sabato 31 luglio 2010



e da questa mattina il mio piccolo cammina da solo ... e io piango tantissimo



mercoledì 28 luglio 2010

martedì 27 luglio 2010






CONTEMPORANEITA' QUOTIDIANE


Ti svegli, contemporaneamente il muratore batte il martello. Tuo marito gira per casa "è tardi arriva tuo padre". Ti lavi, "mamma", si è svegliato. Lo cambi e mentre è lì con il pisello all'aria, suona il campanello. "Sei pronta?", no. Contemporaneamente ti spazzoli i capelli, trucco nemmeno a pensarci. Esami del sangue e mentre ti bucano suona il cellulare, "sda abbiamo una consegna", contemporaneamente pensi: "sticazzi mi si è rotto il teletrasporto". Più tardi quel giorno: stampi, correggi, ascolti, fascicoli. Driin "no non ho tempo, ti richiamo più tardi". Stampi correggi, ascolti, fascicoli. Drrinn "buongiorno, si è un momentaccio, può richiamare più tardi? grazie". Più tardi richiama "buongiorno son l'editore, disturbo". Mani occupate, bimbo in braccio, lui fa la cacca, devi metterlo in auto, apri con i denti la portiera "no certo che no, mi dica". Bla bla, bla bla. Si certo ma tu contemporaneamente sarai in ferie, no no certo non è un problema. Torni a casa: mail, bimbo, pizza ... contemporaneamente muori.

lunedì 26 luglio 2010





Giorni di vittime, vittimisti, martiri ed eroi. Ho tanti limiti, lo so da me, li ho archiviati tutti in ordine alfabetico su di un foglio excell. Ogni tanto inserisco una nuova riga corrispondente ad un nuovo lemma. Quelli sottolineati in rosso sono limiti promossi allo status di difetti. Uno dei miei limiti è non sopportare le persone vittimiste. L'essere petulante, frignone, esasperato, arrendevole, è un'arma subdola e feroce. Si insinua nel senso di colpa di chi ha avuto, semplicemente, il coraggio di fare delle scelte nella vita. Di chi ha avuto la capacità di dare un nome ad un problema, che ha avuto il coraggio di parlare della verità. Coraggio che ha pagato spesso con il dolore, un dolore verso se stesso che ha dovuto ignorare perchè qualcuno batteva i piedi più forte, spesso senza capire. Senza voler capire. Allora partono le parole grosse: "ti odio", "mi hai rovinato la vita". Credo così fortemente nel genere umano, che stento a credere che qualcuno può rovinarci la vita, siamo capacissimi di farlo con le nostre mani. Con gli anni mi capacito ancora meno di come persone, sempre più adulte, sappiano frignare e vomitare la propria psiche infantile, sulle spalle di chi vuole essere Uomo. L'ho detto prima, ho dei limiti, uno di questo è essere di tanto in tanto un po' talebana ma è più forte di me, preferisco essere carnefice di me stessa piuttosto che guardare allo specchio una vittima, ancor meno una vittimista. Ho avuto così tante occasioni per leccarmi pubblicamente le ferite, avrei potuto mostrarmi indifesa, bisognosa. Avrei potuto chiedere di essere difesa. Ma no. Ancora più stronza (mi hanno detto così no?), ancora più testona, ancora più sola, ma con uno straccio di dignità per quanto a brandelli e bottata. Non ce la faccio, scusatemi, ma non riesco a puntare il dito contro qualcuno che non sia me stessa. bacio grosso.

