mercoledì 31 ottobre 2007

Io dico che questa giornata deve proseguire diversamente... allora mi approprio delle parole di Lapo, perchè racchiudono tutto: la comprensione, la dolcezza, la maturità, e l'autocoscienza ... e il sorriso che farà dicendo "è tutto normale".


"non c'è bacio che possa guarire un livido,


né perdono che possa sciogliere una paura.


lo dico da uomo, a una donna.


insegnami l'amore, e guariscimi dalla violenza"







Mi viene difficile parlarne e forse è anche un po' patetico e superfluo. Forse, nonostante quello che mi dici tu, dovrei comunque reagire come ieri sera e giocare di sponda con il mio sarcasmo e la mia forza. Però non so, sono abbastanza confusa. Ho retto bene, sono stata quasi grandiosa nel tener testa a due trogloditi che hanno deciso di picchiarsi pur di non parlare. Non ho tremato, non ho urlato, sono stata ferma e decisa. Poi sono salita in macchina e ho preso a tremare dalla bocca dello stomaco.


Un attimo, poco più, giusto i cinque minuti d'auto per tornare a casa. Poi è bastato scendere dai tacchi, infilare il pigiama, raccontare la giornata e riderci su. Ecco, sarebbe andato tutto bene se poi non fosse arrivato il sonno, peggio ancora il dormiveglia dove non distingui la realtà dal mondo onirico.


E così il volto paonazzo di quell'uomo stretto contro il muro, è diventato il mio, steso su di un letto, con una mano alla gola. Quella violenza, quelle labbra livide, l'impotenza sotto la morsa della rabbia erano il mio corpo stretto contro una lamiera. E nel sonno sembrava ancora tutto vero, sentivo il respiro mancare, sentivo la voglia di scappare e la paura che mi rendeva immobile. E dal sogno inconscio al pianto vero, il passo è stato breve. Mi sono trovata ancora a piangere singhiozzando, ancora la faccia nel cuscino e la paura di riaddormentarmi. Fino a quando non è stato tutto buio, fino a quando la televisione ha smesso di mitragliarmi flash di luce negli occhi, fino a quando il soffitto è diventato palpebre pesanti. Questa mattina dormivo direttamente sul materasso, nella lotta notturna sono riuscita a sradicare anche il lenzuolo sotto e la spugna...



Ora io non vorrei fare la tragica... ma penso che ogni tanto, bisognerebbe riflettere sulla relatività della propria rabbia (e frustazione)... e pensare che un pugno è carne su carne, è violenza che resta attaccata agli incubi anche a distanza di anni. E' vita che si porta via, anche solo per una notte insonne ...


Io credo che ogni tanto sia d'obbligo ricordare....


TAMARA


http://www3.varesenews.it/insubria/articolo.php?id=42028


http://www.perotorino.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=245&Itemid=29


http://maigret.typepad.com/ideepercordenons/files/09_liti_tra_vicini_di_casa.pdf


http://www.ilportico.it/articoli/details.php?ID=12083


martedì 30 ottobre 2007

Visto che poi vi preoccupate per me e che oggi piove sulle tamerici salmastre e sento intorno a me un tot di gente che avrebbe voglia di sfogarsi con po' invito a salire sul palco la balorda e ad intonare (ma questa è meglio stonarla) la seguente canzone (in attesa che qualche anima pia mi insegni a postare solo l'mp3)


DAIIII VOGLIO SENTIRVI GRIDAREEEEE


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Lcub4ovvwKc]



Ai suonatori un po' sballati
ai balordi come me
a chi non sono mai piaciuta
a chi non ho incontrato
chissà mai perchè
ai dimenticati
ai playboy finiti
e anche per me
A chi si guarda nello specchio
e da tempo non si vede più
a chi non ha uno specchio
e comunque non per questo non ce la fa più
a chi a ha lavorato
a chi è stato troppo solo
e va sempre più giù
A chi ha cercato la maniera
e non l'ha trovata mai
alla faccia che ho stasera
dedicato a chi ha paura
e a chi sta nei guai
dedicato ai cattivi
che poi così cattivi non sono mai
Per chi ti vuole una volta sola
e poi non ti cerca più
dedicato a che capisce quando il gico finisce
e non si butta giù
ai miei pensieri
a come ero ieri
e anche per me
E questo schifo di canzone non può mica finire qui

manca giusto un'emozione
dedicato all'amore
lascia che sia cosi`

ai miei pensieri
a com'ero ieri e anche per me

lunedì 29 ottobre 2007

E allora ti trucchi al mattino, ti guardi allo specchio e copri i segni della pessima notte che hai passato. Ti vesti e infili tutti i "devo fare questo e quello" e immancabilmente dimentichi un pezzo, allora ricominci ad organizzare fino al punto che tutto sembra avere un ordine.


E profumata e ben vestita, ondeggiando sui tacchi alti che ti fanno sentire in perfetta forma, prendi la macchina e imbocchi l'autostrada. E la musica bastarda, ti prende all'improvviso e parole si infrangono sul tuo parabrezza, ti fanno crollare in due righe nere di mascara e in un attimo non sei più forte come pensavi...


Ascoltando Vecchioni


Il dolore è una vela

così incredibilmente lieve

che nemmeno lo senti,

comincia con la cadenza

dolce della neve,

ed è lì che ti perdi.

