martedì 31 agosto 2010

O poesia poesia poesia


(Dino Campana)


O poesia poesia poesia


Sorgi, sorgi, sorgi


Su dalla febbre elettrica del selciato notturno.


Sfrenati dalle elastiche silhouttes equivoche


Guizza nello scatto e nell'urlo improvviso


Sopra l'anonima fucileria monotona


Delle voci instancabili come i flutti


Stride la troia perversa al quadrivio


Poiché l'elegantone le rubò il cagnolino


Saltella una cocotte cavalletta


Da un marciapiede a un altro tutta verde


E scortica le mie midolla il raschio ferrigno del tram


Silenzio - un gesto fulmineo


Ha generato una pioggia di stelle


Da un fianco che piega e rovina sotto il colpo prestigioso


In un mantello di sangue vellutato occhieggiante


Silenzio ancora. Commenta secco


E sordo un revolver che annuncia


E chiude un altro destino

lunedì 30 agosto 2010




Di nuovo a casa. Oddio casa, ci sarebbe da aprire un dibattito su dove sia "casa", ma visto che non è ancora settembre, sarò buona e vi eviterò una paturnia. No è che pensavo, si potrebbe attuare una politica di rientro soft nelle grandi città. Esempio: ti alzi al mattino, infili le ciabatte, fai colazione in un baretto modesto che ti consente però una vista a 3/4 sul mare e poi entri in un barattolo e ti svegli in un centro commerciale. Scale mobili, odor di chiuso, vetrate come fossi in una tecla da laboratorio con aria controllata. No, inaccettabile! Propongo di cospargere i pavimenti di un po' di sabbia e poi di aprire un po' queste vetrate. Le cassiere potrebbero vestirsi in pareo e all'ingresso i vigilantes dovrebbero, per obbligo contrattuale, cospargerti di crema solare. Lo so straparlo, ma questa cosa del rientrare a casa mi deprime all'inverosimile. Sento già l'aria che mi manca, le giornate sono già più corte e sento l'ariettina fresca della sera. Tra un secondo sarà autunno, e scarpe da rimettere, giacconi da infilare, umidiccio e grigio standard. Non ce la posso proprio fare. Si si ci sono un sacco di motivi per cui dovrei essere contenta, ma oggi proprio no, non ce la posso fare, ho ancora l'ottimismo in ferie, deve essere rimasto in spiaggia, sotto il lettino. Comunque, nonostante le gufate, oggi zero traffico e in 3 ore e 10 eravamo di nuovo nella città tentacular (beato passante di mestre). Insomma, abbiamo fatto una partenza intelligente... peccato per l'arrivo stupido.

sabato 7 agosto 2010





E quando di tua sponte e nella piena disponibilità delle tue facoltà mentali, ti rendi conto di essere più ridicola di un film inglese, quello, esattamente quello, è il momento in cui devi avere il coraggio di guardarti in faccia e dire "ragazza tu hai bisogno di ferie" so goooooodddd bbyyyeeee :D





Lo sapevo... era impossibile una stagione senza ragni, e quello di sta sera era uno perfido. Uno di quei ragni notturni orribili, neri, insidiosi. Quelli non viaggiano mai soli e si riproducono tantissimo, quindi ora mi aggiro con il terrore di vedere spuntare la nidiata. Ora sento le sue zampe lungo tutto il corpo. Mi tocco, mi gratto, mi giro di scatto. So che c'è. E no, non ci provate, non venitemi a dire quanto è bello e misterioso il mondo degli insetti e degli aracnidi. Se in tutti i film di mostri, quello più spaventevolissimamente spaventoso è sempre il ragno ci sarà un perchè!!

mercoledì 4 agosto 2010



Mi conosci abbastanza bene per sapere che nei casting per scegliere gli ultimi 300 amanti da portarmi a letto, ho seguito una politica bipartisan

martedì 3 agosto 2010


Talvolta a parlare... è l'assenza di parole....






Agosto si sa, non è il mese ideale per gli anziani. Se hanno 88 anni ancora peggio. Non dovrebbe quindi sorprenderti così tanto la notizia della morte della zia del veneto. Solo che va così. Ti senti un po' spaesata, hai perso anche l'ultimo ramo vecchio della famiglia, l'ultima radice ancora sugli argini del fiume. Si si, certo restano i cugini, ma è nuova generazione, robaccia a confronto. Argia, il suo nome, aveva conosciuto la nonna che avevano 15 anni. Facevano le mondine insieme, lavoro duro per donne forti, legate dall' amore o dall'odio. E per loro è stato amore, un'amicizia intramontabile tanto che da piccola ero convinta che la nonna e la zia Argia fossero sorelle e solo anni dopo ho capito che erano cognate. Come spesso succedeva si usciva in gruppo, nonno aveva portato suo fratello in compagnia, nonna la sua amica ed eccoli sposati. Otello e Argia, Bianca e Augusto, nomi che solo a pronunciarli insieme evocano un'epopea. Donne nate per essere madri a generazioni di figli e nipoti, madri contro ogni cosa, contro anche ad un cuore malato che non può permettersi di fermarsi quando la Famiglia è in difficoltà. Ha fatto così, ha resistito, fino a che una sera si è addormentata. Poteva permetterselo, era tutto sistemato. Non ha lasciato conti in sospeso. Il pranzo pronto per chi aveva fame, una casa sul fiume che non vedrò più e il ricordo di una parte della storia, della mia storia, portata via dalla corrente. Ciao Zia.