domenica 29 gennaio 2012

punti di vista

Benjamin Pantier (E.Lee Masters - antologia di spoon river)

Giacciono insieme in questa tomba Benjamin Pantier, procuratore,
e il cane Nig, suo fedele compagno, conforto e amico.
Lungo la strada grigia, amici, bimbi, uomini e donne,
uscendo a uno a uno dal mondo, mi lasciarono finché fui solo
con Nig amico indivisibile, coniuge e compagno nel bere.
Nel mattino della vita io conobbi aspirazioni e intravidi la gloria.
Poi colei che mi sopravvive, accalappiò la mia anima
con una rete che mi dissanguò,
finch’io, un tempo indomabile, giacqui spezzato, indifferente,
vivendo con Nig nel retro di un sudicio ufficio.
Sotto la mia mascella è appoggiato il naso di Nig —
la nostra storia finisce nel nulla. Va’, folle mondo


La Signora Benjamin Pantier (Edgar Lee Masters - antologia di spoon river)


Io so ch’egli diceva che avevo accalappiato la sua anima
con una rete che lo dissanguò.
E tutti gli uomini lo amavano,
e molte donne lo compiangevano.
Ma immaginate di essere una vera signora, e di aver gusti delicati,
e che l’odore del whiskey o delle cipolle vi nausei,
e il ritmo dell’Ode di Wordsworth vi rimormori all’orecchio,
mentre da mane a sera lui gironzola
ripetendo frammenti di quella comune sentenza:
“Oh, perché inorgoglirsi quando siamo mortali?”
E poi, immaginate:
siete una donna ben dotata,
e il solo uomo con cui la legge e la morale
vi permettono di aver rapporti coniugali
è proprio l’uomo che vi riempie di disgusto
ogni volta che ci pensate — e voi ci pensate
ogni volta che lo vedete!
E’ per questo che lo cacciai di casa
a vivere col cane in una sudicia stanza
nel retro del suo ufficio.

sabato 28 gennaio 2012

AMICO FRAGILE
Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

venerdì 27 gennaio 2012

provocazione

... pensavo, quante comandante donna  ci sono sulle navi da crociera? Una comandante donna avrebbe agito come schettino? Io credo che il "mostrare" sia più un gesto maschile, il porsi in parata, far venire l'invidia del pene a quelli della costa che non possono permettersi una crociera Costa... non lo so ma sto pensando alle ruote dei pavoni, maschi ovviamente
sally ha sempre ..ragione.

mercoledì 25 gennaio 2012

Reazioni al terremoto

La casalinga:

una volta verificato lo stato di grazia dell'infante, veste se stessa e il pargolo,  chiama la famiglia (impanicata), sistema casaperchè non vuole impressionare i soccorritori (il casino c'era anche prima del terremoto), soprattutto in prossimità delle vie di fuga, apre le persiane come ulteriore uscita nel giardino, bagna le piante (che metti caso debba abbandonare casa almeno loro sopravvivono), mette i profumini nei caloriferi.



Il tecnico:

moglie tecnico: Ciao hai sentito il terremoto?

tecnico: si qui si è sentito parecchio, sai le pareti in cartongesso...

moglie tecnico: cavoli e siete usciti? ti sei spaventato??

tecnico: no ci siamo messi tutti a guardare le notizie on line :/

moglie tecnico: almeno hai chiamato i tuoi?

tecnico: no, li vedo a mezzogiorno (ndr terremoto permettendo) :D

all'improvviso

le gambe tremano, il mondo è instabile, ti guardi intorno, tintinnii e un piccolo mugolo terrestre, è solo terremoto, questa volta non è colpa tua :)

martedì 24 gennaio 2012

...

