sabato 27 novembre 2010


Niente trucco, per me,
Via le luci, stasera…
Che a guardarti, negli occhi,
Sia la faccia, mia vera!
Niente trucco, per me,
Perché tu, creda, ancora…
Che quest’uomo, sia un uomo…
Non la tua bestia rara!
Ti ho cercato…
Ti ho inventato…
Divertito, amato!
E vestito, da Pierrot,
Ho riso e pianto, più di un po’!
E ho cantato,
Ed ho pregato,
E il mondo, ho dissacrato!
Quante volte, invano, io…
Ho nominato Dio!
Niente trucco, perché,
Non sia il gioco, di un’ora…
Sai che ho anch’io, la mia storia!
Sia la vita, la scena!
Niente trucco… E ad esser ricco,
Non compri un sentimento!
Chi fa miracoli è lassù…
Non sono il Cristo, che vuoi tu!
Io senza te, son niente!
Fermare il tempo, non so, io…
Il tuo destino è pure il mio!!!
Non basta, una canzone…
Qualunque trucco, sbiadirà,
La mia canzone, resterà

renato zero

giovedì 25 novembre 2010


Oggi giornata contro la violenza sulle donne. E' ora di dire



BASTA





p.s. il progetto Basta cerca l'oppportunità di dire ancora Basta! Se sei interessato ad ospitare la mostra fotografica e a sponsorizzarla contatta Livio Moiana, le info sono nei link sopra riportati.

mercoledì 24 novembre 2010

martedì 23 novembre 2010




C'è sempre un vantaggio nel toccare il fondo: quasi con certezza recuperi un po' di razionalità, quel tanto che basta per dire basta! E' quando senti che non hai più niente da perdere, niente da dire, niente da proteggere, che incontri la realtà. E' sempre stata lì, ma l'hai coperta da fantaracconti che lenivano la tua inadeguatezza, i tuoi sensi di colpa.
E ti accorgi che tirare fuori la voce è meno faticoso di quanto pensassi e che la tua lucidità da killer si era solo un po' ossidata. Forse farai degli sbagli anche così, non dirai le cose giuste, non le dirai nel momento giusto, ma le dirai e, se sarai fortunata, troverai davanti a te qualcuno che avrà voglia e tempo di ascoltarti, forse anche di interpretarti un po', come tu hai fatto tante volte.
Basta alzarsi, distendere le gambe dal ranicchiato rifugio e accorgerti che puoi ancora stare in piedi... anche da sola.

lunedì 22 novembre 2010


hai spento la luce,
non riesco più ad intuirti
dietro la finestra.


Solitudine



La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,

sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:


è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.


-- Rainer Maria Rilke

domenica 21 novembre 2010





Semiana me la ricordo ancora abbastanza bene. In effetti non c'era molto da ricordare quindi lo sforzo è minimo. Risaie e nebbia, più nebbia che risaie quel giorno, e una Uno bianca. L'idea era quella di andare a cercare un vecchio commilitone del cavaliere. A quei tempi facebook era fatto da un atlante stradale cartaceo, un gps tecnologico (ovvero un dito ciucciato fuori dal finestrino per sapere dove tirasse il vento) e l'impianto stereo andava a cassette. Per il resto c'era tutto: la voglia di partire, di scoprire insieme, di ritrovare un vecchio amico, che altro poteva mancare? Ah si una birra, ma quella l'avremmo trovata sul posto, forse.
Sono convinta che se Dante fosse stato della zona avrebbe trasformato la sua selva oscura, in una risaia. Tutto uguale, come un labirinto. Strade strette al limite del carreggiabile. Nebbia, tanta nebbia. Quattro case sparse qua e là senza un'ordine costituito. Capimmo di essere arrivati alla meta perchè oltre al nulla trovammo un'osteria e una chiesa. Il paese era fatto da una strada: iniziava e finiva che non eri ancora riuscito ad ingranare la quarta. Come fare a trovare un vichingo dai capelli rossi in un paesino del genere? E' bastato chiedere ad una persona per sapere subito in quale portone entrare. Difficile non notare un metallaro dai capelli di fuoco in mezzo a tutta quell'uniforme umidità. Toc Toc, e il gioco è fatto: pacche sulle spalle e ritrovarsi. I capelli cresciuti ad entrambi, e una faccia ben lontana da quelle burbe alcoliche di qualche anno prima. E poi musica, chitarre elettriche e "ti ricodi?".
E mi viene da ridere al pensare che venerdì i miei amici andranno a suonare in quel paesino di vapore acqueo. Magari è capace che sia diventato una metropoli, ci fanno un motoraduno e mi chiedo se Sette sarà tra quei Bikers.

