domenica 14 agosto 2011

sabato 13 agosto 2011


In un paese che attinge alla narrativa per nominare le tasse .. ci resta solo da riderci su...per non piangere




w robin hood tax





[youtube http://www.youtube.com/watch?v=SnlepUSGRJc]

giovedì 11 agosto 2011


hai imparato a far funzionare il tagliaerba ... perchè vuoi emanciparti dagli uomini
tra poco andrai a farti la ceretta.... perchè vuoi emanciparti dalle scimmie
... che poi è la stessa cosa ...


mercoledì 10 agosto 2011






Ci sono tradizioni alle quali non devi rinunciare. S. Lorenzo, la spiaggia, la notte, i pensieri. Eravamo una quarantina all'inizio, sta sera sarai sola, forse lo eri anche all'ora.
Avrai la città per te e dovrai fartela bastare. Sei a tanto così dal rinunciare, dallo stare a casa, ma non molli, la tua vita è tua anche se resti sola, soprattutto se resti sola. Il tuo mondo può rallentare per una sera restando a guardare a naso in su le stelle.

sabato 6 agosto 2011








Piove... la tua mente è ovunque tranne che qui. Forse sta correndo sotto la pioggia...

venerdì 5 agosto 2011





E poi pensi a Vasco Rossi, che, poverino ti fa un po' pena. Passi tutta una vita circondato da gente che ti dice bravo, sei grande, sei un mito e bla bla bla. Poi capita che hai 60 anni e stai male, parecchio male ma sali sul palco perchè lo hai promesso a quelle pacche sulla spalla che ti incitavano, non puoi lasciarli "soli". Ti fai di farmaci, ironia della sorte, questa volta ti costringono a prendere chimica per stare in piedi.
Non dai il massimo, lo sai tu, lo sanno loro. Scendi dolorante dopo ore di concerto e il risultato sono fischi e gruppi su facebook che spuntano con una velocità allucinante. Quello più "simpatico" si chiama "vasco...e basta". Erano i tuoi fans, e al primo problema ti hanno mollato caro Vasco. Hai chiesto scusa e hai cercato di dare delle spiegazioni, con risultato uguale a zero.
Caro Vasco, questa cosa è bene che la impari, io ho dedicato questa estate a capire questo concetto: alla gente più dai e meno resta di te. Non basta, non basta mai, finchè non sputerai sangue e morirai sul palco, la gente non sarà contenta. E forse nemmeno allora, perchè chiederanno il rimborso del biglietto perchè non hai finito le tue tre ore di concerto.
Che poi, se ci pensi, che cosa c'hai guadagnato? Hai fatto una vita in mezzo alla gente per poi trovarti, come tutti, solo nel momento del bisogno. Le pacche sulle spalle sono diventate calci nel sedere.
Dammi retta, lascia stare, scrivi per te stesso, suona per tua figlia e manda affa tutta quella gente che sa solo spremere e spremere senza darti niente... che poi lo hai anche scritto a caratteri cubitali ma la gente che salta sugli spalti fa fatica ad ascoltare...e non solo quella





Rivelerò cose che nessuno sa di me
E lo farò
Solo perché tu non sai com’è

Brividi
Sento quando guardo
I lividi
Che han lasciato segni dentro


Io non ho voglia più di fare finta
che
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami

Io sono qui

E te lo voglio urlare

Io sto male


Vivere o niente
In fondo poi nemmeno sai perché
Solo ti muovi
Dentro questo spazio tempo e

Lividi
Vedi i tuoi ricordi
Brividi
Quando senti che sono già morti


Io non ho voglia più di fare finta
che
Che vada tutto bene solo perché “è”
Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Io non ho voglia più di fare finta
che
Che vada tutto bene solo perché “è”
Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male





Come diceva quella canzone? Vorrei due ali d'aliante?? Ecco, esatto, è quello che manca a questa estate: lo strattone iniziale che mette in tensione il cavo, il decollare rumoroso e poi il vento, solo il vento tra i pensieri e il mondo visto da una prospettiva diversa, che non è terra e non è il cielo degli aerei a motore. Un limbo tra cielo e vita, un posto di pensieri e concentrazione, di fiducia e di vita che ti scorre sulle ali e ti porta in termica per andare ancora più alto. Vorrei una vita così.

e.... mentre sono qui a scrivere della vita che vorrei, in un posto del mondo è nato un nuovo sorriso e tu piangi per la semplicità di una vita che nasce, nonostante tutto il pensare. benvenuta piccola


giovedì 4 agosto 2011




Quando muore qualcuno si guarda l'ora nell'orologio fermo per capire quando è avvenuto il decesso. L'orologio della cucina si è fermato alle 8.40 questa mattina.


