a 360° per monitorare la situazione. Lo sappiamo che è vicino... potrebbe toccarci... potrebbe sorprenderci... potrebbe ucciderci!!!!!!




.... HO SCELTO UN MARITO GIOVANE PER INSEGNARGLI A


NON INVECCHIARE INSIEME.....

venerdì 24 novembre 2006

HO IL TEDIO






















































RISULTATI in VOCABOLARIO ITALIANO
1) tèdio [dict.]:(pl. tèdi), s. m., senso di noia ...
2) tedióso [dict.]:agg., terribilmente noioso; che ...





Ho sicuramente il tedio. Non so se sia grave o meno. Sicuramente è una forma acuta. Ho il tedio, sento la febbrile voglia di scappare ovunque purchè lontano da qui.


Guardo fuori da queste pareti di vetro stipate di cazzate e vedo un paese grigio, buio, dormiente, inutile. Sento i brividi aumentare e il tedio sale.


Poi cerco un lavoro da fare, ma è rimasta solo fuffa che non voglio finire perchè poi dovrei tediosamente aggirarmi per l'expo declamando in aramaico antico che non ho più niente da fare qui. E la mia mente nervosamente, potrebbe iniziare ad analizzare tutto quello che di più utile e piacevole potrei fare in queste ore. Eccone una breve illustrazione: potrei fare sesso... potrei fare grandiosamente sesso, potrei leggere, potrei pulire casa, potrei sbattermi nell'idromassaggio e farmi circumnavigare da blu blu le mille bolle blu, cosparsa da una profusione di olii e profumini sparsi.


Potrei semplicemente spalmarmi sul divano con i piedi all'aria e guardare tutto quel trash che passa in tv e compiacermi della mia immobilità. Potrei ordinare una pizza con consegna a domicilo, restando sul mio divano come una naufraga sull'isola deserta.


O potrei girare per negozi mollemente e tranquillamente, spizzicando qua là oggetti inutili e colorati che probabilmente non comprerò.


E invece resto qui, in questa tecla di inutilità, circondata dalla saga dell'inutile con persone inutili e il tedio mi attanaglia. Il silenzio della noia è violentato dalla tediosa patetica vecchia malefica incapace di tacere.


Ho delle bolle sulla pelle, mi gira la testa, mi girano molto di più le palle, sono sintomi inequivocabili di una forma inguaribile di tedio... forse una speranza c'è... ma occorre pazientare ben altre due settimane... non so se riuscirò a resistere...



POSOLOGIA:


2/3 giorni in pieno relax, con telefoni spenti ed un'unico farmaco da prendere: il mio cow boy in ambiente idoneo http://www.hotel-kreuz.com/

giovedì 23 novembre 2006

HO SOGNATO MR. WHILE


... In effetti sono giorni che sogno Mr. While, ma sta notte è stato diverso. Le notti precedenti sognavo di litigare con lui e la cosa mi è parsa normale. Dev'essere colpa di quel rivolo di rabbia che è rimasto nei travasi di bile che ho patito a causa sua.


Però sta notte no, lui era triste. E' entrato nel mio giardino mentre il cowboy usciva per andare al lavoro. Era con lo stupido amico suo, il Doc. Mi guardava triste e mi diceva "si ogni tanto vengo qui nel tuo giardino a fumarmi una sigaretta".


Poi è entrato in casa, io appena sveglia. Lui girava triste, come se quella prima fosse la sua casa. Metteva in ordine mentre io bevevo il thè e lo fissavo. Il Doc stava seduto sul divano e guardava. Mi faceva una pena infinita. Io dicevo che lì non c'era più niente di suo, se non qualche maglietta e una camicia.


Siamo scesi nella cantina, nella mia zona era tutto in ordine, c'erano parcheggiati due autocarri piccoli. Nella parte di cantina che doveva essere "sua" c'erano ceste piene di biancheria da lavare. Io l'ho guardato e ho preso un paio dei suoi jeans e gli ho detto "ti lavo solo questi, il resto fallo lavare alla tua donna". Mi sono svegliata in pena per lui. La parte buona di me vorrebbe sapere se sta bene. La parte intelligente di me, dice che ho offerto fin troppo il fianco. Spero stia bene ma ... non è più un problema mio.

martedì 21 novembre 2006


AQUARELLI PADANI


...tornando verso casa...




Acquarelli padani,


balle di fieno appassite,


dormienti su campi arati.


Fronde pesanti


su orizzonti d'oro,


si stagliano su cieli liquefatti.


Strade che portano alle nostre case,


ritorni,


nell'abbraccio delle alpi infuocate


ai crepuscoli dei nostri usci.



(Laura ottobre 2006)

lunedì 20 novembre 2006

Ok ok dovrei essere punita per non aver scritto in questi giorni. In realtà ho lavorato ugualmente al blog, archiviando e sistemando un po' di materiale. Spero di riuscire a modificarlo nei prox giorni, cow-boy permettendo.


Però essere torturata mi pare troppo! E' da sabato che ho un mal di testa spaventoso (colpa di Ioria che è contagGGGiòso), ieri ho avuto la vitalità di una cozza nel mese di dicembre e adesso arrivo in ufficio e la vecchia malefica è presa dal sacro fuoco delle pulizie e sta passando l'expo con l'aspirapolvere. Se domani mi trovate in cronaca sapete il perchè!


