giovedì 30 novembre 2006

...e poi come fare a non crederci?... come dicevo è tutto il giorno che penso ad Anto. Lui ed io ci siamo conosciuti in ambito lavorativo... siamo stati colleghi.


Oggi pensavo a come aiutare sua mogli e sua figlia a sentire un po' meno la solitudine in questo primo natale senza di lui. Ci ho pensato davvero tanto.


Alle due ho sentito la canzone... la certezza che mi stava ascoltando....


... e poi 15 minuti fa mi ha chiamata uno studio di amministrazione condominiale. Ho il colloquio lunedì mattina....in uno studio che già mi conosce perchè qnni fa mio padre ha fatto dei lavori per i loro condominii. Ho mandato il curriculum due giorni fa. Il solo fatto che mi abbiano chiamato mi rende felice e non mi fa sentire incastrata in questo posto. Che sia un caso? Io pensavo di aiutare le persone che lui ama, e lui cerca di aiutare me....


io non credo lo sia...



E' successo ancora... pensavo ad Anto... è spuntata una canzone dolcissima dalla radio, l'intro di chitarra come piace a me e poi parole...


Ballando al buio


Stadio

Pensi all'amore
pensando a me
ti batte il cuore
dimmi perché
le paure che hai
i sogni incerti
non confonderti mai
saran tuoi sempre

Senti l'amore
stringiti a me
ti batte il cuore
dimmi perché
questo tempo per noi
e' poco e prezioso
passerà, prima o poi
e non tornerà
se ti stringo un po' di più
ballando al buio, in silenzio
il tempo, il tempo sorriderà
ballando al buio in silenzio.

Ti bacio piano
piccola mia
bacio il respiro
che porta via
le paure che hai
i sogni incerti
non li scorderò mai
saran per sempre
se ti stringo un po' di più
ballando al buio in silenzio
il tempo il tempo sorriderà
ballando al buio in silenzio
in silenzio...





Questa mattina ero in macchina, il sole caldo e la nebbiolina dei miei vetri sporchi. Sentivo il calduccio, pensavo ad Anto. Il calduccio dei suo abbraccioni e del suo sorriso. Pensavo mentalmente a tutti gli appuntamenti che avrò per il natale... lui non ci sarà. Quest'anno niente pranzo insieme.


Penso alla piccola, il primo natale senza papà....penso a S. spero tanto che riesca ad essere forte. Vorrei riuscire a scriverle qualcosa, farla sentire meno sola... ma come si fa? Niente potrà sostituire l'allegria di Anto, il senso di protezione che riusciva a trasmettere.


Ma che ti è venuto in mente Anto di sparire così? Ma son cose che si fanno?


Mi manchi.....


martedì 28 novembre 2006

E' qui.. l'ho visto, l'ho sentito. E' annidiato in qualche meandro oscuro di questo posto inospitale. L'ho visto planare sopra le nostre teste. Un volo pesante, goffo, rumoroso. Di quei voli che quando si schianta sopra qualcosa fa un rumore "coriaceo".


Abbiamo urlato isteriche l'architetto ed io.... Marco il nostro supereroe di fiducia a demolito mezza expo per trovare la nuova tana della besta insidiosa... tutto inutile.


Adesso lui è li pacifico che telefona, l'Archi ed io fingiamo di lavorare roteando gli occhi a 360° per monitorare la situazione. Lo sappiamo che è vicino... potrebbe toccarci... potrebbe sorprenderci... potrebbe ucciderci!!!!!!




.... HO SCELTO UN MARITO GIOVANE PER INSEGNARGLI A


NON INVECCHIARE INSIEME.....

venerdì 24 novembre 2006

HO IL TEDIO






















































RISULTATI in VOCABOLARIO ITALIANO
1) tèdio [dict.]:(pl. tèdi), s. m., senso di noia ...
2) tedióso [dict.]:agg., terribilmente noioso; che ...





Ho sicuramente il tedio. Non so se sia grave o meno. Sicuramente è una forma acuta. Ho il tedio, sento la febbrile voglia di scappare ovunque purchè lontano da qui.


Guardo fuori da queste pareti di vetro stipate di cazzate e vedo un paese grigio, buio, dormiente, inutile. Sento i brividi aumentare e il tedio sale.