Ha la faccia di un bambino

e gli occhi di un lupo triste

che ti lecca la mano,

conosce ogni parola che non esiste

e te le insegna una per una

piano piano



Ed improvvisamente ecco che hai dimenticato

com'era bello l'amore,

e te ne vai in giro

come un vecchio cane sfiancato

che non sente più nessun odore,

torni a casa con la divisa di un soldato

che non crede più nell'onore



Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via,

non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via



Il bambino rincorreva

la sua barca di carta,

che ci vedeva la vita,

ma il tempo non ha tempo,

l'orologio s'incarta,

la bussola è impazzita



cammini dentro una nebbia

di persone e di cose

che ti facevano sognare,

e hai voglia di andar via

senza accampare scuse

per non aver saputo amare,

quando hai finito tutte le più inutili scuse

per potere restare



Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via,

non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via



Non ne ho la forza nè la voglia di provarci

e neanche le ragioni,

altro che balle, sentimenti, tuffi al cuore

e piagnistei per scrivere canzoni;

vorrei guardare più lontano,

ma lontano adesso è un tempo

spaventosamente breve,

vorrei sparire, cancellarmi, non amarmi,

risvegliarmi che non so nemmeno dove



non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via,

non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via,

non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via,

non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,

non lasciarmi andare via

sabato 27 ottobre 2007



"Sua eccellenza trascorreva le sue giornate stande seduto davanti alla finestra a guardare il cielo, e se di tanto in tanto abbbassava gli occhi per guardarsi le ginocchia e le mani, se pensava al presente, provava subito una sensazione di stupore e di orrore: cosa gli era successo? Era proprio lui quell'uomo incapace di muoversi, che doveva essere accudito in ogni sua necessità, come un canarino in gabbia o come un neonato? Ma, di solito, sua eccellenza non pensava al presente. Rivedeva immagini e volti e circostanze d'una vita che era stata la sua vita, e ne riviveva alcuni fatti e alcuni momenti che la memoria gli faceva sembrare nuovamente reali. Non aveva alcuna percezione di dover morire entro pochi giorni....."


(Sebastiano Vassalli "Il padre della Patria")


venerdì 26 ottobre 2007

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=-HuKECuP3js]


Notte e numeri che lascio alle spalle mentre lacrime scivolano sul parabrezza che non voglio pulire. Non voglio intaccare questa danza di pioggia che scivola e schiarisce dubbi e pensieri e parole ed emozioni e propositi che non manterrò. Sta cancellando tutto questa coperta d'autunno e diluisce il colore dei fari gialli perfettamente allineati fino al punto di fuga che l'occhio stanco può scorgere.


Note di un piano imperfettamente umano si insinuano in un silenzio che appartine ad un mondo al di fuori di me, mentre dentro si fanno largo in uno stillicidio di silenzi che sanno di tabacco. E poi fari nel mio specchietto retrovisore a ferire palpebre esauste e il volume che sale, mentre l'accelleratore scende e inizia una danza d'asfalto tratteggiato e illuminato da fiaccole. E ritrovo la mia voce persa nella paura mentre con tutta la rabbia e la stanchezza che riesco a riunire nei polmoni grido una cry cry baby che non cantavo così da anni. E la pagherò, domani non avrò voce, ma non mi importa.


E' ancora notte e sono ancora sola e sono ancora mia. E me ne frego dei presenti e degli assenti e conto solo a memoria quanti giorni di vacanza ho preso da me stessa ... e mi accorgo che iniziano ad essere anni lunghi un secolo e larghi un attimo. E ancora, ancora canto. Ora la musica si fa lenta e sento il suono di vetri e di bottiglie mentre mi accorgo di aver spolverato con la rabbia la polvere che imprigionava le mie corde vocali. E canto lieve e stonata e rido di me e piango di me.


E all'ultima curva sulla via del ritorno trovo la strada sbarrata e mi costringono a cambiare direzione. Penso alle parole che mi ha detto sta sera e sento la leggerezza dell'appartenermi, così semplicemente. Rido e sorrido perchè fermi non è possibile. Seguo la deviazione e inciampo in una canzone che da troppo tempo non canto con convinzione, ma sta sera l'ho consumata con il repeat e con un sorriso leggero. ..



Lei aveva un'aria serena


dentro al suo abito da sposa


e un'andatura leggera


sembrava una maestra di ballo


Uscendo poi dalla chiesa


il sole forte l'abbagliò


sentiì intorno l'aria del sabato


e con gli occhi socchiusi pensò


se fossi l'ultima rondine


io volerei anche stanca


se fossi l'ultimo raggio di sole


io non mi spegnerei.


Amore mio mattiniero


ti lascio in dote le mie calze di seta


e un indirizzo segreto


dove puoi scrivermi lettere d'amore


Così lei in un lampo decise


che non c'è un prezzo a certe rose


lasciando a mezz'aria sia folla che sposo


si tolse il velo e se ne andò


se fossi l'ultima rondine


io volerei anche stanca


se fossi l'ultima luna


luna piena sarei


se fossi l'ultima musica


io ballerei anche scalza


se fossi l'ultima notte


io non mi addormenterei



giovedì 25 ottobre 2007

E continuo ad interrogarmi in questi giorni di nebbia da mancanza di sonno e volontà. Mi chiedo se avrò mai la certezza delle mie intenzioni. Se avrò mai la visione globale e definitiva della portata della mia ignoranza, il che sarebbe un buona stazione di partenza verso la consapevolezza delle mie possibiltà. Mi chiedo se saprò mai attingere da quel nulla che so per aprire le porte sul troppo che non comprendo. E' una cosa che mi chiedo da sempre e ancor di più da quando ho conosciuto Uolter. Avevo sempre avuto il sentore di abitare in un infinito pozzo nero di nozioni inarrivabili e con lui devo dire che ho trovato grandi certezze in questo senso. Ora vedo le pareti alte, altissime di questa torre al rovescio scavata nel terreno e sono consapevole di non avere mezzi per scalarla... però là in alto vedo un minuscolo punto luminoso e sono sicura che lì c'è aria e luce e mare e vita e mondo ... ed io, nel mio travalicare paratie costruite dalle mie incertezze.


mercoledì 24 ottobre 2007

A volte mi chiedo cosa sia la Perfezione... l'Amore .... Dio e non trovo mai parole che lo possano spiegare. Poi cammino, persa nei miei caotici pensieri, e trovo questo... e allora mi dico che in fondo le parole non sempre servono.



Da sta sera la Costituzione Italiana è nello spazio ....


stiamo migliorando... di solito va a puttane.




PRINCIPI FONDAMENTALI




Art. 1.


L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.



Art. 2.


La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.



Art. 3.


Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.


è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.



Art. 4.


La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.


Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.



Art. 5.


La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.



Art. 6.


La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.



Art. 7.


Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.


I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.



Art. 8.


Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.


Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.


I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.



Art. 9.


La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.


Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.



Art. 10.


L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.


La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.


Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.


Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.



Art. 11.


L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.



Art. 12


La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.



lunedì 22 ottobre 2007



Non c'è niente da fare ... il cantiere, papà ed io siamo legati da un amore ancestrale. Meraviglioso oggi tirare fuori dagli scatoloni il mio maglione blu parafreddo e trovarmi in cantiere con papà. Lui che mi dice di restare meno scollata e io che gli faccio notare che se si vedono 3 cm quadrati di pelle è dir tanto e mi chiedo come fa a scovarli sotto i miei abiti da uomo. E poi lì noi due, elettricista, muratore, il metro quello rigido che salta fuori dalla mia borsa e dalla tasca di papà in sincrono. E la matita rossa, quella piatta che si tempera con il coltellino per scrivere sui muri, segnare le tracce. E lui che fruga e mi dice "caramellina"? E' stato il mio capo, ora è un mio collaboratore, ma non smette mai di essere mio Padre.


Non sentivo quel freddo umido di calcestruzzo in maturazione da troppo tempo, quello che parte dall'estremità delle dita e arriva in un secondo alla punta del naso e allora le parole si fanno più veloci e la luce scende. Quattro battute e poi tutti via, con l'impegno di rivederci a fine settimana per far partire i lavori. Dio quanto mi è mancato il mio mondo.

Appunti ritrovati sistemando le scartoffie di casa.



Ci sono serate che forse non racconterai mai. Due passi di buio e la musica che arriva dietro. La voce, le corde e il sorriso che forse tarda ad arrivare, ma che aspetto nel tremare delle prime note. Vi ritrovo nella vostra musica e mi chiedo se immaginate quante cose acccadono nelle vite che vi canticchiano. Un vaso di pandora di emozioni che è difficile scindere, le mie, le sue, le vostre.


E ripenso alle serate passate sotto le luci blu del Vox. Rivedo Klaus e Fab, la loro rivalità e poi Davide e il male che gli ho fatto e la serata con Steve, quella dal bagagliaio pieno di oggetti da restituire come deposito cauzionale infruttifero di una vita condivisa per sette anni, e lui che mi diceva "non mollare". Serate di condivisione e confusione dove il comune denomitaore sono sempre io e le mie emozioni, e voi e la vostra musica.


E così anche sta sera, al tavolo con tre uomini, il mio, un amico e uno sconosciuto, così dicono. Seduti tutti e quattro con gli occhi rivolti verso lo stesso punto del palco, ognuno concentrato ad ascoltare qualcosa di diverso, vedere qualcosa di diverso. Mi chiedo se anche questa serata entrerà prepotente nei ricodi della mia vita e per qualche insensato motivo sento che sarà così.


Ma non sono qui per pensare, questa serata mi serve per ritrovare le vostre note, e allora ritorno a palleggiare tra i vostri sguardi che si cercano e trovano l'intesa e chiudo gli occhi, cancellando le immagini che tornano a dipingersi dietro palpebre chiuse e mi perdo .... nuovamente.



15 giugno 2007

sabato 20 ottobre 2007

.... lo so lo so ... avevo detto un regalino piccino ma.... poi è finita così


venerdì 19 ottobre 2007
















Santa Laura di Cordova Martire


19 ottobre



Sec. IX


Sarebbe stata una monaca del monastero di Santa Maria di Cuteclara, vicino Cordova in Spagna, di cui nell'856 divenne badessa. Nel «Martyrologium hispanicum» si narra che durante l'occupazione musulmana rifiutò di abiurare la propria fede cristiana: condotta davanti ad un giudice islamico, fu processata e condannata a morire in un bagno di pece bollente. Dopo tre ore di atroci dolori, diede la sua anima a Dio. Era l'anno 864. A dispetto delle scarne notizie che si sanno, il culto per la martire Laura ebbe grande espansione e il suo nome è molto diffuso in tutta Europa. Molti studiosi fanno derivare Laura dal latino «laurus», cioè alloro, pianta sacra ad Apollo e simbolo di sapienza e gloria. Ai tempi dei romani comunque era più facile trovare Laurentia che Laura. Il significato lo si fa risalire al serto di alloro con cui venivano incoronati i vincitori di varie gare. Nei secoli successivi, con il serto sulla testa, si sono raffigurati i poeti e i sapienti. Ancora oggi chi completa il ciclo di studi è detto «laureato». (Avvenire)


Etimologia: Laura = alloro, dal latino. Derivati e diminutivi: Laurina, Loretta, Orietta, Lorella, in russo Lara.


Emblema: Palma



Unica santa con questo nome, sarebbe stata una monaca del monastero di S. Maria di Cuteclara, nei pressi di Cordova in Spagna, di cui nell’856 divenne badessa succedendo a s. Aurea..
Nel “Martyrologium hispanicum” si narra, con poca certezza, che durante l’occupazione musulmana rifiutò di abiurare la propria fede cristiana; condotta davanti ad un giudice islamico, fu processata e condannata a morire in un bagno di pece bollente, dove diede la sua anima a Dio dopo tre ore di atroci dolori, era l’anno 864.
A dispetto delle scarne notizie che si sanno, il culto per la martire Laura ebbe grande espansione e il suo nome è molto diffuso in tutta Europa.
Molti studiosi fanno derivare Laura dal latino ‘laurus’, alloro, pianta sacra ad Apollo e simbolo di sapienza e gloria. Ai tempi dei romani comunque era più facile trovare Laurentia che Laura; il significato lo si fa risalire al serto di alloro con cui venivano incoronati i vincitori di varie gare; nei secoli successivi, con il serto sulla testa, si sono raffigurati i poeti ed i sapienti, del resto ancora oggi chi completa il ciclo degli studi è detto laureato.