Che poi dovrebbe usare la scopa ...come fanno tutte quelle come lei!




mercoledì 15 novembre 2006

martedì 14 novembre 2006








Caro Gibson Natale,

non sono mica tanto sicura di aver fatto la brava quest'anno.. no anzi, sono certissima di esserlo stata, ma volevo fare la ruffiana così magari mi porti qualche regalo in più e siccome sono anche stata onesta a dirtelo mi aspetto che tu dia il meglio di te.


A me mi piacerebbe ricevere:


- stivali/scarpine betty flowers le mie scarpine oohh yeeeee


- trattamenti estetici, ma all'ambra non dall'elide che mi rompe


- una coppia di akkappatoi enormi per noi due


- le tende della cucina nuove (che casalinga disperata)!!


- lustrini e paccottiglie di gioiellame che mi piacciono sempre


- profumo eau par kenzo



.... mi stavo scordando fondamentale la panca per addominali !!!!


- varie ed eventuali.


Null'altro avendo da deliberare, l'assemblea si scioglie alle ore 14.36


lunedì 13 novembre 2006


Ai miei due Angeli Matti...


...Stiamo diventando tutti un po' matti....




Sto guardando uno stralcio di "A night whit Queen" e mi vengono in mente tanti ricordi. Penso alle canzoni ad "Under pressure" o "The show must go on". Soprattutto ricordo il video di "I'm going slightly mad", ricordo quei pantaloni così larghi e quel viso così disegnato per sembrare ancora vivo. La morte di Freddie è stato un nuovo lutto in casa mia, giunto a breve distanza da quello più grande della famiglia.


Eppure la sua morte ha portato anche tanta energia. Mia madre, che da sempre amava quel mezzo pazzo, ha iniziato ad alzare il volume delle canzoni di Freddie che, in quei giorni, rimbalzavano in tutte le radio e tutte le tv. Il silenzio degli ultimi mesi iniziava ad essere forzato da una nuova rabbia di vita. Lei restava a casa sola e lui la faceva andare via, almeno per quei tre minuti di energia. Poi tutto tornava nel silenzio che però, poco a poco, iniziava a dissolversi.


Nonna mancava sempre tanto. Si intuiva un parallelo tra la malattia di Freddie e quella di nonna. Per entrambi la sorte aveva preparato malattie che ti mangiano e ti riducono la metà di quello che eri, che però non ti tolgono la voglia di rubare un'altro giorno alla vita, di farla franca e vincere il proprio destino, fosse anche per un'ultima canzone o un ultimo sorriso.


Penso che entrambi siano volati via nel modo che preferivano, uno tra le note e l'altra tra le braccia del suo "Nino".


Fu grazie a quella strana buona follia, a quei due Angeli Matti, che mamma trovò la forza per imparare a suonare a 40 anni. Trovò un maestro che la capì e lentamente iniziò a suonare il piano e a spegnere la malinconia... per pochi minuti prima, per qualche ora poi. Il dolore diventava lentamente musica. Restavano note incastonate nei ricordi e incise sul cuore, qualcosa dentro che era ancora stranamente Amore. Il regalo per il suo impegno a farcela, fu il concerto in memoria di Freddie tenutosi, niente meno, che il 20 aprile, giorno del compleanno di mamma. Per chi è stupido come me, che crede nei segni, questo fu un regalo giunto dall'alto. I tre matti uniti nella musica e io lì a cantare con loro, a piangere sì... ma anche a gridare e ridere.


Un giorno, poi, presi mamma e gli dissi "andiamo a vedere i voli per Londra". Lei era reticente, ma dentro la sua grande forza iniziava a farsi troppo irrequieta, e una voce continuava a ripetere "si...". Prendemmo i cataloghi, tornammo a casa, ne parlammo con papà che, al primo cenno, disse sì. Prenotammo. Io che parlavo poco inglese, nessuno dei tre aveva mai volato. Dicemmo sì!


Mamma aveva paura di stare male durante il volo, papà aveva paura che precipitasse (anche se non lo ha mai ammesso), io ero seduta in mezzo a loro ed ero decisa a portarli ovunque. Arrivati a Londra, la mia lingua si sciolse, capivo quello che le persone mi dicevano e loro capivano me... nella mia mente non c'era più solo "the pen is on the table". Riuscimmo a trovare la casa di Freddie. Rimanemmo tutti e tre impalati davanti a quella recinzione che avevamo visto in tv con la scritta "goodbye mr bad guy". Mamma piangeva... un po' tutti in realtà eravamo commossi. Mamma voleva firmare quella cinta... io avevo portato l'indelebile. Anche papà firmò. Poi arrivarono dei ragazzi napoletani e si arrampicarono sulla cinta e scattarono per noi qualche foto dell'interno.


Adesso la cinta è ripulita e i muri innalzati... ma questo è un altro squallido racconto che farò un'altra volta.