Quello che per alcuni è ridicolo, per altri è Vita.

dipendenze pericolose



Sviluppi dipendenze. Sei cronicamente dipendente dalla coca cola e dalla nutella da anni e per tua fortuna non hai mai voluto iniziare a fumare, consapevole del fatto che saresti stata una fumatrice incallita. Hai sviluppato una discreta dipendenza alle poesie ma, fatto ancora più grave, hai una smodata dipendenza dalle parole. Finisci per crederci ogni volta, un pensiero altrui ti sembra un pensiero elevato, più degno dei tuoi. Un consiglio altrui ha un peso maggiore di una tua opinione, così finisci per sviluppare una dipendenza dalle persone. Si lo so, sembra un ossimoro, ti hanno sempre accusata di essere testona, ribelle, autonoma. Balle. Hai bisogno, o meglio hai avuto bisogno degli altri. Ti hanno ripetuto per anni che era giusto fare un passo indietro, appoggiarti a qualcuno e tu lo hai fatto perché pensavi che il pensiero altrui fosse più autorevole del tuo. Altre balle. In questi ultimi anni hai cercato di fuggire dalla solitudine rifugiandoti in altre solitudini più rumorose e hai pensato di non poter vivere senza alcune persone, senza le loro parole, senza i loro gesti. Hai pensato che nessuno mai ti avrebbe voluto così bene, ti avrebbe capito così nel profondo. Straballe. Ora ti sei svegliata, da qualche mese in verità, la vita ti ha costretto a recidere certi cordoni ombelicali che ormai si erano stretti intorno al collo rendendoti cianotica. Sei una donna, e per troppo tempo ti sei comportata da adolescente, ti sei crogiolata nelle debolezze e nella paura, ora è il momento di agire. Da sola, questa volta da sola. E’ vero non hai il pregio di aver scelto questa solitudine, credo che nessuno la scelga mai, ma devi avere la forza di gestirla al meglio. Sii testona, sii ribelle, sii autonoma, perché ogni errore che farai dovrai pagarlo con la tua pelle e ogni traguardo che raggiungerai dovrà farti guardare allo specchio con la stessa stima che in questi anni hai riservato solo a volti estranei. Perché erano estranei, e ora lo sai.

venerdì 20 gennaio 2012

Così pensi a tutte quelle volte che hai ondeggiato sul finire di una serata, ancorata a braccia che calmassero il moto ondoso della tua anima trasparente. Troppo spesso ti sei buttata nuda nelle acque gelide e forse non erano notti diverse, forse è una notte che suona ma ora sai chi sei, hai conosciuto la strada facile e ti è servita solo a capire  quante volte hai  ondeggiato fragile in questo sound.

the

I used to hurry a lot, I used to worry a lot
I used to stay out till the break of day
Oh, that didn t get it,
It was high time I quit it
I just couldn t carry on that way
Oh, I did some damage, I know it s true
Didn t know I was so lonely , till I found you
You can go the distance
We ll find out in the long run
(in the long run)
We can handle some resistance
If our love is a strong one (is a strong one)
People talkin  about is
They got nothin  else to do
When it all comes down we will
Still come through
In the long run
Ooh, I want to tell you, it s a long run
You know I don t understand why you don t
Treat yourself better
Do the crazy things that you do
cause all the debutantes in houston, baby,
Couldn t hold a candle to you
Did you do it for love?
Did you do it for money?
Did you do it for spite?
Did you think you had to, honey?
Who is gonna make it?
We ll find out in the long run
(in the long run)
I know we can take it
If our love is a strong one
(is a strong one)
Well, we re scared, but we ain t shakin
Kinda bent, but we ain t breakin
In the long run
Ooh, I want to tell you, it s a long run
In the long run
In the long run, etc...

mercoledì 18 gennaio 2012

è come dice lui

Quando la notte combatte col giorno e il gong della sveglia determina la fine del match. Poi il profumo del caffè. Uno non basta.

persiane al mattino

Rumore di nebbia che dicono sia chimica. Profumo di casa che brucia nel camino.

lunedì 16 gennaio 2012

ci siamo

... domani martedì 17 presentazione PUNTA E TACCO ORE 18.00



SKY CANALE 879 VIVA L'ITALIA CHANNEL,


programma "Se scrivendo" puntata 602 oppure in streaming su www.vivalitaliachannel.it


e a seguire breve sunto "bookshelf" ore 19.00 sempre sul canale e all'indirizzo internet indicati precedentemente




SABATO 21 ore 13.30: intervista monologo SKY CANALE 879 VIVA L'ITALIA CHANNEL,


programma "10 libri" puntata 302 oppure in streaming su www.vivalitaliachannel.it

domenica 15 gennaio 2012

trasloco

Trasloco ultimato ... finalmente la vecchia me di splinder è tutta qua... nella buona e nella cattiva sorte

sabato 14 gennaio 2012

find differences

La differenza tra un uomo e un bambino di due anni? Il bambino sa chiedere scusa.

venerdì 13 gennaio 2012

Miyagi docet

karate kid



a 0,49...a 0,37...



in ogni caso il problema sarà risolto... :D

se

mi trasferissi a roma sarei una persona più felice... è questo è un fatto.

mercoledì 11 gennaio 2012

Antonia Pozzi

Ogni uomo, ogni singolo uomo, dovrebbe assistere ad una serata come quella vissuta ieri sera. Incontri culturali, promozione di una poesia da pro loco, poco più di un nulla banale se non fosse per l’amor di confine provinciale. Ho pensato fosse giusto sostenere l’idea di sfruttare un locale modaiolo (altrimenti poco lucroso di lunedì) deciso a convertirsi ad un sodalizio bizzarro nella fattezza e lodevole nell’intenzione: poesia e aperitivo, due realtà inscindibili nella mia personale concezione lombarda. Ma cotanta beatitudine locale non poteva essere degustata da sola, la cultura è condivisione, l’aperitivo ancora di più, e quindi come non tediare l’amico acculturato di fiducia.


O almeno, così era prima della serata di ieri sera, finita con un “questa me la paghi” sussurrato nelle ultime file, quelle tattiche, vicino all’uscita che abbiamo guadagnato con largo anticipo sulla naturale moria, ehm, fine dell’evento.


La poetessa Antonia Pozzi era la tributaria di cotanto impegno cittadino. No, non mi entusiasma, retorica, scontata anche per gli anni ’30. Niente di più di una ragazzina ben acculturata che smaniava di libertà e sospirava d’amore. La sua poesia non mi rapisce, anche se apprezzo sempre lo sforzo di chi spoglia la mia Milano con occhio poetico. Ma. A tutto c’è un “ma”. Passi che la vergine suicida non mi piaccia, ma essere rappresentata da un simil uomo, pseudo donna, scimmiottato da poetessa (intenta a rivoltarsi nella bara), che con voce testosteronica travestita da tanga troppo stretto, recitava poesia fingendosi la reincarnazione della suddetta sventurata poetessa, è davvero troppo!


Quello che capita quando gli uomini, nel senso maschile del termine, non riescono ad accettare che una donna, tanto più una poeta(essa), possa rubare per qualche istante, il microfono ad un impianto audio mal messo e a dei riflettori. Ogni uomo, ogni singolo uomo, dovrebbe assistere ad una serata come quella vissuta ieri sera, dove la lontananza dei due emisferi è così violentemente e tristemente rappresentata. Vedere, ascoltare, toccare con mano quanto sia brutto e volgare un uomo che non riesce a capire una donna e che preferisce derubarla, denigrarla, deturparla, violentarla e smembrarla piuttosto che ascoltarla. Quanto sia ridicolo un uomo nei panni di una donna, quanto sia maldestro e inguardabile quando cerca di rubarne l’arte dell’essere.


Uomini, uomini che parlano di e con le donne, uomini che amano le donne, che le comprendono, che le tengono dentro, che le sostengono e le complementano, quello sarebbe stato uno spettacolo degno… seppure utopico e surreale. Per fortuna il buffet era piacevolmente piccante.

lunedì 2 gennaio 2012

Siamo una casa







Siamo una casa
senza tetto,
una magnifica costruzione
di precarietà
che si scioglierà
sotto il peso
della prima pioggia
d’ottobre.

I muri resteranno nudi
la corrente laverà via
quadri
fotografie felici
serate di futuro
progettato sul divano,
la tua parte di armadio,
le lenzuola vergini.

Eravamo
L’idea di una vita
Che si è spenta
Bruciata dall’acqua
Piovuta da occhi stanchi
Di gridare muti
“Guardarmi
E amami”.