martedì 30 maggio 2006




Torno a casa in auto sta sera e mi guardo intorno. Un vento limpido ha colorato di vita ogni cosa intorno a me. Le montagne viola, in lontananza, mi abbracciano e riconosco il Resegone, i monti del lecchese e, proprio lì davanti a me, il Monte Rosa che sfodera il suo mantello magico nelle ore del tramonto. Passo attraverso i campi di spighe timide che, piano piano, si tingono d'oro. Le fronde smeraldo si agitano e flettono in una danza che sà d'amore.


In radio passa Zucchero, "respirerò l'odore dei granai......". Penso al mio cow-boy e a quanto sarebbe bello saperlo a casa ad aspettarmi. Devo aspettare ancora un po'...davvero poco. Guido piano per il viale alberato che mi porta a casa dei miei genitori. Suono e sbuca dalla finestra dai fiori colorati, il viso sorridente di mia madre che sperava di vedermi passare. Conto mentalmente fino a tre, ed eccola che mi chiede se mi fermo a cena. Sorrido e le dico che ci vediamo domani a pranzo, le faccio ciao con la mano e sento già un nodo stringerle la gola.


Scivolo piano per questi due km che ci separano, ritorno a casa tra i miei fiori, le mie atmosfere. Casa mia.



Respirerò l'odore dei granai
e pace per chi ci sarà e per i fornai
pioggia sarò e pioggia tu sarai
i miei occhi si chiariranno e fioriranno i nevai.


Impareremo a camminare,
per mano insieme a camminare
moltiplicare la nostra voce,
per mano insieme soldati e spose
Domenica….


Aspetterò che aprano i vinai,
più grande ti sembrerò e tu più grande sarai
nuove distanze ci riavvicineranno,
dall'alto di un cielo Diamante i nostri occhi vedranno


Passare insieme soldati e spose,
ballare piano in controluce
moltiplicare la nostra voce,
per mano insieme soldati e spose
Domenica………Domenica.

sabato 27 maggio 2006

.... HO FATTO UN SOGNO STA NOTTE.....


Ero in ospedale per fare fare degli esami al mio cow boy (che poi l'ospedale era il mio vecchio istituto superiore). C'era tantissima gente e non capivamo dove dovevamo andare per fare gli esami e dovevamo pagare.


Il mio ex suocero (che non c'è più) ha iniziato a girare con in mano delle grosse catene d'oro e diceva che doveva venderle per avere i soldi e pagare così gli esami.


Io lo stavo seguendo nei negozi e nei corridoi e lui diceva "devo vendere". Ad un certo punto ho sentito Antonio (il mio amico dei post precedenti) che mi ha preso per le spalle e mi ha fatto tornare indietro. Non camminava, era un po' sospeso dal pavimento e sembrava ancora più alto. Stava bene. Mi ha preso le spalle, dicevo, e mi ha fatto tornare verso il cow-boy e mi ripeteva "non vendere l'oro potrà servirti".


Mi sono svegliata un po' scossa, ma anche rasserenata. E' stata una sensazione molto fisica quella di sentirmi toccare le spalle e sentire il mio corpo che girava. Io credo in queste cose, Anto mi ha consigliato.


Non devo vendere l'oro...non devo perdere le cose importanti che ho, non devo perdere di vista il mio cow boy per seguire catene d'oro scintillanti.


Grazie Anto :*


venerdì 26 maggio 2006

In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo
e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi e - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te
dolce compagno che
non sai domandare ma sai
che ovunque andrai
al fianco tuo mi avrai
se tu lo vuoi
Pietre un giorno case
ricoperte dalle rose selvatiche
rivivono
ci chiamano
Boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono
ci abbracciano
In un mondo che
prigioniero è
respiriamo liberi
io e te
E la verità
si offre nuda a noi
e limpida è l'immagine
ormai
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro te



al mio cow boy che tra un mese sarà con me a Dallas.... e al mio fianco per la vita...



giovedì 25 maggio 2006

amóre:


1) Tensione intellettuale e affettiva che deriva dall'aspirazione spirituale al bene, dal desiderio di realizzare un valore morale:



desidèrio

sentimento che spinge a ricercare, a ottenere qualcosa che si ritiene un bene
voglia, brama (anche dei sensi)

rimpianto.




.... sostanziale differenza.....