Poi penso alla rivalità tra Mr. Morgan While e il mitico Cesare. Sfida combattuta sull'intro di Innuendo, quell'assolo di chitarra che mi stregava e che mandava in escandescenza le due "prime donne della chitarra". Nessuno dei due avrebbe ceduto. Virtuosismi e steccature si sprecavano sulla spiaggia.


Le persone importanti della mia vita sono legate in qualche modo alle canzoni dei Queen.... inutile dire che il cow boy le conosce tutte a memoria... mi piace pensare che sia stato scelto per me dai miei due Angeli Matti....


Artista: Queen
Titolo: I'm Going Slightly Mad
Titolo Tradotto: Sto Diventando Un Po’ Matto

Quando la temperatura esterna sale
e il significato è oh così chiaro
Mille e una giunchiglie gialle
cominciano a danzare di fronte a te
Stanno cercando di dirti qualcosa?
Stai perdendo quell’ultima rotella
Semplicemente non sei in perfetta forma, mio caro
Ad essere sinceri non ho la minima idea di cosa sta succedendo

Sto diventando un po’ matto
Sto diventando un po’ matto
Alla fine è successo, successo

Alla fine è successo, oh-woh
Alla fine è successo, sono un po’ matto, oh caro!
Hahahahaha
Sono una carta fuori dal mazzo,
Non sono proprio in cattive acque
ma ad un’ondata dal naufragio
Non sono al mio meglio
Sto crollando con una febbre
Sono veramente in alto mare
Questa pentola sta traboccando
Penso di essere un albero di banane
[…]
Sto lavorando a maglia con un solo ferro
disfacendolo velocemente, è vero
Sto guidando solo su tre ruote, in questi giorni
Ma mio caro, tu cosa ne pensi?
Sto diventando un po’ matto
Sto diventando un po’ matto
Alla fine è successo, successo
Alla fine è successo
Sono un po’ matto
Sono proprio un po’ matto
E l’avete voluto voi!



domenica 12 novembre 2006

Vestitino nuovo per il mio blog.


C'è ancora qualcosa da sistemare... ma che ne dite?



Grazie al mio cow boy per il lavoraccio domenicale :)

venerdì 10 novembre 2006



La Vale mi ha fatto venire in mente una cosa. Preparate fazzoletti, numero del dentista e siringhe di insulina.



Ho realizzato adesso che questa sarà la prima mattina di Natale che non passerò nella casa dei miei. Non ci sarà papà a “suonare” astro del cieeeeellll per darmi la sveglia, ad oltranza, tipo 8 volte… con la tastiera Bontempi che ci ha regalato quando eravamo pargole….un supplizio che è talmente tanto supplizio che è diventato l’unica cosa che mia sorella ed io consideriamo “sveglia di natale”.



Però ci sarà mio marito, che devo ammetterlo, al mattino dà il meglio di sé in fatto di dolcezza. Era mattina anche quando mi ha chiesto di sposarlo…


Da quest’anno inizieremo una nuova tradizione. Nuovi riti che trasmetteremo ai nostri figli, gli stessi che ci sfotteranno per i prossimi decenni per le nostre tradizioni.



E’ un nuovo inizio davvero! E mi spiace per la Monica, c’ho provato a non farmi piacere il Natale… ma non ce l’ho fatta. Non riesco a rinunciare a mamma che inizia a chiedermi cosa può cucinare già all’8 di dicembre, fermo restando che il menù resterà chiaramente invariato nei secoli dei secoli amen. Non riesco a rinunciare a cantare Happy xmas mentre addobbo l’albero e metto le lucine alle finestre. E non ce la faccio a resistere a impacchettare i regali con la stessa carta, a mettere fiocchietti birluccicosi, a scrivere lacrimevoli bigliettini d’auguri, a girare per negozi pensando e sperando che il mio regalo possa piacere alla persona che lo riceverà.



E poi pranzare insieme nel soggiorno, vedere la tavola apparecchiata con il raso blu e i bicchieri di cristallo. Vedere il piccolo impazzire nello scartare qualunque cosa, vedere il mio cow boy che lo aiuta a montare quei giochi, e vedergli spuntare il faccino da bimbo nascosto che ogni tanto mi regala.



Entrare in cucina ed essere proiettata nella casa di marzapane, con piatti colorati e un profumo di mamma che aleggia nell’aria.



E probabilmente sì, è tutto un commercio e c’è tanta speculazione. Però quello è fuori dalla porta e sta a noi scegliere. L’importante è quello che c’è dentro le nostre mura e io sento già arrivare da lontano l’eco delle canzoncine della mia infanzia……





giovedì 9 novembre 2006


E ME LO MERITO ....MERITO IO!!!!








Io ho una madre. Una madre fantastica, premurosa, efficiente. Mia madre mi assilla da due anni per aiutarmi con i lavori domestici. Oggi, 09 novembre 2006 ho ceduto. Ho portato 3 camice e delle lenzuola da stirare. Sono caduta sotto i colpi del tempo mancante e del sonno incombente.


E' che mamma non stira e basta. Mamma analizza,inamida, appende, elabora, rammenda.... Già mi vedo container di abiti consegnati a casa mia con un servizio 24H cargo-casa mia e ritorno. Però sono stata subdola, le ho portato solo le camice di mio marito, così so già cosa gli regalerà a Natale, "no perchè ho visto che il collo era un po' consumato allora ho pensato di regalare 85 camice di ricambio".


