venerdì 21 settembre 2012








Ti ricordi quei giorni?
Uscimmo dopo le canzoni per camminare piano...
Ti ricordi quei giorni?
Gli amici bevevano vino, qualcuno parlava e rideva, noi quasi lontano,
vicino a te,
vicino a me
e ci parlammo ognuno per lasciare qualcosa,
per creare qualcosa, per avere qualcosa...

Ti ricordi quei giorni?
I tuoi occhi si incupivano, il tuo viso si arrossava
e ti stringevi a me nella mia stanza,

quasi un respiro, poi mi dicesti "Basta,
perché non voglio guardarti,
perché ho paura ad amarti".
E dicesti, e dicesti e dicesti...

Le tue parole
quasi io non ricordo più,
ma nemmeno tu ricordi niente....

Ora dove sei e che gente
vede il tuo viso e ascolta
le tue parole leggere,
le tue sciocchezze leggere,
le tue lacrime leggere,
come una volta?


Che cosa dici ora
quando qualcuno ti abbraccia
e tu nascondi la faccia
e tu alzi fiera la faccia
e guardi diritto in faccia
come allora?

Qui un poco piove e un poco il sole,
aspettiamo ogni giorno
che questa estate finisca,
che ogni incertezza svanisca...

E tu? Io non ricordo più
che voce hai...
Che cosa fai?
Io non credo davvero
che quel tempo ritorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni,
ma ricordo quei giorni
ma ricordo...











ad ogni cambio di stagione penso a quante volte ci siamo detti "chissà se arriveremo alla prossima" . Oggi inizia l'autunno... abbiamo rubato un'altra estate alla vita. 


Un'oca che guazza nel fango, 
un cane che abbaia a comando, 
la pioggia che cade e non cade 
le nebbie striscianti che svelano e velano strade... 

Profilo degli alberi secchi, 
spezzarsi scrosciante di stecchi, 
sul monte, ogni tanto, gli spari 
e cadono urlando di morte gli animali ignari... 

L'autunno ti fa sonnolento, 
la luce del giorno è un momento 
che irrompe e veloce è svanita: 
metafora lucida di quello che è la nostra vita... 

L'autunno che sfuma i contorni 
consuma in un giorno più giorni, 
ti sembra sia un gioco indolente, 
ma rapido brucia giornate che appaiono lente... 


Odori di fumo e foschia, 
fanghiglia di periferia, 
distese di foglia marcita 
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita... 

Rinchiudersi in casa a aspettare 
qualcuno o qualcosa da fare, 
qualcosa che mai si farà, 
qualcuno che sai non esiste e che non suonerà... 

Rinchiudersi in casa a contare 
le ore che fai scivolare 
pensando confuso al mistero 
dei tanti "io sarò" diventati per dempre "io ero"... 

Rinchiudersi in casa a guardare 
un libro, una foto, un giornale 
e ignorando quel rodere sordo 
che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo"... 


La notte è di colpo calata, 
c'è un'oscurità perforata 
da un'auto che passa veloce 
lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce... 

Rumore che appare e scompare, 
immagine crepuscolare 
del correre tuo senza scopo, 
del tempo che gioca con te come il gatto col topo... 

Le storie credute importanti 
si sbriciolano in pochi istanti: 
figure e impressioni passate 
si fanno lontane e lontana così è la tua estate... 

E vesti la notte incombente 
lasciando vagare la mente 
al niente temuto e aspettato 
sapendo che questo è il tuo autunno... 
che adesso è arrivato...

giovedì 20 settembre 2012

da metal che ero...

Il venerdì sera... conquistarmi il venerdì  sera! Ci sono voluti anni...20 per la precisione, e mica si usciva sempre. Quando capitava però, era fantastico. Preparazione in ferramenta, pizzo, orecchini, croci, tacchi e smalto... non per me che ero già sistemata, ma per i miei amici. Non c'è niente da fare, un uomo, da solo, non ce la fa a mettersi lo smalto! Tutti goticamente vestiti andavamo in mandria alla mitica discoteca, una delle poche realtà in cui si suonava Rock e Metal. Postazione fissa sopra gli amplificatori della sala rock, appena prima di scendere nella fossa (sala metal). E io ero lì appartenevo a quel mondo fantasticamente black! E questo venerdì cosa faccio invece??????????????????????????????

Cena "mirtilli e mele" nel refettorio dell'asilo!!! Non mangio in quel posto da quando avevo 5 anni e nemmeno allora mi piaceva poi tanto! Massì, l'inserimento...  e conosciamo gli altri genitori (ma anche no) e partecipiamo gaudienti a questa festa d'autunno per aiutare i nostri coniglietti ad inserirsi nella nuova scuola... leggasi CHE PALLE!!!

Per fortuna che la radio mi salva e alle 21 dovrò essere in un locale della zona per fare le riprese e le interviste. Metterò in borsa i miei leggings in pelle e via, cambio in macchina come ai vecchi tempi ... massì dai, in fondo certe cose cambiano solo in superficie, l'importante è sapere tornare in nero ...



They gotta catch me if they want me to hang
Cause I'm back on the track and I'm beatin' the flack
Nobody's gonna get me on another rap
So look at me now I'm just makin' my play
Don't try to push your luck just get out of my way
Cause I'm back
Yes I'm back
Well I'm back
Yes I'm back


lunedì 17 settembre 2012

colpi di testa ... ma non troppo

"tu non scrivi poesie tu le emani"
vedermi riflessa nella tua meraviglia 
forse mi darà la forza
di amarmi un po' di più.


giovedì 13 settembre 2012





Sento rumoni rimasti
nascosti nella mia casa fino ad oggi
coperti dal suono della tua vita
imperdibile, impertinente, irrinunciabile fragore.
Prorompente voglia di esistere
che mi scappa dalle mani 
per imparare il cammino
che percorri correndo
lasciando scie di sorrisi adoranti
che accarezzano la tua strada.
E solo ieri 
eri nella mia mano.

lunedì 10 settembre 2012

mercoledì 5 settembre 2012

...succede guardando Brave




C'era una volta un sogno in una terra dove pioveva vita. Il vento sferzava in continuazione le  terre antiche e le asperità. In quel luogo abitavano uomini  incrollabili, cocciuti, rozzi abituati a vivere contro vento, arrancando e sfidando le intemperie, senza mai arretrare un passo, continuando all'infinito il cammino di civiltà antiche giunte fino a noi. Ogni generazione consegnava il sogno a quella successiva, passando il testimone della storia di mano in mano, ad ogni pellegrino, ad ogni cavaliere, ad ogni uomo degno di quelle terre.

E in quelle terre immortali cresceva, e cresce ancora, un fiore degno di tale forza. Un fiore ispido, ma dal colore gentile, un fiore forte capace di chinare il capo al Re Vento,  senza perdere nemmeno uno dei suoi petali aguzzi. Un fiore capace di sfamare all’occorrenza ma, soprattutto, un fiore libero di crescere lungo sentieri o sopra cime selvagge, un fiore che si ribella solo a chi cerca di coglierlo.

E quel sogno, quel fiore, quel destino sei tu. Sei tu che hai sfidato i nostri confini e sei nato libero in una terra difficile, domata solo da cocciuti ribelli come te. Nessuno credeva che tu potessi sbocciare e vincere tutte le avversità, ma tu vivi e cresci semplice e tenace come quel fiore, quel fiore che è nel tuo nome, nel tuo destino, mio RiccoCardo.