Poi cerco un lavoro da fare, ma è rimasta solo fuffa che non voglio finire perchè poi dovrei tediosamente aggirarmi per l'expo declamando in aramaico antico che non ho più niente da fare qui. E la mia mente nervosamente, potrebbe iniziare ad analizzare tutto quello che di più utile e piacevole potrei fare in queste ore. Eccone una breve illustrazione: potrei fare sesso... potrei fare grandiosamente sesso, potrei leggere, potrei pulire casa, potrei sbattermi nell'idromassaggio e farmi circumnavigare da blu blu le mille bolle blu, cosparsa da una profusione di olii e profumini sparsi.


Potrei semplicemente spalmarmi sul divano con i piedi all'aria e guardare tutto quel trash che passa in tv e compiacermi della mia immobilità. Potrei ordinare una pizza con consegna a domicilo, restando sul mio divano come una naufraga sull'isola deserta.


O potrei girare per negozi mollemente e tranquillamente, spizzicando qua là oggetti inutili e colorati che probabilmente non comprerò.


E invece resto qui, in questa tecla di inutilità, circondata dalla saga dell'inutile con persone inutili e il tedio mi attanaglia. Il silenzio della noia è violentato dalla tediosa patetica vecchia malefica incapace di tacere.


Ho delle bolle sulla pelle, mi gira la testa, mi girano molto di più le palle, sono sintomi inequivocabili di una forma inguaribile di tedio... forse una speranza c'è... ma occorre pazientare ben altre due settimane... non so se riuscirò a resistere...



POSOLOGIA:


2/3 giorni in pieno relax, con telefoni spenti ed un'unico farmaco da prendere: il mio cow boy in ambiente idoneo http://www.hotel-kreuz.com/

giovedì 23 novembre 2006

HO SOGNATO MR. WHILE


... In effetti sono giorni che sogno Mr. While, ma sta notte è stato diverso. Le notti precedenti sognavo di litigare con lui e la cosa mi è parsa normale. Dev'essere colpa di quel rivolo di rabbia che è rimasto nei travasi di bile che ho patito a causa sua.


Però sta notte no, lui era triste. E' entrato nel mio giardino mentre il cowboy usciva per andare al lavoro. Era con lo stupido amico suo, il Doc. Mi guardava triste e mi diceva "si ogni tanto vengo qui nel tuo giardino a fumarmi una sigaretta".


Poi è entrato in casa, io appena sveglia. Lui girava triste, come se quella prima fosse la sua casa. Metteva in ordine mentre io bevevo il thè e lo fissavo. Il Doc stava seduto sul divano e guardava. Mi faceva una pena infinita. Io dicevo che lì non c'era più niente di suo, se non qualche maglietta e una camicia.


Siamo scesi nella cantina, nella mia zona era tutto in ordine, c'erano parcheggiati due autocarri piccoli. Nella parte di cantina che doveva essere "sua" c'erano ceste piene di biancheria da lavare. Io l'ho guardato e ho preso un paio dei suoi jeans e gli ho detto "ti lavo solo questi, il resto fallo lavare alla tua donna". Mi sono svegliata in pena per lui. La parte buona di me vorrebbe sapere se sta bene. La parte intelligente di me, dice che ho offerto fin troppo il fianco. Spero stia bene ma ... non è più un problema mio.

martedì 21 novembre 2006


AQUARELLI PADANI


...tornando verso casa...




Acquarelli padani,


balle di fieno appassite,


dormienti su campi arati.


Fronde pesanti


su orizzonti d'oro,


si stagliano su cieli liquefatti.


Strade che portano alle nostre case,


ritorni,


nell'abbraccio delle alpi infuocate


ai crepuscoli dei nostri usci.



(Laura ottobre 2006)

lunedì 20 novembre 2006

Ok ok dovrei essere punita per non aver scritto in questi giorni. In realtà ho lavorato ugualmente al blog, archiviando e sistemando un po' di materiale. Spero di riuscire a modificarlo nei prox giorni, cow-boy permettendo.


Però essere torturata mi pare troppo! E' da sabato che ho un mal di testa spaventoso (colpa di Ioria che è contagGGGiòso), ieri ho avuto la vitalità di una cozza nel mese di dicembre e adesso arrivo in ufficio e la vecchia malefica è presa dal sacro fuoco delle pulizie e sta passando l'expo con l'aspirapolvere. Se domani mi trovate in cronaca sapete il perchè!