mercoledì 17 novembre 2010






Carrie ha sempre la facoltà di farmi sentire una merda. Proprio oggi ho mandato un messaggio alle mie due migliori amiche dicendo "ehy ragazze investiamo il nostro budget per i regali di natale per berci una birra in compagnia invece di buttare soldi in stupidi regali". Alla fine è così, si diventa pazzi per cercare il regalo, e sono periodi di magra per tutti, soprattutto per chi ha un mutuo da pagare. Così preferisco spendere giusto i soldi di una birra e il tempo di una serata tra ragazze. Il natale per me resta questo, soprattutto questo, inequivocabilmente questo. Poi però arriva carrie che regala una LV alla sua assistente. Ora io detesto le LV, ma riesco a sentirmi comunque una schifezza... ma in fin dei conti new york non è la beata periferia del mondo, dove il senso delle relazioni, ha ancora e sempre un senso unico.

martedì 16 novembre 2010


STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA
TUTTI ASSOLTI GLI IMPUTATI










(AGI) - Brescia, 16 nov. - Sono stati tutti assolti i 5 imputati per la strage di piazza della Loggia a Brescia. I giudici della Corte d'Assise hanno decretato il verdetto in base all'articolo 530 secondo comma che ha sostituito la vecchia formula dell'insufficienza di prove.



I giudici, dopo una camera di consiglio di una settimana, hanno assolto gli ex ordinovisti veneti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi, il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte, il generale dei carabinieri Francesco Delfino e l'ex segretario Pino Rauti. Per quest'ultimo era stata chiesta l'assoluzione, per tutti gli altri l'ergastolo. Per Tramonte i giudici hanno disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione in relazione al reato di calunnia. Nei confronti di Zorzi e' stata disposta la revoca della misura cautelare .



La strage di Piazza della Loggia avvenne il 28 maggio 1974 quando una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti fu fatta esplodere a distanza. Lo scoppio provoco' la morte di 8 persone e il ferimento di 102. L'ordigno esplose mentre in piazza era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista. L'attentato fu rivendicato da Ordine Nero e nel corso degli anni ci furono una serie di depistaggi. Negli anni si sono susseguite diverse istruttorie: la prima ha portato a processo diversi esponenti della destra bresciana che sono stati condannati nel 1979.



La sentenza pero' e' stata annullata in secondo grado nel 1982. Tutti gli imputati sono stati assolti in modo definitivo nel 1985. La seconda istruttoria indica come imputati altri esponenti dell'estrema destra fra cui Mario Tuti, che nel 1972 fondo' il "Fronte rivoluzionario armato". Nel 1989 tutti gli imputati della seconda istruttoria sono stati assolti per insufficienza di prove. Oggi la chiusura della terza istruttoria, anche questa conclusa con l'assoluzione dei 5 imputati per insufficienza di prove .


A commento di questa notizia volevo postare un brano tratto dal teatro di Paolini che parlava di piazza della loggia, ma non l'ho trovato. Allora posto un pezzo che si intitola "chi ga vinto" ... la risposta è semplice "non ga vinto nessuni e andè in mona magistrà che qua la gente la more 'nartra volta ...con 30 anni de ritardo e questa xe na prova..."