Ma dirò di più...la resa è ormai irrefrenabile ... Penso che le chiederò di ritirare il vestito da sposa che giace abbandonato da mesi in tintoria.


E' la fine di un'era.....ma sempre meglio della mia fine!


quasi quasi......


Cantine e segreti della Barbera
La conoscenza diretta delle cantine ha una fascino tutto particolare da queste parti. Qui si consiglia di visitarne alcune che si trovano nel sud della provincia. Il primo paese che si incontra scendendo da Asti è riconoscibile immediatamente per il suo bellissimo castello. Il maniero del XIV secolo di Costigliole d’Asti, di proprietà di un illuminato vigneron locale, il marchese Asinari, acquisì notorietà internazionale nell’Ottocento, quando vi prese dimora la contessa di Castiglione, così seducente che venne mandata da Cavour alla corte di Napoleone III per ingraziarselo.











Il castello di Costigliole dâ??Asti

Il castello di Costigliole d’Asti



Oggi gestito dal Parco culturale del premio Grinzane Cavour (per le visite, tel. 011.81.00.111.), ospita al primo piano la scuola di cucina internazionale Italian Culinary Institute for Foreigners e alcuni eventi culturali, mentre gli altri piani, in restauro, saranno sede del Museo dei paesaggi tra un paio d’anni. Indiscussa primadonna di Costigliole - che vanta il primato di comune piemontese con maggior numero di ettari vitati - resta tuttavia la signora in rosso: la Barbera. La Cantina dei Vini-Enoteca del Barbera, nell’ottocentesco palazzo comunale, vende al pubblico 350 tipologie di questo vino che per variazioni di microclima e differenze nel terreno può essere molto diverso da una bottiglia all’altra. Nei locali attigui all’enoteca si trova il museo Barbera, paesaggio e civiltà naturale, dove si può scoprire, per esempio, che ben dieci Doc hanno per base questo vitigno, almeno all’85%, o che la varietà di Alba è ben diversa da quella dei Colli Tortonesi. Costigliole d’Asti fa parte della Comunità collinare tra Langa e Monferrato, a cui aderiscono alcuni paesini che preservano la cultura e le tradizioni tipiche











La Barbera d'Asti

La Barbera d'Asti



delle colline, in dialetto i “bricchi”. Tra i più pittoreschi c’è Calosso, riconoscibile dalla strada per la sagoma del suo maniero, accessibile da maggio a ottobre durante la rassegna Castelli aperti. Di questo paese non colpisce solo ciò che appare: le viette in salita del borgo storico o il panorama delle colline color ruggine al tramonto. Sorprende ancor più il suo volto sotterraneo, quello dei crotin, ovvero le antiche cantine sotto le abitazioni private. Durante la Fiera del Rapulè, a ottobre, questi cunicoli accolgono migliaia di visitatori che possono assaggiare piatti tipici come i dadini di pollo accompagnati dalla salsa di peperoni e fichi, ma anche ascoltare i racconti degli abitanti di Calosso che vi nascondevano le provviste in tempo di guerra (per informazioni: tel. 0141.85.31.26). Chi volesse provare l’esperienza della vendemmia, a fine manifestazione può raccogliere gli ultimi grappoli, i rapulin, e cimentarsi nella tradizionale pigiatura con i piedi nella piazza principale. Tutto l’anno, invece, si può visitare una di queste gallerie presso la Crota ’d Caloss, enoteca comunale la cui cantina è sita sotto il municipio.

martedì 7 novembre 2006



Ok, inizierò un'altra volta a non parlare del mio passato! Oggi ho ricevuto il messaggio della mia Prof.ssa, dolcissima anche nella segreteria telefonica. Verrà da me sabato pomeriggio a bere il thè, come le signore di una volta.


Saremo nel mio salotto, con il sole che filtra dalle finestre, sedute tranquillamente sul sofà a sorseggiare thè. Le mostrerò il mio studio e magari qualche scritto. Parleremo veloci, siamo due maestre in questo, e ci racconteremo in pochi minuti almeno un paio di vite. Le parlerò del corso di scrittura, mi darà qualche buon consiglio e sarò ancora la sua alunna preferita. Sentirò ancora il calore delle sue speranze su di me e forse ritroverò un po' di fiducia.


Tirerò fuori il servizio da thè azzurro, che si abbina all'organza dei sovratenda e della tovaglietta da merenda. Comprerò i dolcetti nella miglior pasticceria della zona. Le mostrerò il mio nido e la sentirò ridere alle mie spalle. Guarderemo il video del matrimonio, dove si vede il nostro abbraccio e lei che quasi era più emozionata di me... bhè ho detto quasi!


Ho bisogno della sua positività in questo momento. Mi ha sempre capita, anche quando mi coprivo di silenzio, ho sempre studiato tanto con lei e per lei, non sopportavo di deluderla. Abbiamo lavorato insieme alla scoperta di Leo (pardi). Il giorno della maturità è uscita dall'aula, dopo l'esame, mi ha abbracciata e mi ha baciata, era orgogliosa di me e del successo ottenuto insieme... 10 all'orale di letteratura!