Bene è venerdì, e detto per inciso oggi è il mio onomastico e ne ho le prove come potete ben vedere qui sopra! Che dire il mio destino era indelebilmente legato ai Sapienti, sono destinata a cingere la loro testa... che ci volete fare?! Tutto questo per dire che sta sera andrò all'ikea e mi sa che scapperà un regalino a me stessa, qualcosa di assolutamente inutile del quale scoprirò di non poter più fare a meno nella mia vita futura... ad esempio questo



Per il resto che dire, sto pensando al mio "progetto letterario" come lo chiama Uolter e mi sento un po' confusa. Sento che sto trovando un po' di pace con le parole in questo ultimo periodo, ma sento anche la famosa giacchetta tirare. Uolter che dice che alla mia Frode manca il supporto di un quadro storico, e io che dico che non volevo parlare di storia guardando quel quadro. L. che mi scrive "ma mi garba come scrivi, racconti ad immagini, e ti viene bene" e invece io mi sento sempre come una che consegna il compito troppo in fretta e appena esce in corridoio viene pervasa da mille dubbi. Dovrei trovare il tempo, magari una notte, nel silenzio e pensare un po'. Magari una notte come ieri, ghiacciata, limpida. Un cielo da dipingere, tempestato di stelle e costellazioni, intervallato da folate di foglie secche trasportate da un velo che tagliava come acciaio. Chissà, magari l'Ikea porterà consiglio...


Buon We truppa!


giovedì 18 ottobre 2007



Bene, visto che SenzaMeta mi ha offerto il martini mattutino bloggo qualcosa. In realtà posto molto più di "Qualcosa" è il programma di una serata che si terrà martedì 23 ottobre al Teatro Leonardo di Milano. E' una serata alla quale tengo molto e sarebbe davvero una bella occasione di conoscere qualche blogghino della zona. Vi copio incollo il programma messo a punto dalla bismony che ha organizzato la serata.


Tra gli ospiti ci sarà anche il gruppo degli Statobrado che vi assicuro, merita davvero!!! Tra l'altro I Bradi (e tutti gli artisti che animeranno la serta) parteciperanno alla serata a titolo gratuito e questo mette in luce quanto grandi siano come Artisti e come Persone. Personalmente li seguo da anni e vi assicuro che le serate passate ascoltando la loro musica, sono state tutte indimenticabili e pervase da emozioni che si rinnovano sempre.


Volevo ringraziarli personalmente, per aver risposto al nostro appello, che considero come un favore personale, un gesto di valore inestimabile.


Qui sotto vi riporto il programma della serata.


MARTEDI 23 OTTOBRE


ORE 21.00


TEATRO LEONARDO


via Ampère - Milano


Alla serata, presentata da Daniele Battaglia, speaker di Radio Italia, parteciperanno diversi Artisti dello spettacolo, tra cui:


- il quartetto d'archi Archimia,

- il coro africano Bandeko,

- il Rejoice Gospel Choir,

- Aneetha,

- Angela e Guillermo (ballerini professionisti di Tango Argentino),

- GLI STOTOBRADO

- e l'attore Massimo Greco.

Il ricavato della serata serà devoluto a favore del progetto "Il Centro Laura Vacuna" e qui sotto trovate un po' della storia di questo centro.



Il centro Laura Vicuna


Visitammo questo centro nel 1997 una sla casa 37 bambine dormivano in una sola stanza, un solo bagno più un rubinetto in cortile, polenta condita con erbe tutti i giorni. Cominciammo a collaborare costruendo, prima due casette, una lavanderia, un laboratorio di taglio e cucito, poi una terza casetta e poi... una quarta. Il grande terreno che circondava la casa, è statao sistemato a colture più necessareie (fagioli, pomodori e frutta). Si è aggiunto l'allevamento dei polli abbiamo colmato il tempo libero con lezionei di musica e ginnastica.


A chi è rivolto questo progetto


Il centro ospita quelle bambine che sono state abbandonate perchè nate in famiglie troppo povere o perchè la cultura del posto le considera streghe, perchè alla loro nascita sono accompagnate da eventi tragici come la morte della madre, e quindi vengono abbandonate nella foresta.

Il centro casa laura, ha il suo interno varie attività per il sosotentamento delle ragazze. Vorremmo puntare verso l'autonomia alimentare e ad un piccolo commercio di prodotti propri. E' necessario costruire un pozzo che dia acqua a sufficienza per irrigare il campo. Con acqua necessaria e sotto le direttive della Facoltà di Agraria dell'Università di Lubumbashi si potrebbero fare due raccolti l'anno e allevare più animali e magari vendere l'eccedenza


Gruppo Aleimar onlus ADOZIONI A DISTANZA E PROGETTI DI SVILUPPO






I promotori della serata British Institute di Cernusco sul Naviglio nella persona di Marinella Liboi, Monica Biscuso per FocusFlash di Melegnano e l'Onlus Aleimar

Ingresso 15,00 euro.


Si possono acquistare i biglietti presso la sede British di Cernusco sul Naviglio o prenotarli ai seguenti indirizzi mail: andreatosoni@libero.it e monica.biscuso@focusflash.it


Relazioni con la stampa:

Focus Flash di Melegnano www.focusflash.it

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mercoledì 17 ottobre 2007


DAI PAPI.. COMPRA UNA VOCALE



No va bene, io lo cazzio sempre il mio papi. Non voglio che si rimbambisca solo perchè è in pensione. Anche perchè mi fa incazzare a morte, gli ho visto buttare giù le bozze di progetti in una notte, l'ho visto edificare cose che Arch. e Ing. non sapevano come risolvere e non sopporto che ora cada vittima di un telecomando o di una radiosveglia.


No perchè papi è così: fategli costruire un grattacielo, ma morire se capisce come si punta la radiosveglia. Però, pora stella, è da un po' che ci penso a come deve sentirsi. Per il suo compleanno ha ricevuto un MP3 con la presa USB da attaccare al PC. Poi gli abbiamo regalato dei CD e l'antenna del GPS. Mentre pranza sente mia madre che chiede istruzioni a mio nipote di come usare MSN per vedersi in WEBCAM, e il piccolo che dice "nonna ma segnati l'ID e la Password che poi te le scordi". Ora, per un ometto che ha come suoneria del cellulare (che poi ai tempi di mio padre i "cellulari" erano i furgoni dei cellerini durante le manifestazioni) il Ragazzo della via Gluck, come può sentirsi? Magari papi compra una vocale!