Sono a pezzi piccolino, i tuoi dentini stanno diventando un affare complicato. Mi hai fatto dormire nelle posizioni più assurde sta notte solo perchè avevi bisogno di sentirmi vicino. Non ti bastava essere lì accanto a me, nel lettone, avevi bisogno di tenermi la mano, o una ciocca di capelli, di allungare il braccio e di abbracciarmi, o toccarmi con il piedino quando preferivi andare a tormentare papà.
Questa mattina sono stanca e ci aspetta una battaglia dura con quel fastidioso dolore che ti fa piangere. Ma è bellissimo vedere come tu sia privo di sovrastrutture: hai bisogno di me, mi vuoi accanto, mi cerchi. Vorrei dirti, amore mio, di non dimenticare questa lezione. Anche quando sarai grande abbi il coraggio di dire "ho bisogno di te", alla tua mamma, alla tua donna, a chi penserai possa e debba esserti accanto. Non trincerarti dietro a paure e strani meccanismi che ti costringono all'angolo della vita. Chiamami, cercami, se non capirò da sola che tu stai male, ma non restare solo, mai.






Chiama Piano
(P.Bertoli)


Quando credi d'essere sola su un atollo in mezzo al mare
Quando soffia la tempesta e hai paura di annegare
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio

Quando crolla il tuo universo tra le righe di un giornale
Quando tutto intorno è perso e hai finito di sperare
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo,
quell'attimo anche mio
Quando il fuoco sembra spento e non pensi d'aspettare
Quando il giorno resta fermo e decidi di volare
Quando certa d'aver vinto sulla nube di veleno
E il tuo cielo è già dipinto di un crescente arcobaleno
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio

lunedì 8 novembre 2010





Sta sera la strada somigliava ai miei pensieri con quella nebbiolina che ovattava senza nascondere e i fari gialli a rendere tutto più romantico. Sono passata davanti alla rete dove mi hai baciato, ma non è decollato alcun cargo sopra la mia testa.
In quel luogo così affollato di gente che si perde e si ritrova, riesco sempre a sentirmi a mio agio. Il movimento che ho dentro, la tensione verso un viaggio interiore, la voglia di essere presente e anonima, sembrano essere sollevati dal giudizio in quel luogo apolide.
E poi il bello di ritrovare un volto amico che ritorna in patria, che ti racconta in uno sguardo e un sorriso tutto quello che sta pensando, che ha pensato,che penserà. Basta un attimo, uno scambio, un saluto per ritrovarsi e perdersi, tornando a casa con un po' di balsamo sull'anima.

domenica 7 novembre 2010






Domenica mattina, esco scalza in giardino a sentire un po' di fresco. Per un attimo ho intuiro quell'aria umida dei primi freddi marini. Ho pensato a Ger che sarà al bar, circondato dal caldo odore di brioche appena sfornate, caffè e cacao. Una piccola fitta al cuore per la voglia di essere làggiù.

Me ne starei per la maggior parte del giorno alla terrazza, con in mano una tazza di thè fumante, avvolta in un maglione caldo e mi circonderei di silenzio e mare. Ti vorrei accanto, ti guarderei leggere il giornale. Di tanto in tanto mi accarezzeresti il collo senza dire una parola, per dirmi che ci sei. Ti risponderei con un sorriso, poggiando la mia guancia sulla tua mano, per sorreggere i pensieri e ti regalerei il silenzio che non so mai darti, sopraffatta dall'ansia di vederti portar via dalla prima onda invernale.

venerdì 5 novembre 2010





Canzone

Il peso del mondo



è amore.
Sotto il fardello
di solitudine

sotto il fardello
dell'insoddisfazione

il peso,
il peso che portiamo
è amore.

Chi può negarlo?
In sogno
ci tocca
il corpo,
nel pensiero
costruisce
un miracolo,
nell'immaginazione

s'angoscia
fino a nascer
nell'umano -

s'affaccia dal cuore
bruciando di purezza -
poiché il fardello della vita
è amore,


ma noi il peso lo portiamo
stancamente,
e dobbiam trovar riposo
tra le braccia dell'amore
infine,
trovar riposo tra le braccia
dell'amore.


Non c'è riposo
senza amore,
né sonno
senza sogni
d'amore -
sia matto o gelido
ossesso d'angeli
o macchine,

il desiderio finale
è amore
- non può essere amaro
non può negare,
non può negarsi
se negato:


il peso è troppo

deve dare
senza nulla in cambio
così come il pensiero
si dà
in solitudine
con tutta la bravura
del suo eccesso.


I corpi caldi
splendono insieme
al buio
la mano si muove
verso il centro
della carne,
la pelle trema
di felicità
e l'anima viene
gioiosa fino agli occhi -


sì, sì,
questo è quel
che volevo,
ho sempre voluto,
ho sempre voluto,
tornare
al mio corpo
dove sono nato.