Che poi dovrebbe usare la scopa ...come fanno tutte quelle come lei!




mercoledì 15 novembre 2006

martedì 14 novembre 2006








Caro Gibson Natale,

non sono mica tanto sicura di aver fatto la brava quest'anno.. no anzi, sono certissima di esserlo stata, ma volevo fare la ruffiana così magari mi porti qualche regalo in più e siccome sono anche stata onesta a dirtelo mi aspetto che tu dia il meglio di te.


A me mi piacerebbe ricevere:


- stivali/scarpine betty flowers le mie scarpine oohh yeeeee


- trattamenti estetici, ma all'ambra non dall'elide che mi rompe


- una coppia di akkappatoi enormi per noi due


- le tende della cucina nuove (che casalinga disperata)!!


- lustrini e paccottiglie di gioiellame che mi piacciono sempre


- profumo eau par kenzo



.... mi stavo scordando fondamentale la panca per addominali !!!!


- varie ed eventuali.


Null'altro avendo da deliberare, l'assemblea si scioglie alle ore 14.36


lunedì 13 novembre 2006


Ai miei due Angeli Matti...


...Stiamo diventando tutti un po' matti....




Sto guardando uno stralcio di "A night whit Queen" e mi vengono in mente tanti ricordi. Penso alle canzoni ad "Under pressure" o "The show must go on". Soprattutto ricordo il video di "I'm going slightly mad", ricordo quei pantaloni così larghi e quel viso così disegnato per sembrare ancora vivo. La morte di Freddie è stato un nuovo lutto in casa mia, giunto a breve distanza da quello più grande della famiglia.


Eppure la sua morte ha portato anche tanta energia. Mia madre, che da sempre amava quel mezzo pazzo, ha iniziato ad alzare il volume delle canzoni di Freddie che, in quei giorni, rimbalzavano in tutte le radio e tutte le tv. Il silenzio degli ultimi mesi iniziava ad essere forzato da una nuova rabbia di vita. Lei restava a casa sola e lui la faceva andare via, almeno per quei tre minuti di energia. Poi tutto tornava nel silenzio che però, poco a poco, iniziava a dissolversi.


Nonna mancava sempre tanto. Si intuiva un parallelo tra la malattia di Freddie e quella di nonna. Per entrambi la sorte aveva preparato malattie che ti mangiano e ti riducono la metà di quello che eri, che però non ti tolgono la voglia di rubare un'altro giorno alla vita, di farla franca e vincere il proprio destino, fosse anche per un'ultima canzone o un ultimo sorriso.


Penso che entrambi siano volati via nel modo che preferivano, uno tra le note e l'altra tra le braccia del suo "Nino".


Fu grazie a quella strana buona follia, a quei due Angeli Matti, che mamma trovò la forza per imparare a suonare a 40 anni. Trovò un maestro che la capì e lentamente iniziò a suonare il piano e a spegnere la malinconia... per pochi minuti prima, per qualche ora poi. Il dolore diventava lentamente musica. Restavano note incastonate nei ricordi e incise sul cuore, qualcosa dentro che era ancora stranamente Amore. Il regalo per il suo impegno a farcela, fu il concerto in memoria di Freddie tenutosi, niente meno, che il 20 aprile, giorno del compleanno di mamma. Per chi è stupido come me, che crede nei segni, questo fu un regalo giunto dall'alto. I tre matti uniti nella musica e io lì a cantare con loro, a piangere sì... ma anche a gridare e ridere.


Un giorno, poi, presi mamma e gli dissi "andiamo a vedere i voli per Londra". Lei era reticente, ma dentro la sua grande forza iniziava a farsi troppo irrequieta, e una voce continuava a ripetere "si...". Prendemmo i cataloghi, tornammo a casa, ne parlammo con papà che, al primo cenno, disse sì. Prenotammo. Io che parlavo poco inglese, nessuno dei tre aveva mai volato. Dicemmo sì!


