venerdì 28 aprile 2006



Tornerò al mio paese domenica, al paese dei miei nonni, di mia mamma. Al paese dove metà di me sente di appartenere. Ritroverò la piccola piazza della torre, dove c'era la casa di nonna Emma, dove correvo e mi sbucciavo le ginocchia arrampicandomi sulla fontana. Andrò al cimitero a salutare quelle foto in bianco e nero così antiche, ma così somiglianti al mio viso e al viso di chi mi vive accanto. Racconterò le leggende di famiglia al mio cow boy, magari lo annoierò un po'. Arriverò ai bastioni, agli argini del Fiume. Mostrerò il ponte che faceva paura a mamma bambina. Lo porterò nella campagna dove una volta correva scalza una piccola bimba bionda che è diventata mia madre. Dove nonna gridava dietro a 5 marmocchi selvaggi, cucinando, mordendosi le labbra, inventando un forno che non c'era, stringendo amicizie che ancora resistono nonostante la morte. Mostrerò la pompa dell'acqua, la scuola abbandonata. Andremo poi a pranzo a casa di un amico che mi parlerà con quell'accento che tanto amo, che mi fa sentire di appartenere a quella "Terranegra", rispolvererò il mio dialetto tenue. Presenterò il mio imminente marito al Dottore del Fiume, lui chiacchererà, fingerà di essere perfetto non sapendo che io amo le imperfezioni delle persone. Ho un po' paura. Mi passano davanti agli occhi le immagini di tre vite fa. Sempre in tre, seduti al tavolo, io che presentavo al Dottore il mio compagno. Lui che capiva che non andava. Mi cercava con lo sguardo, voleva dirmi tante cose, ma non osava. Eravamo così vicini in quel momento, ma era così fresca la nostra amicizia che forse non si osava. Era tutto un equilibrio di cristallo, pronto a spezzarsi alla prima pressione. Una notte orribile, il rifiuto di Mr. Whilde, la consapevolezza che tutto era perso, che tutte le carte erano state giocate...le stesse carte che la notte di capodanno mi avevano predetto quel futuro......

giovedì 27 aprile 2006



E lo so, come dice Lapo, ci sono i centri di "rehupero per hueste hose"! Sta sera ho bigiato mezz'ora di lezione (era una palla!!!) per correre all'Ikea a recuperare il pezzo della Galant che mancava. Ad un certo punto mi son trovata con la mia Brumilla (la mia auto) in tangenziale che era vuota come un vasetto di Nutella dopo un attacco bulimico. C'era buio e ciò è bene perchè così posso cantare come una pazza senza che la gente mi veda e chiami la neuro! Mi sono sparata "you are so vain" di Carly Simon fino al casello di Terrazzano (2 euri porcoggggiuda!!!!!), ma l'apoteosi l'ho toccata quando mi son trovata a cantare Fabio Concato " ma quando arriivvveeerraaaaiiiiiii" . Non ho resistito e ho messo il volume a palla e mi sono vista l'immagine di me, dentro l'auto, con il cartone ikea che mi leccava le orecchie puntato lì com'era, e per un momento, brevissimo ma reale, ho visto la mia macchina zompettare come l'auto di topolino quando va sulle strade tutte gobbe e sculetta un po'. Era realtà! E non ridete!!!!! mi sono poi ricomposta sullo svincolo di Legnano intonando "brivido caldo" dei matia bazar.



o bella bionda"
(F.Concato)
sono seduto sopra una panchina
qui fermo ad aspettare
c'e' una biondina sta viaggiando sul
treno e quando arriva mi fara' sudare
mi sto specchiando dietro a una
vetrina
mi guardo e sto da dio
ma guarda li'che bella fronte spaziosa
di chi e' ma certo che e' la mia
ma dimmi quando arriverai
son cosi' teso e questo treno non
arriva mai
chissa' che faccia che farai
cosi' felice ed invornito non mi hai
visto mai
ti sto aspettando son cosi' agitato
come sarai vestita
sei cosi' bella com'e' bella la vita
com'e' che sono cosi'innamorato
mi siedo e mi alzo non so piu' che fare
mi viene di cantare
oh oh oh bella bionda cosa hai fatto a
quest'uomo
che non sapeva che sapeva amare
ma dimmi quando arriverai
son cosi' teso e questo treno non
arriva mai
chissa' che faccia che farai
cosi' felice ed invornito non m'hai
visto mai
amore quando arriverai
ti canto una canzone nuova certo non
la sai
chissa' che faccia che farai
l'ho scritta adesso dentro questa
stazione non ha ancora parole
e piu' o meno fa cosi'
(Intrumental)
sono seduto sopra una panchina
mi fermo ad aspettare
c'e' una biondina sta viaggiando sul
treno
adesso e' scesa e ha voglia di cantare


mercoledì 26 aprile 2006

Sono le 9.46. Sono in ufficio da 16 minuti. La capa, detta "a vecchia", ha già tirato un porca putt...., ha già detto che il suo we è stato orribile, sta già piangendo al telefono con i rappresentanti dicendo che è "disperata", ha già detto che oggi è una giornata di m..... Ora io mi chiedo, cosa me la metto a fare il profumo dell'aromaterapia "relax"? Vabbhè a me fa ridere... per ora ....



p.s. che molesta!

Gabriel's wharf



venerdì 21 aprile 2006



Ecco, questo è il titolo della mia serata romantica. E' quello che vedevo dalla terrazza della OXO TOWER (http://www.oxotower.co.uk/), mentre il mio cow boy mi guardava stando seduto di fronte a me e la cantante intonava una caldissima "GEEeeoorrgiiaa". E' stato tutto perfetto! L'arredamento bianco con luci azzurre, il cameriere gentilissimo e sorridente, i piatti di ceramica bianchi rettangolari, il pesce servito come un diamante sopra un velluto. Per me che sono critica, perennemente alla ricerca di "quello che si potrebbe migliorare", è stato davvero sconvolgente capire che di quella serata, non avrei cambiato nulla. Avrei fermato il tempo, perchè quando un quadro è perfetto è inutile insistere con pennellate che deturperebbero l'opera. Alle mie spalle, silenzioso e illuminato da luci blu, sapevo che mi aspettava Gabriel's wharf (http://www.gabrielswharf.co.uk/), quel minuscolo quadrato di mondo dove, sette anni fa, tutta la mia vita cambiò il suo assetto. Ciò che era pesante diventò improvvisamente leggero e chiaro e ciò che per anni avevo considerato "un vezzo" da lasciare nel cassetto con i sacchettini di lavanda, prese consistenza diventando la me di oggi. Tutto lì, in ordine, vicino, musicale, fresco come il vino che brinava il bicchiere. Ecco, se 30 anni mi permettono di avere quella felicità che non avrei mai sperato per me, bhè sono felice di diventare grande.

giovedì 20 aprile 2006

venerdì 14 aprile 2006

RAGAZZI....


LA COMPAGNIA E' BELLA MA IO FACCIO QUELLA CHE SE NE VA.....


LONDRA MI ASPETTA


BACI A TUTTI BUONA PASQUA




lunedì 10 aprile 2006

E’ stato uno schiaffo morale, un fulmine di ghiaccio scagliato in pieno cuore. Un orrore, una devastazione. Muri nudi, feriti come malati lasciati in corsia ad agonizzare. La ferita, sola contro il cielo. Una guerra, sì, una guerra commerciale che lascia sul campo corpi feriti. Però resiste il coraggio, si ricompongono i poveri resti, in modo caotico sì, ma pur sempre con grande dignità. E non si rinuncia alle novità, non si volta faccia alla nuova vita, alla primavera che incombe per quanto fredda e umida. Lo so, stanno lavorando per noi, ma è stato tristissimo vedere la mia Ikea di Corsico, ridotta in quello stato. Attendiamo fiduciosi di vederla, come un araba fenice, risorgere per diventare l’Ikea più grandi d’Italia! … Applausi!

venerdì 7 aprile 2006

Oggi mi somiglio. Somiglio a la me di un tempo che ritrovo e mi rassicura. Sarà la mia giacca militare da 6,00 € che mi fa sembrare in guerra, dura, assolutamente da tenere al largo. Sarà questa luce che filtra dal soffitto di questo pub fatto di chiacchere sommesse e profumi precotti.


Sarà che sono seduta qui sola a questo tavolo di legno strapazzato, con il mio bicchiere di Mc Evan's, un foglio bianco che si colora a poco a poco e un buon libro a farmi compagnia. E' il libro del Giadim, tra l'altro (che è bellissimo, anche se ancora non l'ho letto tutto), intenso e maturo, decisamente un punto di evoluzione personale e creativo.


Mi somigiano i miei occhi che sono qui, ma che vedono altrove. Mi somiglia la mia mano che scrive, la mia bocca che si schiude per gustarsi questo bicchiere fresco di ambra amara.


Somiglio a me, che da tanto tempo non venivo a trovarmi, persa in quel marasma di "fatti e non parole" che è la mia vita in questo momento. Somiglio a me, mentre pago il conto e me ne vado, sbiadendo un po' in questo bianco sole primaverile, mentre abbassando il volume della radio, percorro i pochi metri che mi avevano proiettata lontano da quelle quattro mura e da quel lavoro inutile. Spengo auto, occhi e anima, saluto boffonchiando, mi fingo pronta a ripartire, a produrre ancora, ma non smetto di pensare a quanto sto rinunciando della "me che mi viene a trovare" per realizzare qualcosa che ancora non so.

martedì 4 aprile 2006

tra due giorni ci sposeremo un po'.... che effetto ti fa?

Forse un azzardo... subito dopo Campana posto una frase di Lapo, ma la bellezza e la poesia, grazie a dio, non hanno pregiudizi, che quello che oggi deridono, domani sarà chiamato poeta....o almeno spero



la solitudine è un territorio vastissimo da percorrere.


se non sei in compagnia potresti perderti


Sta sera mi sento poetica... di Dino Campana



La Chimera


Non so se tra roccie il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina O Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.

sabato 1 aprile 2006

Mi piace truccarmi come questa mattina. Ombretto nero sopra i miei occhi azzurri, sfumato verso il bianco. Labbra leggere con il gloss. Ciuffi biondi indomati che saettano tra lo sguardo. Occhi intensi, labbra innocenti. Occhi da donna labbra da bambina.