Avevano parlato a lungo di passione e spiritualità.
E avevano toccato il fondo della loro provvisorietà.
Lei disse sta arrivando il giorno,
chiudi la finestra o il mattino ci scoprirà.
E lui sentì crollare il mondo,
sentì che il tempo gli remava contro,
schiacciò la testa sul cuscino,
per non sentire il rumore di fondo della città.

Una tempesta d'estate lascia sabbia e calore.
E pezzi di conversazione nell'aria e ancora voglia d'amore.


Lei chiese la parola d'ordine, il codice d'ingresso al suo dolore.
Lui disse "Non adesso, ne abbiamo già discusso troppo spesso,
aiutami piuttosto a far presto,
il mio volo lo sai partirà tra poco più di due ore.

Sentì suonare il telefono nella stanza gelata
e si svegliò di colpo e capì di averla solo sognata.
Si domandò con chi fosse e pensò "E' acqua passata".
E smise di cercare risposte, sentì che arrivava la tosse,
si alzò per aprire le imposte,
ma fuori la notte sembrava appena iniziata.



Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai.
Potranno scegliere imbarchi diversi, saranno sempre due marinai.

Lei disse misteriosamente
"Sarà sempre tardi per me quando ritornerai".

E lui buttò un soldino nel mare, lei lo guardò galleggiare, si dissero "Ciao!"
per le scale e la luce dell'alba da fuori sembrò evaporare.


festival delle accuse infondate e pretestuose. ti sta insegnando molto questa estate...
impara bionda impara
.


che differenza c'è? cerco di impartire lezioni di vita a me stessa, non agli altri






mio padre mi ha fatto i complimenti per come ero vestita oggi in cantiere.


Io morivo perchè faceva caldo e mi si appiccicavano addosso i jeans.
la maglietta sembrava quella della vispa teresa al primo giorno di scuola, niente scollature, forma informe, il modo migliore per nascondere il corpo.

Ora che so come fare felice mio padre, non lo farò più e domani brucio tutto.

p.s. comunque domani ombrelli per tutti, ocio

martedì 2 agosto 2011





Delirio di una notte di mezza estate. Lo sai, il tuo cervello, o quel che ne resta, è metodico e ripetitivo al limite dell'autismo. Avevo quattro mesi la prima volta che andai al mare, ora ho trentacinque anni e vado ancora allo stesso mare. Il mio cervello il 15 di luglio inizia a pensare a cosa mettere in valigia. Verso il 25 di luglio inizia a pulire casa, nel frattempo il frigorifero è deserto come le strade del centro a ferragosto.
Abitudine, senso dell'esodo, malinconia per quelle code chilometriche alla barriera di Mestre. Tutto cambia, tranne me. Hanno costruito anche il passante, niente più ore di coda sotto il solleone imprecando contro il governo che non porta a termine le infrastrutture. Porca miseria, sta volta in "soli" vent'anni ha finito anche la bretella veneziana.
Quest'anno andrò al mare a metà agosto, è una specie di tragedia. Si lo so a giugno ero in Irlanda, ma agosto, nel mio cervello refrattario ai cambiamenti, significa solo una cosa:



C A O R L E!



A complicare le cose ci si mette l'esame di filosofia da preparare per settembre (ndr: non ce la farò mai) che ha sulle mie sinapsi lo stesso effetto di uno tzunami. Quel poco di razionalità che mi era rimasta, quello straccio di certezze si stanno sgretolando ogni notte di più, ogni capitolo di più, il mio essere ragioniere inside confligge con Kant, Hegel, Herbart e compagni.
E il ladro. Sfigatissimo ladro che mi sono trovata in giardino ad ottanta centimetri da me. Me lo vedo lì, ogni notte, dietro la persiana, anche se non c’è, anche se è stata solo un’ombra. Sfigato oltretutto, ha cercato di rubare le scarpe da giardino di mio marito ed è invece riuscito la lumachina rosa sfondandomi il parabrezza (vedi post sotto). Ringrazio il Gib, che prontamente ha riportato tutto alla “normalità” cercando per mezza Lombardia la gemella della suddetta lumachina.
E poi la gente, che non la capisci più e, novità, non vuoi capire più. Mi prosciugano, mi "inutiliscono la vita", e vorrei tanto essere su a john o'groats a guardare quelle frecce che indicano tutte le direzioni, mentre il vento mi attraversa il cervello da parte a parte, senza trovare ostacoli nel mezzo.
I pensieri arrivano scomposti all’ugola e si infrangono tra i denti uscendo come sillabe scomposte dalle labbra. Non ho voglia di parlare, non ho voglia di pensare, giro in mutande per casa con la paperella gonfiabile al seguito sbiascicando solo poche lettere….M…A….R…….E