Mamma aveva paura di stare male durante il volo, papà aveva paura che precipitasse (anche se non lo ha mai ammesso), io ero seduta in mezzo a loro ed ero decisa a portarli ovunque. Arrivati a Londra, la mia lingua si sciolse, capivo quello che le persone mi dicevano e loro capivano me... nella mia mente non c'era più solo "the pen is on the table". Riuscimmo a trovare la casa di Freddie. Rimanemmo tutti e tre impalati davanti a quella recinzione che avevamo visto in tv con la scritta "goodbye mr bad guy". Mamma piangeva... un po' tutti in realtà eravamo commossi. Mamma voleva firmare quella cinta... io avevo portato l'indelebile. Anche papà firmò. Poi arrivarono dei ragazzi napoletani e si arrampicarono sulla cinta e scattarono per noi qualche foto dell'interno.


Adesso la cinta è ripulita e i muri innalzati... ma questo è un altro squallido racconto che farò un'altra volta.


Poi penso alla rivalità tra Mr. Morgan While e il mitico Cesare. Sfida combattuta sull'intro di Innuendo, quell'assolo di chitarra che mi stregava e che mandava in escandescenza le due "prime donne della chitarra". Nessuno dei due avrebbe ceduto. Virtuosismi e steccature si sprecavano sulla spiaggia.


Le persone importanti della mia vita sono legate in qualche modo alle canzoni dei Queen.... inutile dire che il cow boy le conosce tutte a memoria... mi piace pensare che sia stato scelto per me dai miei due Angeli Matti....


Artista: Queen
Titolo: I'm Going Slightly Mad
Titolo Tradotto: Sto Diventando Un Po’ Matto

Quando la temperatura esterna sale
e il significato è oh così chiaro
Mille e una giunchiglie gialle
cominciano a danzare di fronte a te
Stanno cercando di dirti qualcosa?
Stai perdendo quell’ultima rotella
Semplicemente non sei in perfetta forma, mio caro
Ad essere sinceri non ho la minima idea di cosa sta succedendo

Sto diventando un po’ matto
Sto diventando un po’ matto
Alla fine è successo, successo

Alla fine è successo, oh-woh
Alla fine è successo, sono un po’ matto, oh caro!
Hahahahaha
Sono una carta fuori dal mazzo,
Non sono proprio in cattive acque
ma ad un’ondata dal naufragio
Non sono al mio meglio
Sto crollando con una febbre
Sono veramente in alto mare
Questa pentola sta traboccando
Penso di essere un albero di banane
[…]
Sto lavorando a maglia con un solo ferro
disfacendolo velocemente, è vero
Sto guidando solo su tre ruote, in questi giorni
Ma mio caro, tu cosa ne pensi?
Sto diventando un po’ matto
Sto diventando un po’ matto
Alla fine è successo, successo
Alla fine è successo
Sono un po’ matto
Sono proprio un po’ matto
E l’avete voluto voi!



domenica 12 novembre 2006

Vestitino nuovo per il mio blog.


C'è ancora qualcosa da sistemare... ma che ne dite?



Grazie al mio cow boy per il lavoraccio domenicale :)

venerdì 10 novembre 2006



La Vale mi ha fatto venire in mente una cosa. Preparate fazzoletti, numero del dentista e siringhe di insulina.



Ho realizzato adesso che questa sarà la prima mattina di Natale che non passerò nella casa dei miei. Non ci sarà papà a “suonare” astro del cieeeeellll per darmi la sveglia, ad oltranza, tipo 8 volte… con la tastiera Bontempi che ci ha regalato quando eravamo pargole….un supplizio che è talmente tanto supplizio che è diventato l’unica cosa che mia sorella ed io consideriamo “sveglia di natale”.



Però ci sarà mio marito, che devo ammetterlo, al mattino dà il meglio di sé in fatto di dolcezza. Era mattina anche quando mi ha chiesto di sposarlo…


Da quest’anno inizieremo una nuova tradizione. Nuovi riti che trasmetteremo ai nostri figli, gli stessi che ci sfotteranno per i prossimi decenni per le nostre tradizioni.



E’ un nuovo inizio davvero! E mi spiace per la Monica, c’ho provato a non farmi piacere il Natale… ma non ce l’ho fatta. Non riesco a rinunciare a mamma che inizia a chiedermi cosa può cucinare già all’8 di dicembre, fermo restando che il menù resterà chiaramente invariato nei secoli dei secoli amen. Non riesco a rinunciare a cantare Happy xmas mentre addobbo l’albero e metto le lucine alle finestre. E non ce la faccio a resistere a impacchettare i regali con la stessa carta, a mettere fiocchietti birluccicosi, a scrivere lacrimevoli bigliettini d’auguri, a girare per negozi pensando e sperando che il mio regalo possa piacere alla persona che lo riceverà.



E poi pranzare insieme nel soggiorno, vedere la tavola apparecchiata con il raso blu e i bicchieri di cristallo. Vedere il piccolo impazzire nello scartare qualunque cosa, vedere il mio cow boy che lo aiuta a montare quei giochi, e vedergli spuntare il faccino da bimbo nascosto che ogni tanto mi regala.



Entrare in cucina ed essere proiettata nella casa di marzapane, con piatti colorati e un profumo di mamma che aleggia nell’aria.



E probabilmente sì, è tutto un commercio e c’è tanta speculazione. Però quello è fuori dalla porta e sta a noi scegliere. L’importante è quello che c’è dentro le nostre mura e io sento già arrivare da lontano l’eco delle canzoncine della mia infanzia……





giovedì 9 novembre 2006


E ME LO MERITO ....MERITO IO!!!!








Io ho una madre. Una madre fantastica, premurosa, efficiente. Mia madre mi assilla da due anni per aiutarmi con i lavori domestici. Oggi, 09 novembre 2006 ho ceduto. Ho portato 3 camice e delle lenzuola da stirare. Sono caduta sotto i colpi del tempo mancante e del sonno incombente.


E' che mamma non stira e basta. Mamma analizza,inamida, appende, elabora, rammenda.... Già mi vedo container di abiti consegnati a casa mia con un servizio 24H cargo-casa mia e ritorno. Però sono stata subdola, le ho portato solo le camice di mio marito, così so già cosa gli regalerà a Natale, "no perchè ho visto che il collo era un po' consumato allora ho pensato di regalare 85 camice di ricambio".


Ma dirò di più...la resa è ormai irrefrenabile ... Penso che le chiederò di ritirare il vestito da sposa che giace abbandonato da mesi in tintoria.


E' la fine di un'era.....ma sempre meglio della mia fine!


quasi quasi......


Cantine e segreti della Barbera
La conoscenza diretta delle cantine ha una fascino tutto particolare da queste parti. Qui si consiglia di visitarne alcune che si trovano nel sud della provincia. Il primo paese che si incontra scendendo da Asti è riconoscibile immediatamente per il suo bellissimo castello. Il maniero del XIV secolo di Costigliole d’Asti, di proprietà di un illuminato vigneron locale, il marchese Asinari, acquisì notorietà internazionale nell’Ottocento, quando vi prese dimora la contessa di Castiglione, così seducente che venne mandata da Cavour alla corte di Napoleone III per ingraziarselo.











Il castello di Costigliole dâ??Asti

Il castello di Costigliole d’Asti



Oggi gestito dal Parco culturale del premio Grinzane Cavour (per le visite, tel. 011.81.00.111.), ospita al primo piano la scuola di cucina internazionale Italian Culinary Institute for Foreigners e alcuni eventi culturali, mentre gli altri piani, in restauro, saranno sede del Museo dei paesaggi tra un paio d’anni. Indiscussa primadonna di Costigliole - che vanta il primato di comune piemontese con maggior numero di ettari vitati - resta tuttavia la signora in rosso: la Barbera. La Cantina dei Vini-Enoteca del Barbera, nell’ottocentesco palazzo comunale, vende al pubblico 350 tipologie di questo vino che per variazioni di microclima e differenze nel terreno può essere molto diverso da una bottiglia all’altra. Nei locali attigui all’enoteca si trova il museo Barbera, paesaggio e civiltà naturale, dove si può scoprire, per esempio, che ben dieci Doc hanno per base questo vitigno, almeno all’85%, o che la varietà di Alba è ben diversa da quella dei Colli Tortonesi. Costigliole d’Asti fa parte della Comunità collinare tra Langa e Monferrato, a cui aderiscono alcuni paesini che preservano la cultura e le tradizioni tipiche