TRA UN MESE A QUEST'ORA SAREMO GIA' SULL'AREO, DIREZIONE FRANCOFORTE, PRIMA TAPPA DEL NOSTRO VIAGGIO VERSO NEW ORLEANS.........





mercoledì 24 maggio 2006

Dimmi che sei già in chiesa e non sei in ritardo come al solito..


Cosa vuole tutta sta gente? Papà dov'è papàààààààààààààààààààààààààààà


I capelli mi stanno da schifo


Ghghgh non potevo mettermi i jeans? non mi giro con sto coso addosso


Ho caldo, mmaaaammmaaaaaa il ventagliooooooooooooooooooooooooooooooo


Dov'è mia sorella? Sta combinando qualche casino


Steno non sudare!!!!


Basta con ste foto!!!!!


Papààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààà


Uh la monica no adesso piango


le mie amiche, snif snif abbracciatemi


(ma com'è vestita quella? che faccia c'ha? miiii un po' d'allegria no??)


mamma mi dai il succooooooo


andiamo ? allo0oooooooOOOOOraaaaa


La macchina è pronta???????????????????????????????????????????????????




.....questo è quello che penserò e dirò tra un mese esatto .....................



martedì 23 maggio 2006

cercando in internet ho cercato questa preghiera



"Per quanti sono schiavi di una sessualità disordinata, della pornografia e della prostituzione: perché siano aiutati a ritrovare equilibrio, armonia e dignità"


qualcuno mi spiega cos'è la "sessualità disordinata"?????

lunedì 22 maggio 2006

Oggi ti pensavo Anto, mentre salivo in auto. Ho inserito la chiave e si è accesa la radio. Per me che credo nei "segni" e che le "anime amiche" non ci abbandonano davvero, è stato come sentirti parlare. Ho sentito che volevi dirmi queste cose. Lo so che il lutto è un problema di noi mortali, che è l'egoismo di chi resta e non gode della pace che tu ora hai conquistato. So che sapermi serena ti aiuterà a vivere meglio la tua eternità, per questo sto provando a reagire.... tu parlami però, come hai fatto oggi.


Ovunque sei
Se ascolterai
Accanto a te
Mi troverai
Vedrai lo sguardo
Che per te avrò
E la mia mano
Che la tua cercò

Ovunque sei
Se ascolterai
Accanto a te
Mi rivedrai
E troverai
Un po’ di me
In un concerto
Dedicato a te

Ovunque sei
Se ascolterai
Accanto a te
Mi troverai
Vedrai lo sguardo
Che per noi avrò
E la mia mano
Che la tua cercò

Ovunque sei
Se ascolterai
Accanto a te
Mi rivedrai
E troverai
Un po’ di me
In un concerto
Dedicato a te

Ovunque sei
Ovunque sei
Dove sarai
Mi troverai
Vicino

Ovunque sei,ovunque tu sarai

Ovunque sei,ovunque adesso sei

Dove sarai, mi troverai

Vicino a te

sabato 20 maggio 2006

E così ci siamo detti addio, sei davvero partito e io sono restata qui. E' stato tutto nel tuo stile. Non molti fiori, forse opere di bene. Una chiesetta piccola, che non faceva paura. Tante persone tutte lì intorno a te, che piangevano, a testa bassa, anche i dirigenti ...li hai conquistati tutti. Ti avevo promesso che sarei stata forte, ma quando ti ho visto lì, non ce l'ho fatta e ho pianto le lacrime e la rabbia che da una settimana tenevo nascoste. Guardavo la tua famiglia e mi sono resa conto quanto poco conoscessi davvero di te. Abbiamo parlato tanto noi due, ma quasi sempre di me. Mi chiedevi della mia storia, delle mie paure, di Fabiano, del mio futuro e non mi accorgevo che di te non si parlava mai. Era un mondo tuo e di S., speciale e protetto, che creavi e custodivi nel tuo cuore. E per lei la stessa cosa. Ieri mentre piangeva ti cercava e ti diceva “vita mia, solo tu sai il dolore immenso che mi dai" e penso che davvero nessuno lì, potesse capire veramente il suo dolore.

E poi questa scelta di tornare polvere, di non concedere un posto dove immaginarti addormentato. Anche questa una scelta dura, che fa del dolore un vostro affare riservato ed esclusivo. Una scelta dolorosa, devo dirtelo Anto, però comprensibile per chi ti conosceva, per chi ti sapeva forte.

E così ti saprò aria, ti saprò sole caldo. Sarai in ogni petalo di ciliegio che nevicherà sulla primavera. Ti penso cielo sereno, nuvola bianca, ti sento vento caldo che mi abbraccia in questo momento, mentre torno alla mia auto…vento caldo che asciuga le mie lacrime.



Ciao Anto


Every breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
Ill be watching you

Every single day
Every word you say
Every game you play
Every night you stay
Ill be watching you

Oh, cant you see
You belong to me
How my poor heart aches
With every step you take

Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
Ill be watching you

Since you’ve gone I been lost without a trace
I dream at night I can only see your face
I look around but its you I cant replace
I feel so cold and I long for your embrace
I keep crying baby, baby, please...

Oh, cant you see
You belong to me
How my poor heart aches
With every breath you take

Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
Ill be watching you

Every move you make
Every step you take
Ill be watching you

Ill be watching you
Ill be watching you
Ill be watching you
Ill be watching you...

mercoledì 17 maggio 2006


Lettera a Franca su Antonio



Ciao Franca,


grazie davvero per la mail e per il tuo interesse. La scomparsa di Antonio mi fa davvero male. Negli ultimi anni ci siamo frequentati meno ma, dentro di me, pensavo che lui stesse bene con le sue donne, il suo lavoro. Non ho mai pensato ad Anto come a qualcuno che potesse "correre dei rischi". Sono stata forse troppo ingenua e non ho pensato che siamo tutti di carne ed ossa, e che non c'è nessuna assicurazione per il nostro futuro.


Continuo a pensare a lui e ricordo sempre il suo faccione sorridente, sempre con qualche stupidata per farti ridere pronta sulle labbra. Penso al suo modo di parlare da "romanaccio", penso a quando mi insegnava le parolacce in inglese mentre mandavamo mail a suo fratello in America. Penso a quando abbiamo fatto il traslocco e io guidavo il cammion e lui mi diceva "me pari una camionara seria" . Penso a quando gli cucivo i bottoni della camicia in ufficio e mi faceva tenerezza vedere sto ragazzotto grande e grosso impacciato con ago e filo in mano.


Penso a quando stava a testa bassa a far quadrare i conti di casa, per portare S. a qui a Milano. Penso a quando mi ha detto che aspettava una bimba e all'orgoglio che aveva negli occhi. Penso a quando la Roma ha vinto lo scudetto e "nun se poteva regge".


Penso anche alle volte in cui, caparbio, teneva testa alle cazzate che diceva P.G.


Non ce la faccio proprio a pensare che non ci sia più. Forse per questo che ieri sera ho sentito il bisogno di andare a quel maledetto incrocio che l'ha portato via. Avevo bisogno di capire se era successo davvero. Sono rimasti pochi segni di pneumatici, due gigli gialli sul marciapiede... e una macchia del suo sangue, qualcosa di tangibile, qualcosa che gli appartiene. Così ho capito che davvero è finito tutto lì, in quei due metri quadri di asfalto. Continuo a ripetmi "e sti cazzi", come mi diceva lui ogni volta che stavo male e affollavo troppo la testa di pensieri. Forse dovrei ancora fare così, accettare tutto, andare avanti e cogliere tutta la leggerezza della vita, che resta sempre e comunque un diritto di opzione a scadenza per l'eternità. Però penso a S., alla piccola G., tu che sei mamma e io che sono zia, sappiamo benissimo quanto sarà duro per loro.


Mi sento impotente, vorrei aiutarle ma non so proprio che fare. Ci conoscevamo poco e non so come fargli capire che sono lì vicino a loro. Ho fatto aggiungere una preghiera nella liturgia del mio matrimonio per Antonio e Alessia (un'altra amica portata via dall'asfalto), ma credi davvero che basterà pregare? Non lo so, quando capitano certe cose mi viene davvero difficile pensarlo.


Penso anche che non lascerò più correre il tempo senza chiamare un amico pensando che cmq va bene così, che sta bene e non ha bisogno di me. Io ho bisogno dei miei amici, sarò egoista ma voglio dare e sentire tutto l'amore che mi sta intorno.


Ci vediamo al funerale, anche se sarà dura e straziante e la tentazione è quella di cedere e non venire, ma so già che me ne pentirei. Cercherò di sopportare di tenere duro, come dice sempre mio padre, a che serve forse un giorno lo capirò.


Scusa l'ortografia, l'italiano etc, ho scritto di getto....


Un abbraccio forte Laura




lunedì 15 maggio 2006

E' morto un altro amico. Antonio. Abbiamo lavorato insieme per un po' di tempo. Veniva da Latina. Averlo in ufficio in quel periodo, in quell'ambiente, è stato un grande aiuto. Parlava un romano "fracico", e già per questo ti faceva simpatia. Però quando prendeva in mano un cliente, allora lì no, diventava serio e professionale, ma non dimenticava di sorridere. I clienti chiamavano e cercavano direttamente di lui, non volevano parlare con il mio capo. E' venuto su da solo qui a Milano, per sistemarsi un po'. Mi faceva tenerezza e mi faceva ridere. Mi viene in mente un aneddoto. E' capitato che un giorno gli saltasse il bottone del colletto della camicia. Allora mi dice " A La', che me dai 'na mano?". Allora lui fa per scucire i bottoni di riserva (che di solito sono cuciti in fondo alla camicia all'interno). Dopo mezz'ora che sacramentava mi fa, "Senti 'un je a faccio". Allora lui in piedi, io seduta sulla scrivania del suo ufficio, lui tira fuori la camicia e io mi metto a scucire il bottone. A un certo punto ci siamo resi conto della posizione uhm... quanto meno imbarazzante. Son diventata viola, lui non la finiva più di ridere. Un'altra sera siamo usciti a cena e li ho portati in un locale tipico bavarese. Eravamo Anto di Latina, Nicola di Aversa, Laura di origine siciliana e io lombardo-veneta. Hanno passato la serata a darmi della "krukka" perchè ho mangiato frutta pucciata nella fonduta di cioccolata bevendo birra.


Di Anto ho tanti bei ricordi, ma quello che sicuramente non dimenticherò mai, è una cosa che mi ha insegnato. Quando mi ammazzavo di paturnie, quando mi uccidevo di "se io se lui, se, s e, seeeeee" lui mi diceva "e sti cazzi!!. E lo so che suona brutto, però aveva ragione, perchè spesso bisogna prendere le cose per quelle che sono, senza stare a pensare quello che "avrei dovuto dire", "avrei dovuto fare". Alle volte si fa una scelta.. e "sti cazzi".


Avrei dovuto chiamarlo sabato, non l'ho fatto. Domenica non lo volevo disturbare perchè era con la famiglia (una moglie della mia età e una bimba di 4 anni.....e non voglio aggiungere altro). Anche sta mattina mi sono detta "più tardi chiamo Anto e gli chiedo se andiamo a mangiare un panino, così gli do il sacchettino del matrimonio e parliamo un po'" . Lo chiamo dopo......


Non voglio fare la tragica o la porta male, ma questo era il motivo per cui mi sono tanto arrabbiata con il Direttore. Volevo che capisse che non c'è sempre un "dopo". Non è detto che ci sia sempre la stessa realtà ad aspettarci, non è detto che se mettiamo in stand-by le persone, "dopo" saranno sempre lì come se nulla fosse accaduto. Qui è stata la morte a farmi rimpiangere questo "dopo", ma anche senza essere così estremi, bisognerebbe riflettere su questa cosa. Le persone che ci amano sono un dono, non un diritto. Oggi ci sono e non ci dobbiamo abituare. Oggi ci sono, e bisogna ringraziare, bisogna dire "ti amo", bisogna stringersi, bisogna "sentirci". Oggi, non dopo. Dopo, se ci verrà concesso, si faranno altre cose. Ho sbagliato a non chiamarlo e ora avrò il rimpianto di non porgli più dire "ciao antò, fai il bravo".


Mi girano in testa tante canzoni in questo momento, perchè quando sono triste mi viene più facile pensare alle parole scritte o cantati da altri... ma per ora voglio lasciare questa frase per Anto tratta da una canzone di Biagio Antonacci....



Ma ci troveremo
dove il cielo è più sereno
e ascolteremo tutta la musica del mondo



e questa, che forse suona un po' blasfema ma che ha tutta la VITA che auguro a chiunque, la canto per esorcizzare la tristezza, per ricordarmi che VIVO e che è un DONO..........NEGRITA



Fare sesso nascosti in un cesso
fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso
oppure farlo in macchina di fianco alla strada
buscarsi un raffreddore male che vada
sentirsi un po' animali, un po' primitivi
sentire che respiri, sentire che vivi
E convincere i tuoi ad andare in vacanza
spedirli un giorno al mare e farlo in ogni stanza
provare le ricette, collaudare la cucina
usare la Nutella, usare la farina
guardare il suo corpo, scoprirne la forma
sentire dei passi... è qualcuno che torna...
Fare sesso, succhiarne la polpa
e via la vergogna e i sensi di colpa
sdraiarsi sulla sabbia, rotolarsi nel fango
carezzarle le gambe, improvvisarsi in un tango
annusarle la pelle, scoprirne l’odore
passare dal sesso a fare l’amore....

E atro che l'america
altro che la musica
quando sei selvatica
altro che l'america

E vivere una notte lunga una vita
avere il suo profumo ancora tra le dita
svegliarsi affamati e rifarlo per ore
passare dal sesso a fare l'amore....

E atro che l'america
altro che la musica
quando sei selvatica
altro che l'america




Ok cedo alla tentazione e copio Vale e Robbie, posto anche io qualche foto di casa mia. Bhè... non di tutta casa mia, solo la zona in ordine ...ciabatte a parte ;)







sabato 13 maggio 2006

.............THE WINNER IS..............


Ce l'abbiamo fatta!!!! Abbiamo vinto la guerra!!!! Grazie all'intervento prodigioso del mio super Eroe S.B. Gibson, il prete "obbediente" ha chinato il capo alla schiacciante evidenza della nostra inoppugnabile verità. Sarà mio padre a portarmi all'altare, e nessuno prenderà il suo posto MAI!!!!!!



Grazie al mio super eroe che amo infinitamente




giovedì 11 maggio 2006

Ce l'ho fatta, anche sta volta sono riuscita a litigare con il mio prete. Ieri sera siamo andati da lui per definire le letture per il matrimonio, peccato che lui avesse premura. Certo, accoglie le persone un' ora al giorno, sarebbe troppo chiedere anche una maggiore disponibilità. Era nervoso, incazzoso. Ha guardato le nostre letture, con la stessa dedizione che si impiega quando si firma la ricevuta di una raccomandata davanti ad un postino che mastica la cicca e resta con il motorino acceso ad aspettare. Ha fissato l'orario delle prove, chiaramente quando non posso essere disponibile "non prima e non dopo", tanto i miei datori di lavoro mi pagano unicamente per prendere congedi matrimoniali e ore di permesso. Ma questo è nulla.


La diocesi di Milano, presa da mille gravosi impegni, ha deciso che non sarà più il padre ad accompagnare la sposa all'altare, bensì il prete che ti aspetta fuori dalla porta della chiesa. Al di là delle considerazioni in merito al fatto che penso che sia compito della diocesi occuparsi di problemi ampiamente più importanti come aiutare i bambini, i poveri, gli anziani e tutti i bisognosi e non ultimi gli uomini e le donne che hanno bisogno di avere un "padre spirituale", penso che questa loro "pensata" sia assurda.


Non c'era la diocesi con me quando piangevo e avevo bisogno di essere consolata. Non c'era la diocesi quando dovevo scegliere della mia vita, quando mi sono innamorata di un uomo di più grande e forse sbagliato agli occhi di un padre, non c'era la diocesi, mai... ma c'era mio padre. Lui che non mi è sempre stato accanto, ma c'è stato ogni volta che ho davvero avuto bisogno, senza chiederlo, lui era con me. E' stato lui a soffrire per me e con me, ed è lui che merita di condividere con me questo momeno meraviglioso della mia vita. E' stato lui a darmi la vita, l'amore, un lavoro, una casa, la libertà di crescere e tutta la fiducia che, io stessa, non riuscivo ad avere in me.


E' il nostro momento, sono i nostri dieci metri di intimità, di silenzi commossi pieni di parole assordanti che solo noi due possiamo capire. Mio padre, il mio compagno, il mio amico, il mio datore di lavoro, il mio esempio ... la mia forza, nessuno potrà rubarci questo momento.

mercoledì 10 maggio 2006

Dopo un anno e mezzo che vivo da sola, ho ufficialmente imparato a stirare (Stirare davvero !!!) le lenzuola matrimoniali con l'angolo piegandole da sola e ho finalmente attaccato il bottone alla mia camicia di pizzo nera che adoro e che non ho messo tutto l'inverno perchè dovevo lottare con ago e filo.... e son soddisfazioni eh!

lunedì 8 maggio 2006

TRA SACRO E PROFANO


E già vecchio Raf hai ragione tu, “non sono io”. Ho fatto i miei grandi esperimenti sociali. Ho provato ad affrontare a muso duro questa negatività che mi gira intorno. Ma non ci riesco. Spunta qua e là la gramigna del mio carattere. Cerca i colori mentre mi aggiro nell’ armadio e ho voglia solo di allegria. Sbuca mentre dovrei stare calma e invece mi agito per ogni cosa. Sgomita ogni volta che ho bisogno di sentire che sono ancora io, che andrà tutto bene, che questo periodo passerà, anche se in fondo ho un po’ paura. In questo sabato del villaggio della mia vita, attendo la squilla che dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta”. Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia..”. E vorrei poter godere di questi preparativi, di questa atesa, ma 'è tutto, forse troppo, da fare. Ho scelto io, posso prendermela solo con me stessa, ma spero tanto di sentirmi orgogliosa di me, tra un mese e mezzo, quando avrò dato l'esame e tutto sarà pronto per la nostra nuova vita.




E tra sacro e profano metto anche uno stralcio della canzone di Raf, "non sei tu"




Non sei tu,quando mi parli così
non sei tu anche se dici di sì
amor mio, sei preda del vento che va
stretta nel colore di un momento
in un oceano dove non ti sento.
No, no non sei tu quando mi parli così
e ti addormenti mentre il tuo profilo
a voce bassa addolcisce i perché
così sospesa fra la terra e il cielo
rinasce intatto il mio bisogno di te
e se un frammento rosa ancora c'è
non ucciderlo senza un perché.





mercoledì 3 maggio 2006

Avrei voluto dirti "Ciao", come mi ha insegnato mamma. Avrei voluto agitare la manina e lasciarti andare via con un sorriso alle tue spalle. Avrei voluto avere la soddisfazione e il merito di averti davvero insegnato quanto contano i sentimenti. Avrei voluto metterti nella valigia la capacità di essere UOMO, e non solo DIRETTORE. Avrei voluto lasciare "la casa in ordine", come prima di ogni grande viaggio, con i documenti validi nella tasca, il pieno nella macchina e un'agenda di indirizzi da ricordare. Avrei voluto gli auguri per il mio matrimonio e per la tua carriera. Avrei voluto cenare guardandoci in faccia, sapendo che un imminente promettente futuro si sta preparando per entrambi. E invece non ce l'hai fatta, sei scappato ancora. Hai coperto di finti impegni improrogabili un coraggio che non hai. Hai inventato una scusa, non con me, ma con te stesso. Hai detto no, perchè ti è più semplice che dire Sì! Ti sei dato tante motivazioni, che nella tua testa hanno tristemente un senso logico. Ma di logico c'è poco o nulla in un addio. Ci sono emozioni, lacrime forse, abbracci caldi, pacche sulle spalle, promesse che nessuno manterrà. C'è una candelina per il tuo compleanno, che invece passerai solo e non lo avrei voluto.


Ci sono tante cose che spero capirai, perchè non c'è un domani tanto valido, che implichi il sacrificio dell'oggi. Non è una scadenza che puoi rimandare, l'affetto che si può provare e che c'è oggi e domani chissà. Non credo ci sia molto da aggiungere a questa sera, a questa resa se non


Adieu Monsieur Directeur

martedì 2 maggio 2006

Va che kikkina di canzone che vi ho trovato oggi ..... Angela Baraldi San Remo 1993 " A piedi nudi"


....Buona settimana at all!!!!!




Vado via
E non ho bisogno
Di molti soldi
Vado verso la campagna
A piedi nudi
Corro verso il fiume
E mi diverto
Con un po' di vento
Con un po' di pioggia
Perdo del tempo
Aspetto che il giorno finisca
Sulle valli aperte
Sui fossi l'ortica
Mentre il silenzio dei grilli e del grano
Copre il boato di un mondo lontano lontano
E me ne frego
Non guardo dove mi siedo
Non guardo che ore sono
Non so come mi chiamo
E non torno a casa tanto ho perso la strada
Tanto non mi piaceva preferisco camminare
A piedi nudi
Vado via
E non ho bisogno di indicazioni
Vado verso la campagna
In cerca di visioni
Aspetto seduto
Se qualcuno passa saluto
Se chiudo gli occhi continuo a vedere
Parlo da solo e mi sto ad ascoltare
Aspetto che il giorno finisca
Sui campanili sui vecchi cortili
Dormo per terra riposo la schiena
Io sono il matto fra il sole e la luna la luna
Vado via
Vado via