Poi l'ho visto settimana scorsa, che passeggiava un pomeriggio da solo, lì ad aspettare il suo compagno di merende. Avevo 2 minuti e allora ho inchiodato e parcheggiato "dai papà offrimi un caffè". E lui che è diventato tutto un sorriso, che ha provato a dirmi 7.000 cose in 3 secondi netti e mentre è lì che ordina due caffè, io lo interrompo e dico alla barista "per me un marocchino". E lui che mi guarda stranito, eggià papi nemmeno il caffè è più quello di una volta! E poi mi dice "sei sempre di corsa" e io gli rispondo "perchè tu andavi piano? Che quando lavoravi ti chiamavamo L'aquila, perchè eri sempre LA - QUI - LA" e allora ti vedo sorridere un po' malinconico e un po' orgoglioso di me. E' che ci siamo passati il testimone papi, come una staffetta, un gioco di squadra. Adesso tu puoi rallentare un po' la corsa e io prendo dalle tue mani l'eredità di cose che mi hai insegnato e provo a correre. E' questa l'eredità che voglio avere da te, non altro. E voglio che tu sia orgoglioso di me in vita, che tu mi veda crescere e voglio che tu sappia che avrò sempre bisogno di te. Ma non posso dirti tutto questo nel giro di un coffee break, allora ti accarezzo e ti bacio sulla guancia e sento il tuo profumo restare sulla mia pelle e ti porto con me, nelle mie mille cose da fare. Insieme, sempre, come la squadra miglore che si possa avere.




là dove c'era l'erba ora c'e una città.
Questa e' la storia
di uno di noi
anche lui nato per caso in via Gluck
in una casa fuori città
gente tranquilla che lavorava.
Là dove c'era l'erba ora c'e
una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà
questo ragazzo della via Gluck
si divertiva a giocare con me
ma un giorno disse: "vado in città"
e lo diceva mentre piangeva
io gli domando: "amico non sei contento?
vai finalmente a stare in città
là troverai le cose che non hai avuto qui.
Potrai lavarti in casa senza andar
giù nel cortile".
"Mio caro amico" disse "qui sono nato
e in questa strada ora lascio il mio cuore
ma come fai a non capire
che e' una fortuna per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati
mentre là in centro io respiro il cemento
ma verrà un giorno che ritornerò
ancora qui
e sentirò l'amico treno che
fischia così.... ua ua".
passano gli anni ma otto son lunghi
però quel ragazzo ne ha fatta di strada
ma non si scorda la sua prima casa
ora coi soldi lui può comperarla
torna e non trova gli amici che aveva
solo case su case catrame e cemento
là dove c'era l'erba ora c'e
una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà
non so no so perché continuano
a costruire le case
e non lasciano l'erba, non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
e non se andiamo avanti così
chissà come si farà
chissà chissà come si farà.




LA PUNTUALITA' UCCIDE LA CREATIVITA'


BUONGIORNO MONDO !!!



Non c'è che dire, Dio era in forma il giorno che inventò il sonno. Riuscire a riposare rende tutto così... perfetto!!! .... Bhè oddio di perfetto non c'è nulla e infatti sta mattina ho elaborato una delle mie teorie esistenziali dal titolo


LA PUNTUALITA' UCCIDE LA CREATIVITA'


Si ecco pensavo questa cosa mentre venivo al lavoro sta mattina. Ero puntuale, anzi con un paio di minuti di anticipo e così per una volta mi sono adeguata alle file cittadine. Ho fatto passare la vecchina sulle strisce, mi sono fermata anche alle linee del dare precedenza come se fossero i vecchi tempi, quando esisteva una segnaletica più spartana, una inequivocabile linea di arresto in prossimità degli STOP. Ero lì, lenta lenta, con le notizie che passavano in radio e che mi parevano tutte noiose, nessuna canzone da mettere a palla, giusto per ricordarti che sei sveglio. Così ecco mi sono detta: "certo che la guida creativa è tutt'altra cosa". Non dico correre e fare cose pericolose, sia mai... però dai, quelle curve prese con un po' di agilità, gli insulti creativi contro i cammion della cava, le scorciatoie per saltare i semafori, il garone con l'idiota che non ti ha seguita e s'è trovato bloccato al rosso, mentre tu zzzzzaac hai fatto il barbatrucco. Il freno motore, quanto mi piace il freno motore!!! Sentire le marce che scalano, salgono e scendono e vedere la mia brumi che se la ride e dice "tzè utilitaria io???" .... Non c'è assolutamente paragone, domani uscirò con almeno 5 minuti di ritardo!

martedì 16 ottobre 2007



..... scusate oggi sono più brasata del solito


Prima notte in cui le note che canto sono più fredde dell'aria che mi circonda. Prima notte di nuvolette di fumo che segnano il mio respiro mentre, a naso in sù, conto le stelle e mi godo un'altro piccolo ostacolo superato. E' sempre un'ostacolo ma uno di meno.





Hanno ragione, hanno ragione
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
parli di donne da buon costume,
di questo han voglia se non l'ha capito già"
E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho amato
ho amato dentro gli occhi suoi,
magari anche fra le sue braccia
ma ho sempre pianto per la sua felicità"


Luci a San Siro di quella sera
che c'è di strano siamo stati tutti là,
ricordi il gioco dentro la nebbia?
Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
Ma stai barando, tu stai gridando,
così non vale, è troppo facile così
trovarti amarti giocare il tempo
sull'erba morta con il freddo che fa qui


Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
non son capace più di dire un solo no
Ti vedo e a volte ti vorrei dire
ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
Fa la mia vita, fa la tua vita
tanto doveva prima o poi finire lì
ridevi e forse avevi un fiore
non ti ho capita, non mi hai capito mai

Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni
che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
tanto che importa a chi le ascolta
se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
Fatti pagare, fatti valere
più abbassi il capo più ti dicono di si
e se hai le mani sporche che importa
tienile chiuse e nessuno lo saprà

Milano mia portami via, fa tanto freddo,
ho schifo e non ne posso più,
facciamo un cambio prenditi pure
quel po' di soldi quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento,
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando,
luci a San Siro non ne accenderanno più

lunedì 15 ottobre 2007

IL PIACERE DI CONDIVIDERE IL PALCO CON ALTRI

IL PIACERE DI CONDIVIDERE IL PALCO CON ALTRI


Ci sono canzoni che ti colpiscono subito, che restano lì in un'angolo di anima,


in attesa di riprendere vita...


"...CI SONO DELLE CANZONI CHE ANCORA OGGI, A DISTANZA DI ANNI, RIMANGONO NEL MIO REPERTORIO PERCHE' FACCIO FATICA A STACCARMENE ...."



[youtube http://www.youtube.com/watch?v=BRfjWZRKniY]



L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobati nè mangiatori di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni
e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
"è mia"; sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà che ora si è fermata qua.
Non conosce paura l'uomo che salta
e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.

Insieme visitata è la notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "è quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.

venerdì 12 ottobre 2007

L'ho sentito ieri mattina accarezzarmi in un brivido il viso mentre uscivo di casa. E poi è sparito appena salita sull'auto un po' inumidita da una brina che non sa più di rugiada estiva, ma che non è ancora il ghiaccio invernale.


L'ho incrociato più tardi a pranzo, mentre parcheggiavo davanti la casa dei miei. Ho alzato lo sguardo verso l'albero delle stagioni e l'ho visto appena accennato e un po' in ritardo. Gli ho sorriso un po' malinconica e un po' rincuorata dal ripetersi di un rito.


E infine ieri sera, l'ho sentito posarsi leggero sui miei piedi nudi, un soffio appena accennato, ma era lui ne sono certa e non mi sono stupita di trovarlo nel letto, steso sopra le lenzuola che mi aspettava per avvolgermi in un morbido abbraccio caldo. Mi ha accompagnata in un sonno sereno e sta mattina mi attendeva per strada, lì sul cartellone colorato degli eventi. La fiera di novembre è dietro l'angolo e io nemmeno me ne ero accorta, ancorata con tutte le mie forze ad un estate che mi ha già salutato senza che me ne accorgessi. Ho sentito il profumo della frittella annuale, ho pensato ai miei maglioni di lana, alle nostre mani strette in mezzo alla folla colorata e caciarona.


Tra poco sarà buio presto e lui sarà inconfutabilmente il signore delle mie giornate.... è arrivato l'autunno.


giovedì 11 ottobre 2007


Allora siccome mi lamento sempre che nei condomini spesso vivono trogloditi privati del dono della parola e vincitori del premio mondiale di inquietanti suoni gutturali, oggi per par condicio (visto che anche l'UE dice che siamo i maghi della par condicio) elenco di seguito le risposte di un condomino:



Grazie per le attenzioni e l'augurio di un buon fine settimana anche a Lei.



Sono lusingato per questa sua gentile attenzione.

grazie Mille

Ps .Donna da sposare.


Bene quello che pensa.Per conto mio proceda


Sentiamoci se ne ha la necessità

Caramente la saluto


Mi piace sempre di più.



martedì 9 ottobre 2007

No lo so che stai partendo per la Germania, e che si lo so non ci vediamo da un secolo, sai il trasloco e poi il lavoro e la mia febbre che va e viene, no si bhè lo so che non è successo niente, però sai, guardavo dopo tanto quella puntata di sex e si ecco mi son venute in mente quelle sere. Quelle sere dopo le partite, quelle tipo "no dai facciamoci una pizza". Quelle sere che mi mettevo giù da paura, che una carrozzeria lucida nasconde bene un motore a pezzi. Quelle sere lì che mi sentivo come in fondo ad un bicchiere di birra, come l'ultima macchina nel parcheggio notturno di un iper. Quelle sere lì, che facevo qualcosa e non ricordo ancora bene cosa. Ecco, quelle sere lì insomma, in qualche modo c'eri tu, non mi capivi, non condividevi, però mi stavi accanto. Ecco questa sera a gambe incrociate sul divano mentre cenavo con i miei cereali e il telecomando, ho pensato che forse carrie non mi somiglia più tanto. Assomiglia ad una me che forse non c'è più, che non vuole più esserci e ora toccherà cavarmela ad inventare consigli e situazioni. Sono la sesta serie che non c'è e qui non si recita a copione.






No non è per parlare di politica ma ... io da grande voglio fare Mastella. Voglio andare nei ristoranti e lasciare il gobbo da pagare e poi voglio fare il Ministro, ma mica uno di quelli sfigati tipo il Ministro alle politiche sociali, no no senti come suona bene Ministro della Giustizia. E' uno spettacolo. E poi se sei Ministro della Giustizia ti danno tante cose da fare, tipo partecipare alle Iene e a tutti i programmi satirici, e non è poi così complicato, tu parli e gli altri ridono. E poi se sei Ministro della Giustizia ti danno la fascia e ti fanno sfilare sulla macchina cabrio per le strade dell'Ammmmerrrica tipo Kennedy, solo che non ti sparano, nooo che quello è passato di moda. E allora tu sei Mastella e stai sfilando in un ruolo istituzionale e ti fai beccare a fare come Grillo e dire VAaaffaaa e allora pensi che anche il Ministro è simpatico e umano, peccato che sia pagato per amministrare la giustizia, sarebbe un comico perfetto.


lunedì 8 ottobre 2007

Si ma una non ti può alzare al mattino con uno che gli dice "è lunedì ordine e disciplina" !!!