La Barbera d'Asti

La Barbera d'Asti



delle colline, in dialetto i “bricchi”. Tra i più pittoreschi c’è Calosso, riconoscibile dalla strada per la sagoma del suo maniero, accessibile da maggio a ottobre durante la rassegna Castelli aperti. Di questo paese non colpisce solo ciò che appare: le viette in salita del borgo storico o il panorama delle colline color ruggine al tramonto. Sorprende ancor più il suo volto sotterraneo, quello dei crotin, ovvero le antiche cantine sotto le abitazioni private. Durante la Fiera del Rapulè, a ottobre, questi cunicoli accolgono migliaia di visitatori che possono assaggiare piatti tipici come i dadini di pollo accompagnati dalla salsa di peperoni e fichi, ma anche ascoltare i racconti degli abitanti di Calosso che vi nascondevano le provviste in tempo di guerra (per informazioni: tel. 0141.85.31.26). Chi volesse provare l’esperienza della vendemmia, a fine manifestazione può raccogliere gli ultimi grappoli, i rapulin, e cimentarsi nella tradizionale pigiatura con i piedi nella piazza principale. Tutto l’anno, invece, si può visitare una di queste gallerie presso la Crota ’d Caloss, enoteca comunale la cui cantina è sita sotto il municipio.

martedì 7 novembre 2006



Ok, inizierò un'altra volta a non parlare del mio passato! Oggi ho ricevuto il messaggio della mia Prof.ssa, dolcissima anche nella segreteria telefonica. Verrà da me sabato pomeriggio a bere il thè, come le signore di una volta.


Saremo nel mio salotto, con il sole che filtra dalle finestre, sedute tranquillamente sul sofà a sorseggiare thè. Le mostrerò il mio studio e magari qualche scritto. Parleremo veloci, siamo due maestre in questo, e ci racconteremo in pochi minuti almeno un paio di vite. Le parlerò del corso di scrittura, mi darà qualche buon consiglio e sarò ancora la sua alunna preferita. Sentirò ancora il calore delle sue speranze su di me e forse ritroverò un po' di fiducia.


Tirerò fuori il servizio da thè azzurro, che si abbina all'organza dei sovratenda e della tovaglietta da merenda. Comprerò i dolcetti nella miglior pasticceria della zona. Le mostrerò il mio nido e la sentirò ridere alle mie spalle. Guarderemo il video del matrimonio, dove si vede il nostro abbraccio e lei che quasi era più emozionata di me... bhè ho detto quasi!


Ho bisogno della sua positività in questo momento. Mi ha sempre capita, anche quando mi coprivo di silenzio, ho sempre studiato tanto con lei e per lei, non sopportavo di deluderla. Abbiamo lavorato insieme alla scoperta di Leo (pardi). Il giorno della maturità è uscita dall'aula, dopo l'esame, mi ha abbracciata e mi ha baciata, era orgogliosa di me e del successo ottenuto insieme... 10 all'orale di letteratura!


L'ho sempre portata nel mio cuore, lei ha sempre capito quello che era giusto fare. Nel '66 è stata un "Angelo del fango" a Firenze, direi che lo è stata anche con me, mi ha sempre salvata, ripulita e sostenuto nei miei momenti bui.


Mi piace pensarla come la mia personale "maestrina dalla penna rossa" ...come nel libro Cuore.


"Ma ce n'è un'altra che mi piace pure: la maestrina della prima inferiore numero 3, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guancie, e porta una gran penna rossa sul cappellino e una crocetta di vetro giallo appesa al collo. è sempre allegra, tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per impor silenzio; poi quando escono, corre come una bambina dietro all'uno e all'altro, per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell'altro abbottona il cappotto perché non infreddino, li segue fin nella strada perché non s'accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa, porta delle pastiglie a quei che han la tosse, impresta il suo manicotto a quelli che han freddo; ed è tormentata continuamente dai più piccoli che le fanno carezze e le chiedon dei baci tirandola pel velo e per la mantiglia; ma essa li lascia fare e li bacia tutti, ridendo, e ogni giorno ritorna a casa arruffata e sgolata, tutta ansante e tutta contenta, con le sue belle pozzette e la sua penna rossa. è anche maestra di disegno delle ragazze, e mantiene col proprio lavoro sua madre e suo fratello."


lunedì 6 novembre 2006









“Alluvionamento emozionale”



C'è una frase che mi gira in testa da martedì scorso: "non devi giustificare il presente con il passato". E’ vero, quando mi svelo parlo sempre del passato, come a cercare un po’ di compassione per non farmi attaccare ancora.



Ma se parlassi della me di adesso, cosa racconterei? Che immagine ho in questo momento? Fuori sono una palla luminosa che ride sempre, probabilmente troppo. Sarcastica, a volte cinica, disillusa. Questa è la mia crosta, quella cosa dura e ruvida che mi sono ben bene costruita per tener lontane le cattiverie. La gente vuole che sia stupida e incasinata? “Bhè che credano quello che vogliono”, ho sempre pensato. Ma se ora non fosse più così? Se avessi voglia di essere apprezzata per quello che c’è sotto questa crosta dura? Cosa avrei da offrire?



Una volta ero sicura di me, delle mie scelte. Avevo un lavoro di cui ero orgogliosa, che mi impegnava tanto e mi sentivo brava in quello che facevo, indispensabile, attiva, decisa, innovativa. Mi sentivo bella, forse senza ragione, ma quando uscivo di casa, pensavo che comunque avrei fatto colpo. E mi sentivo “artistica” perché mi piaceva scrivere e parlare di cose “importanti”. La verità è che frequentavo persone che non condividevano e non avevano conoscenze in materia, quindi sembravo l’oracolo quando parlavo.



E oggi, cosa potrei raccontare se mi chiedessero “chi è Laura oggi”?



Oggi ho un lavoro che mi toglie ogni buon proposito e ogni energia. Ho un nuovo lavoro da iniziare da sola, sola davvero questa volta, e mi sento smarrita, insicura. Vorrei avere la forza che ebbe mio padre, mollare tutto e ricominciare. Ieri mi raccontava che la notte non dormiva, tormentato dal tarlo del farsi un futuro da solo. Io invece dormo, dormo sempre. Probabilmente dormo per non pensare. Ogni volta che mi guardo allo specchio e penso “Ok Laura si parte”, mi vengono mille dubbi, mille perplessità, non mi sento pronta. Così come non mi sento pronta per altre cose fondamentali, tipo fare un bimbo. Ma forse anche questo non è corretto…ho solo paura di decidere. Questa mia "crisi" non ha a che fare con il mio cow-boy, è una cosa mia. Forse Lapo mi dirà che l'essere sposati è anche non avere "crisi di proprietà esclusiva", ma io resto sempre una persona, non un ruolo, una moglie, una figlia o altro. Qui si parla di Laura e basta. Non dei ruoli che ho nella vita altrui. Se voglio poter dare, ho bisogno di avere qualcosa da dare.


E anche per il corso di scrittura… partire, morire, continuare, mollare. Mi sento la versione stupida, moderna e femminile di Amleto.


Nel frattempo vago isterica, intollerante alle brutture umane e sensibile ad ogni carezza. Sicuramente un buon modo per impazzire.



Potrei raccontare davvero questo di Laura? Lasciare che altre opinioni e “spassionati consigli” allarghino il fiume delle mie insicurezze. Forse è meglio raccontare la Laura che ero, e nascondere ancora sotto una crosta dura, questa Laura fragile. Rischio “l’alluvionamento emozionale”.





In bilico
tra santi e falsi dei
sorretto da
un’insensata voglia
di equilibrio
e resto qui
sul filo di un rasoio
ad asciugar
parole
che oggi ho steso
e mai dirò

non senti che
tremo mentre canto
nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai

in bilico
tra tutti i miei vorrei
non sento più
quell’insensata voglia
di equilibrio
che mi lascia qui
sul filo di un rasoio
a disegnar
capriole
che a mezz’aria
mai farò

non senti che
tremo mentre canto
nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai

in bilico
tra santi che
non pagano
e tanto il tempo
passa e passerai
come sai tu
in bilico e intanto
il tempo passa e tu non passi mai

nascondo
questa stupida allegria
quando mi guardi

non senti che
tremo mentre canto
è il segno
di un’estate che
vorrei potesse non finire mai!







domenica 5 novembre 2006

comunque.....


ERA TUTTO BUONO....




ANZI.....