L'ho sempre portata nel mio cuore, lei ha sempre capito quello che era giusto fare. Nel '66 è stata un "Angelo del fango" a Firenze, direi che lo è stata anche con me, mi ha sempre salvata, ripulita e sostenuto nei miei momenti bui.


Mi piace pensarla come la mia personale "maestrina dalla penna rossa" ...come nel libro Cuore.


"Ma ce n'è un'altra che mi piace pure: la maestrina della prima inferiore numero 3, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guancie, e porta una gran penna rossa sul cappellino e una crocetta di vetro giallo appesa al collo. è sempre allegra, tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per impor silenzio; poi quando escono, corre come una bambina dietro all'uno e all'altro, per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell'altro abbottona il cappotto perché non infreddino, li segue fin nella strada perché non s'accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa, porta delle pastiglie a quei che han la tosse, impresta il suo manicotto a quelli che han freddo; ed è tormentata continuamente dai più piccoli che le fanno carezze e le chiedon dei baci tirandola pel velo e per la mantiglia; ma essa li lascia fare e li bacia tutti, ridendo, e ogni giorno ritorna a casa arruffata e sgolata, tutta ansante e tutta contenta, con le sue belle pozzette e la sua penna rossa. è anche maestra di disegno delle ragazze, e mantiene col proprio lavoro sua madre e suo fratello."


lunedì 6 novembre 2006









“Alluvionamento emozionale”



C'è una frase che mi gira in testa da martedì scorso: "non devi giustificare il presente con il passato". E’ vero, quando mi svelo parlo sempre del passato, come a cercare un po’ di compassione per non farmi attaccare ancora.



Ma se parlassi della me di adesso, cosa racconterei? Che immagine ho in questo momento? Fuori sono una palla luminosa che ride sempre, probabilmente troppo. Sarcastica, a volte cinica, disillusa. Questa è la mia crosta, quella cosa dura e ruvida che mi sono ben bene costruita per tener lontane le cattiverie. La gente vuole che sia stupida e incasinata? “Bhè che credano quello che vogliono”, ho sempre pensato. Ma se ora non fosse più così? Se avessi voglia di essere apprezzata per quello che c’è sotto questa crosta dura? Cosa avrei da offrire?



Una volta ero sicura di me, delle mie scelte. Avevo un lavoro di cui ero orgogliosa, che mi impegnava tanto e mi sentivo brava in quello che facevo, indispensabile, attiva, decisa, innovativa. Mi sentivo bella, forse senza ragione, ma quando uscivo di casa, pensavo che comunque avrei fatto colpo. E mi sentivo “artistica” perché mi piaceva scrivere e parlare di cose “importanti”. La verità è che frequentavo persone che non condividevano e non avevano conoscenze in materia, quindi sembravo l’oracolo quando parlavo.



E oggi, cosa potrei raccontare se mi chiedessero “chi è Laura oggi”?



Oggi ho un lavoro che mi toglie ogni buon proposito e ogni energia. Ho un nuovo lavoro da iniziare da sola, sola davvero questa volta, e mi sento smarrita, insicura. Vorrei avere la forza che ebbe mio padre, mollare tutto e ricominciare. Ieri mi raccontava che la notte non dormiva, tormentato dal tarlo del farsi un futuro da solo. Io invece dormo, dormo sempre. Probabilmente dormo per non pensare. Ogni volta che mi guardo allo specchio e penso “Ok Laura si parte”, mi vengono mille dubbi, mille perplessità, non mi sento pronta. Così come non mi sento pronta per altre cose fondamentali, tipo fare un bimbo. Ma forse anche questo non è corretto…ho solo paura di decidere. Questa mia "crisi" non ha a che fare con il mio cow-boy, è una cosa mia. Forse Lapo mi dirà che l'essere sposati è anche non avere "crisi di proprietà esclusiva", ma io resto sempre una persona, non un ruolo, una moglie, una figlia o altro. Qui si parla di Laura e basta. Non dei ruoli che ho nella vita altrui. Se voglio poter dare, ho bisogno di avere qualcosa da dare.


E anche per il corso di scrittura… partire, morire, continuare, mollare. Mi sento la versione stupida, moderna e femminile di Amleto.


Nel frattempo vago isterica, intollerante alle brutture umane e sensibile ad ogni carezza. Sicuramente un buon modo per impazzire.



Potrei raccontare davvero questo di Laura? Lasciare che altre opinioni e “spassionati consigli” allarghino il fiume delle mie insicurezze. Forse è meglio raccontare la Laura che ero, e nascondere ancora sotto una crosta dura, questa Laura fragile. Rischio “l’alluvionamento emozionale”.





In bilico
tra santi e falsi dei
sorretto da
un’insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio
ad asciugar
parole
che oggi ho steso
e mai dirò

non senti che
tremo mentre canto
nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai

in bilico
tra tutti i miei vorrei
non sento più
quell’insensata voglia
di equilibrio
che mi lascia qui
sul filo di un rasoio
a disegnar
capriole
che a mezz’aria
mai farò

non senti che
tremo mentre canto
nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai

in bilico
tra santi che
non pagano
e tanto il tempo
passa e passerai
come sai tu
in bilico e intanto
il tempo passa e tu non passi mai

nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai!







domenica 5 novembre 2006

comunque.....


ERA TUTTO BUONO....




ANZI.....




BUONISSIMO!!!!!!!

sabato 4 novembre 2006

E' da pervertita pensare che FASO di ELIO E LE STORIE TESE sia figo? ... devo smetterla con le invasioni



venerdì 3 novembre 2006

ok ok sono un'inguaribile ignorante.... però non è che aiuta a comprare allegramente un libro quando leggi:



"La Vita


Fedor Michajlovic Dostoevskij nacque a Mosca il 30 ottobre 1821, secondo di sette figli, da Michajl Andreevic, medico di origine lituana che ha ottenuto un posto e un alloggio presso l'ospedale dei poveriin uno dei quartieri più squallidi della città, e Marija Fedorovna Necaeva, proveniente da una famiglia di commercianti.


L'atmosfera in casa Dostoevskij è opprimente e i bambini hanno un'infanzia infelice., nonostante il carattere semplice e allegro della madre che ama la musica e legge Puskin e Zukovskij.


è la madre che insegna a leggere al piccolo Fedor: la Bibbia e soprattutto il libro di Giobbe è la sua lettura preferita...."


Allora intanto ti chiami FEDOR il che significa che o diverrai un grande scrittore o verrai sfottuto per l'intera esistenza .... e non potrai nemmeno lagnarti della cosa. Vivi in uno dei posti più sfigati della Russia. Non solo, nasci durante L'INVERNO RUSSO quando ancora non esiste riscaldamento o qualunque altra comodità. Non contenta la madre, la stessa che ti ha chiamato FEDOR, ti legge che cosa???? La Bibbia chiaramente!!! Il che significa che verrai perseguitato per il resto dei tuoi giorni... direi che sei stato proprio un figlio ben voluto!


All'età di 16 anni rimani orfano di madre, che chiaramente muore per una malattia devastante, perchè più pessimismo e fastidio c'è, più siamo contenti.


A 18 anni muore anche il padre. Mi pare giusto! Però Fedor è forte e molto dotato. Per questo riesce nonostante le mille insidie e a finire gli studi e a trovarsi un lavoro…. Chiaramente Lo stipendio è miserabile ed inoltre comincia in questo periodo la sua passione per il gioco; nelle situazioni più disperate è capace di giocare e perdere migliaia di rubli, dannandosi l'esistenza per far fronte ai debiti, alle cambiali e agli usurai” …. Mi sembra giusto!


Però… c’è un però… a 23 anni è scrittore! E qui standing ovation… non c’è che dire. E qui mi si segna la svolta … finalmente un po’ di fortuna nella vita di questo genio della letteratura.



Passano gli anni … 5 per l’esattezza… 5 anni di gioia e gaudio che si concludono in che modo secondo voi? Chiaramente con la pena di morte mediante fucilazione! Però, la fortuna è scritta nel dna di questo giovane dotato, quindi la pena viene commutata in lavori forzati…in Siberia chiaramente, cosa pensavate ai caraibi?



Però poi sconta la pena, viene inviato al confine cinese come soldato semplice, si innamora di una donna, sposata chiaramente perché mica poteva essere una roba semplice. Però la fortuna è davvero amica di Fedor, quindi schiatta anche il marito della donna amata… E qui sorge un dubbio, ma com’è che parecchia della gente che gli sta intorno muore? Bhà, dettagli!



Da qui la sua vita migliora. Ha amicizie importanti, pubblica parecchie opere, chiaramente portando avanti problemi di salute e continuando ad essere sorvegliato dalla polizia segreta.



A 42 anni muoiono nel giro di poco moglie, fratello e migliore amico…STRIKE!


Finalmente sta scrivendo la sua migliore opera, "Delitto e castigo".. che però viene bruciata.



Dal 67 al 72 una sfiga finanziaria dietro l’altra. Però sposa la sua stenografa, ci fa una figlia che… indovina indovinello?!?!? Muore! Chiaramente! E lì è un turbinio di figli: ne nasce un’altra ma gli muore il figlio maschio.



Sopravvive a tutta questa sfiga e muore a 60 anni… praticamente un vecchio, un uomo da guinnes!


.... Ma non è che porterà sfiga comprarmi il suo libro domani?!?!?!



http://www.geocities.com/goljadkin/biograf.htm

Certo che svegliarsi al mattino e trovare una mail del genere, rende il venerdì meno duro



"Piu' ti leggo e piu' mi stupisco dei tuoi dubbi. I tuoi racconti hanno una liricita' che li rende delle poesie in prosa"



adesso ci vuole proprio un bel marocchino per coronare questo inizio di giornata



martedì 31 ottobre 2006

Ho pranzato dai miei oggi. Avevo un orecchino da disinfettare, così ho rubato, come facevo quando quella ancora abitavo lì, il profumo di papà. Poi sono uscita di corsa per tornare al lavoro.