giovedì 22 luglio 2010


un pensiero al grande kopo on stage







Lo so, hai ragione scrivo poco, penso meno. Il che è un bel dramma perchè poi finisce che quel poco che scrivo fa anche un po' pena. Stanchezza papi. Stanchezza. Fisica, chimica, psichica. Caldo, dicono tutti, girando come zombie per la città. Chiamiamolo caldo allora. E' che per me il caldo è vento di SantaAna sulla pelle. E' mare, che mi manca come ossigeno nell'aria; sono fatta di riti da perpetrare nei secoli: pensare, meditare, immergere, cancellare, ritrovare. Mi hanno rubato un paio di estati, crimine insopportabile, ora ho voglia di godermela anche se il tempo sarà "poco". E pensieri, dai più stupidi ai più seri. Penso al mio amico kopo che sta sera farà da gruppo di apertura ai deep purple e suonerà un po' di fotturo rock. Penso a mio nipote, che domani compie 11 anni e oggi lo guardavo sul divano, dannatamente lungo, dannatamente grande. Quello stronzetto si è permesso di crescere e ora mi tocca sentire il suo stato di esaltazione per aver scoperto il sintetizzatore, vaglielo a spiegare che è quello che di più macabro ci resta degli anni '80. Si, anche peggio delle spalline imbottite dei vestiti. Io invece mi sto involvendo con una certa dose di orgoglio. "Adolescenziale, esagerata, dannatamente bionda" è la maschera che ho deciso (l'ho deciso??) di indossare sopra il pareo questa estate. La verità è che mi serve un po' di quella rabbia, di quello stato di trans adolescenziale che un giorno ti fa sentire invincibile e il giorno dopo inadatto al mondo. E nel range sensazionale ci sono mila emozioni e mila pensieri, qualcuno sbagliato e qualcuno dannatamente giusto, la difficoltà sta nel recuperare un minimo barlume di intelligenza che hai immagazzinato negli anni (si spera), per trovare un punto di equilibrio. Il problema è che fa caldo e si scioglie tutto, il trucco, la maschera, le riserve di intelligenza. Tutto appiccicoso e gocciolante sul viso. No, non sono lacrime, è sudore, quello che brucia acido negli occhi e te li fa riaprire un po' abbagliati. Il resto lo sai, papi, e con te pochi altri. Il resto sono silenzi che non ho più voglia di riempire, sono parole che non ho più bisogno di sentirmi dire. C'è stato un tempo, si chiamava attesa, c'è stata una stagione, si chiamava speranza. Ora c'è caldo, solo caldo, e si chiama vita.






E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento

martedì 20 luglio 2010

lunedì 19 luglio 2010







Avevo pensato, iniziando a lavorare da sola, di poter coniugare conti e umanità. In questo ho fallito. Hanno vinto loro, almeno la prima battaglia. Con gli anni ho imparato a non sopportare più i clienti, a prosciugare la pazienza a cedere al nervosismo. Si, è vero, gli ultimi quattro anni avrebbero fatto cedere anche un santo, ma non posso nasconermi dietro agli alibi. Sarebbe stato troppo facile portare a termine la mia missione senza ostacoli, i problemi di salute, familiari etc, dovevano essere messi in conto e ho fatto un budget troppo al ribasso rispetto alla realtà.
Oggi però è andata bene. Avevo l'ansia nel dover incontrare il tal cliente, ho sempre pensato che fosse un troglodita e il suo fare mi intimoriva non poco. Però sono riuscita ad accoglierlo con il sorriso, a farlo accomodare e a farlo parlare, riscoprendo anche il lato umano di un uomo. Lo so, un contabile non è uno psicologo, ma quando entri nelle case delle persone, non puoi fare a meno di anteporre i visi ai numeri. Almeno io non riesco a farlo. Forse non sono tagliata per questo mestiere, forse invece è proprio il lavoro che dovrei fare a vita. Ora non riesco a capirlo, ho bisogno di tempo, ho bisogno di serenità e di voglia di tornare ad essere me stessa, solo così potrò scegliere cosa fare da grande. Proseguirò il mio anno sabbatico cercando di guardarmi sempre più a fondo, sempre più diretta, fino ad arrivare al punto in cui tutto fa male. Voglio imparare ad amare anche il peggio di me, solo così so crescere, solo così so vivere.

domenica 18 luglio 2010

Oggi ho riso come una matta mentre ero all'ikea. Dovevo cambiare un'anta così mi sono avventurata in quel di Corsico insieme al mio piccolo. Tutto normale insomma. Ad un tratto però, mentre parlavo con Riccardo e giocavamo, cantavamo, ho alzato gli occhi e nel giro di una ventina di metri mi sono imbattuta per ben quattro volte in sguardi adoranti di mariti altrui. Erano sudati, stremati, attorniati da donne isteriche che misuravano, ordinavano, insultavano. Mi guardavano come se fossi un'apparizione: una donna allegra che caricava da sola i mobili!


giovedì 15 luglio 2010


buonanotte ... a chi è nei miei pensieri, c'è stato, ci sarà...


martedì 13 luglio 2010



che poi mi viene in mente sta canzone....e un po' anche tu...

Tu
forse non essenzialmente tu
un'altra
ma è meglio fossi tu
hai scavato dentro me
/ e l'amicizia c'è
Io che ho bisogno di raccontare
la necessità di vivere rimane in me
e sono ormai convinto da molte lune
dell'inutilità irreversibile del tempo
mi scegli alle nove e sei decisamente tu
non si ha il tempo di vedere la mamma e si è gia nati
e i minuti rincorrersi senza convivenza
mi svegli e sei decisamente . . .
Tu
forse non essenzialmente tu
un'altra
ma è meglio fossi tu
e vado dal Barone ma non gioco a dama
bevo birra chiara in lattina
me ne frego e non penso a te
avrei bisogno sempre di un passaggio
ma conosco le coincidenze del 60 notturno
lo prendo sempre per venire da te
Tu
forse non essenzialmente tu
e la notte
confidenzialmente blu
cercare l'anima



Sei un po' patetica, lo sai da sempre. Non butti via mai nulla, hai ancora le cartoline che scambiavi con gli amici "lontani" quando eri ragazzina, tutti i biglietti di natale, ogni lettera d'amore che hai ricevuto. Ti rendi conto che hai ricevuto più lettere d'amore di quante ne abbia scritte. Un tempo avresti vissuto questa constatazione con un senso di colpa spropositato, oggi non ti poni più il problema, sai che sei capace di amare. E' un modo complicato, fatto di parole non dette. Un po' paradossale per una che vuole fare la "scrittrice", ma è proprio perchè conosci il peso delle parole e la leggerezza con cui spesso si pronunciano, che fai sentire la loro assenza. Ti mancano quelle 5 lettere che non pronunci da un secolo e che non senti pronunciare. E si, sei molto patetica, mentre archivi i biglietti aerei, allegati ad un biglietto di auguri e pensi che un'altra vita verrà riposta nello scaffale in alto, quello che non guardi mai e continui a muso duro a mettere tutto al suo posto, se non altro sulla tua scrivania.




(F.Urzino - P.A.Bertoli)

E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna

non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perchè volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti

adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo

riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo
e le masturbazioni celebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.

venerdì 9 luglio 2010



MAFALDA DOCET
" a scuola quando impari le risposte ti cambiano le domande"





Pensavo a questa cosa del comunicare. Passi i primi mesi della tua vita a cercare di dire una sillaba qualunque, pur di poter dire qualcosa. Vorresti solo buttar fuori aria, e gli adulti intorno a te iniziano ad attribuire ad ogni tuo mugugno settemila significati: ha detto mamma, no papà, no era zio...
Poi cresci e ti sembra di aver imparato tutte le parole del devoto, da aaa a zuzzurello, eppure ti ostini ad inflazionare sempre le stesse: paura, sbaglio, abbandono. Ti metti nella condizione di sempre e sei convinta che questa volta saprai cosa dire, non sbaglierai modo e maniera e invece no. Tutto è come a scuola, quando ti aspetti di aver imparato tutte le risposte ti cambiano le domande.

martedì 6 luglio 2010


E Monica canta scalza



Una perfetta serata di inizio estate, Quelle che, da bambina, finivano con le urla delle nostre madri che non riuscivano a staccarci dai giochi nemmeno quando intorno ormai era tutto buio. Quelle con il sole che non tramonta, ancorato al profumo del grano caldo, degli zampironi e della pelle cosparsa di autan. Ci sono grida di giochi, musica che viene da lontano, una festa di paese. Nell'aria un profumo di brace e luppolo.
E' il 4 luglio, e mi sento catapultata in quei paesini dell'america sconosciuta, quelli che non brillano la notte e che non sono set cinematografici. Di quelli in cui si va alla festa, previa lucidatura del trattore, con i jeans buoni e gli stivali lucidati dalla polvere. E in questa dolce serata al sapore di torta di ciliegie c'è semplicemente tutto il mio mondo. Mentre formulo questo pensiero Monica, che canta scalza, mi trafigge il cuore con una struggente SummerTime, dedicata al fan più piccolo: il mio Riccardo, nato poco più di un anno fa, insieme all'estate. Da allora è il nostro frinire di cicale, la nostra musica, il nostro sorriso., il nostro sole. Da che c'è lui nelle nostre vite è veramente Summertime...

p.s. balorda mi fai diventare melensa

p.p.s. i cherry pie portano bene visto il 30 di oggi :)




sabato 3 luglio 2010

La città che sia di un uomo solo non è una città (sofocle)

giovedì 1 luglio 2010


Papi ti voglio tanto bene ma questa non me la puoi criticare!!! :D




Donna Summer Sometimes Like Butterflies
Well I told ya not to fall in
love
I ain't the kind you can tie down
You went did it anyway
As though I'd done ya harm
And each time I went reaching out
That's when you let go
Now don't try and pretend
That you didn't know

If you wanna hold me
If you wanna love me
Come on baby set me free
I've got to be free
If you wanna hold me
If you wanna love me
Butterflies were made to fly
I've got to be free
Sometimes like butterflies


Oh don't hold me no no...
Well I told you right
from the beginning
I couldn't stay for love
I had to go
Now it's not because in my heart
Baby I don't love you
It's just because I'm meant to be
I'm meant to be free

Now it's not because in my heart
Baby I don't
love you
It's only that I'm meant to be
I'm meant to be free
If you wanna love me
If you wanna hold me
Come on baby set me free
I've got to be free
If you wanna hold me
If you wanna love me
Butterflies were made to fly
I've got to be free
Sometimes like butterflies...