Allen Ginsberg, 1954


TEATRO LIBERO
essere o non essere?



Nonostante il grande impegno e le attività finora profuse, la situazione di Teatro Libero rimane, dopo il fermo dell'attività, immutata: impossibile al momento la riapertura.





Corrado d'Elia e i collaboratori di Teatro Libero lanciano un grido d'allarme alla città e organizzano una conferenza stampa e un incontro aperto al pubblico, presenti le istituzioni, i lavoratori del teatro e gli artisti della stagione, per analizzare insieme la situazione della sala chiusa ormai dalla metà di luglio.

Si analizzerà quanto accaduto, valutando le possibilità, le proposte e le strade ancora aperte.
Prima di prendere una decisione definitiva, per la direzione e i collaboratori di Teatro Libero è infatti importante confrontarsi con la città e, soprattutto, con quel pubblico affezionato e unico che ha fatto la storia e la fortuna della piccola sala di via Savona.

Preghiamo tutti di diffondere questo comunicato ai propri contatti di posta elettronica, Facebook e social network.
E' importantissimo inoltre essere presenti.
Vi aspettiamo.





Martedì 16 Novembre 2010
ORE 18.30
TEATRO LIBERO
Via Savona 10
Milano



Info: 02-8323126 begin_of_the_skype_highlighting 02-8323126 end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting 02-8323126 end_of_the_skype_highlighting
direzione@teatrolibero.it

mercoledì 3 novembre 2010

martedì 2 novembre 2010



E C'E' DI MEZZO IL MARE
( A.Cassella - T. Savio) - WEA - 1982





Cedri del Libano, ma esistono ancora?
O è solo un sogno fatto a scuola
Un libro una fotografia
Vent'anni fa di vita mia

Seni che spuntano e già il cuore si espande
Riempivo il cielo di domande
E immaginavo chissà che
Pensavo quando sarò grande
Un grande amore aspetta me


E c'è di mezzo il mare
E c'è di mezzo il mare
Fra una carezza e un cuore
Fra una mano e un fiore
C'è di mezzo il mare

E un mare di parole
Non lo potrà riempire
Per questo ti amo fin dove si tocca
Fin dove la bocca non sa dire di no


Ma c'è di mezzo il mare

Rimmel sull'anima, sì, ma non mi nascondo
Ho voglia di abbracciare il mondo
Da qualche parte so che c'è
Qualcuno che ha toccato il fondo
E adesso lo sa più di me


Che c'è di mezzo il mare
Che c'è di mezzo il mare
Fra una carezza e un cuore
Fra una mano e un fiore
C'è di mezzo il mare

E un mare di parole
Non lo potrà riempire
Ma noi ci ameremo fin dove si tocca
Fin dove la bocca non sa dire di no
Non sa dire di no


E c'è di mezzo il mare
E c'è di mezzo il mare

E un mare di parole
Non lo potrà riempire
Nessuno può dire fin dove si tocca
Fin dove la bocca non sa dire di no
Non sa dire di no


E c'è di mezzo il mare


Ti sei sempre chiesta che rumore facesse la fine del mondo
e hai immaginato esplosioni di vulcani,
fragore di ghiacci sprofondati nei mari.
Ora sai che ha il suono di un silenzio
interrotto solo da un ticchettio veloce.




lunedì 1 novembre 2010



sei ancora poesia che aleggia tra di noi







Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
qui dentro il dolore è un ospite usuale,
ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo è voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora


Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
com'è dolce il ricordo di Dino Campana;
perchè basta anche un niente per essere felici,

basta vivere come le cose che dici,

e divederti in tutti gli amori che hai

per non perderti, perderti, perderti mai.


Cosa non si fa per vivere,
cosa non si fa per vivere,
guarda... Io sto vivendo;
cosa mi è costato vivere?
Cosa l'ho pagato vivere?

Figli, colpi di vento...
La mia bocca vuole vivere!
La mia mano vuole vivere!
Ora, in questo momento!
Il mio corpo vuole vivere!
La mia vita vuole vivere!
Amo, ti amo, ti sento!


Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo è voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora