giovedì 31 maggio 2007

OGGI LALA è ON AIR SU


WWW.RADIOSTATIONWEB.COM


17.30-19.30


E SICCOME HO TANTO SONNO, MESSAGGIATEMI E MANDATEMI MAIL PER TENERMI SVEGLIA


palco@radiostationweb.com


diretta@radiostationweb.com


sms: 338.99.70.300


mercoledì 30 maggio 2007

Cosa sarebbe l'amore senza le regole, senza quello che ci hanno insegnato da piccoli? Senza i buoni e senza i cattivi?


Due persone che si amano, si conoscono, si crescono, si condividono. Sarebbe amore, se non vi fossero provenienze diverse? Due vissuti araldici, due aspettative diverse per i rispettivi figli?


Cosa sarebbero due persone che si amano se non ci fossero casellari sociali?


Forse sarebbero solo due amanti, fosse sarebbero più distanti, forse non si cercherebbero più. Gli amori immortali che si sublimano nell'eternità esistono o sono utopici obbiettivi che ci prefiggiamo per sentirci vivi?


(elucubrando su cime tempestose....)



venerdì 25 maggio 2007

BRINDANDO A WILL.... parte seconda









Che il palco sia immenso o piccolo e raccolto, il rito resta sempre il medesimo. Le macchine accese, si parte. Suona il telefono, ecco un messaggio, qualcuno è in ritardo.



Poi arrivi, ti guardi intorno, cammini lento. Sulla spalla la tua custodia di presentimenti: “Ci sarà gente? Come sarà il suono?”.



Un tavolo, un angolo buono per provare le prime note, ognuno le sue, non è ancora musica. Poi arrivano le altre corde, c’è un DU-DU.DU al quale girare intorno. Nasce una melodia conosciuta, la voce si scalda, entrano i cori timidi ed ecco in un attimo sei di nuovo un gruppo… un gruppo che non vede l’ora che arrivi il suo turno. Smettti di guardarti intorno, ogni colore diventa lo stesso…. Blues…..



Poi le prove si fanno calde e allora silire sul palco diventa un di più. La serata, come dice il buon Will, “potrebbe anche finire qui”, mentre il sole tramonta e, sarà per zanzare, ma molto più probabilmente per le note spontanee che escono da quelle dita, mi sento tornare in una beyou, laggiù on the Mississippi River.



Mi chiedo se davvero serve un ampli per far sentire la propria musica… a me questa sera, basta un suono sommesso from soul to soul.


giovedì 24 maggio 2007

RAGAZZI NON FACCIAMO SCHERZI




TUTTI ON AIR


OGGI 17.30-19.30


SU WWW.RADIOSTATIONWEB.COM


per le e-mail in diretta: palco@radiostationweb.com


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sms in diretta 338.99.70.300


Volevo parlare di una canzone, di una vita e poi di tante vite.



La canzone è Imagine di John Lennon, canzone che adoro, come immagino molti di voi. Nel testo di dice “immagina che non ci sia niente per cui uccidere e morire… immagina che tutti vivano la loro vita in pace…” Immagina appunto… perché poi nella vita non capita sempre così. Capita che vieni uccisa sulla porta di casa perché i tuoi cani abbaiano troppo. Questo è accaduto a Tamara Monti, la ragazza dei delfini di Riccione. Tutto questo potrebbe far venire voglia di non immaginare più, di arrendersi alla follia e alla violenza.



E invece no, c’è chi è riuscito a fare nascere dal letame dei fiori, ricordando che dai diamanti non nasce niente… così come cantava il grande Fabrizio De Andrè . I parenti, il fidanzato e gli amici di Tamara hanno fondato una associazione benefica che aiuta i bambini delle case famiglia e le donne vittime di violenze sessuali. Hanno trovato la forza di amare e vorrei che anche noi trovassimo la forza per aiutare. Serve tutto. Servono soldi, servono emozioni, servono idee, servono vissuti da condividere.


L’associazione mira ad evitare sprechi di denaro, si preoccupa di capire cosa materialmente possa servire e contatta direttamente i fornitori che possono garantire qualità e prezzi solidali. Non vengono scialacquati soldi in casse che restano sterili. Qualunque cosa voi possiate fare… fatelo, combattiamo con la musica e l’amore



John diceva


Puoi dire che sono un sognatore



ma non sono il solo



Spero che ti unirai anche tu un giorno




…. Vi aspettiamo.




Contattate Livio a livio@tamaramonti.it abbiamo bisogno di voi!


mercoledì 23 maggio 2007

MOMENTO CATARTICO

MOMENTO CATARTICO




A VOLTE SOTTO UNA CROSTA DURA


TROVI UNA FERITA.


A VOLTE SOTTO UNA CROSTA DURA


TROVI DEL BUON FORMAGGIO.


A VOLTE SOTTO UNA CROSTA DURA


TROVI SOLO MUFFA.



(poeticamente dedicata a Cromo e Ioria) hahahahahahhahahaha


martedì 22 maggio 2007

CONTA PIU' PORSI LE DOMANDE RETORICHE PER FARSI DARE


RAGIONE, O FARSI DELLE DOMANDE CHE CI PERMETTANO DI CAPIRE


CHI ABBIAMO DI FRONTE, SENZA ANCORARCI IN FACILI


GIUDIZI???? E CHI LO SA !!!


ERANO ANNI CHE NON MI INKAZZAVO COSI'


.... BEL RECORD


lunedì 21 maggio 2007


BRINDANDO A WILL



… Mi sembra d’improvviso di essere tornata a quella sera a Tucumcari. Il piccante dell’enchilada che pulsava sulla lingua e quel locale… l’unico locale aperto. Mi hanno chiesto di mostrare la carta d’identità quando ho ordinato una birra, fantastico momento quando pensano che tu abbia meno di 21 anni!


Eravamo anche noi in quel locale dove tutti si chiamavano per nome. Molti Km alle spalle, ma ancora di più davanti a noi… e non solo per arrivare alla baia. Già, la baia che mi aspettava, che era lì sulla tabella di marcia, ma non credevo potesse diventare mia, nemmeno in quel tramonto lassù a Twin Peaks, figuriamoci in quella terra arsa. Avevo fatto il bagno nella piscina calda nel pomeriggio e sentivo ancora quel calore sulla pelle. Sentivo il sole e gli occhi del cow boy su di me.


E poi ho cantato, laggiù sulla strada verso il west. Ho cantatato la mia canzone, il mio sogno, la mia imminente realtà. E ora brindo. Brindo ai sogni che si avverano, alla musica che ti fa viaggiare ovunque tu sia e brindo a Will che suona sul palco e nulla sa di me, eppure mi rinnova un’indimenticabile frammento della mia vita.



Route 66 Does Not End



venerdì 18 maggio 2007

Eccomi. Oggi vorrei postare un racconto, una cosa un po' lunghetta lo so e terribilmente melensa, però m'è presa così. E' dedicato a mio nonno, visto che ieri sarebbe stato il suo compleanno.... e lo dedico anche al mio amico Anto, che un anno fa.... bhè ecco... lo sapete già cosa accadde (o potete leggerlo nei vecchi post)



Romagna mia


A mio nonno




Campagne bolognesi: 1954



L’ultimo tremolio e lo sbuffo del camion segnavano l’arrivo dell’ora di pranzo Il caldo polveroso della cabina era tutto colato, chilometro dopo chilometro, sulla schiena madida. Un cigolio e la portiera chiusa. Ecco lì, il fontanile del cortile. Ero già stato in quella trattoria, in fondo perché rischiare quando si sa dove trovare un buon piatto e un prezzo modico? Con una mano spingevo lo stantuffo della pompa e con l’altra mi passavo l’acqua sul viso, sulla nuca, sulla testa arrossata e già mi sembrava di essere più riposato. Mentre mi asciugavo e mi infilavo la camicia, che avevo tenuta appesa per non sgualcirla e bagnarla di sudore, sentii alle spalle dei passi polverosi:


“Mo vè, ha picchiato forte il sole oggi. Senta non è che mi spinge la pompa che mi rinfresco un po’” Mi girai e vidi quel signore dal vestito distinto e la faccia sorridente. Non sembrava certo uno dei camionisti che erano soliti fermarsi a quella trattoria. Portava dei pantaloni scuri e una camicia bianca con le maniche rabboccate e si asciugava il viso addobbato da sottili baffetti e radi capelli ordinatamente imbrillantinati. Sorrise con due labbra sottili e uno sguardo diretto. Pompai per lui l’acqua e senza troppo dilungarmi, mi diressi, con il mio solito passo deciso, alla porta del locale.