... vabbhè giusto perchè era l'ErneTatino



venerdì 5 ottobre 2007

Un post non incazzato, un post non esistenziale.. solo un post. Solo perchè è venerdì. Solo perchè sono tanti venerdì che non sento che è venerdì, di quei venerdì che senti dentro che hai fatto molte delle cose che ti eri prefissato di fare. Solo perchè mi accorgo che il pensiero che avrò alle 16.01 è fatto di parrucchiera e smalto da mettere che domani sarò in parata. In venerdì zen di preparazione all'odio, quello che subirò e quello che forse vorrei provare e invece è ancora amore. Amore tradito e calpestato. Amore di natali passati insieme e ferragosti dimenticati. Anni dove eravamo tutti di meno ma eravamo molto di più. Ma va bene così che la testa di tutti non la posso mica cambiare io. Ecco no, che se cominicio così un po' esistenzialista lo divento. Evitiamo e venerdì. In fin dei conti mi basterà solo essere elegante e stupida, e si sa che mi viene naturale. Essere stupida intendo, elegante molto meno. Buon week end.



intanto canticchio che ho la vanoni per la testa in questi giorni


Noi
le donne noi
il sesso fragile che poi
da’
la vita da’
a chi anche un poco l’amerà

ma tu cosa ne sai
leggere non puoi
l’angoscia che ho qui in fondo al cuore…
è facile per te,
per chi pensa solo a sé,
non curarsi di chi ha intorno
non soffrire per gli altri, non morire…

noi
le donne noi
a volte angeli, lo sai
ma
che prezzo ha,
quanto ci costa
chi è donna sa…

Noi, Le Donne Noi


quando stanca sei,
farti bella e poi
uscir cercando d’esser divertente

è difficile lo sai
immedesimarmi in te
non vedere l’altra gente
non ingelosirti, per non ferirti

noi, le donne noi
il sesso fragile che poi
da’
la vita da’
a chi anche un poco l’amerà
noi
le donne noi
a volte angeli lo sai
ma che prezzo ha
poi quanto costa
chi è donna sa

nascondere la gelosia
la paura mia
dicendo che son tua
pensare di andar via
e restare qui
per un gesto mio d’amore

noi le donne noi…


giovedì 4 ottobre 2007

Ecco la mia recensione finita in tempi insperati. Allora il titolo del quadro è doppio, così come doppi e multipli sono i simboli in esso contenuti. E' conosciuto come "La Fraude" o come "Allegoria del trionfo di Venere" l'autore è Agnolo Bronzino. Qui sotto vi copio la mia interpretazione. Premessa fondamentale per non urtare la sensibilità dell'Assessore: è la prima volta che mi appresto a dare una lettura di un quadro, usatemi clemenza.


"Di una bellezza ipnotizzante. La pelle candida che pare di sentirla in tutta la sua morbidezza. Una sensazione tattile di velluto fresco che scorre sotto le dita. Divina appunto. Una Venere di luce, accattivante e provocante, ma non volgare nella sua nudità. Eppure scabrosa nelle labbra socchiuse offerte come compiacente amante a Cupido che l’abbraccia toccandole un seno. Un abbraccio che è l'intreccio incestuoso e suadente di Amore e Bellezza, ma anche un abbraccio ingannevole se si pone attenzione alla gestualità delle due figure. Venere stringe nella mano del cuore un pomo d’oro, forse allettante dono per il figlio, o forse uno stratagemma per distrarlo mentre, con la mano destra ruba una freccia dalla faretra del dio distratto. Parrebbe così che la Bellezza riesca a distrarre l’Amore, riuscendo a derubarlo del suo potere e della sua essenza, (rappresentata dalla freccia, divino mezzo usato per fare innamorare i cuori), ma parrebbe per l’appunto. Cupido infatti, mentre finge di piegarsi al gioco ammaliante della madre, con una mano le accarezza lascivamente un seno, ma con l’altra sembra cercare di derubarla del diadema. Chi sia il vincitore in questo inganno è difficile stabilirlo, nell’arte e nella vita. E’ l’Amore che dipinge l’oggetto della nostra passione come l’emblema della bellezza o è la Bellezza ad ingannarci e a farci credere vittime dell’Amore quando lo siamo solo dell’immagine di esso?


Tornando a scoprire i segreti di questa tavola, mi viene difficile non pensare a quanto mi raccontava un amico che sosteneva che le donne e i quadri andavano osservati allo stesso modo. Diceva che occorreva iniziare con una rapida occhiata d’impatto, lasciandosi trascinare da emozioni fugaci e istintive per poi, piano piano, dare la caccia ad ogni piccolo dettaglio, anche il più minuzioso. Diceva che i piedi di una donna possono rivelare delle imperdonabili trascuratezze o svelare maliziosi dettagli, e l’arte era per lui da trattare allo stesso modo poiché i quadri, letti dal basso fornivano, nella maggior parte dei casi, la giusta chiave di lettura. Sarà dunque con il suo metodo che racconterò questo quadro. Partirò dai piedi del dipinto dove trovo una colomba, o almeno è questo che mi pare vedere di primo acchito, ma con uno sguardo più attento, vedo comparire anche il becco e la testa di una seconda colomba. Colombe dunque, icone di monogamia, tenerezza e purezza, eppure duplici e nascoste in questa tela. Poco sopra, poi, trovo un cuscino ove poggia morbidamente il corpo androgino di un Eros che non si può dire abbia connotati maschili, ma neppure femminili. Ancora questo senso di indefinito, di doppiezza, di immagine e riflesso.


Il mio sguardo sale e incontra due volti di donna. Una disperata Gelosia, ulteriore straziante elemento dell’Amore e un’altra donna, nemmeno a dirlo, che ha una duplice interpretazione. Qualcuno vede in lei Verità che aiuta il Tempo a svelare il significato reale della scena. Altre interpretazioni la identificano con la Notte, colei che copre con il suo manto gli amanti e guarda irosa il tempo tiranno, da sempre nemico dell’Amore. Di Cronos infatti è il volto austero del vecchio che tiene teso il manto dove Venere si adagia. Un manto celeste che ospita e nasconde. L’espressione corrucciata del Tempo è un’ interpretazione occidentale, e se vogliamo estremamente attuale, di un tempo tiranno che ci spaventa, che ci priva della giovinezza, della bellezza e della passione.


Fortunatamente, poco più in basso, troviamo un volto più conciliante. E’ il volto del putto paffuto che pare guardare divertito e complice l’abbraccio di madre e figlio (o degli amanti). Porta dei campanelli dorati alla caviglia e tra le mani ha petali di rosa di buon auspicio. E’ Gioco, ma Gioco è anche Piacere. Ancora un tassello in questo domino di olio su tavola. Una tessera che porta incisi due valori opposti, eppure stretti da intimo legame. Un abbraccio dunque al centro della scena. Un amore proibito che si perpetra sotto gli occhi del Tempo, del Gioco e del Piacere.


Ma chi nasconde Gioco? Un viso di fanciulla perfettamente roseo ornato da perle. Un viso d'angelo e un corpo di rettile (o forse coperto da squame di pesce). Un corpo orribile in contrasto con la perfezione del putto e alla delicatezza della veste di seta che lo adorna. Le mani, che portano in dono qualcosa, hanno una postura innaturale. Trovo tra i miei appunti il nome dell’arpia. E’ Frode. Porta in dono un favo di miele e un animale venefico. Ecco ancora questa duplice chiave di lettura che si ripropone, tra ciò che appare e ciò che è, tra una viso innocente e un corpo diabolico da nascondere e ancora tornano le mani a dare un’interpretazione del tutto. La mano destra è in realtà prolungamento al braccio sinistro e viceversa. La mano buona porta dunque in dono un regalo cattivo, l'animale appunto, mentre la mano cattiva porta in dono miele. Bene e male dunque contrapposti per l'ennesima battaglia. Ma cosa è Bene e cosa è Male? Quello che possiamo vedere con i nostri occhi o quello che è nella sostanza? E quello che ci hanno insegnato, possiamo considerarlo giusto o è forse invece un dono dalla mano cattiva? Se fosse tutta un'illusione disegnata ad arte? Doppio rievocato fin dal titolo dell’opera conosciuta con il nome di “Fraude”, ma anche di “Allegoria del trionfo di Venere”. Chi è dunque la protagonista, chi si cela o chi si espone? Con che occhi osserviamo? Quelli della prima fugace impressione che rimangono stregati da una meravigliosa Venere in una scena proibita e accattivante, o con occhi lenti e indagatori che scoprono e mettono a nudo ogni dettagli e ogni simbologia in esso contenuta? Stiamo guardando, io credo, la rappresentazione dell’inganno, dell’ipocrisia, del doppio valore di ogni immagine.


Mi viene da pensare che possiamo davvero essere tutto e il suo contrario agli occhi di chi ci osserva. La nostra immagine può indurre lo sguardo più superficiale, quello che si lascia ammaliare dalla forma più che dalla sostanza, a vedere in noi ogni immagine di diabolici peccati o di angelica apparenza . Ma ogni viso, ogni gesto, ogni esistenza nasconde un universo intimo di intenzioni e di ragioni che un solo viso, una sola immagine non può raccontare. Siamo duplici o multipli ancora più complessi. Sta negli occhi che ci guardano trovare la chiave per una giusta lettura, occhi talvolta stanchi e abituati all’apparenza, affaticati da lenti che ci deformano o ci nascondono l’essenza dell’essere. E sta in noi la voglia di svelarci in immagini d’impatto che mettano a nudo la nostra identità, oppure centellinarci in una pioggia sottile di simboli e messaggi codificati. Fino a poco tempo fa, avrei fatto della Verità assoluta una ragione di vita, oggi mi rendo conto che la Verità è un valore da difendere e proteggere, che spesso non può essere venduta a peso in qualunque mercato. Ha bisogno di filtri, di icone, qualcosa di universalmente riconoscibile. La verità è una casa che puoi vedere dall’esterno, spiarla dalle finestre, ricordarla ad un indirizzo sicuro, ma è anche quello che trovi dentro, superati i muri, aperte le porte. La verità è una Venere radiosa, o un’amante peccaminosa, o una Fraude che deframmenta e svela in un codice di immagini i molteplici significati di Vero. La Verità è una o è un complesso assommarsi di verità disgiunte?






mercoledì 3 ottobre 2007

martedì 2 ottobre 2007

No siccome qui fioccano messaggi dove mi danno della buona e dolce (compresi certi insospettabili!!!!!) mi tocca scrivere un post di quelli acidi, anche perchè sta mattina sono particolarmente ispirata. Al contrario di quanto il buon Cromo possa dire, sta mattina mi apprestavo ad entrare in ufficio canticchiando particolarmente sollevata dal non aver voglia di vomitare sui piedi della vecchia. Mi siedo e mi appresto a chiudere la contabilità mensile quando zompettante come una gallina vestita a festa, radiosa come un'esplosione nucleare, arriva la "donna in carriera de noiartri". Erano mesi che non la si vedeva, dopo che avevamo chiuso con lei una moltopocolucrosa collaborazione e che ci aveva bellamente silurati per la successiva decisamentelucrosa collaborazione. Dopo mesi da faina, dopo avermi rotto le palle ad oltranza perchè lei era costantemente presente, "sul pezzo" come dicono i giornalisti, brava, precisa, avanti e bllaaabllllaaabllaaa, è tornata! Lei ti chiamava sempre un secondo prima che finisse la giornata lavorativa (che all'epoca finiva alle 19.00 o il sabato alle 12.30) e lei voleva delle risposte e le voleva subito. Peccato che fossero cose assolutamente di importanza relativa e che potevano essere gestite diversamente. Ma non potevi certo dire che arrivava il tuo fidanzato, che eri stanca morta e che ti aspettavano ancora i mestieri a casa, o che dovevi studiare, che avevi il corso, o che era venerdì e volevi vedere le tue amiche. Nooo, perchè tu avevi solo da imparare da lei, così come più e più volte il tuo capo si divertiva a ricordarti. Oggi la wonderwoman della contabilità arriva e dice "e no sai adesso sono fidanzata e appena ho 5 minuti liberi corro da lui". MAaadddaaAAaiiiiIIII e dov'eri quando tutto il resto dell'universo aveva la propria vita e tu rompevi i maroni???? E adesso che hai trovato uno sfigato da seviziare hai deciso che il lavoro può attendere??????