Mentre guidavo sentivo intorno a me il suo profumo. Mi sono ricordata quando la sera passava a darmi la buona notte e, sfiorandomi la guancia, mi lasciava un po' del suo "sapore" sulla pelle. Ho sempre scelto io i profumi per lui. Il mondo di papà è fatto di poche cose che si imprimono nel dna: le mani forti e ruvide, il suo profumo sulla guancia, i discorsi fatti in silenzio, i gesti d'intesa.


Alle volte la loro mancanza si struttura in un nodo in gola che per un attimo non mi fa respirare. Poi torno a correre via... loro mi pensano... io li penso.









Chi come me ha passati Dark, qualcosina di queste leggende aveva già masticato anni or sono.... per gli altri, ormai invasi da dolcetti e scherzetti, ho postato qui sotto le principali leggende legate a questa festa..... che non è un'invezione americana ma, come la maggior parte delle americanate, ha origine da antiche leggende europee... un po' di sano campanilismo...


La parola ha origini cattoliche
Nella tradizione Cattolica, infatti, a molti Santi viene dedicato un giorno particolare del calendario Cattolico, ma il 1°novembre è il giorno nel quale vengono festeggiati tutti i Santi. Il giorno dedicato ad "Ogni Santi" (in inglese All Saints’Day) aveva una denominazione antica: All Hallows’Day.
Presso i popoli dell'antichita' la celebrazione di "Ogni Santi" iniziava al tramonto del 31 ottobre e pertanto la sera precedente al 1° Novembre era chiamata "All Hallows’ Eve" (Eve significa vigilia), ma anche "All Hallows’Even" ( Even significa sera) che venne abbreviato in Hallows’Even, poi in Hallow-e’en ed infine in Halloween.












La celebrazione di Halloween tuttavia ha origini pagane molto più remote e pone le sue radici nella civilta' Celtica. Infatti gli antichi Celti che abitavano in Gran Bretagna, Irlanda e Francia festeggiavano l'inizio del Nuovo Anno il 1°Novembre: giorno in cui si celebrava la fine della "stagione calda" e l’inizio della "stagione delle tenebre e del freddo".

La notte tra il il 31 ottobre e il 1° Novembre era il momento piu' solenne di tutto l’anno druidico e rappresentava per i Celti la piu' importante celebrazione del loro calendario ed era chiamata la notte di Samhain. Tutte le leggende piu'importanti in cui si narrano cicli epici, antiche saghe, grandi battaglie e si racconta di re e eroi, si svolgevano nella notte di Samhain. Molte di queste leggende riguaradavano la fertilita' della Terra e il superamento dell’oscura stagione invernale. Per questo motivo si attendeva la meta'piu' buia dell’anno con grande timore e si celebrava con rispetto cosmico, terrore e panico l’inizio del regno semestrale del Dio delle Tenebre: Samhain (Samain, Samhuin).
In verità non esistono testimonianze archeologiche o letterarie per poter affermare esattamente se Samhain indicasse solamente un periodo dell’anno o fosse una divinita'.
Per i Celti, che erano un popolo dedito all’agricoltura e alla pastorizia, la ricorrenza che segnava la fine dei raccolti e l’inizio dell’inverno assumeva una rilevanza particolare in quanto la vita cambiava radicalmente: i greggi venivano riportati giu'dai verdi pascoli estivi, e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali passando il tempo a raccontare storie e a fare lavori di artigianato.










I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno (31 Ottobre) Samhain, Signore della Morte, Principe delle Tenebre, chiamasse a se'tutti gli SPIRITI DEI MORTI e temevano che in tale giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese, permettendo al mondo degli spiriti di unirsi al mondo dei viventi. I Celti infatti credevano che i morti risiedessero in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge e ritenevano che a volte i morti potessero soggiornare assieme al Popolo delle Fate nelle collinette di cui il territorio scozzese ed irlandese è contornato.

Una leggenda riferisce che tutte le persone morte l’anno precedente tornassero sulla terra la notte del 31 ottobre, in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno prossimo venturo. Cosi' nei villaggi veniva spento ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni venissero a soggiornavi. Questo rito consisteva nello spegnere il Fuoco Sacro sull’altare e riaccendere il Nuovo Fuoco (che simboleggiava l'arrivo del Nuovo Anno) il mattino seguente. I Druidi si incontravano sulla cima di una collina in un’oscura foresta di querce (albero considerato sacro) per accendere il Nuovo Fuoco e offrire sacrifici di sementi e animali. Danzando e cantando intorno al focolare fino al mattino, si sanciva il passaggio tra la stagione solare e la stagione delle tenebre. Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico. Spegnere il fuoco simboleggiavava che la metà oscura dell’anno (quindi la morte) stava sopraggiungendo mentre l’atto di riaccenderlo era simbolo di speranza e di ritorno alla vita, dando cosi'a questo riuto la rappresentazione ciclica del tempo.










Alcune leggende narrano di come i Celti bruciassero coloro che ritenessero"posseduti" come avvertimento per gli Spiriti.
Gli spiriti maligni potevano infatti prendere forme differenti,
anche di animali, la più malvagia era quella di GATTO.

Quindi al crepuscolo veniva riacceso il fuoco con il quale si bruciavano offerte, si facevano scongiuri e si lanciavano incantesimi per allontanare dal villaggio le anime dei morti, e guidarle nelle Terra dei Morti. Infatti gli antichi Celti temevano specialmente il momento del crepuscolo poiché credevano che gli spiriti potessero vagare sulla Terra. Con il loro aiuto Samhain (la terribile divinità della notte) avrebbe potuto imprigionare e uccidere il Sole, senza il quale tutto sarebbe tutta la vita sarebbe terminata.
Era quindi necessario offrire dei sacrifici per placare gli spiriti erranti e per ossequiare la divinita'.Un’ antica leggenda medievale riporta che in Irlanda al tempo di San Patrizio in un luogo denominato Mag Sleht ogni primogenito fosse sacrificato nella notte di Samhain in onore di Cromm Cruac che era una divinita'maligna.










L'usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween, nasce dalla tradizione che i Celti avevano, dopo il rito dei sacrifici nella notte del 31 Ottobre, di festaggiare per 3 giorni mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere grottesche ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui intorno erano poste le braci del Fuoco Sacro.


In Scozia la notte di Samhain le persone seppellivano pietre nella terra che venivano ricoperte di cenere e vi venivano lasciate sino al mattino suceccsivo. Se al mattino una pietra era stata smossa, significava che la persona che l’aveva seppellita sarebbe morta entro la fine dell’anno.











Nella tradizione celtica non esistono ne'diavoli, ne'demoni, tuttavia le Fate erano spesso considerate ostili e pericolose dagli uomini che erano risentiti del dover codividere con loro le proprie terre. Le leggende narrano che nella notte di Samihain le Fate sono solite
fare alcuni "SCHERZETTI" agli umani, portandoli a perdersi nelle "colline delle Fate"dove rimanevano intrappolati per sempre. I Celti quindi, per guadagnarsi il favore delle Fate erano soliti offrire loro del cibo o latte che veniva lasciato sui gradini delle loro case.

Un'altra origine del detto "TRICK OR TREAT" si fa risalire quando i primi cristiani, in cammino da un villaggio all'altro, elemosinvano per un pezzo di "dolce dell'anima", che altro non era se non un pezzo di pane. Piu' "dolci dell'anima" una persona riceveva, piu' preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia che aveva a lui donato il pane. Infatti a quei tempi si credeva che i defunti potessero giungere al Paradiso non solo attraverso la preghiera dei propri cari, ma anche degli sconosciuti.







E' proprio da queste leggende che ha origine il famoso gioco del "TRICK o TREAT" (Scherzetto o dolcetto) nella quale i bambini
travestiti con maschere e costumi "mostruosi e terrificanti" vanno di casa in casa, chiedendo dolcetti o qualche moneta.
Se non ricevono niente, possono giocare un brutto scherzo ai proprietari di quella casa, come svuotare la pattumiera nel giardino o attaccare lattine vuote al tubo di scappamento dell’auto.


Quando durante il primo secolo i Romani invasero la Bretagna vennero a contatto con queste celebrazioni. Anch'essi intorno al 1° Novembre onoravano Pomona, la dea dei frutti e dei giardini. Durante questa festivita' venivano offerti frutti (soprattutto mele) alla divinità per propiziare la fertilità futura. Con il passare dei secoli il culto di Samhain e di Pomona si unificarono, e l’usanza dei sacrifici fu abbandonata, lasciando al suo posto l'offerta di effigi da bruciare e l'usanza di mascherarsi da fantasmi e streghe, divenne parte del cerimoniale.
Malgrado l'avvento del Cristianesimo queste tradizioni erano molto radicate nella popolazione e pur essendovi molte persone convertite alla Chiesa cattolica, l’antico rito celtico-romano rimase.











Nelle altre aree d'Europa in cui la popolazione era prevalentement pagana si credeva all’esistenza delle streghe e della stregoneria. Uno degli aspetti piu' importanti della stregoneria era la celebrazione del SABBATH DELLE STREGHE. I Sabbath piu' importanti erano due il 30 Aprile e il 31 Ottobre. Il 30 Aprile era celebrato nell’ area dell’attuale Germania (in particolare sulle Montagne Harz) e prendeva il nome di Walpurgisnacht (la notte di Valpurga).

In quel giorno si riteneva che le streghe si radunassero sulla cima delle montagne per adempiere alle loro stregonerie ed evocare diavoli e demoni. Il Sabbath celebrato il 31 Ottobre veniva invece chiamato Black Sabbath.

Visto che la Chiesa cattolica non riusciva a sradicare questi antichi culti pagani, escogito' un tentativo per far perdere il profondo significato di questi riti.
Infatti nel 835 Papa Gregorio spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando cosi' di dare un nuovo significato ai culti pagani. Tuttavia l'influenza nefasta del culto di Samhain non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre il Giorno dei Morti in memoria delle anime degli scomparsi che venivanofesteggiati dai loro cari, che mascherandosi da santi, angeli e diavoli accendevano dei falo'. L’antico rito celtico del Fuoco Sacro sopravvive ancora in Inghilterra, ove il 5 Novembre si festeggia il Guy Fawkes Day.