“Ma eccoti qua Coca! Era un po’ che non passavi da queste parti. Adesso ti trovo un posto per sederti, è che siete arrivati tutti adesso, sembra che vi siete dati l’appuntamento”. Aspettai all’ingresso, tra il bancone del bar e la porta spalancata, mascherata con una tendina di perline. Il locale era semplice, un piccolo bar e una grande sala dalla quale proveniva un gran vociare, ma il cibo era sincero e dopo tante ore di guida alle spalle, un bel piatto di pasta era l’unica cosa che poteva rimettermi al mondo.


“Ma sai che oggi è un bel disastro? Senti, ti offendi mica se ti metto a tavola con quel bel signore. Ci si è rotta la macchina e Berto gli sta sistemando il motore”


“Non sta a preocuparte, me basta che te me porti un piatto dei tui che go na fame da magnare anche le gambe dela tola”, risposi anche se avrei certamente preferito mangiare in tranquillità. Sperai almeno in un commensale riservato ma, giusto il tempo di versarmi un bicchiere di vino fresco e di sistemare le posate, e vidi arrivare la Nives con un bel piatto di tagliatelle alla bolognese e il signore del fontanile.


La Nives faceva una pasta che era una bomba, quasi come quella di sua moglie. Quasi certo, che come le faceva la Bianca le tagliatelle non le faceva nessuno! E già la vedeva comparire davanti ai suoi occhi mentre tirava la pasta con quel mattarello enorme, con i capelli, neri e morbidi, fermati dietro le orecchie con due pettinini e i butini lì intorno. Ogni viaggio era la stessa danza di malinconica fatica. Il padrone sapeva che lui non si addormentava sulla strada e così gli affidava un viaggio dietro l’altro. Alle volte andava fino in meridione anche due volte alla settimana. Viaggiava instancabile per ore, scaricava le botti e poi ripartiva con la voglia di tornare a casa in fretta e una schiena piagata.


“Eccoci qua, mi dispiace se la disturbo. Piacere mi chiamo Secondo”.


“Ben ben se senta, mi me ciamo Augusto”. E continuò a mangiare la sua pasta fumante.


L’altro iniziò a chiaccherare, raccontò di quel motore che non ne voleva sapere di ripartire, che era stato fortunato perché la macchina si era fermata poco distante da lì e aveva trovato il fantomatico Berto che pareva fosse il mago del motore. Che era lì di passaggio, doveva raggiungere la riviera che lo aspettavano per sera e sperava proprio di arrivare in anticipo e potersi riposare, ma che probabilmente non ce l’avrebbe fatta con la macchina in quelle condizioni.


Io ascoltavo più che parlare. La mia testa non era certo seduta a quel tavolo. Non riuscivo a smettere di pensare che avrei preferito stare tranquillo, che volevo riposare, tornare presto al paese, che non vedevo l’ora di fare una bella dormita nel mio letto. Il giorno dopo sarebbe stata festa forse sarei riuscito a stare un po’ tranquillo.


Secondo non taceva un attimo. Parlava e gesticolava con quelle mani bianche e morbide, le avevo notate subito. Non erano certo mani da operaio, le mie invece erano forti e segnate dai calli, scottate sulle nocche per il sole preso alla guida. Poi mi guardai quella mano sfregiata, avevo perso una falange del dito medio a cinque anni, facendo il facchino alla stazione del paese per portare a casa, magari, un kg di zucchero.


“Ma te non mi dici niente? Com’è che ti sei fermato qua?”


’Sa voto che te diga? Ho fatto la tratta fino a Napoli e adesso sto tornando indrio a e me son fermà qua parchè noi altri se fermemo sempre dalla Nives quando passero. I xè brava zente, il Berto ci sistema le gomme intanto che magnemo e la Nives sta in cucina.”


“Ma quanti giorni l’è che sei in giro?”


“Tre giorni”


“Hai figli?”


“Cinque”


“Cinque? Ma quanti anni hai?”


“I prossimi son trenta”


“Un brindisi ai cinque figli”. Poi fece una rarissima pausa di silenzio e poi incalzò nuovamente “Ma com’è che fai questo mestiere?”


“Ma insomma, avevo fatto la patente e poi la guerra. I tedeschi mi hanno messo sui loro camion e io avevo i figli a cui pensare.”


“Già la guerra… a noi ogni tanto i tedeschi ci caricavano e ci facevano suonare per la truppa, per gli ufficiali.


“Sito un cantante?”


“Un musicista! Ho un’orchestra suoniamo in tutta Italia, mai sentito parlare dell’orchestra Casadei?”


“Ma, sa voto, son sempre in viaggio e non go la radio.”



Il ricordo della guerra aveva sciolto gli imbarazzi e le ritrosie. In fondo il commensale era gentile e il suo accento bolognese lo rendeva oltremodo simpatico. Mi misi a parlare con lui della musica e gli dissi che amavo suonare la fisarmonica. Lui fu gentile mi disse che potevo provare a suonare qualcosa con la sua orchestra, ma non ero fatto per la vita del musicista. Era nato per lavorare e per essere padre, proprio io che il padre lo aveva perso da bambino. Sono sempre stato l’uomo di casa, lo ero a cinque anni, figuriamoci a trenta!


Secondo si versò un altro bicchiere di vino sincero. Era assorto, stranamente e fortunatamente silenzioso. A guardarlo bene sembrava anche un po’ triste, poi chiese “Ma cosa da la forza per continuare questa vita?” ma non capii se parlava con me o ragionasse a voce alta. Poi in un attimo tornò sorridente e guardandomi in faccia mi chiese, questa volta più diretto, “Cosa ti passa per la testa mentre guidi solo per giorni?”.


Ma cosa voleva che pensassi? Mi stava prendendo in giro? Era stato cortese, e volli rispondere all’ennesima domanda. “Penso alla Bianca, che è a casa con i fioi.Quattro femmine e un maschio! Penso alla mia casetta là spersa in campagna, penso a me mare che magari la ga bisogno e xè là in paese, solite cose insomma, non si può stare troppo lontani da casa perché la testa resta sempre là



Secondo ascoltava attento. Pensava che la storia di Nino, non era poi tanto diversa dalla sua che pellegrinava per l’Italia per portare in giro il suo spettacolo. Poi pensò a quanti lì nella sala, condividevano lo stesso destino. In fin dei conti erano anni di un’Italia in movimento, gente che dal sud migrava al nord o dalle campagne del Veneto, dal Polesine per recarsi nelle grandi città industriali, dove si millantavano posti di lavoro per tutti. Q uanti stavano sentendo la nostalgia per la propria casa? Legnago o Forlì, il Veneto o la Romagna, legati da uno stesso destino.



Si era fatto fin troppo tardi, dovevo mettermi in marcia o non sarei riuscito ad arrivare in tempo per scaricare il camion e tornare al paese in un orario decente. Mentre mi asciugavo la bocca con il tovagliolo e mi preparavo ad andare via, vidi Secondo frugare nel borsello. Ne tirò fuori una radiolina nera, uno scatolotto con una manopola e mi disse “Ma portati via questa qua che te la senti intanto che guidi, così ti fa compagnia e magari qualche volta mi senti suonare”.


Una radio! Non volevo accettare, non potevo, ero sempre stato abituato a guadagnarmi da solo le cose. Lui insistette tanto e alla fine mi convinse.


Uscìì quasi di fretta dal locale. Mi tolsi la camicia, la riappesi al gancio dietro al sedile e misi in moto. Non sapevo cosa pensare e partii commosso per il regalo appena ricevuto. Una radio!



Secondo restò ancora un attimo seduto al tavolo, prese carta e penna e iniziò a scrivere.



***


Caorle, 1984.



Dal locale lungo il viale del centro arrivavano le note della solita orchestra. Il pubblico cantava e danzava sulle note di quella ballata ormai popolare.




SENTO LA NOSTALGIA D'UN PASSATO,
OVE LA MAMMA MIA HO LASCIATO
NON TI POTRò SCORDAR CASETTA MIA
IN QUESTA NOTTE STELLATA
LA MIA SERENATA IO CANTO PER TE.

ROMAGNA MIA, ROMAGNA IN FIORE,
TU SEI LA STELLA, TU SEI L'AMORE.
QUANDO TI PENSO, VORREI TORNARE
DALLA MIA BELLA AL CASOLARE.

ROMAGNA, ROMAGNA MIA
LONTAN DA TE NON SI PUò STAR!


Avrei potuto sentirla un milione di volte, ma avrei provato sempre la stessa morsa al cuore. Era inevitabile non tornare a quel lontano tramonto estivo. I bambini scalzi che correvano per i campi lì intorno, poi ogni tanto tornavano alla pompa davanti a casa e facevano a turno a bere quell’acqua deliziosa. Io era seduto fuori dalla porta. Bianca lì accanto, seduta sul gradino a godersi un po’ di riposo. Era domenica, aveva fatto la torta margherita e ne stava mangiando una fettina avanzata. Avevo il viso abbronzato e gli occhi socchiusi quando, ascoltando la radio appoggiata all’orecchio, sentii annunciare la nuova canzone dell’orchestra Casadei, dedicata all’amico Augusto…



ROMAGNA MIA…








( buon compleanno 17 maggio 2007)


giovedì 17 maggio 2007

Scusate se sta settimana sono stata latitante, viaggio perennemente in fase rem, deambulando lentamente per la città. Spero di svegliarmi oggi per la trasmissione in radio. Tra l'altro oggi parliamo dei Cherrypie quindi non potete mancare.


Basta collegarsi al sito www.radiostationweb.com dalle 17.30 - 19.30.... e non fate quelli che dicono "e non posso sono al lavoro..." tanto non siete credibili!!!!! Vi voglio tutti così ad ascoltare !!!!


lunedì 14 maggio 2007

consapevole che questa canzone farà rabbrividire molti di voi, ma voglio postarla e dedicarla a due amiche.


Per chi naviga verso un altro mondo
perché questo non gli va più giù
vorrei fare un po' di più
e impegnarmi fino in fondo
per chi si sente stretto nella morsa
delle sue perplessità e sa
d'aver perso troppo già
e vuole vincere almeno una corsa
a chi ha bussato dappertutto ormai
e sulla porta gli hanno detto no
a chi è rimasto solo in mezzo ai guai
vorrei potermi dedicare un po'
vorrei riuscire a dare quel che ho
a dare tutto quello che si può
ed ogni spirito vicino al mio
vorrei che a liberarlo fossi io
per queste lacrime di gioventù
vorrei davvero fare un po' di più
vorrei che non cadessero mai giù
vorrei che non cadessero
a te che resti sola dietro un vetro
mentre guardi chi va via ormai
e già piangi perché sai
che non tornerà più indietro
a te che invece te ne stai in disparte
perché bella non ti sei vista mai
e una storia non ce l'hai
ma l'aspetti a braccia aperte
ed ogni spirito vicino al mio
vorrei che a consolarlo fossi io
per queste lacrime di gioventù
vorrei davvero fare un po' di più
vorrei che non cadessero mai giù
vorrei che non cadessero
quante cose vorrei fare
potrei dare a tutti io
se io avessi braccia
grandi come il cuore mio


(non mollate!!!)

venerdì 11 maggio 2007

URKA NON MI ERO ACCORTA.....


ABBIAMO SUPERATO I 30.000 ACCESSI!!!


MA GRAsssSSSSSSsssIIEEE

giovedì 10 maggio 2007

Video Killed the Radio Star


ok ... se non avete proprio niente da fare e se volete materiale per sfottermi per i prossimi 2.000 anni, collegatevi questa sera dalle 19 - 21 al sito www.radiostationweb.it....


"tutto il resto è palco"



"Mi sono scordata perchè mi sono addormentata arrabbiata, o forse no, ma di fatto non voglio


ricordare. Oggi mi basta questa vita. Mi basta essere seduta sola a questo tavolo, guardare


fuori e trovare l'acqua del naviglio che scorre lenta. Mi basta guardare le facciate di questi


vecchi palazzi, un po' eleganti e un po' trascinati nel baratro della relatività, attaccati da


stickers e graffiti.


Oggi sono io, con un po' della mia arte, con qualche sguardo curioso che si posa sul foglio.


Oggi mi basto, leggera come i pollini che seguono delicati lo scivolorare di correnti invisibili. "


Milano, 09/05/2007



martedì 8 maggio 2007

Aggiornamenti e news....


Bene bene vediamo di riprendere una certa quotidianità dopo ponti, autostrade, svincoli e festine varie. Oggi è martedì, per me che sono fortunella è il primo giorno di lavoro della settimana. Come al solito ero in strada facendo un calcolo matematico sui nanosecondi concessi per arrivare sostanzialmente in orario al lavoro e mentre ero lì che facevo una curva alla supercazzola, un sorpasso come solo mascalzone latino può fare in mare aperto, e correvo per fare concorrenza a M.J. Fox in Ritorno al Futuro, accendo la radio e chi sento? Fabio Concato che canta "GUIDO PIANO"..... ma che fa sfotte?!?!?!?


Vabbhè sta settimana farò un po' la zingara felice. Ieri pranzo con l'innominato, poi Milano in ospedale dalla mia amichetta che ormai sfreccia con le flebo a seguito che è uno spettacolo, poi ancora Milano (compreso attraversamento di corso Buenos Aires alle 18.30 che è una cosa bellissima per i sadomaso) e corso, rientro a casa ore 01.00 a.m. A casa non ho fatto nulla, avevo da finire i compiti.


Oggi giornata "relax". Domani mattina IULM ehm.... per presenziare a questo convegno qui (che potrete seguire qui) , e poi nel pomeriggio mi vedro con bismony per definire ehm... la scaletta.... ehm ehm ... per una trasmissione radio che dovremmo fare .. cioè no che faremo sicuramente giovedì sera... poi si vedrà se non mi defenestrano heheeh come dice la monibis "è una nuova esperienza" ... è che io son timiiiidaaaa




venerdì 4 maggio 2007

Oggi è il compleanno di quell'impiastro di sorella che mi ritrovo. Volevo farle degli auguri sinceri:


ti auguro di non vedere il film di moccia


ti auguro di non ascoltare Gigi d'Alessio


ti auguro che si fulmini il cd della Pausini


ti auguro che Branko vada in pensione


ma soprattutto ti auguro di non avere saturno contro!


(cosa mi tocca scrivere )


Toro



Vive al livello più immediato l'istintività e la natura edonistica del pianeta che lo governa: Venere. Il suo bisogno di gratificazione è altissimo, pari alla visione molto lineare che ha dell'esistenza e della vita, che - ne è convinto - va trascorsa senza troppe complicazioni o astrattezze. Non si preoccupa di analizzare a fondo le cose, si ferma al primo istinto e se ciò che fa gli procura piacere o gioia per lui va bene, non gli interessa altro. Vive alla giornata ma conserva sempre una solida base affettiva costituita da chi ama, dalla famiglia o dai figli.


Venere, dispensatrice di bellezza e benessere, fa di questo segno un maestro dell'arte del vivere ma lo rende anche schiavo dell'edonismo e di un eccessivo amore per l'eleganza e la raffinatezza. Sublimando questa istintiva potenzialità, il Toro dovrebbe riuscire a trasformare tutto ciò in diplomazia, pazienza, autodifesa... armi eccezionali per riuscire a farsi strada nella vita, per ottenere successo in tutti i settori. Venere lo guiderà nel creare solidissimi legami senza i quali non saprebbe vivere: a lui ne bastano pochi, persino uno soltanto. Su quello baserà l'intero equilibrio della sua esistenza. Può essere molto bello ma anche costituire un pericoloso limite...


La sua sensibilità è timorosa ed in cerca di sicurezze. Il punto di arrivo potrebbe essere rappresentato dalla capacità di costruire un mondo affettivo sicuro ed inattaccabile, un'esistenza tranquilla e programmata. Fantasia ed improvvisazione non devono avere le briglie troppo sciolte, il suo conservatorismo dovrebbe essere limitato e consentirgli comunque di valutare nuove opinioni ed idee, anche, se è il caso, per rifiutarle. Deve tenere a bada l'eccessiva prudenza e la diffidenza che, alimentando l'insicurezza, potrebbero portarlo a ridurre le sue esperienze al minimo.


Il suo carattere, la sua benevolenza; il suo amore per gli altri, la sua presenza fisica... sono tanti i punti di fascino con cui riesce a "stregare" chi gli sta accanto. Il sorriso, cordiale e spontaneo, riesce ad equilibrare anche gli animi più esacerbati. Naturalmente è possibile che sia proprio lui fautore di scontri colossali ma anche in questo caso sa farsi perdonare... la spontaneità e la genuinità delle sue reazioni viene quasi sempre accettata da chi gli sta attorno. Basta far passare solo qualche ora e torna subito accondiscendente e morbido; portare rancore non è nel suo stile, semmai gli è più facile "incornare"... e sbollire subito dopo!


IL TORO E L'AMORE


LEI: Il suo desiderio di avere figli è viscerale, insopprimibile se non a patto di vivere forti nevrosi. Difficile che riesca ad evitare un matrimonio o almeno una convivenza nella sua vita, salvo eventualmente disfarsene strada facendo. Non è un tipo volubile ed i suoi sentimenti reggono bene nel tempo. Le eventuali crisi non sono certo causate dalla noia, ma sempre da motivi seri ed importanti. Anche se la tolleranza è da Oscar, ci sono limiti che il partner non deve assolutamente superare se vuole evitare complicazioni inaudite. Fedeltà e trasparenza sono le doti richieste come essenziali.


Riesce a comunicare al partner l'impressione che sia protetto da ogni problema, che potrà sempre contare sulla sua forza. La sua energia è visibile e reale, si concretizza quotidianamente in attenzioni, puntualità (ahhahhhah) e costanza. La riduzione della libertà personale, dopo un matrimonio o una convivenza, non lo spaventa affatto, anzi gli dà sicurezza e conforto. Ogni giorno che passa pone un mattone in più per costruire un legame carico di sicurezza e serenità.


Il tradimento è un suo chiodo fisso ma anche il suo più radicato tabù. Se subisce un tradimento è capace di montare scenate incredibili, la sua reazione è molto dura: taglia nello e difficilmente riesce a ricostruire il legame. Ben diverso il discorso se è lui, per primo, a tagliare il traguardo dell'infedeltà. In questo caso le giustificazioni sono molte e le colpe sempre da addossare al partner. Così pretende, e sovente ottiene, numerose prove d'appello.


Ha una visione tradizionale della famiglia, che preferisce numerosa e, comunque, molto vitale e assortita. Ben vengano, quindi, mamme, zie e nonne a riempire gli spazi vuoti del cuore, a godere della gioia della nascita di eventuali nipotini. Natale è la sua festa preferita: deve esserci la famiglia al gran completo! E per circondarsi di questo affettuoso clan è anche disposto, durante l'intero corso dell'anno, a rinunciare ad un po' di intimità all'interno della coppia... con buona pace del partner!


Non riesce facilmente a mantenere nel suo cuore un tradimento e, nel giro di poco tempo, rivela tutto al partner. Grazie a questa sua spontanea sincerità pensa sia quasi lecito che lo si perdoni. Fautore del "pentitismo" anche nel settore dell'amore, non sempre può contare sulla benevolenza di chi ha davanti. La paura successiva è quella di ricevere pan per focaccia e, se il legame continua, è probabile diventi ancor più geloso e attento a tutti i movimenti del suo partner.


Quando è geloso non riesce a controllarsi. Malcontento, inquietudine e contrarietà saranno i risultati di questo sterile quanto naturale atteggiamento. Inizia veri e propri pedinamenti e, senza troppi scrupoli, interrogatori degni del più incisivo e pratico tra gli investigatori privati. Non sopporta che il partner guardi qualcun altro anche solo un istante più del normale o che scambi più parole di quanto sia "lecito" fare. Una sorta di segugio sempre in agguato, una sentinella al seguito!


Quando alza la voce vuol dire che si sente pienamente in forma! Infatti questo atteggiamento non è per nulla strano, spesso è solamente il suo modo di rendere più incisivi i suoi comandi o le sue intenzioni. In questi momenti meglio lasciarlo sfogare e riprendere la comunicazione qualche giorno più tardi... se stuzzicato può divenire persino aggressivo!



giovedì 3 maggio 2007

MA DIO è UN GOLF CLUB?





Inganno il tempo parlando di un altro argomento impopolare, mentre aspetto il messaggio della mia amica che mi dice "ok vado sotto i ferri", con tutta l'apprensione del caso. E' che nei momenti difficili divento carogna, mi fa stare meglio. Non sopporto il buonismo preoperatorio o post ospedaliero! Cazzo va sotto i ferri e non ci trovo nulla di positivo! Non ci si fa squartare un polmone a 28 anni, o almeno non lo si fa senza un mimino di rabbia. Fuck perchè deve accadere? Si si predestinazione, volere divino etc etc, ma io sono stupida e limitata e non capisco perchè con tanti bastardi che non meritano di stare al mondo, debbano accadere queste rogne sempre a persone speciali, ma questo è un altro discorso.


Dicevo (raccolgo tutta la mia stupidità per continuare a scrivere) che ieri sono andata a trovare la mia amichetta. Mi sentivo buona e giusta mentre attraversavo Milano in pieno orario di punta per riuscire a passare da lei. E' stato bello farla ridere subito, così, dopo 6 nanosecondi dal mio arrivo. Poi all'improvviso sono arrivate altre amiche, che io non conoscevo ho pensato di mettermi in disparte per la sciare anche a loro il tempo di chiaccherare con lei. Con mia abituale e proverbiale bastardaggine mi sono messa ad osservare ed ascoltare i loro discorsi (soprattutto mentre aspettavamo che lei tornasse dalla cena). All'inizio mi sono sentita solo come "Lucignolo", il cattivo compagno di Pinocchio, l'amica bastarda che non vorresti mai presentare ai genitori. Poi è stato un crescendo, fino a quando non ho avuto la certezza che mi guardassero come fossi l'anticristo.


E' che io non capisco, sostanzialmente non condivido, l'aspetto "settario" come lo chiamo io, della comunità cristiana. Le sentivo parlare e parlavano in codice, ammiccamenti, più o meno come fai alle medie, peccato che avessero passato i 20anni! Parlavano dell'appuntamento al rosario o ad altre cose simili come potrebbero parlare due bratz che si accordano "con la compa per passare una stilossissima serata fashion al locale wow della situation". Io sono fatta tutta male, si sa, ma Dio non era una cosa che ti accompagna dentro e non un appuntamento mondano? "No perchè sai ci sarà la Patty, la Chicca, La Giuly" ma chi se ne strafrega di chi hai intorno quando preghi? Non è che non stimo queste persone (lo so che non sembra) ma a me questa cosa di partecipare alla vita della "comunità" mi va sempre meno giù, più li frequento più me ne convinco. Ma non dovrebbero essere aperte al prossimo invece di sentirsi un'elitte di gente che ha capito tutto dalla vita? bho... spiegatemelo voi!


Nel frattempo mi è arrivato il messaggio... la stanno operando ora. Tieni duro piccola, io pregherò incazzata come riesco a fare, tanto Lui si aspetta questo da me, non sarei credibile altrimenti e credo che tra di noi vada bene così.


DAI BIMBA!!!!!