BUONISSIMO!!!!!!!

sabato 4 novembre 2006

E' da pervertita pensare che FASO di ELIO E LE STORIE TESE sia figo? ... devo smetterla con le invasioni



venerdì 3 novembre 2006

ok ok sono un'inguaribile ignorante.... però non è che aiuta a comprare allegramente un libro quando leggi:



"La Vita


Fedor Michajlovic Dostoevskij nacque a Mosca il 30 ottobre 1821, secondo di sette figli, da Michajl Andreevic, medico di origine lituana che ha ottenuto un posto e un alloggio presso l'ospedale dei poveriin uno dei quartieri più squallidi della città, e Marija Fedorovna Necaeva, proveniente da una famiglia di commercianti.


L'atmosfera in casa Dostoevskij è opprimente e i bambini hanno un'infanzia infelice., nonostante il carattere semplice e allegro della madre che ama la musica e legge Puskin e Zukovskij.


è la madre che insegna a leggere al piccolo Fedor: la Bibbia e soprattutto il libro di Giobbe è la sua lettura preferita...."


Allora intanto ti chiami FEDOR il che significa che o diverrai un grande scrittore o verrai sfottuto per l'intera esistenza .... e non potrai nemmeno lagnarti della cosa. Vivi in uno dei posti più sfigati della Russia. Non solo, nasci durante L'INVERNO RUSSO quando ancora non esiste riscaldamento o qualunque altra comodità. Non contenta la madre, la stessa che ti ha chiamato FEDOR, ti legge che cosa???? La Bibbia chiaramente!!! Il che significa che verrai perseguitato per il resto dei tuoi giorni... direi che sei stato proprio un figlio ben voluto!


All'età di 16 anni rimani orfano di madre, che chiaramente muore per una malattia devastante, perchè più pessimismo e fastidio c'è, più siamo contenti.


A 18 anni muore anche il padre. Mi pare giusto! Però Fedor è forte e molto dotato. Per questo riesce nonostante le mille insidie e a finire gli studi e a trovarsi un lavoro…. Chiaramente Lo stipendio è miserabile ed inoltre comincia in questo periodo la sua passione per il gioco; nelle situazioni più disperate è capace di giocare e perdere migliaia di rubli, dannandosi l'esistenza per far fronte ai debiti, alle cambiali e agli usurai” …. Mi sembra giusto!


Però… c’è un però… a 23 anni è scrittore! E qui standing ovation… non c’è che dire. E qui mi si segna la svolta … finalmente un po’ di fortuna nella vita di questo genio della letteratura.



Passano gli anni … 5 per l’esattezza… 5 anni di gioia e gaudio che si concludono in che modo secondo voi? Chiaramente con la pena di morte mediante fucilazione! Però, la fortuna è scritta nel dna di questo giovane dotato, quindi la pena viene commutata in lavori forzati…in Siberia chiaramente, cosa pensavate ai caraibi?



Però poi sconta la pena, viene inviato al confine cinese come soldato semplice, si innamora di una donna, sposata chiaramente perché mica poteva essere una roba semplice. Però la fortuna è davvero amica di Fedor, quindi schiatta anche il marito della donna amata… E qui sorge un dubbio, ma com’è che parecchia della gente che gli sta intorno muore? Bhà, dettagli!



Da qui la sua vita migliora. Ha amicizie importanti, pubblica parecchie opere, chiaramente portando avanti problemi di salute e continuando ad essere sorvegliato dalla polizia segreta.



A 42 anni muoiono nel giro di poco moglie, fratello e migliore amico…STRIKE!


Finalmente sta scrivendo la sua migliore opera, "Delitto e castigo".. che però viene bruciata.



Dal 67 al 72 una sfiga finanziaria dietro l’altra. Però sposa la sua stenografa, ci fa una figlia che… indovina indovinello?!?!? Muore! Chiaramente! E lì è un turbinio di figli: ne nasce un’altra ma gli muore il figlio maschio.



Sopravvive a tutta questa sfiga e muore a 60 anni… praticamente un vecchio, un uomo da guinnes!


.... Ma non è che porterà sfiga comprarmi il suo libro domani?!?!?!



http://www.geocities.com/goljadkin/biograf.htm

Certo che svegliarsi al mattino e trovare una mail del genere, rende il venerdì meno duro



"Piu' ti leggo e piu' mi stupisco dei tuoi dubbi. I tuoi racconti hanno una liricita' che li rende delle poesie in prosa"



adesso ci vuole proprio un bel marocchino per coronare questo inizio di giornata